83810655

Vendu
Giulio Turcato (1912-1995) - La Chiocciola
Offre finale
€ 64
Il y a 2 semaines

Giulio Turcato (1912-1995) - La Chiocciola

Giulio Turcato, Senza titolo. Serigrafia + collage. 1970 ca. Firmata e numerata 120/150. Timbro a secco Il Segnapassi. In ottimo stato. Giulio Turcato (Mantova, 16 marzo 1912 – Roma, 22 gennaio 1995) è stato un pittore italiano, fra i principali esponenti dell'astrattismo informale italiano. Compie studi d'arte a Venezia, frequentando il liceo artistico e la scuola di nudo artistico. Dopo periodi a Palermo e Milano, nel 1942 espone la sua prima opera (una Maternità) alla Biennale di Venezia. Arriva nel 1943 a Roma, dove frequenta l'Osteria Fratelli Menghi, noto punto di ritrovo per pittori, registi, sceneggiatori, scrittori e poeti tra gli anni '40 e '70. A Roma, assieme ad Emilio Vedova e Toti Scialoja, espone alla Galleria dello Zodiaco e alla Quadriennale di Roma. Partecipa alla Resistenza italiana e dopo la guerra decide di stabilirsi definitivamente a Roma, recandosi però a Parigi nel 1946 dove studia l'arte di Kandinsky e Picasso. Nel 1947 firma il manifesto "Forma 1"; nel 1948 partecipa alla Rassegna nazionale di arti figurative (V Quadriennale Nazionale d'Arte) di Roma. Successivamente, aderisce al gruppo del Fronte nuovo delle arti, e partecipa in questo gruppo alla Biennale del 1948; poi, a seguito di dissapori, dovuti sia al diverso stile dei componenti del "fronte" sia a una diversa concezione dei limiti dell'impegno politico richiesto alla figura dell'artista, Turcato se ne distacca per aderire nel 1952 al cosiddetto Gruppo degli otto, insieme ad alcuni dei più noti esponenti dell'astrattismo informale italiano (Afro, Birolli, Corpora, Santomaso, Morlotti, Emilio Vedova, Mattia Moreni) insieme ai quali partecipa quell'anno a una discussa edizione della Biennale, che si aggiunge alla sua partecipazione del 1950 nella quale vinse il Premio Acquisto con l'opera "Miniera". Nel 1949-1950, Turcato aderisce al progetto di Giuseppe Verzocchi, volto a creare una Collezione di quadri dedicata al lavoro nella pittura contemporanea, inviando, oltre ad un autoritratto, l'opera Gli scaricatori. La Collezione è attualmente conservata presso Palazzo Romagnoli a Forlì. Intanto il suo astrattismo stava ormai trovando una dimensione unica e originale. Con un percorso forse inverso a quello di Emilio Vedova, ormai proiettato verso la violenza del segno, Turcato andava "raffreddando" le sue creazioni, con colori che paiono sgorgare lentamente dalla tela, usando materiali quali la sabbia (a cui conferisce un caratteristico aspetto cangiante), ricorrendo al monocromo e all'uso della gommapiuma, con la quale confeziona gelide e affascinanti "Superfici lunari". L'attività espositiva e la fortuna critica di Turcato hanno pochi eguali nell'arte italiana del '900: egli è presente alla Biennale anche nel 1954, 1956, 1958 (Sala personale e vincitore del Premio Nazionale), 1966 (Sala personale), 1968, 1972 (Sala personale), 1982, 1986, 1988, 1993 e ancora un'ultima volta nel 1995, portando a 15 le sue partecipazioni alla rassegna veneziana. Nel 1951 si aggiudica il primo premio al Premio del Golfo a La Spezia, con l'opera "Cantiere", ora esposta al Centro d'arte moderna e contemporanea (CAMeC). Nel 1953 vince un premio acquisto in occasione della prima edizione del Premio Spoleto. Nel 1955, nel corso di una delle numerose Quadriennali romane a cui fu invitato, la Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma acquistò un suo "Reticolo" per l'inserimento nelle collezioni permanenti. In altri anni vinse anche il primo premio e il premio della Presidenza del Consiglio. Nel 1963 una sua opera viene esposta alla mostra Contemporary Italian Paintings, allestita in alcune città australiane[1]. Nel 1963-64 espone alla mostra Peintures italiennes d'aujourd'hui, organizzata in medio oriente e in nordafrica[2]. Espone con personali in tutto il mondo, tra cui le rassegne documenta di Kassel e la Biennale di San Paolo. Fra i musei, espone al MoMa di New York, al Padiglione d'Arte Contemporanea di Milano, alla Staatsgalerie Moderner Kunst di Monaco, al Musée de l'Athenée di Ginevra, il Philadelphia Museum of Art e molti altri.

83810655

Vendu
Giulio Turcato (1912-1995) - La Chiocciola

Giulio Turcato (1912-1995) - La Chiocciola

Giulio Turcato, Senza titolo. Serigrafia + collage. 1970 ca. Firmata e numerata 120/150. Timbro a secco Il Segnapassi. In ottimo stato.


Giulio Turcato (Mantova, 16 marzo 1912 – Roma, 22 gennaio 1995) è stato un pittore italiano, fra i principali esponenti dell'astrattismo informale italiano.
Compie studi d'arte a Venezia, frequentando il liceo artistico e la scuola di nudo artistico. Dopo periodi a Palermo e Milano, nel 1942 espone la sua prima opera (una Maternità) alla Biennale di Venezia.

