Interviste

Cosa ci aspetta dopo il successo della Borgogna?

Scritto da Jenna | febbraio 2024

Negli ultimi due anni, il vino della Borgogna ha conosciuto un boom di popolarità, sia tra i degustatori che tra gli investitori. Il drammatico aumento della domanda ha lasciato molti appassionati di vino a chiedersi il perché di questo fenomeno e cosa potrebbe significare per altre regioni e varietà in futuro. Abbiamo fatto una chiacchierata con l’esperto di vini Daniel Elswood, per parlare del successo della Borgogna e di cosa c’è all’orizzonte per il mondo del vino.


Ciao Daniel, partiamo dalle basi: per coloro che non la conoscono, puoi parlarci un po’ della Borgogna e di quali siano le varie regioni?


La Borgogna è una regione della Francia centro-orientale, nota per la produzione di alcuni dei vini più pregiati al mondo, con radici nella viticoltura che risalgono a oltre 500 anni fa. 


La regione è suddivisa in 5 sottoregioni principali: Chablis, Côte de Nuits, Côte de Beaune, Côte Chalonnaise e Mâconnais.



Cos’è il boom dei vini di Borgogna? Cosa lo ha scatenato e quanto è durato?


La spiegazione del boom della Borgogna è da ricercarsi in diversi fattori. In primo luogo, i mercati più tradizionali stavano perdendo terreno, i prezzi stavano aumentando e l’interesse per il sistema “en primeur” (in cui i vini vengono venduti quando sono ancora in produzione, in genere fino a due anni prima della distribuzione) era in crisi.


Al contrario, la Borgogna era un tesoro di piccoli produttori, più interessanti e unici. Si trattava di viticoltori ed enologi appassionati, più interessati a estrarre il vero terroir dei loro appezzamenti, spesso minuscoli, che non alla grandezza e alla lucentezza della loro sala esposizioni. Tra questi stimati produttori ritroviamo molti nomi noti, con bottiglie che spesso hanno prezzi tra i più alti al mondo. 


Il boom ha comportato un aumento vertiginoso dei prezzi, dovuto alla rapida ascesa di diversi produttori come Arnoux-Lachaux, Bizot e Leroy. I listini di Lachaux, ad esempio, sono passati da meno di 100 a più di 1.000 euro a bottiglia. Il viticoltore in ascesa si stava già guadagnando un’ottima reputazione, però, quindi era inevitabile che i prezzi si alzassero.


Nello stesso periodo, abbiamo assistito anche ad annate a bassa produzione e ad un aumento della domanda. Poiché molti dei marchi comunemente ricercati erano diventati sempre più difficili da reperire, gli acquirenti si sono rivolti ad altri produttori, spesso “vicini di casa” dei grandi nomi. Improvvisamente, gli acquirenti che un tempo cercavano le aziende di Bordeaux si sono rifugiati nelle aste dei vini di Borgogna.


E come sta andando adesso il mercato dei vini di Borgogna? È ancora in piena espansione?


Anche se la drammatica ascesa dei prezzi si è calmata, la Borgogna è riuscita a conservare gran parte del suo valore. Le bottiglie di vini giovani e abbordabili, che erano salite alle stelle, sono tornate a prezzi più contenuti benché ancora molto più alti di quelli di una volta.


Inoltre, i recenti raccolti sono stati abbondanti, per cui la limitazione della fornitura si è attenuata.



Chi sono, secondo te, gli amanti della Borgogna che hanno dato il via a questo fenomeno? Su quali tavole possiamo aspettarci di vedere più di questo vino?


Chiunque ami il vino, indipendentemente dalla sua preparazione o estrazione sociale, apprezza un’ottima bottiglia di Borgogna.


Non credo che esista una definizione univoca degli amanti e consumatori dei vini di Borgogna. La Borgogna è in continua evoluzione e molti viticoltori esplorano nuovi modi di produrre. Inoltre, l’aumento dei produttori che propongono vini di alta qualità etichettati Borgogna (di livello base) risulta interessante per tutti gli amanti del vino.


Quindi, cosa ci riserva il futuro? Gli amanti del vino stanno già esplorando altre possibilità? 


Non possiamo evitare l’ovvio: i prezzi sono aumentati e questo porterà alcuni a guardare altrove. 


Con i prezzi elevati delle ultime annate (non solo in Borgogna), le più vecchie stanno ormai maturando perfettamente per essere degustate. Anche le annate iconiche, che hanno un grande potenziale futuro, inizieranno ad acquisire un valore sempre più alto. 


L’interesse per il Bordeaux si è un po’ affievolito negli anni passati, ma si tratta ancora di un mercato eccellente e riconosciuto. Anche i vini che un tempo erano ritenuti di livello inferiore nella Grand Cru Classe risulteranno particolarmente apprezzabili. 



C’è qualcosa in particolare che ritieni interessante? Ci sono regioni che dovremmo tenere d’occhio?


Dalla Loira e dal Giura stanno emergendo fantastici prodotti. Questi vini, che a volte possono essere più impegnativi, sono però interessanti per gli appassionati. Naturalmente, lo champagne è sempre affascinante (e rappresenta un investimento importante) e ritengo che alcuni piccoli produttori di Bolgheri offrano un ottimo rapporto qualità-prezzo. 


Regioni di lunga tradizione e ben affermate, come Borgogna e Bordeaux, continueranno però a ottenere ottimi risultati.


Allora brindiamo a questo. Grazie, Daniel!



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