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Virgilio - Eneide - 1760
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Virgilio - Eneide - 1760

MAGNIFICA EDIZIONE ILLUSTRATA DEL CAPOLAVORO DI VIRGILIO Grandi illustrazioni ad ogni canto: 12 tavole a piena pagina e 12 vignette incise in rame, una a inizio di ciascun libro dell'Eneide deliziose testatine e finalini incisi in rame. Antiporta con ritratto calcografico in entrambi i volumi, di Virgilio nel primo e del commentatore Annibal Caro nel secondo, frontespizi calcografici entro cornice architettonica. Bella legatura coeva in marocchino rosso. IN VENDITA ONLINE A 5.500 EURO CONTENTS Copia in pregiata legatura di questa elegante edizione stampata a Parigi. Le incisioni sono di Chenu, Defahrt, Lempereur, Leveau, Pasquier e Tardieu su disegni di Giuseppe Zocchi. Di pregiata fattura è anche l'exlibris alla sguardia anteriore, inciso su rame da Balthasar Anton Dunker (1746–1807) che fu un pittore e incisore tedesco, allievo di Jakob Philipp Hackert e di Vien, ed ebbe buona fama come incisore. Eneide (Aeneis): poema epico composto forse fra Napoli e Roma, in dieci anni (tra il 29 a.C. e il 19 a.C.) e suddiviso in dodici libri. Opera monumentale, considerata dai contemporanei alla stregua di un'Iliade latina, fu il libro ufficiale sacro all'ideologia del regime di Augusto sancendo l'origine e la natura divina del potere imperiale. Naturalmente il modello fu Omero. L'Eneide (in latino Aeneis) è un poema epico della cultura latina scritto dal poeta Publio Virgilio Marone tra il 29 a.C. e il 19 a.C. Narra la leggendaria storia dell'eroe troiano Enea (figlio di Anchise e della dea Venere) che riuscì a fuggire dopo la caduta della città di Troia, e che viaggiò per il Mediterraneo fino ad approdare dapprima nella grande città di Arpi e successivamente nel Lazio, diventando il progenitore del popolo romano. Alla morte di Virgilio il poema, scritto in esametri dattilici e composto da dodici libri per un totale di 9896 versi, rimase privo degli ultimi ritocchi e revisioni dell'autore, testimoniate da 58 esametri incompleti (chiamati tibicines, puntelli); perciò nel suo testamento il poeta fece richiesta di farlo bruciare, nel caso in cui non fosse riuscito a completarlo, ma gli amici Vario Rufo e Plozio Tucca, non rispettando le volontà del defunto, salvaguardarono il manoscritto dell'opera e, successivamente, l'imperatore Ottaviano Augusto ordinò di pubblicarlo così com'era stato lasciato. Enea è una figura già presente nelle leggende e nella mitologia greca e romana, e compare spesso anche nell'Iliade; Virgilio mise insieme i singoli e sparsi racconti dei viaggi di Enea, la sua vaga associazione con la fondazione di Roma e soprattutto un personaggio dalle caratteristiche non ben definite tranne una grande devozione (pietas in latino), e ne trasse un avvincente e convincente "mito della fondazione", oltre a un'epica nazionale che allo stesso tempo legava Roma ai miti omerici, glorificava i valori romani tradizionali e legittimava la dinastia giulio-claudia come discendente dei fondatori comuni, eroi e dèi, di Roma e Troia. CONDITION REPORT - COLLECTOR'S COPY Esemplare stampato su carta forte. 2 volumi. Antiporta con ritratto calcografico in entrambi i volumi, di Virgilio nel primo e del commentatore Annibal Caro nel secondo, frontespizi calcografici entro cornice architettonica, 12 tavole a piena pagina e 12 vignette incise in rame, una a inizio di ciascun libro dell'Eneide, 6 culs-de-lamp calcografici. Bazzana coeva, titoli e decori in oro al dorso e ai piatti, tagli dorati, sguardie blu, lievi segni di usura. La collazione del primo volume corrisponde alla Variante B riportata da SBN. Provenienza: "M" iniziale manoscritta anticamente in fine - exlibris inciso da Balthasar Anton Dunker (1746–1807) alla sguardia anteriore del primo volume. Vol.1. Pp. (4); 12nn. 314; (4). Vol.2 Pp. (4); 6nn. 342; (6). FULL TITLES & AUTHORS L'Eneide di Virgilio del commendatore Annibal Caro Parigi: Vedova Quillau, 1760 Virgilio Publio Marone

