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Felice Boselli (1650 – 1732), Cerchia - Scena con animali e capretto
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Felice Boselli (1650 – 1732), Cerchia - Scena con animali e capretto

Cerchia di Felice Boselli (Piacenza, 1650 – Parma, 1732), XVII secolo Scena con animali e capretto Olio su tela, cm 71 x 52 - Con cornice, cm 81 x 62 La composizione pittorica qui illustrata è attribuibile per caratteristiche stilistiche e formali a un pittore della cerchia dell’emiliano Felice Boselli (Piacenza, 1650 – Parma, 1732) a conoscenza delle medesime ricerche in campo di natura morta intraprese da Angelo Maria Crivelli, detto il Crivellone, (1660 – 1730) e di Giovanni Crivelli detto il Crivellino. Felice Boselli si forma nella bottega di Michelangelo Nuvolone, fratello minore dei più conosciuti Giuseppe e Carlo, il Boselli fu attivo soprattutto nella sua città natale e a Parma, dove fu pittore alla Corte dei conti Sanvitale di Fontanellato fino al 1710. Nonostante ci sia cimentato anche in ritratti, affreschi e tempere di carattere religioso e mitologico, consideriamo il Boselli principalmente un pittore di nature morte. Nel genere pittorico delle nature morte i suoi principali riferimenti furono lo studio e l’osservazione di opere regionali e locali raffiguranti scene di genere di pittori come Annibale Carracci e il Parmigianino, soprattutto per quanto riguarda le loro figurazioni. Non mancarono però altri riferimenti, a partire da Angelo Crivelli (noto come il Crivellone), animalista specializzato in selvaggina conosciuto nel periodo della formazione, i pittori della scuola bergamasca come Baschenis e Bartolomeo Bettera, fino ad arrivare ad ascendenze nordiche e agli esempi napoletani. Come pittore di nature morte, il Boselli usa quasi sempre riprodurre selvaggina e verdure ma anche pesci e crostacei ed esseri umani. In questo dipinto forte è l’influenza di quel contesto culturale: vi è raffigurata una scena con selvaggina morta, come la candida figura del capretto o i vari volatili, ma anche viva, come i polli che si intravedono tra le sbarre del pollaio. Presente anche se un po' nascosta anche una figura umana, che, come alcuni dipinti di Felice Boselli, sono legati a un ambiente povero, sono solitamente contadini, mercanti e gente umile. La cornice è fornita in omaggio, di conseguenza non può essere motivo di reso o reclamo. Per i dipinti acquistati all'estero: dopo il pagamento verrà avviata la procedura per ottenere la licenza di esportazione (ALC). Tutti i pezzi d'antiquariato inviati all'estero dall'Italia hanno bisogno di questo documento, rilasciato dal Ministro dei Beni Culturali. La procedura potrebbe richiedere da 2 a 4 settimane dalla richiesta, quindi, non appena avremo il documento verrà spedito il dipinto.

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Cerchia di Felice Boselli (Piacenza, 1650 – Parma, 1732), XVII secolo
Scena con animali e capretto
Olio su tela, cm 71 x 52 - Con cornice, cm 81 x 62

La composizione pittorica qui illustrata è attribuibile per caratteristiche stilistiche e formali a un pittore della cerchia dell’emiliano Felice Boselli (Piacenza, 1650 – Parma, 1732) a conoscenza delle medesime ricerche in campo di natura morta intraprese da Angelo Maria Crivelli, detto il Crivellone, (1660 – 1730) e di Giovanni Crivelli detto il Crivellino.
Felice Boselli si forma nella bottega di Michelangelo Nuvolone, fratello minore dei più conosciuti Giuseppe e Carlo, il Boselli fu attivo soprattutto nella sua città natale e a Parma, dove fu pittore alla Corte dei conti Sanvitale di Fontanellato fino al 1710. Nonostante ci sia cimentato anche in ritratti, affreschi e tempere di carattere religioso e mitologico, consideriamo il Boselli principalmente un pittore di nature morte.
Nel genere pittorico delle nature morte i suoi principali riferimenti furono lo studio e l’osservazione di opere regionali e locali raffiguranti scene di genere di pittori come Annibale Carracci e il Parmigianino, soprattutto per quanto riguarda le loro figurazioni. Non mancarono però altri riferimenti, a partire da Angelo Crivelli (noto come il Crivellone), animalista specializzato in selvaggina conosciuto nel periodo della formazione, i pittori della scuola bergamasca come Baschenis e Bartolomeo Bettera, fino ad arrivare ad ascendenze nordiche e agli esempi napoletani.
Come pittore di nature morte, il Boselli usa quasi sempre riprodurre selvaggina e verdure ma anche pesci e crostacei ed esseri umani. In questo dipinto forte è l’influenza di quel contesto culturale: vi è raffigurata una scena con selvaggina morta, come la candida figura del capretto o i vari volatili, ma anche viva, come i polli che si intravedono tra le sbarre del pollaio. Presente anche se un po' nascosta anche una figura umana, che, come alcuni dipinti di Felice Boselli, sono legati a un ambiente povero, sono solitamente contadini, mercanti e gente umile.

La cornice è fornita in omaggio, di conseguenza non può essere motivo di reso o reclamo.

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