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Tecno - Eugenio Gerli, Osvaldo Borsani - Bureau - T333 - Aluminium, Bois
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Tecno - Eugenio Gerli, Osvaldo Borsani - Bureau - T333 - Aluminium, Bois

Scrivania T333 progettata nel 1975 da Eugenio Gerli e Osvaldo Borsani per Tecno, Italia Il modello presentato in questa atsa è realizzato in eccellente legno di Noce biondo e basi in alluminio lucidato. La scrivania formata da un piano e due montanti è facile da assemblare con una grande superficie utile e due cassetti nascosti. La scrivania si presenta in buone condizioni d'uso con lievi segni dell'età. Sono presenti i marchi Tecno. La scrivania è stata pulito a fondo, il piano è stato lucidato e si presenta ora pronto all'uso. Dimensioni: la scrivania misura cm 200x100x71h . "Design Radicale" include l'assicurazione sul trasporto per Italia /Europa nei costi di spedizione indicati. Per la spedizione "resto del mondo" il costo è indicativo. Formuleremo un preventivo ad asta conclusa secondo la destinazione. Eugenio Gerli Si laureò in Architettura al Politecnico di Milano nel 1949 come allievo di Piero Portaluppi e di Gio Ponti dopo essere stato iscritto al biennio di Ingegneria. Si sposa con Marta Somarè figlia del critico d'arte Enrico Somarè e nipote del pittore Cesare Tallone capostipite di una numerosa famiglia di artisti tra i quali il pittore Guido Tallone, l'editore e stampatore Alberto Tallone e il liutaio Cesare Augusto Tallone. La caratteristica più rilevante delle opere di Eugenio Gerli, influenzate dalle opere di Frank Lloyd Wright, Alvar Aalto e Charles Eames consiste in una ricerca costante di progettazione integrale, dove le idee volumetriche e spaziali dell’Architettura si confrontano e proseguono anche nel disegno di mobili su misura per gli interni. Insieme agli iniziali studi di ingegneria questa filosofia gli fu di fondamentale aiuto nello sviluppo di modelli per il Design Industriale, modelli non concepiti in modo astratto ma originati da contesti e necessità specifiche in una logica di esattezza sia formale che costruttiva. Eugenio Gerli amò anche integrare l’essenzialità delle linee architettoniche con un coerente e forte legame con le arti visive, collaborando con artisti quali Arnaldo Pomodoro, Lucio Fontana, Blasco Mentor, Pietro Cascella, Guido Somarè. La mostra dedicata ad Osvaldo Borsani alla Triennale di Milano - 16 maggio 16 settembre 2018 - curata e disegnata da Lord Norman Foster e Tommaso Fantoni con l'esposizione di sedici opere di architettura e design di Eugenio Gerli rende omaggio all'opera e costituisce importante contributo alla riscoperta di questo "maestro dimenticato". Osvaldo Borsani nasce a Varedo in Brianza nel 1911 da una famiglia di costruttori di mobili con una lunga e consolidata tradizione artigiana; comincia all'eta di sedici anni a collaborare con l'Atelier di Varedo, l'azienda fondata dal padre Gaetano. Nel 1931 ottiene il diploma di maturità artistica presso l'Accademia di Belle Arti di Milano. Nello stesso anni si iscrive al primo anno del Biennio di Architettura, per poi laurearsi nel 1936, presso il Politecnico di Milano.[1] Nel 1933 partecipa alla V Triennale di Milano con il progetto per la Casa minima, che viene premiato con la medaglia d'argento.[1] La fisionomia professionale di Borsani coniuga l'indagine sulla qualità dei materiali alla passione per la tecnologia e all'interesse per la creatività e le esperienze artistiche d'avanguardia. È proprio questo interesse che lo porta, fin dal dopoguerra, a stringere legami d'amicizia e di collaborazione professionale con numerosi artisti, fra cui Lucio Fontana, Agenore Fabbri, Aligi Sassu, Roberto Crippa, Fausto Melotti, Arnaldo e Giò Pomodoro.[1] Nel 1953 fonda insieme al fratello Fulgenzio la ditta Tecno con lo scopo di trasformare l'azienda famigliare artigianale in una realtà industriale. La realizzazione di arredi speciali e di forniture su disegno viene così ad assumere una dimensione più contenuta in favore dell'avvio di una produzione di arredi in serie. A rafforzare questa impostazione nel 1968 Osvaldo Borsani con Eugenio Gerli progetta il sistema Graphis che inaugura un nuovo modo di concepire lo spazio per il lavoro. Negli anni settanta con l'ampliamento delle linee di produzione e degli spazi industriali nasce il Centro Progetti Tecno che, sotto la guida di Osvaldo Borsani, di sua figlia Valeria Borsani e del di lei marito Marco Fantoni, estende la ricerca progettuale alle varie tipologie di edifici d'interesse pubblico e agli spazi urbani.[1] Opere di Osvaldo Borsani, prodotte dalla Tecno, sono esposte nei seguenti musei: Museum of Modern Art di New York e San Francisco, Victoria and Albert Museum di Londra, Centre Pompidou di Parigi, Neue Sammlung di Monaco di Baviera, Triennale di Milano, Musée des arts décoratifs di Montréal.

