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Claudian - (Mythology Manuscript) Proserpine Poème de Claudian, traduit en vers héroïques et achevé par le - 1660
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Claudian - (Mythology Manuscript) Proserpine Poème de Claudian, traduit en vers héroïques et achevé par le - 1660
Proserpine — Poème de Claudian, traduit en vers héroïques et achevé par le Président Nicole
Manoscritto anonimo, Francia, ca. 1660 – In-12, 67 fogli, inchiostro bruno su pergamena morbida coeva, illustrato con quattro disegni a penna.
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1. Contesto storico e culturale
Il manoscritto Proserpine si inserisce nel fervido ambiente letterario e umanistico della Francia del XVII secolo, un’epoca in cui la cultura classica veniva reinterpretata alla luce dell’estetica barocca e del razionalismo nascente.
L’opera è una traduzione in versi eroici del poema De raptu Proserpinae di Claudiano (Claudianus), poeta latino attivo a cavallo tra IV e V secolo d.C., ultimo grande rappresentante della poesia epica dell’Impero Romano.
Questa versione manoscritta, databile attorno al 1660, riprende la traduzione francese di Claude Nicole (Le Président Nicole), pubblicata per la prima volta a Parigi da Charles de Sercy nel 1658.
Claude Nicole (1611–circa 1675), consigliere del re e presidente dell’elezione di Chartres, apparteneva a quella cerchia di magistrati eruditi che univano le funzioni pubbliche all’attività poetica.
Egli dedicò il suo tempo libero alla traduzione e all’adattamento dei classici, soprattutto di Orazio, Ovidio e Petronio, interpretandoli secondo il gusto morale e retorico del suo secolo.
La sua traduzione di Claudiano è tra le più apprezzate per l’equilibrio tra fedeltà al testo latino e ricchezza di espressione francese, con un lessico elevato ma accessibile, e una versificazione di tono eroico che mira a rendere la magnificenza dell’originale latino.
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2. Descrizione materiale e paleografica
Il manoscritto è realizzato in inchiostro bruno su pergamena sottile, con una grafia ordinata e leggibile, probabilmente di mano di un copista professionale o di un collezionista colto.
Il formato in-12 e la rilegatura in pergamena morbida coeva testimoniano una destinazione privata e di studio, forse come copia di lettura o di presentazione.
La calligrafia, elegante e regolare, è tipica della seconda metà del XVII secolo, con inflessioni riconducibili alla bâtarde humanistique francese, usata nei testi letterari e poetici.
La copertina riporta il titolo:
Proserpine, poème de Claudian, traduit en vers héroïques et achevé par le Président Nicole.
Il volume comprende 67 fogli numerati, con quattro illustrazioni a penna e inchiostro bruno, che riproducono fedelmente le incisioni apparse nell’edizione a stampa del 1658.
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3. Apparato illustrativo
Le illustrazioni, realizzate con tratto sottile e modulato, costituiscono un notevole esempio di disegno a penna del XVII secolo.
La tecnica, a inchiostro bruno con chiaroscuro ottenuto per tratteggio incrociato, rivela un gusto ancora vicino alle incisioni fiamminghe e italiane diffuse in Francia all’epoca.
Tavola I – Plutone e Mercurio nel regno degli Inferi
La prima scena rappresenta Plutone assiso sul trono, con scettro e corona, circondato da figure allegoriche e da Mercurio alato che si avvicina recando il messaggio divino.
La composizione, di chiara ispirazione classica, rievoca la solennità del mondo infernale, con un’impostazione architettonica che allude al tempio sotterraneo di Ade.
La resa volumetrica e la gestualità accentuata esprimono il momento del consilium deorum, preludio al rapimento di Proserpina.
Tavola II – Il ratto di Proserpina
La seconda illustrazione mostra il celebre episodio mitologico: Plutone, sul carro trainato da cavalli impetuosi, rapisce Proserpina mentre la fanciulla raccoglie fiori con le compagne.
L’energia del movimento, resa dalla tensione dei cavalli e dal dinamismo delle figure, riflette la tradizione manierista e barocca del tema, già diffuso in pittura da artisti come Rubens e Guido Reni.
Le figure femminili, dai panneggi fluenti e pose serpentine, conferiscono alla scena una drammaticità teatrale che accentua la violenza sacra del gesto.
Tavola III – L’intervento di Giove
Nella terza tavola, Giove appare in trono tra le nubi, irradiato di luce, mentre osserva dall’alto le vicende terrene.
La composizione ascensionale, con giochi di diagonali e fasci di luce, è tipicamente barocca e simboleggia l’ordine divino che sovrasta il caos infernale e umano.
Si tratta probabilmente della scena in cui il dio decide il compromesso: Proserpina trascorrerà parte dell’anno nell’Ade e parte sulla terra, spiegando così il ciclo delle stagioni.
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4. Il mito di Proserpina: significato e ricezione
Il Ratto di Proserpina è un mito di origine greca (Persefone), adottato dai Romani come allegoria del ciclo vitale e della rigenerazione della natura.
Claudiano, nel suo poema in tre libri, offre una delle versioni più complesse e solenni del mito, fondendo motivi epici e simbolici con un linguaggio tardoantico di straordinaria ricchezza retorica.
La traduzione di Nicole, e ancor più la presente copia manoscritta, rientrano in un contesto culturale in cui il mito viene reinterpretato in chiave morale, teologica e cosmologica.
Proserpina diviene figura dell’anima che discende negli abissi dell’esperienza sensibile per poi ritornare alla luce della ragione e della grazia; Plutone rappresenta il dominio delle passioni e della necessità, mentre Giove incarna l’equilibrio superiore della giustizia divina.
L’alternanza tra discesa e ritorno, morte e rinascita, riflette il pensiero neoplatonico ancora presente nel classicismo seicentesco.
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5. Valore storico e artistico del manoscritto
Dal punto di vista bibliologico, il manoscritto costituisce una testimonianza preziosa della ricezione di Claudiano nel XVII secolo e del gusto collezionistico francese per le traduzioni poetiche illustrate.
La presenza dei disegni eseguiti a penna, anziché incisi, indica un lavoro di copiatura colta, forse destinato a un circolo letterario o accademico.
Il confronto con le incisioni dell’edizione di De Sercy (1658) conferma la fedeltà iconografica ma anche una certa libertà d’interpretazione grafica, segno di una mano esperta ma indipendente.
Le condizioni di conservazione, con leggere tracce di foxing e perdite marginali, non compromettono la leggibilità né la qualità estetica dell’insieme, che rimane un notevole esempio di manoscritto illustrato barocco francese.
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6. Conclusione
Questo manoscritto di Proserpine, tradotto e completato dal Président Nicole, rappresenta un raro connubio di umanesimo erudito, arte grafica e poesia morale.
Esso testimonia il dialogo tra l’antichità classica e la cultura moderna del Seicento, offrendo un ritratto della sensibilità barocca francese, in cui il mito antico è riletto come specchio dell’ordine cosmico e della condizione umana.
La sua doppia natura – letteraria e figurativa – lo rende un documento di grande interesse per gli studi sulla traduzione poetica, sulla ricezione del mito classico e sulla storia del libro illustrato.
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#historyconnoisseurcf
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