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Ovidio - L'Art d'Aimer - 1950
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Ovidio - L'Art d'Aimer - 1950

CURIOSA - NUOVA TRADUZIONE FRANCESE DEL POEMETTO DI OVIDIO - ILLUSTRATO Bella edizione illustrata di una tiratura limitata a 650 esemplari. 17 illustrazioni di Brunet. L'opera, che si divide in tre libri, offre agli uomini strategie di conquista delle donne e alle donne consigli su come attrarre il proprio amante. Ovidio compone quest'opera durante la sua maturità e più precisamente si ritiene che i primi due libri risalgano all'1 a.C. o all'1 d.C., quando il poeta doveva avere circa quarant'anni. Il terzo ed ultimo libro, comparso subito dopo, doveva forse appartenere ad un progetto che comprendeva anche i Remedia amoris. CONTENTS Nell'Ars amatoria, dall'alto della sua esperienza di poeta e di amante, Ovidio assume il ruolo di praeceptor amoris, professore di erotismo, che impartisce insegnamenti per praticare l'arte della seduzione. La novità di Ovidio sta nell'aver reinterpretato il ruolo di praeceptor. Se prima il poeta-amante dopo aver vissuto una storia tormentata con la dolce amata si sentiva socialmente in dovere di mettere al servizio degli altri la propria esperienza, ora il ruolo del poeta viene scisso dalla sua vita passata. Inoltre, mentre in precedenza il poeta-amante si definiva uno schiavo d'amore, ora, il praeceptor guarda dall'esterno il rapporto d'amore tra due partner e si diletta nel dare consigli dettagliati, invitando i lettori a seguirli in modo rigoroso, quasi come si segue una ricetta di cucina. Dunque quello che prima era un poeta-amante, diventa nell'Ars amatoria un poeta-regista, che muove gli amanti come pedine su una scacchiera. Anche il ruolo della donna cambia all'interno dell'elegia di tipo erotico, essendo diventata solo una preda da cacciare tra tante altre. Nella tradizione infatti, la puella, soggetto delle attenzioni di un corteggiatore era una, ben determinata. Al contrario nell'Ars amatoria la puella non ha nome, è generica. Per Ovidio bisogna godere degli aspetti positivi del rapporto, lasciando da parte le sofferenze, che fino ad allora sembravano inevitabili. E per far questo è necessario produrre strategie e tattiche, che il poeta nel suo manuale suggerisce con un rigore scientifico, tale da ricordare i trattati tecnici e giuridici. Il titolo stesso rimanda alle ars. Infatti così come i trattati dell'ars rhetorica, il poema si apre con la presentazione del tema di fondo dell'opera e con l'intentio, la raccolta degli argomenti veri o verosimili, per proseguire, conformemente alla tradizione didascalica, con la partitio, ossia “l'enumerazione introduttiva sui punti da trattare, prima di un'intricata narratio o di una argumentatio”. Il poeta assicura che le strategie di conquista da lui proposte sono universali e valide per ogni fanciulla. Tuttavia, alla fine dell'opera, Ovidio tiene a sottolineare che a dispetto di quanto da lui esposto, l'amore non è una scienza esatta e ogni donna per essere conquistata richiede un metodo diverso, in quanto vive in contesti differenti, ha abitudini differenti. I metodi utili sia per la conquista che per il mantenimento del rapporto sono principalmente due: l'inganno e la simulazione. Secondo il poeta, bisogna simulare di accondiscendere ad ogni richiesta e capriccio della preda, che riterrà così di essere davanti ad un amante fedele e prodigo. L'amore è quindi una guerra spietata in cui il fine giustifica i mezzi, onesti o sleali che siano. È pertanto importante che l'amante non si mostri mai debole agli occhi dell'amata e soprattutto che non diventi schiavo d'amore (come invece accadeva nelle precedenti esperienze elegiache), ma renda tale l'amante. Ad appoggiare le sue idee il poeta cita molto spesso degli exempla, esempi di storie tratte dalle leggende e dai miti degli eroi e degli dei. Questa tecnica letteraria era molto nota non solo nell'ambito delle produzioni letterarie ma soprattutto in quelle di tipo pratico, come nei trattati giuridici o nelle orazioni. Qui gli exempla