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G. Palaeoti - De Notis Spuriisque Filiis Liber - 1572
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G. Palaeoti - De Notis Spuriisque Filiis Liber - 1572

Elegitur presenta: “De Notis Spuriisque Filiis Liber” di Palaeoti – Edizione del 1572 L’opera De Notis Spuriisque Filiis Liber, pubblicata nell’anno del Signore 1572, rappresenta una delle più rilevanti testimonianze giuridico-morali del tardo Rinascimento, ed è frutto dell'ingegno acuto e della profonda erudizione di Giovanni Battista Palaeoti. Eccelso giurista bolognese e figura eminente nella cultura ecclesiastica del XVI secolo, Palaeoti si distinse per la sua acuta riflessione su temi di diritto canonico e civile, esercitando la propria opera in un’epoca di profondi mutamenti dottrinali, segnati dalle istanze della Controriforma e dall’esigenza di riaffermare i principi morali e religiosi nella vita civile. Quest’opera, la cui edizione del 1572 costituisce la forma più compiuta e matura del pensiero dell’autore, si configura come un trattato sistematico dedicato alla condizione giuridica e morale dei figli illegittimi — appellati nel titolo come “spuri” — nel contesto delle normative canoniche e consuetudinarie dell’epoca. L’attenzione di Palaeoti si sofferma in particolare sulla distinzione tra le diverse categorie di illegittimità (naturali, adulterini, incestuosi, ecc.), analizzando con meticolosa precisione i diritti, le esclusioni e le possibilità di legittimazione previste dal diritto ecclesiastico e dalle leggi civili vigenti. Tra i temi principali affrontati nel testo, si annoverano: - la definizione e classificazione dei figli spuri secondo le fonti canoniche, patristiche e giuridiche; - l’implicazione morale della nascita illegittima, con riferimento alla dottrina cristiana e al concetto di peccato originale; - la legittimazione per successivo matrimonio dei genitori (per subsequens matrimonium) e per rescritto papale; - l’esclusione degli illegittimi dagli ordini sacri e dai benefici ecclesiastici, salvo dispensa; - il ruolo dello Stato e della Chiesa nella disciplina della famiglia e nella tutela dell’ordine pubblico e morale. Il contesto storico in cui l’opera vide la luce è quello dell’Italia post-tridentina, un periodo nel quale la Chiesa cattolica, attraverso il Concilio di Trento (1545–1563), tentava di restaurare il rigore della disciplina ecclesiastica e di porre un argine alla disgregazione sociale e morale derivante dalla Riforma protestante. In tale cornice, l’opera di Palaeoti assume una funzione non solo giuridica, ma eminentemente pastorale e dottrinale: essa intende guidare i giudici ecclesiastici, i teologi e i canonisti nella corretta interpretazione del diritto, promuovendo nel contempo una visione profondamente cristiana della famiglia, del matrimonio e della legittimità. L’edizione del 1572, edita con cura filologica e arricchita da marginalia e note esplicative, riflette pienamente la tensione umanistica tra erudizione classica e rigore dottrinale, e manifesta una straordinaria padronanza delle fonti latine, bibliche e giurisprudenziali. Il latino elegante e denso impiegato da Palaeoti si presta tanto alla riflessione accademica quanto alla consultazione pratica nei tribunali ecclesiastici. In conclusione, De Notis Spuriisque Filiis Liber si configura come una pietra miliare nella letteratura giuridico-religiosa del Cinquecento, un’opera che, nel suo rigore argomentativo e nella sua profondità dottrinale, rispecchia fedelmente il pensiero di un’epoca che cercò, fra crisi e riforma, di riaffermare i fondamenti della civitas christiana. collazione e stato di preservazione: [8] carte non numerate iniziali, 161 carte numerate, [10] carte non numerate finali. Ottimo stato di preservazione, rilegatura pergamenata coeva del sedicesimo secolo, da segnalare alcuni tarli sparsi nel volume qualce gora e leggere imprefezioni.

