Antico Egitto Faenza Amuleto con intarsio elegante del genio Kebehsenuf. 3,7 cm di altezza. Periodo Tardo, 664 - 332 a.C.

Intarsio di un amuleto del genio Kebehsenuf

Cultura: Egitto antico

PERIODO: Periodo tardo, 664 - 332 a.C.

Materiale: pietra

Dimensioni: 3,7 cm di altezza.

PROVENANCE:
- Collezione privata, B., Lione, Francia. 1960.

CONSERVAZIONE: Intatto.

DESCRIZIONE:

Amuleto con il corpo in forma umana, accovacciato, coperto da un sudario, con testa di falco e parrucca tripartita. La schiena è completamente piatta, conservando tracce di engobe nero. Questo fatto ci permette di identificare l'oggetto come un intarsio, un pezzo realizzato per essere inserito in un elemento più grande come parte della decorazione. L'opzione più plausibile sul suo utilizzo è un sarcofago di legno, ci sono esempi, come il sarcofago del sacerdote Petosiris, in cui sono state scolpite cinque colonne di geroglifici sul suo corpo, ciascun simbolo essendo un intarsio, realizzato in questo caso in faience di diversi colori. In altri casi, si tratta solo di una collana con una divinità, come quella studiata qui, all’interno di un pettorale, composta da diversi tipi di pietra, ognuna contribuendo con il suo colore caratteristico. Le opzioni sono varie, ma è chiaro che questa è una tecnica decorativa usata dagli antichi Egizi per conferire un colore naturale ai sarcofagi, denotando qualità e status, poiché alcune pietre, anche gemme, erano costose da reperire e quindi accessibili ai più ricchi o a coloro che ricoprivano posizioni di grande importanza all’interno dell’amministrazione o del clero.

Rappresenta la divinità o genio Kebehsenuf o Qebehsenuf, uno dei quattro figli di Horus e Hathor e fratello di Amset, Duamutef e Hapi nella mitologia egizia. Il suo nome significa "colui che rinfresca i suoi fratelli" ed è una divinità associata alla protezione dell'Ovest. Nella preparazione delle mummie, uno dei quattro vasi canopi, quello usato per gli intestini, lo rappresentava sotto forma di una mummia con testa di falco. Era protetto a sua volta dalla dea Serket. Come divinità funeraria, insieme ai suoi fratelli e alle divinità Maa-ateff, Jeri-beqf e Horus-Jentimaa formavano "i sette splendenti"; erano i protettori del corpo di Osiride.


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