coprivano il ruolo fondamentale di confutare o dimostrare una tesi o un fatto oggetto della disquisizione. Addirittura i giudici, nei processi, erano soliti appellarsi ad essi per assolvere o condannare gli imputati. È probabilmente dai manuali in cui erano appositamente raccolti che Ovidio trae l'abbondante numero di exempla di cui si serve. Alla fine del proemio del libro I, Ovidio indica i suoi destinatari ma non lo fa nominando chi può e chi non può accostarsi alla lettura dei suoi carmi, bensì vi allude usando la tecnica della negazione: dice soltanto chi se ne deve assolutamente tenere lontano. Tuttavia egli non lo fa esplicitamente, ma menziona solo l'abbigliamento tipico delle donne che per statuto morale e sociale non possono accedervi. Si tratta in primo luogo delle vestali e delle fanciulle vergini, a cui il poeta allude con le parole vittae tenues, tenui bende. Era usanza che solo queste categorie di donne vestissero queste bende di lana che cingevano il capo per poi annodarsi sul collo. L'altra e ancor più importante categoria era quella delle matrone, le donne sposate. Queste erano solite indossare l'instita, ossia un indumento che applicato alla parte posteriore della stola, scendeva lungo tutto il corpo, fino a coprire i piedi. Questi indumenti erano assolutamente vietati non solo alle cortigiane, ma anche alle libertae e alle libertinae, le schiave libere. In tal modo, ai lettori, che conoscevano queste usanze, giungeva chiaro il proposito del poeta, di rivolgersi soltanto alle donne libere, che fossero giovani o mature. Egli infatti insegna che le donne giovani, consapevoli della loro fresca bellezza, sono più difficili da conquistare ed anche più pretenziose; le donne in età più avanzata, sfiorite dal tempo, sono esse stesse a concedersi e a voler conquistare. L'Ars amatoria prende come modelli principalmente le forme del poema didascalico, dell'elegia e dei trattati tecnico scientifici. Dal primo Ovidio prende la consequenzialità degli eventi narrati e la chiarezza dell'esposizione, mentre dall'elegia la tematica e il metro, ovvero il distico, distintivo della poesia erotico-elegiaca. Dai trattati è tratto il tipico tono severo degli insegnamenti. Lo stile si dimostra sempre elegante e lascia spazio all'ironia con cui il poeta descrive le parti salienti dell'approccio. Per impartire i suoi precetti, il poeta fa uso di alcune metafore, che riprende in tutti e tre i libri del poema. Una di queste è quella della caccia. Egli invita entrambi gli innamorati a tendere delle trappole, a gettare l'amo, a pensare, insomma, come cacciatori. Proprio come questi, l'innamorato deve studiare la sua preda, conoscerne l'habitat, le abitudini e le sue compagnie, così da riuscire a sfruttare ogni occasione che si presenta per porre i propri inganni. Altrettanto radicata nel pensiero del poeta è l'immagine dell'amore come una guerra in cui si scontrano due eserciti avversi che si combattono con le armi specifiche del proprio sesso: le armi che il poeta, giustappunto, si occupa di fornire ai suoi lettori. L'oggetto della contesa qui, non è l'amore, bensì soltanto il piacere sessuale. L'allievo-amante deve essere sempre ben attento a non farsi coinvolgere sentimentalmente, sicché possa continuare a tenere le redini del giogo anche dopo aver vinto la prima battaglia, quella della conquista. Ogni consiglio o strategia viene sempre accompagnato da un racconto mitologico o leggendario. Un esempio suggestivo compare nei versi 525-562 in cui Ovidio rimanda al mito di Arianna per sottolineare l'importanza del luogo degli incontri e per raccomandare di tenere sempre presenti le condizioni "patologiche" della preda. CONDITION REPORT Legatura in brossura. Titolo inciso in oro sul frontespizio del libro. Testo arricchito da illustrazioni di Andrè Brunet. Le pagine interne non presentano particolari segni di usura ne di macchie. Buono stato di mantenimento dell'opera. Bella copia, completa, pulita e ordinata. Pp. 4nn. 156; 4nn. 17 illustrazioni Brunet. FULL TITILES & AUTHORS L'Art d'Aimer Chez Renè Kieffer 1950 Publio Ovidio Nasone