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Elegitur presenta: “De Notis Spuriisque Filiis Liber” di Palaeoti – Edizione del 1572

L’opera De Notis Spuriisque Filiis Liber, pubblicata nell’anno del Signore 1572, rappresenta una delle più rilevanti testimonianze giuridico-morali del tardo Rinascimento, ed è frutto dell'ingegno acuto e della profonda erudizione di Giovanni Battista Palaeoti. Eccelso giurista bolognese e figura eminente nella cultura ecclesiastica del XVI secolo, Palaeoti si distinse per la sua acuta riflessione su temi di diritto canonico e civile, esercitando la propria opera in un’epoca di profondi mutamenti dottrinali, segnati dalle istanze della Controriforma e dall’esigenza di riaffermare i principi morali e religiosi nella vita civile.


Quest’opera, la cui edizione del 1572 costituisce la forma più compiuta e matura del pensiero dell’autore, si configura come un trattato sistematico dedicato alla condizione giuridica e morale dei figli illegittimi — appellati nel titolo come “spuri” — nel contesto delle normative canoniche e consuetudinarie dell’epoca. L’attenzione di Palaeoti si sofferma in particolare sulla distinzione tra le diverse categorie di illegittimità (naturali, adulterini, incestuosi, ecc.), analizzando con meticolosa precisione i diritti, le esclusioni e le possibilità di legittimazione previste dal diritto ecclesiastico e dalle leggi civili vigenti.

Tra i temi principali affrontati nel testo, si annoverano:
- la definizione e classificazione dei figli spuri secondo le fonti canoniche, patristiche e giuridiche;
- l’implicazione morale della nascita illegittima, con riferimento alla dottrina cristiana e al concetto di peccato originale;
- la legittimazione per successivo matrimonio dei genitori (per subsequens matrimonium) e per rescritto papale;
- l’esclusione degli illegittimi dagli ordini sacri e dai benefici ecclesiastici, salvo dispensa;
- il ruolo dello Stato e della Chiesa nella disciplina della famiglia e nella tutela dell’ordine pubblico e morale.


Il contesto storico in cui l’opera vide la luce è quello dell’Italia post-tridentina, un periodo nel quale la Chiesa cattolica, attraverso il Concilio di Trento (1545–1563), tentava di restaurare il rigore della disciplina ecclesiastica e di porre un argine alla disgregazione sociale e morale derivante dalla Riforma protestante. In tale cornice, l’opera di Palaeoti assume una funzione non solo giuridica, ma eminentemente pastorale e dottrinale: essa intende guidare i giudici ecclesiastici, i teologi e i canonisti nella corretta interpretazione del diritto, promuovendo nel contempo una visione profondamente cristiana della famiglia, del matrimonio e della legittimità.

L’edizione del 1572, edita con cura filologica e arricchita da marginalia e note esplicative, riflette pienamente la tensione umanistica tra erudizione classica e rigore dottrinale, e manifesta una straordinaria padronanza delle fonti latine, bibliche e giurisprudenziali. Il latino elegante e denso impiegato da Palaeoti si presta tanto alla riflessione accademica quanto alla consultazione pratica nei tribunali ecclesiastici.

In conclusione, De Notis Spuriisque Filiis Liber si configura come una pietra miliare nella letteratura giuridico-religiosa del Cinquecento, un’opera che, nel suo rigore argomentativo e nella sua profondità dottrinale, rispecchia fedelmente il pensiero di un’epoca che cercò, fra crisi e riforma, di riaffermare i fondamenti della civitas christiana.

collazione e stato di preservazione: [8] carte non numerate iniziali, 161 carte numerate, [10] carte non numerate finali. Ottimo stato di preservazione, rilegatura pergamenata coeva del sedicesimo secolo, da segnalare alcuni tarli sparsi nel volume qualce gora e leggere imprefezioni.

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