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Antonio Tempesta (1555-1630), Johann Friedrich Greuter (1590-1662) - Crociati con Stemma Barberini
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Antonio Tempesta (1555-1630), Johann Friedrich Greuter (1590-1662) - Crociati con Stemma Barberini

DESCRIZIONE "Crociati con Stemma Barberini", acquaforte e bulino, 37x47cm il foglio, 35x44cm l'impressione, prima metà XVII secolo. Questa acquaforte a bulino, derivante dall'opera di Antonio Tempesta e incisa da Johann Friedrich Greuter mostra una variegata moltitudine di soldati, soprattutto cavalieri, si divide in due eserciti contrapposti. Da un lato, si distinguono guerrieri vestiti all'antica, con elmi piumati, mentre dall'altro sembrando provenire da terre mediorientali, forse arabe, suggerendo un contesto crociato. Un elemento distintivo è il segno divino rappresentato da uno sciame di api che ne circonda una più grande, attirando l'attenzione di molti soldati verso l'alto. Questo dettaglio aggiunge un tocco di mistero e spiritualità alla scena, suggerendo un significato simbolico al conflitto. Il cavaliere al centro, notando il segno divino, abbandona la sua lancia, forse in un momento di riconoscimento della volontà divina. Lo scudo del cavaliere porta lo stemma del Cardinale Francesco Barberini, con tre api, suggerendo un collegamento simbolico tra il segno divino e il potere ecclesiastico del cardinale. Contenuto dell'iscrizione sottostante: sotto l'immagine, a sinistra nome dell'ideatore: Ant. Tempesta delin.; a destra nome dell'incisore: Io. Feder. Greuter incid. AUTORE Antonio Tempesta detto il Tempestino (1555-1630) pittore ed incisore manierista italiano. Nasce a Firenze, iniziando la propria formazione con Santi di Tito e poi con Giovanni Stradano (col quale collabora in Palazzo Vecchio sotto la direzione del Vasari), che esercita su Tempesta un'influenza determinante. Verso il 1575 si stabilisce a Roma, dove si specializza in affreschi di carattere decorativo lasciandone piacevoli esempî in edifici religiosi (S. Giovanni dei Fiorentini, S. Stefano Rotondo, battistero lateranense) e in dimore private (palazzo Pallavicini Rospigliosi, palazzo del Quirinale, Villa d'Este a Tivoli, palazzo Farnese a Caprarola). Fecondo incisore, esegue numerose serie di acqueforti, privilegiando scene di caccia e di battaglie. Johann Friedrich Greuter, figlio di Matthäus, nacque a Strasburgo circa nel 1590-93, arrivò a Roma con il padre nel 1603, dopo aver passato per Lione e Avignone. Nel 1618 sposò Virginia, figlia di Antonio Bucci, e nel 1620 assunse il ruolo di camerlengo del Camposanto teutonico. Nel 1634-35 si iscrisse all'Accademia di S. Luca, pur non frequentandola mai, poiché era rinomato come incisore e non come pittore. Greuter si formò con il padre e la sua abilità nell'arte del bulino fu elogiata anche da Baglione. Anche se non continuò l'attività paterna di stampatore, è noto soprattutto per le sue incisioni da prototipi dei più famosi maestri barocchi, come G.L. Bernini, Pietro da Cortona, G. Lanfranco e altri. Collaborò con il padre in lavori illustrativi, come nel caso dei Lincei, modificando il frontespizio del padre per l'opera curata da N.A. Recchi, "Rerum medicarum Novae Hispaniae thesaurus" di F. Hernández (Roma 1648; Guerra). Greuter è celebre soprattutto per la realizzazione di libri di lusso, spesso commissionati nell'ambito della cerchia barberiniana. Nel 1631 illustrò i "Poemata" di Maffeo Barberini (Urbano VIII) e poco dopo incise il ciborio di S. Pietro nel 1633. La sua firma è presente anche nel libro "De florum cultura" del gesuita G.B. Ferrari (Roma 1633), voluto da Cassiano Dal Pozzo. Collaborò con Ferrari anche per altre opere, come le "Orationes XXV" (Lione 1625) su disegno del Domenichino e le "Hesperides" (Roma 1646) con tavole disegnate da Pietro da Cortona, Reni e Lanfranco. Greuter incise cinque tavole per la prima edizione dei "Documenti d'amore" di Francesco da Barberino (Roma 1640), considerato uno dei libri illustrati più belli del Seicento. Collaborò anche con G. Teti per l'"Aedes Barberinae" (Romae 1642), incidendo il frontespizio da un disegno di A. Camassei. Altre sue opere includono incisioni per il libro di araldica di S. Pietrasanta, "Tesserae gentilitiae" (Romae 1638), e il frontespizio per il dramma musicale di M. Rossi, "Erminia sul Giordano" (ibid. 1637). CONDITION REPORT Discreta la conservazione generale, molto fresca la lastra nitida nell'inchiostratura e nel tratteggio, leggero foxing omogeneo e non di disturbo. Da segnalare piccoli strappi al margine inferiore e superiore (vedi foto), l'incisione originale risulta incollata su carta vergellata di supporto. Spedizione tracciata ed assicurata con adeguato imballo.