Nr. 81423025

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Ovidio - L'Art d'Aimer - 1950

Ovidio - L'Art d'Aimer - 1950

CURIOSA - NUOVA TRADUZIONE FRANCESE DEL POEMETTO DI OVIDIO - ILLUSTRATO
Bella edizione illustrata di una tiratura limitata a 650 esemplari. 17 illustrazioni di Brunet.
L'opera, che si divide in tre libri, offre agli uomini strategie di conquista delle donne e alle donne consigli su come attrarre il proprio amante. Ovidio compone quest'opera durante la sua maturità e più precisamente si ritiene che i primi due libri risalgano all'1 a.C. o all'1 d.C., quando il poeta doveva avere circa quarant'anni. Il terzo ed ultimo libro, comparso subito dopo, doveva forse appartenere ad un progetto che comprendeva anche i Remedia amoris.

CONTENTS
Nell'Ars amatoria, dall'alto della sua esperienza di poeta e di amante, Ovidio assume il ruolo di praeceptor amoris, professore di erotismo, che impartisce insegnamenti per praticare l'arte della seduzione. La novità di Ovidio sta nell'aver reinterpretato il ruolo di praeceptor. Se prima il poeta-amante dopo aver vissuto una storia tormentata con la dolce amata si sentiva socialmente in dovere di mettere al servizio degli altri la propria esperienza, ora il ruolo del poeta viene scisso dalla sua vita passata. Inoltre, mentre in precedenza il poeta-amante si definiva uno schiavo d'amore, ora, il praeceptor guarda dall'esterno il rapporto d'amore tra due partner e si diletta nel dare consigli dettagliati, invitando i lettori a seguirli in modo rigoroso, quasi come si segue una ricetta di cucina. Dunque quello che prima era un poeta-amante, diventa nell'Ars amatoria un poeta-regista, che muove gli amanti come pedine su una scacchiera.
Anche il ruolo della donna cambia all'interno dell'elegia di tipo erotico, essendo diventata solo una preda da cacciare tra tante altre. Nella tradizione infatti, la puella, soggetto delle attenzioni di un corteggiatore era una, ben determinata. Al contrario nell'Ars amatoria la puella non ha nome, è generica.
Per Ovidio bisogna godere degli aspetti positivi del rapporto, lasciando da parte le sofferenze, che fino ad allora sembravano inevitabili. E per far questo è necessario produrre strategie e tattiche, che il poeta nel suo manuale suggerisce con un rigore scientifico, tale da ricordare i trattati tecnici e giuridici. Il titolo stesso rimanda alle ars. Infatti così come i trattati dell'ars rhetorica, il poema si apre con la presentazione del tema di fondo dell'opera e con l'intentio, la raccolta degli argomenti veri o verosimili, per proseguire, conformemente alla tradizione didascalica, con la partitio, ossia “l'enumerazione introduttiva sui punti da trattare, prima di un'intricata narratio o di una argumentatio”.
Il poeta assicura che le strategie di conquista da lui proposte sono universali e valide per ogni fanciulla. Tuttavia, alla fine dell'opera, Ovidio tiene a sottolineare che a dispetto di quanto da lui esposto, l'amore non è una scienza esatta e ogni donna per essere conquistata richiede un metodo diverso, in quanto vive in contesti differenti, ha abitudini differenti.
I metodi utili sia per la conquista che per il mantenimento del rapporto sono principalmente due: l'inganno e la simulazione.
Secondo il poeta, bisogna simulare di accondiscendere ad ogni richiesta e capriccio della preda, che riterrà così di essere davanti ad un amante fedele e prodigo.
L'amore è quindi una guerra spietata in cui il fine giustifica i mezzi, onesti o sleali che siano. È pertanto importante che l'amante non si mostri mai debole agli occhi dell'amata e soprattutto che non diventi schiavo d'amore (come invece accadeva nelle precedenti esperienze elegiache), ma renda tale l'amante.