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Scrivania T333 progettata nel 1975 da Eugenio Gerli e Osvaldo Borsani per Tecno, Italia
Il modello presentato in questa atsa è realizzato in eccellente legno di Noce biondo e basi in alluminio lucidato.
La scrivania formata da un piano e due montanti è facile da assemblare con una grande superficie utile e due cassetti nascosti.
La scrivania si presenta in buone condizioni d'uso con lievi segni dell'età. Sono presenti i marchi Tecno.
La scrivania è stata pulito a fondo, il piano è stato lucidato e si presenta ora pronto all'uso.

Dimensioni: la scrivania misura cm 200x100x71h .

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Eugenio Gerli
Si laureò in Architettura al Politecnico di Milano nel 1949 come allievo di Piero Portaluppi e di Gio Ponti dopo essere stato iscritto al biennio di Ingegneria.
Si sposa con Marta Somarè figlia del critico d'arte Enrico Somarè e nipote del pittore Cesare Tallone capostipite di una numerosa famiglia di artisti tra i quali il pittore Guido Tallone, l'editore e stampatore Alberto Tallone e il liutaio Cesare Augusto Tallone.
La caratteristica più rilevante delle opere di Eugenio Gerli, influenzate dalle opere di Frank Lloyd Wright, Alvar Aalto e Charles Eames consiste in una ricerca costante di progettazione integrale, dove le idee volumetriche e spaziali dell’Architettura si confrontano e proseguono anche nel disegno di mobili su misura per gli interni.
Insieme agli iniziali studi di ingegneria questa filosofia gli fu di fondamentale aiuto nello sviluppo di modelli per il Design Industriale, modelli non concepiti in modo astratto ma originati da contesti e necessità specifiche in una logica di esattezza sia formale che costruttiva.
Eugenio Gerli amò anche integrare l’essenzialità delle linee architettoniche con un coerente e forte legame con le arti visive, collaborando con artisti quali Arnaldo Pomodoro, Lucio Fontana, Blasco Mentor, Pietro Cascella, Guido Somarè.
La mostra dedicata ad Osvaldo Borsani alla Triennale di Milano - 16 maggio 16 settembre 2018 - curata e disegnata da Lord Norman Foster e Tommaso Fantoni con l'esposizione di sedici opere di architettura e design di Eugenio Gerli rende omaggio all'opera e costituisce importante contributo alla riscoperta di questo "maestro dimenticato".


Osvaldo Borsani nasce a Varedo in Brianza nel 1911 da una famiglia di costruttori di mobili con una lunga e consolidata tradizione artigiana; comincia all'eta di sedici anni a collaborare con l'Atelier di Varedo, l'azienda fondata dal padre Gaetano. Nel 1931 ottiene il diploma di maturità artistica presso l'Accademia di Belle Arti di Milano. Nello stesso anni si iscrive al primo anno del Biennio di Architettura, per poi laurearsi nel 1936, presso il Politecnico di Milano.[1]
Nel 1933 partecipa alla V Triennale di Milano con il progetto per la Casa minima, che viene premiato con la medaglia d'argento.[1]
La fisionomia professionale di Borsani coniuga l'indagine sulla qualità dei materiali alla passione per la tecnologia e all'interesse per la creatività e le esperienze artistiche d'avanguardia. È proprio questo interesse che lo porta, fin dal dopoguerra, a stringere legami d'amicizia e di collaborazione professionale con numerosi artisti, fra cui Lucio Fontana, Agenore Fabbri, Aligi Sassu, Roberto Crippa, Fausto Melotti, Arnaldo e Giò Pomodoro.[1]

Nel 1953 fonda insieme al fratello Fulgenzio la ditta Tecno con lo scopo di trasformare l'azienda famigliare artigianale in una realtà industriale. La realizzazione di arredi speciali e di forniture su disegno viene così ad assumere una dimensione più contenuta in favore dell'avvio di una produzione di arredi in serie. A rafforzare questa impostazione nel 1968 Osvaldo Borsani con Eugenio Gerli progetta il sistema Graphis che inaugura un nuovo modo di concepire lo spazio per il lavoro. Negli anni settanta con l'ampliamento delle linee di produzione e degli spazi industriali nasce il Centro Progetti Tecno che, sotto la guida di Osvaldo Borsani, di sua figlia Valeria Borsani e del di lei marito Marco Fantoni, estende la ricerca progettuale alle varie tipologie di edifici d'interesse pubblico e agli spazi urbani.[1]

Opere di Osvaldo Borsani, prodotte dalla Tecno, sono esposte nei seguenti musei: Museum of Modern Art di New York e San Francisco, Victoria and Albert Museum di Londra, Centre Pompidou di Parigi, Neue Sammlung di Monaco di Baviera, Triennale di Milano, Musée des arts décoratifs di Montréal.

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