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Pietro Ligari (1686-1752), Attr. - Autoritratto
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Pietro Ligari (1686-1752), Attr. - Autoritratto

Pietro Ligari, (Ardenno,1686- Sondrio, 1752), attr Autoritratto Olio su tavola, cm 10 x 8 Il presente dipinto, databile all'inizio del Settecento, ritrae un giovane uomo che regge un libro e un compasso, connotandone la professione di architetto o di matematico. Il copricapo rosso vivo incornicia un caratteristico sguardo deciso e un po’ accigliato, reso con spiccato naturalismo e attenzione al vero. Il colore del copricapo è ripreso nella sciarpa e nella copertina del libro, creando così contrasto con i toni più scuri della veste e dello sfondo, consentendo anche di accentuare la tridimensionalità dei volumi. Osservando l’effigiato si nota una certa somiglianza con i lineamenti di Pietro Ligari, noti grazie all’Autoritratto oggi al museo di Storia e arte di Sondrio, la cui esecuzione cade intorno al 1720 durante il soggiorno milanese dell'artista, offrendoci di conseguenza un indizio cronologico per datare il ritratto in esame. Inoltre, Pietro Ligari non fu soltanto pittore ma anche architetto il che giustifica la presenza di attributi tipici di questa mansione. L’ipotesi che l’autore sia Pietro Ligari è avvalorata dal confronto con il Ritratto della figlia Vittoria, in cui, oltre ad una medesima tipologia del volto, la stesura riscontra influenze della pittura lombarda e veneta. Pietro Ligari nasce in provincia di Sondrio da famiglia di origini borghesi, i Del Pelo. Prese il nome di Ligari facendo riferimento a una contrada nella Provincia di Sondrio. I genitori di Pietro riconoscendo nel figlio un certo talento nelle arti, lo mandarono all’età di 12 anni a Roma dove imparò le principali tecniche di pittura e disegno presso la bottega di Lazzaro Baldi. In seguito, viaggiò a Venezia (1707 - 1709) che gli permise di assimilare lo stile del Piazzetta e poi a Milano (1710 – 1727), ove risiedette a lungo già come artista indipendente. qui lavorò sotto la protezione del cardinale Angelo Maria Querini ed ebbe contatti con il pittore valtellinese Giacomo Parravicini, detto il Gianolo, che lo introdusse nell'ambiente artistico cittadino. Nel 1727 torna stabilmente in Valtellina. Tra le opere più rappresentative della sua arte ricordiamo: Il Battesimo della principessa indiana del 1717, per l'Oratorio di Palazzo Sertoli a Sondrio; un ciclo di tele ed affreschi per il Palazzo Salis di Coira, di cui curò pure la progettazione del giardino all'italiana; due pale, la decorazione dell'abside e del catino absidale per la Collegiata di Morbegno. Per la medesima Collegiata progettò anche il reliquiario della Sacra Spina, alcuni arredi liturgici ed eseguì una serie di tele di forma ovale. La chiesa di San Giovanni Battista di Morbegno è considerata il tempio ligariano per eccellenza, anche per la presenza di alcune opere del figlio Cesere e della figlia Vittoria. Tra il 1747 e il 1750 realizzò i bozzetti, tutti alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano, per il telone dell'organo del santuario di Tirano, mai realizzato, e per la pala con S. Benedetto del convento di S. Lorenzo presso Sondrio creduta dispersa in seguito alla soppressione del monastero e rintracciata nella chiesa di S. Giuseppe a Luino (Noè). Il L. fu anche responsabile del progetto della cappella e dell'altare su cui avrebbe dovuto essere collocata la pala. Oltre alla pittura e all'architettura, il Ligari si cimentò anche nelle "arti meccaniche" costruendo e riparando congegni meccanici, orologi a pendolo, sistemi idraulici per fontane ornamentali e progettò alcuni organi, strumenti che egli stesso sapeva suonare, come quello per il santuario di Tirano, mai realizzato. Negli ultimi mesi di vita scrisse i Ragionamenti d'agricoltura e le Semplici notizie per la pratica che si ricerca nell'agricoltura dimostrando grande interesse nei confronti della coltura delle piante che circondavano la sua dimora. Pietro Ligari si spense all’età di 66 anni, nel 1752 e fu sepolto presso la Collegiata id Sondrio. La cornice è fornita in omaggio, di conseguenza non può essere motivo di reso o reclamo. Per i dipinti acquistati all'estero: dopo il pagamento verrà avviata la procedura per ottenere la licenza di esportazione (ALC). Tutti i pezzi d'antiquariato inviati all'estero dall'Italia hanno bisogno di questo documento, rilasciato dal Ministro dei Beni Culturali. La procedura potrebbe richiedere da 2 a 4 settimane dalla richiesta, quindi, non appena avremo il documento verrà spedito il dipinto.

