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Corrado Gianquinto (1703–1765), attribuito a - Cattura di Gesù nell’orto degli ulivi
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Corrado Gianquinto (1703–1765), attribuito a - Cattura di Gesù nell’orto degli ulivi

CORRADO GIANQUINTO [Attribuito a] (Molfetta, 1703 – Napoli, 1765) Cattura di Gesù nell’orto degli ulivi Olio su tela, cm. 65 x 84 – Expertise: Prof. Ferdinando Arisi Dimensione cornice, cm. 83 x 105 x 6 ca. NOTE: Pubblicazione catalogo opere della collezione Intermidiart. Expertise Ferdinando Arisi. Certificato di Garanzia e Lecita Provenienza. Opera con cornice antica (?) dorata e lavorata (difetti): Il dipinto, costruita attraverso lunghe e continue pennellate intrise di colore, illustra, la Cattura di Gesù nell’orto degli ulivi. Il dipinto qui in esame, infatti, è stato ricondotto al catalogo di Corrado Gianquinto, dal noto storico Ferdinando Arisi, che scrive: “ … Questa singolare Cattura di Gesù nell’orto degli ulivi (olio su tela, m. 065 x 084) nella quale non è Giuda che lo bacia ma una donna, per indicarlo agli sgherri (allusione al peccato di Eva [?]) è opera certa e di alta qualità di Corrado Gianquinto (Molfetta, 1703 – Napoli, 1765), dipinto verso il 1750, come la Visitazione della Pinacoteca Civica di Fano e la Natività della Vergine con S. Manzio della Chiesa del Suffragio, a Cesana. I punti di contatto con i modelli su questa tela sono di evidenza palmare (ma fu pubblicato da M. d’Orsi, Corrado Gianquinto, Roma 1958, fih. 97; un altro comparso nell’asta della Christie’s, a Roma, nell’ottobre 1970, catalogo, n. 122). In quest’ultimo risalta identico il gioco delle luci, con figure che s’intravedono appena, toccate da una luminosità verdastra, lunare, come quella di questo dipinto, dove s’indovina Pietro che taglia un orecchio a Maleo, un episodio di rissa violenta sarà piaciuto al compaesano Gaspare Traversi. Pittura di qualità eccezionale, utile per la formazione di Goya” (cit. expertise: Prof. Ferdinando Arisi). Questa singolare iconografia – come sopracitato dallo storico Arisi – L'arresto di Gesù, è rappresentato dalla figura di Giuda, ed è tratto dall’episodio della Passione di Gesù, descritto nei quattro Vangeli (Matteo 26,47-56; Marco 14,43-52,15; Luca 22,47-53 e Giovanni Gv18,1-11). Dopo l'Ultima Cena (svoltasi nel cosiddetto Cenacolo), Gesù e i discepoli vanno al Getsemani, un giardino collocato sul limitare della valle del Cedron (che gli studiosi ritengono essere un oliveto) [senza fonte]. Una volta che sono giunti là, Gesù lascia il gruppo degli Apostoli per pregare in disparte. Mentre Gesù parlava con i discepoli entrò nel giardino Giuda Iscariota, seguito da una folla con spade e bastoni mandata dai sommi sacerdoti e, secondo Luca, con la