Ad appoggiare le sue idee il poeta cita molto spesso degli exempla, esempi di storie tratte dalle leggende e dai miti degli eroi e degli dei. Questa tecnica letteraria era molto nota non solo nell'ambito delle produzioni letterarie ma soprattutto in quelle di tipo pratico, come nei trattati giuridici o nelle orazioni. Qui gli exempla coprivano il ruolo fondamentale di confutare o dimostrare una tesi o un fatto oggetto della disquisizione. Addirittura i giudici, nei processi, erano soliti appellarsi ad essi per assolvere o condannare gli imputati. È probabilmente dai manuali in cui erano appositamente raccolti che Ovidio trae l'abbondante numero di exempla di cui si serve.
Alla fine del proemio del libro I, Ovidio indica i suoi destinatari ma non lo fa nominando chi può e chi non può accostarsi alla lettura dei suoi carmi, bensì vi allude usando la tecnica della negazione: dice soltanto chi se ne deve assolutamente tenere lontano. Tuttavia egli non lo fa esplicitamente, ma menziona solo l'abbigliamento tipico delle donne che per statuto morale e sociale non possono accedervi.
Si tratta in primo luogo delle vestali e delle fanciulle vergini, a cui il poeta allude con le parole vittae tenues, tenui bende. Era usanza che solo queste categorie di donne vestissero queste bende di lana che cingevano il capo per poi annodarsi sul collo. L'altra e ancor più importante categoria era quella delle matrone, le donne sposate. Queste erano solite indossare l'instita, ossia un indumento che applicato alla parte posteriore della stola, scendeva lungo tutto il corpo, fino a coprire i piedi. Questi indumenti erano assolutamente vietati non solo alle cortigiane, ma anche alle libertae e alle libertinae, le schiave libere. In tal modo, ai lettori, che conoscevano queste usanze, giungeva chiaro il proposito del poeta, di rivolgersi soltanto alle donne libere, che fossero giovani o mature. Egli infatti insegna che le donne giovani, consapevoli della loro fresca bellezza, sono più difficili da conquistare ed anche più pretenziose; le donne in età più avanzata, sfiorite dal tempo, sono esse stesse a concedersi e a voler conquistare.
L'Ars amatoria prende come modelli principalmente le forme del poema didascalico, dell'elegia e dei trattati tecnico scientifici. Dal primo Ovidio prende la consequenzialità degli eventi narrati e la chiarezza dell'esposizione, mentre dall'elegia la tematica e il metro, ovvero il distico, distintivo della poesia erotico-elegiaca. Dai trattati è tratto il tipico tono severo degli insegnamenti. Lo stile si dimostra sempre elegante e lascia spazio all'ironia con cui il poeta descrive le parti salienti dell'approccio.
Per impartire i suoi precetti, il poeta fa uso di alcune metafore, che riprende in tutti e tre i libri del poema. Una di queste è quella della caccia. Egli invita entrambi gli innamorati a tendere delle trappole, a gettare l'amo, a pensare, insomma, come cacciatori. Proprio come questi, l'innamorato deve studiare la sua preda, conoscerne l'habitat, le abitudini e le sue compagnie, così da riuscire a sfruttare ogni occasione che si presenta per porre i propri inganni.
Altrettanto radicata nel pensiero del poeta è l'immagine dell'amore come una guerra in cui si scontrano due eserciti avversi che si combattono con le armi specifiche del proprio sesso: le armi che il poeta, giustappunto, si occupa di fornire ai suoi lettori. L'oggetto della contesa qui, non è l'amore, bensì soltanto il piacere sessuale. L'allievo-amante deve essere sempre ben attento a non farsi coinvolgere sentimentalmente, sicché possa continuare a tenere le redini del giogo anche dopo aver vinto la prima battaglia, quella della conquista.
Ogni consiglio o strategia viene sempre accompagnato da un racconto mitologico o leggendario. Un esempio suggestivo compare nei versi 525-562 in cui Ovidio rimanda al mito di Arianna per sottolineare l'importanza del luogo degli incontri e per raccomandare di tenere sempre presenti le condizioni "patologiche" della preda.

CONDITION REPORT
Legatura in brossura. Titolo inciso in oro sul frontespizio del libro. Testo arricchito da illustrazioni di Andrè Brunet. Le pagine interne non presentano particolari segni di usura ne di macchie. Buono stato di mantenimento dell'opera. Bella copia, completa, pulita e ordinata. Pp. 4nn. 156; 4nn. 17 illustrazioni Brunet.

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