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Pietro Ligari, (Ardenno,1686- Sondrio, 1752), attr
Autoritratto
Olio su tavola, cm 10 x 8

Il presente dipinto, databile all'inizio del Settecento, ritrae un giovane uomo che regge un libro e un compasso, connotandone la professione di architetto o di matematico. Il copricapo rosso vivo incornicia un caratteristico sguardo deciso e un po’ accigliato, reso con spiccato naturalismo e attenzione al vero.
Il colore del copricapo è ripreso nella sciarpa e nella copertina del libro, creando così contrasto con i toni più scuri della veste e dello sfondo, consentendo anche di accentuare la tridimensionalità dei volumi. Osservando l’effigiato si nota una certa somiglianza con i lineamenti di Pietro Ligari, noti grazie all’Autoritratto oggi al museo di Storia e arte di Sondrio, la cui esecuzione cade intorno al 1720 durante il soggiorno milanese dell'artista, offrendoci di conseguenza un indizio cronologico per datare il ritratto in esame. Inoltre, Pietro Ligari non fu soltanto pittore ma anche architetto il che giustifica la presenza di attributi tipici di questa mansione. L’ipotesi che l’autore sia Pietro Ligari è avvalorata dal confronto con il Ritratto della figlia Vittoria, in cui, oltre ad una medesima tipologia del volto, la stesura riscontra influenze della pittura lombarda e veneta.
Pietro Ligari nasce in provincia di Sondrio da famiglia di origini borghesi, i Del Pelo. Prese il nome di Ligari facendo riferimento a una contrada nella Provincia di Sondrio. I genitori di Pietro riconoscendo nel figlio un certo talento nelle arti, lo mandarono all’età di 12 anni a Roma dove imparò le principali tecniche di pittura e disegno presso la bottega di Lazzaro Baldi. In seguito, viaggiò a Venezia (1707 - 1709) che gli permise di assimilare lo stile del Piazzetta e poi a Milano (1710 – 1727), ove risiedette a lungo già come artista indipendente. qui lavorò sotto la protezione del cardinale Angelo Maria Querini ed ebbe contatti con il pittore valtellinese Giacomo Parravicini, detto il Gianolo, che lo introdusse nell'ambiente artistico cittadino. Nel 1727 torna stabilmente in Valtellina. Tra le opere più rappresentative della sua arte ricordiamo: Il Battesimo della principessa indiana del 1717, per l'Oratorio di Palazzo Sertoli a Sondrio; un ciclo di tele ed affreschi per il Palazzo Salis di Coira, di cui curò pure la progettazione del giardino all'italiana; due pale, la decorazione dell'abside e del catino absidale per la Collegiata di Morbegno. Per la medesima Collegiata progettò anche il reliquiario della Sacra Spina, alcuni arredi liturgici ed eseguì una serie di tele di forma ovale. La chiesa di San Giovanni Battista di Morbegno è considerata il tempio ligariano per eccellenza, anche per la presenza di alcune opere del figlio Cesere e della figlia Vittoria. Tra il 1747 e il 1750 realizzò i bozzetti, tutti alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano, per il telone dell'organo del santuario di Tirano, mai realizzato, e per la pala con S. Benedetto del convento di S. Lorenzo presso Sondrio creduta dispersa in seguito alla soppressione del monastero e rintracciata nella chiesa di S. Giuseppe a Luino (Noè). Il L. fu anche responsabile del progetto della cappella e dell'altare su cui avrebbe dovuto essere collocata la pala.
Oltre alla pittura e all'architettura, il Ligari si cimentò anche nelle "arti meccaniche" costruendo e riparando congegni meccanici, orologi a pendolo, sistemi idraulici per fontane ornamentali e progettò alcuni organi, strumenti che egli stesso sapeva suonare, come quello per il santuario di Tirano, mai realizzato.
Negli ultimi mesi di vita scrisse i Ragionamenti d'agricoltura e le Semplici notizie per la pratica che si ricerca nell'agricoltura dimostrando grande interesse nei confronti della coltura delle piante che circondavano la sua dimora. Pietro Ligari si spense all’età di 66 anni, nel 1752 e fu sepolto presso la Collegiata id Sondrio.

La cornice è fornita in omaggio, di conseguenza non può essere motivo di reso o reclamo.

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