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Sculpture - Afrique

MASCHERA GIPHOGO PENDE Etnia: Pende (Repubblica Democratica del Congo) Legno, pigmenti, fibre vegetali La società Pende, basata su di una economia agricola, non è governata da una autorità centrale ma viene riconosciuta la posizione di un capo famiglia chiamato Djigo che esercita una sorta di controllo sociale a volte assistito da appartenenti ad una nobiltà. Gli uomini sono organizzati socialmente in classi di età e società segrete a cui si accede tramiti riti di iniziazione che includono la circoncisione in adolescenza. I Pende hanno una ricca e diversificata produzione materiale. Le creazioni artistiche sono classificate in tre differenti regioni culturali, ognuna con le proprie maschere tipiche: Pende del Kwilu o Pende Occidentali che vivono sulle rive del fiume Kwilu (usano la maschere Gitenga o Minganji), i Pende Centrali (usano le maschere Giwoyo, Phumbu a Mfunu, Nganga Ngombo, Mukhetu, Muyombo) e i Pende Orientali che vivono sulle rive del fiume Kasai a valle di Tshikapa (usano le maschere Kindomgolo, Kiwoyo, Kambanda, Kipoko, Giphogo, Minyangi ) Le maschere a elmo "Giphogo", sono tra i simboli del potere usati dalle autorità delle comunità orientali Pende, solo loro le possono indossare per ballare. La maschera viene utilizzata per una serie di funzioni sociali, la più importante delle quali è venerare e ringraziare gli spiriti e gli antenati per i raccolti riusciti, la guarigione, la fertilità e la protezione. Così facendo viene assicurata alla comunità la benevolenza delle forze sovrannaturali. La maschera è utilizzata anche durante la cerimonia di iniziazione mukanda che segna la fine dei rituali di circoncisione maschile. Gli iniziati offrono simbolicamente alla maschera un boccone di cibo ponendolo sulla punta del naso giurando di non rivelare le lezioni apprese nel percorso nella società segreta. La particolare forma dei tratti del volto: naso prominente squadrato, orecchie grandi, occhi lunghi e socchiusi, bocca inesistente, simboleggiano la capacità di vedere e sentire tutto ma di parlare poco, caratteristiche proprie dell’autorità. La parte inferiore sporgente raffigura la barba che rappresenta saggezza. Sulla parte posteriore la maschera è coperta con vecchio tessuto di rafia destinato a coprire il collo del danzatore. Bibliografia: Strother, Z. S., Pende (Visions Of Africa), Five Continents Editions, 2008 Strother, Z. S., Inventing Masks: Agency and History in the Art of the Central Pende, University of Chicago Press, 1998 Piening, M. P., Masterpieces of African Sculpture, 1964 Vogel, S. M., African Sculpture: the Shape of Surprise, Greenvale, 1980 Robbins, W. M., e Nooter, N. I., African Art in American Collections, 1989 Lehuard, R., Arts d’Afrique Noire, no. 42, 1982 Germain, J., Art ancien de l’Afrique Noire, vol. V, 2010 Leuzinger, E., Africa nera, il saggiatore, 1960

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MASCHERA GIPHOGO PENDE
Etnia: Pende (Repubblica Democratica del Congo)
Legno, pigmenti, fibre vegetali


La società Pende, basata su di una economia agricola, non è governata da una autorità centrale ma viene riconosciuta la posizione di un capo famiglia chiamato Djigo che esercita una sorta di controllo sociale a volte assistito da appartenenti ad una nobiltà. Gli uomini sono organizzati socialmente in classi di età e società segrete a cui si accede tramiti riti di iniziazione che includono la circoncisione in adolescenza.
I Pende hanno una ricca e diversificata produzione materiale. Le creazioni artistiche sono classificate in tre differenti regioni culturali, ognuna con le proprie maschere tipiche: Pende del Kwilu o Pende Occidentali che vivono sulle rive del fiume Kwilu (usano la maschere Gitenga o Minganji), i Pende Centrali (usano le maschere Giwoyo, Phumbu a Mfunu, Nganga Ngombo, Mukhetu, Muyombo) e i Pende Orientali che vivono sulle rive del fiume Kasai a valle di Tshikapa (usano le maschere Kindomgolo, Kiwoyo, Kambanda, Kipoko, Giphogo, Minyangi )
Le maschere a elmo "Giphogo", sono tra i simboli del potere usati dalle autorità delle comunità orientali Pende, solo loro le possono indossare per ballare. La maschera viene utilizzata per una serie di funzioni sociali, la più importante delle quali è venerare e ringraziare gli spiriti e gli antenati per i raccolti riusciti, la guarigione, la fertilità e la protezione. Così facendo viene assicurata alla comunità la benevolenza delle forze sovrannaturali. La maschera è utilizzata anche durante la cerimonia di iniziazione mukanda che segna la fine dei rituali di circoncisione maschile. Gli iniziati offrono simbolicamente alla maschera un boccone di cibo ponendolo sulla punta del naso giurando di non rivelare le lezioni apprese nel percorso nella società segreta.
La particolare forma dei tratti del volto: naso prominente squadrato, orecchie grandi, occhi lunghi e socchiusi, bocca inesistente, simboleggiano la capacità di vedere e sentire tutto ma di parlare poco, caratteristiche proprie dell’autorità. La parte inferiore sporgente raffigura la barba che rappresenta saggezza. Sulla parte posteriore la maschera è coperta con vecchio tessuto di rafia destinato a coprire il collo del danzatore.

Bibliografia:
Strother, Z. S., Pende (Visions Of Africa), Five Continents Editions, 2008
Strother, Z. S., Inventing Masks: Agency and History in the Art of the Central Pende, University of Chicago Press, 1998
Piening, M. P., Masterpieces of African Sculpture, 1964
Vogel, S. M., African Sculpture: the Shape of Surprise, Greenvale, 1980
Robbins, W. M., e Nooter, N. I., African Art in American Collections, 1989
Lehuard, R., Arts d’Afrique Noire, no. 42, 1982
Germain, J., Art ancien de l’Afrique Noire, vol. V, 2010
Leuzinger, E., Africa nera, il saggiatore, 1960

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