presenza degli stessi sommi sacerdoti. Artista tra i più importanti e noti del settecento italiano ed europeo, Giaquinto è documentato a Napoli dal 1721 dove acquisì i rudimenti della pittura con Francesco Solimena divenendone allievo e seguace, per poi passare alla bottega di Nicola Maria Rossi. Il percorso formativo e il successo coprono tempi ravvicinati, tanto da consentire al pittore di inaugurare nel 1727 un atelier a Roma, a dimostrazione della sua autonomia e affermazione, come documenta altresì l'amicizia con l'architetto Filippo Juvarra che gli consentirà di lavorare per i Savoia tra il 1733 e il 1738. Nuovamente a Roma Giaquinto modulerà la sua arte con sensibilità sempre più rocaille, anticipando stilemi neoclassici e facendo propri alcuni echi maratteschi, mentre iniziava la sua produzione destinata al re Carlo III di Spagna, che chiamò il pittore a Madrid per decorare lo scalone la Capilla Real, impresa che coinvolse i più prestigiosi artisti d'Europa come Anton Raphael Mengs e Giovanni Battista Tiepolo. Il dipinto risulta impreziosita da in una bella cornice coeva (?) dorata e lavorata, parte integrante dell’opera, sia per valore artistico che economico (circa € 500/900). In merito al suo stato conservativo, la tela si presenta in condizioni generali discrete considerando l'epoca del dipinto, la superficie pittorica si presenta sporca e in patina. Si notano – a luce di Wood – alcuni restauri sparsi con delle svelature e ossidazione della superficie pittorica. Non si evidenziano problemi di tipo conservativo grave e la tela originale presenta un vecchio rintelo. Il telaio potrebbe essere stato sostituito all'epoca del rintelo. Le misure della tela sono cm. 54 x 69. In merito alla cornice, invece, si presenta in patina e sono presenti piccoli difetti, come cadute di oro, e usura del tempo. Le dimensioni della cornice sono cm. 83 x 105 x 6 ca., (presenza difetti). Provenienza: Coll. privata Pubblicazione:  Inedito;  I Miti e il Territorio nella Sicilia dalle mille culture. INEDITA QUADRERIA catalogo generale dei dipinti della collezione del ciclo “I Miti e il territorio”, Edizione, Lab_04, Marsala, 2023. Si garantisce, inoltre, un imballo accurato con cassa in legno esterno e pluriball/cartone/polistirolo interno (costo imballaggio € 100,00 circa) e spedizione tracciabile (€ 100,00 Italia). Per l’esportazione, l’opera è soggetto ad una richiesta di Attestato di Libera Circolazione (Comunità Europea) o Certificato di Esportazione (Trasporto Extra Comunitari), presso l’ufficio di esportazione (Soprintendenza del territorio) con i tempi e i costi gravati (€ 450/€1.200, tutto incluso: spedizione, imballaggio e partiche esportazioni). La spedizione potrebbe ritardare di qualche giorno/settimana per motivi logistici ed amministrative.