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MAGNIFICA EDIZIONE ILLUSTRATA DEL CAPOLAVORO DI VIRGILIO
Grandi illustrazioni ad ogni canto: 12 tavole a piena pagina e 12 vignette incise in rame, una a inizio di ciascun libro dell'Eneide deliziose testatine e finalini incisi in rame. Antiporta con ritratto calcografico in entrambi i volumi, di Virgilio nel primo e del commentatore Annibal Caro nel secondo, frontespizi calcografici entro cornice architettonica. Bella legatura coeva in marocchino rosso.
IN VENDITA ONLINE A 5.500 EURO

CONTENTS
Copia in pregiata legatura di questa elegante edizione stampata a Parigi. Le incisioni sono di Chenu, Defahrt, Lempereur, Leveau, Pasquier e Tardieu su disegni di Giuseppe Zocchi. Di pregiata fattura è anche l'exlibris alla sguardia anteriore, inciso su rame da Balthasar Anton Dunker (1746–1807) che fu un pittore e incisore tedesco, allievo di Jakob Philipp Hackert e di Vien, ed ebbe buona fama come incisore.

Eneide (Aeneis): poema epico composto forse fra Napoli e Roma, in dieci anni (tra il 29 a.C. e il 19 a.C.) e suddiviso in dodici libri. Opera monumentale, considerata dai contemporanei alla stregua di un'Iliade latina, fu il libro ufficiale sacro all'ideologia del regime di Augusto sancendo l'origine e la natura divina del potere imperiale. Naturalmente il modello fu Omero. L'Eneide (in latino Aeneis) è un poema epico della cultura latina scritto dal poeta Publio Virgilio Marone tra il 29 a.C. e il 19 a.C. Narra la leggendaria storia dell'eroe troiano Enea (figlio di Anchise e della dea Venere) che riuscì a fuggire dopo la caduta della città di Troia, e che viaggiò per il Mediterraneo fino ad approdare dapprima nella grande città di Arpi e successivamente nel Lazio, diventando il progenitore del popolo romano.

Alla morte di Virgilio il poema, scritto in esametri dattilici e composto da dodici libri per un totale di 9896 versi, rimase privo degli ultimi ritocchi e revisioni dell'autore, testimoniate da 58 esametri incompleti (chiamati tibicines, puntelli); perciò nel suo testamento il poeta fece richiesta di farlo bruciare, nel caso in cui non fosse riuscito a completarlo, ma gli amici Vario Rufo e Plozio Tucca, non rispettando le volontà del defunto, salvaguardarono il manoscritto dell'opera e, successivamente, l'imperatore Ottaviano Augusto ordinò di pubblicarlo così com'era stato lasciato.

Enea è una figura già presente nelle leggende e nella mitologia greca e romana, e compare spesso anche nell'Iliade; Virgilio mise insieme i singoli e sparsi racconti dei viaggi di Enea, la sua vaga associazione con la fondazione di Roma e soprattutto un personaggio dalle caratteristiche non ben definite tranne una grande devozione (pietas in latino), e ne trasse un avvincente e convincente "mito della fondazione", oltre a un'epica nazionale che allo stesso tempo legava Roma ai miti omerici, glorificava i valori romani tradizionali e legittimava la dinastia giulio-claudia come discendente dei fondatori comuni, eroi e dèi, di Roma e Troia.

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Esemplare stampato su carta forte. 2 volumi. Antiporta con ritratto calcografico in entrambi i volumi, di Virgilio nel primo e del commentatore Annibal Caro nel secondo, frontespizi calcografici entro cornice architettonica, 12 tavole a piena pagina e 12 vignette incise in rame, una a inizio di ciascun libro dell'Eneide, 6 culs-de-lamp calcografici. Bazzana coeva, titoli e decori in oro al dorso e ai piatti, tagli dorati, sguardie blu, lievi segni di usura. La collazione del primo volume corrisponde alla Variante B riportata da SBN. Provenienza: "M" iniziale manoscritta anticamente in fine - exlibris inciso da Balthasar Anton Dunker (1746–1807) alla sguardia anteriore del primo volume. Vol.1. Pp. (4); 12nn. 314; (4). Vol.2 Pp. (4); 6nn. 342; (6).

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L'Eneide di Virgilio del commendatore Annibal Caro
Parigi: Vedova Quillau, 1760
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