Arriva nel 1943 a Roma, dove frequenta l'Osteria Fratelli Menghi, noto punto di ritrovo per pittori, registi, sceneggiatori, scrittori e poeti tra gli anni '40 e '70. A Roma, assieme ad Emilio Vedova e Toti Scialoja, espone alla Galleria dello Zodiaco e alla Quadriennale di Roma.

Partecipa alla Resistenza italiana e dopo la guerra decide di stabilirsi definitivamente a Roma, recandosi però a Parigi nel 1946 dove studia l'arte di Kandinsky e Picasso.

Nel 1947 firma il manifesto "Forma 1"; nel 1948 partecipa alla Rassegna nazionale di arti figurative (V Quadriennale Nazionale d'Arte) di Roma.

Successivamente, aderisce al gruppo del Fronte nuovo delle arti, e partecipa in questo gruppo alla Biennale del 1948; poi, a seguito di dissapori, dovuti sia al diverso stile dei componenti del "fronte" sia a una diversa concezione dei limiti dell'impegno politico richiesto alla figura dell'artista, Turcato se ne distacca per aderire nel 1952 al cosiddetto Gruppo degli otto, insieme ad alcuni dei più noti esponenti dell'astrattismo informale italiano (Afro, Birolli, Corpora, Santomaso, Morlotti, Emilio Vedova, Mattia Moreni) insieme ai quali partecipa quell'anno a una discussa edizione della Biennale, che si aggiunge alla sua partecipazione del 1950 nella quale vinse il Premio Acquisto con l'opera "Miniera".

Nel 1949-1950, Turcato aderisce al progetto di Giuseppe Verzocchi, volto a creare una Collezione di quadri dedicata al lavoro nella pittura contemporanea, inviando, oltre ad un autoritratto, l'opera Gli scaricatori. La Collezione è attualmente conservata presso Palazzo Romagnoli a Forlì.

Intanto il suo astrattismo stava ormai trovando una dimensione unica e originale. Con un percorso forse inverso a quello di Emilio Vedova, ormai proiettato verso la violenza del segno, Turcato andava "raffreddando" le sue creazioni, con colori che paiono sgorgare lentamente dalla tela, usando materiali quali la sabbia (a cui conferisce un caratteristico aspetto cangiante), ricorrendo al monocromo e all'uso della gommapiuma, con la quale confeziona gelide e affascinanti "Superfici lunari".

L'attività espositiva e la fortuna critica di Turcato hanno pochi eguali nell'arte italiana del '900: egli è presente alla Biennale anche nel 1954, 1956, 1958 (Sala personale e vincitore del Premio Nazionale), 1966 (Sala personale), 1968, 1972 (Sala personale), 1982, 1986, 1988, 1993 e ancora un'ultima volta nel 1995, portando a 15 le sue partecipazioni alla rassegna veneziana.

Nel 1951 si aggiudica il primo premio al Premio del Golfo a La Spezia, con l'opera "Cantiere", ora esposta al Centro d'arte moderna e contemporanea (CAMeC). Nel 1953 vince un premio acquisto in occasione della prima edizione del Premio Spoleto. Nel 1955, nel corso di una delle numerose Quadriennali romane a cui fu invitato, la Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma acquistò un suo "Reticolo" per l'inserimento nelle collezioni permanenti. In altri anni vinse anche il primo premio e il premio della Presidenza del Consiglio.

Nel 1963 una sua opera viene esposta alla mostra Contemporary Italian Paintings, allestita in alcune città australiane[1]. Nel 1963-64 espone alla mostra Peintures italiennes d'aujourd'hui, organizzata in medio oriente e in nordafrica[2].

Espone con personali in tutto il mondo, tra cui le rassegne documenta di Kassel e la Biennale di San Paolo. Fra i musei, espone al MoMa di New York, al Padiglione d'Arte Contemporanea di Milano, alla Staatsgalerie Moderner Kunst di Monaco, al Musée de l'Athenée di Ginevra, il Philadelphia Museum of Art e molti altri.

Définir une alerte de recherche
Définissez une alerte de recherche pour être informé lorsque de nouveaux objets correspondant à votre recherche sont disponibles.

Cet objet a été présenté dans

                                        
                                                                                                    
                    
                                        
                                                                                                    
                    
                                        
                                                                                                    
                    

Comment acheter sur Catawiki ?

En savoir plus sur notre Protection des acheteurs

      1. Découvrez des objets d’exception

      Découvrez des milliers d'objets d'exception sélectionnés par nos experts. Consultez les photos, les informations détaillées et la valeur estimée de chaque objet d'exception. 

      2. Faites la meilleure offre

      Trouvez l’objet de vos rêves et faites l’offre la plus élevée. Vous pouvez suivre la vente jusqu'à sa clôture ou laisser notre système faire les offres à votre place. Il vous suffit de fixer une enchère maximale correspondant au montant que vous souhaitez payer. 

      3. Effectuez un paiement sécurisé

      Réglez votre objet d'exception et nous garderons votre paiement en toute sécurité jusqu’à ce que vous ayez bien reçu votre objet d’exception. Toutes les transactions sont effectuées par un système de paiement de confiance. 

Vous souhaitez vendre un objet similaire ?

Que vous débutiez dans les ventes en ligne ou que vous soyez vendeur professionnel, nous pouvons vous aider à gagner plus d'argent pour vos objets d'exception.

Vendez votre objet