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CORRADO GIANQUINTO [Attribuito a]
(Molfetta, 1703 – Napoli, 1765)
Cattura di Gesù nell’orto degli ulivi
Olio su tela, cm. 65 x 84 – Expertise: Prof. Ferdinando Arisi
Dimensione cornice, cm. 83 x 105 x 6 ca.


NOTE: Pubblicazione catalogo opere della collezione Intermidiart. Expertise Ferdinando Arisi. Certificato di Garanzia e Lecita Provenienza. Opera con cornice antica (?) dorata e lavorata (difetti):

Il dipinto, costruita attraverso lunghe e continue pennellate intrise di colore, illustra, la Cattura di Gesù nell’orto degli ulivi. Il dipinto qui in esame, infatti, è stato ricondotto al catalogo di Corrado Gianquinto, dal noto storico Ferdinando Arisi, che scrive: “ … Questa singolare Cattura di Gesù nell’orto degli ulivi (olio su tela, m. 065 x 084) nella quale non è Giuda che lo bacia ma una donna, per indicarlo agli sgherri (allusione al peccato di Eva [?]) è opera certa e di alta qualità di Corrado Gianquinto (Molfetta, 1703 – Napoli, 1765), dipinto verso il 1750, come la Visitazione della Pinacoteca Civica di Fano e la Natività della Vergine con S. Manzio della Chiesa del Suffragio, a Cesana.
I punti di contatto con i modelli su questa tela sono di evidenza palmare (ma fu pubblicato da M. d’Orsi, Corrado Gianquinto, Roma 1958, fih. 97; un altro comparso nell’asta della Christie’s, a Roma, nell’ottobre 1970, catalogo, n. 122). In quest’ultimo risalta identico il gioco delle luci, con figure che s’intravedono appena, toccate da una luminosità verdastra, lunare, come quella di questo dipinto, dove s’indovina Pietro che taglia un orecchio a Maleo, un episodio di rissa violenta sarà piaciuto al compaesano Gaspare Traversi. Pittura di qualità eccezionale, utile per la formazione di Goya” (cit. expertise: Prof. Ferdinando Arisi).
Questa singolare iconografia – come sopracitato dallo storico Arisi – L'arresto di Gesù, è rappresentato dalla figura di Giuda, ed è tratto dall’episodio della Passione di Gesù, descritto nei quattro Vangeli (Matteo 26,47-56; Marco 14,43-52,15; Luca 22,47-53 e Giovanni Gv18,1-11). Dopo l'Ultima Cena (svoltasi nel cosiddetto Cenacolo), Gesù e i discepoli vanno al Getsemani, un giardino collocato sul limitare della valle del Cedron (che gli studiosi ritengono essere un oliveto) [senza fonte]. Una volta che sono giunti là, Gesù lascia il gruppo degli Apostoli per pregare in disparte. Mentre Gesù parlava con i discepoli entrò nel giardino Giuda Iscariota, seguito da una folla con spade e bastoni mandata dai sommi sacerdoti e, secondo Luca, con la presenza degli stessi sommi sacerdoti.
Artista tra i più importanti e noti del settecento italiano ed europeo, Giaquinto è documentato a Napoli dal 1721 dove acquisì i rudimenti della pittura con Francesco Solimena divenendone allievo e seguace, per poi passare alla bottega di Nicola Maria Rossi. Il percorso formativo e il successo coprono tempi ravvicinati, tanto da consentire al pittore di inaugurare nel 1727 un atelier a Roma, a dimostrazione della sua autonomia e affermazione, come documenta altresì l'amicizia con l'architetto Filippo Juvarra che gli consentirà di lavorare per i Savoia tra il 1733 e il 1738. Nuovamente a Roma Giaquinto modulerà la sua arte con sensibilità sempre più rocaille, anticipando stilemi neoclassici e facendo propri alcuni echi maratteschi, mentre iniziava la sua produzione destinata al re Carlo III di Spagna, che chiamò il pittore a Madrid per decorare lo scalone la Capilla Real, impresa che coinvolse i più prestigiosi artisti d'Europa come Anton Raphael Mengs e Giovanni Battista Tiepolo.
Il dipinto risulta impreziosita da in una bella cornice coeva (?) dorata e lavorata, parte integrante dell’opera, sia per valore artistico che economico (circa € 500/900).
In merito al suo stato conservativo, la tela si presenta in condizioni generali discrete considerando l'epoca del dipinto, la superficie pittorica si presenta sporca e in patina. Si notano – a luce di Wood – alcuni restauri sparsi con delle svelature e ossidazione della superficie pittorica. Non si evidenziano problemi di tipo conservativo grave e la tela originale presenta un vecchio rintelo. Il telaio potrebbe essere stato sostituito all'epoca del rintelo. Le misure della tela sono cm. 54 x 69. In merito alla cornice, invece, si presenta in patina e sono presenti piccoli difetti, come cadute di oro, e usura del tempo. Le dimensioni della cornice sono cm. 83 x 105 x 6 ca., (presenza difetti).

Provenienza: Coll. privata

Pubblicazione:
 Inedito;
 I Miti e il Territorio nella Sicilia dalle mille culture. INEDITA QUADRERIA catalogo generale dei dipinti della collezione del ciclo “I Miti e il territorio”, Edizione, Lab_04, Marsala, 2023.

Si garantisce, inoltre, un imballo accurato con cassa in legno esterno e pluriball/cartone/polistirolo interno (costo imballaggio € 100,00 circa) e spedizione tracciabile (€ 100,00 Italia). Per l’esportazione, l’opera è soggetto ad una richiesta di Attestato di Libera Circolazione (Comunità Europea) o Certificato di Esportazione (Trasporto Extra Comunitari), presso l’ufficio di esportazione (Soprintendenza del territorio) con i tempi e i costi gravati (€ 450/€1.200, tutto incluso: spedizione, imballaggio e partiche esportazioni).
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