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Antonio Tempesta (1555-1630), Johann Friedrich Greuter (1590-1662) - Crociati con Stemma Barberini

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DESCRIZIONE

"Crociati con Stemma Barberini", acquaforte e bulino, 37x47cm il foglio, 35x44cm l'impressione, prima metà XVII secolo.

Questa acquaforte a bulino, derivante dall'opera di Antonio Tempesta e incisa da Johann Friedrich Greuter mostra una variegata moltitudine di soldati, soprattutto cavalieri, si divide in due eserciti contrapposti. Da un lato, si distinguono guerrieri vestiti all'antica, con elmi piumati, mentre dall'altro sembrando provenire da terre mediorientali, forse arabe, suggerendo un contesto crociato. Un elemento distintivo è il segno divino rappresentato da uno sciame di api che ne circonda una più grande, attirando l'attenzione di molti soldati verso l'alto. Questo dettaglio aggiunge un tocco di mistero e spiritualità alla scena, suggerendo un significato simbolico al conflitto. Il cavaliere al centro, notando il segno divino, abbandona la sua lancia, forse in un momento di riconoscimento della volontà divina. Lo scudo del cavaliere porta lo stemma del Cardinale Francesco Barberini, con tre api, suggerendo un collegamento simbolico tra il segno divino e il potere ecclesiastico del cardinale.

Contenuto dell'iscrizione sottostante: sotto l'immagine, a sinistra nome dell'ideatore: Ant. Tempesta delin.; a destra nome dell'incisore: Io. Feder. Greuter incid.


AUTORE

Antonio Tempesta detto il Tempestino (1555-1630) pittore ed incisore manierista italiano. Nasce a Firenze, iniziando la propria formazione con Santi di Tito e poi con Giovanni Stradano (col quale collabora in Palazzo Vecchio sotto la direzione del Vasari), che esercita su Tempesta un'influenza determinante. Verso il 1575 si stabilisce a Roma, dove si specializza in affreschi di carattere decorativo lasciandone piacevoli esempî in edifici religiosi (S. Giovanni dei Fiorentini, S. Stefano Rotondo, battistero lateranense) e in dimore private (palazzo Pallavicini Rospigliosi, palazzo del Quirinale, Villa d'Este a Tivoli, palazzo Farnese a Caprarola). Fecondo incisore, esegue numerose serie di acqueforti, privilegiando scene di caccia e di battaglie.

Johann Friedrich Greuter, figlio di Matthäus, nacque a Strasburgo circa nel 1590-93, arrivò a Roma con il padre nel 1603, dopo aver passato per Lione e Avignone. Nel 1618 sposò Virginia, figlia di Antonio Bucci, e nel 1620 assunse il ruolo di camerlengo del Camposanto teutonico. Nel 1634-35 si iscrisse all'Accademia di S. Luca, pur non frequentandola mai, poiché era rinomato come incisore e non come pittore. Greuter si formò con il padre e la sua abilità nell'arte del bulino fu elogiata anche da Baglione. Anche se non continuò l'attività paterna di stampatore, è noto soprattutto per le sue incisioni da prototipi dei più famosi maestri barocchi, come G.L. Bernini, Pietro da Cortona, G. Lanfranco e altri. Collaborò con il padre in lavori illustrativi, come nel caso dei Lincei, modificando il frontespizio del padre per l'opera curata da N.A. Recchi, "Rerum medicarum Novae Hispaniae thesaurus" di F. Hernández (Roma 1648; Guerra). Greuter è celebre soprattutto per la realizzazione di libri di lusso, spesso commissionati nell'ambito della cerchia barberiniana. Nel 1631 illustrò i "Poemata" di Maffeo Barberini (Urbano VIII) e poco dopo incise il ciborio di S. Pietro nel 1633. La sua firma è presente anche nel libro "De florum cultura" del gesuita G.B. Ferrari (Roma 1633), voluto da Cassiano Dal Pozzo. Collaborò con Ferrari anche per altre opere, come le "Orationes XXV" (Lione 1625) su disegno del Domenichino e le "Hesperides" (Roma 1646) con tavole disegnate da Pietro da Cortona, Reni e Lanfranco.
Greuter incise cinque tavole per la prima edizione dei "Documenti d'amore" di Francesco da Barberino (Roma 1640), considerato uno dei libri illustrati più belli del Seicento. Collaborò anche con G. Teti per l'"Aedes Barberinae" (Romae 1642), incidendo il frontespizio da un disegno di A. Camassei.
Altre sue opere includono incisioni per il libro di araldica di S. Pietrasanta, "Tesserae gentilitiae" (Romae 1638), e il frontespizio per il dramma musicale di M. Rossi, "Erminia sul Giordano" (ibid. 1637).

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Discreta la conservazione generale, molto fresca la lastra nitida nell'inchiostratura e nel tratteggio, leggero foxing omogeneo e non di disturbo. Da segnalare piccoli strappi al margine inferiore e superiore (vedi foto), l'incisione originale risulta incollata su carta vergellata di supporto.

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