Nr. 77439315

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Guido Reni (1575–1642), scuola di - Sibilla Cumana
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Guido Reni (1575–1642), scuola di - Sibilla Cumana

GUIDO RENI [scuola di] (Bologna, 1575 – 1642) Sibilla Cumana Olio su tela, cm. 58,5 x 48 Opera venduta senza cornice NOTE: Pubblicazione catalogo opere della collezione Intermidiart. Certificato di Garanzia e Lecita Provenienza. L’opera, selezionata su tinte contrastanti dalle forti accensioni smaltate, presenta una giovane donna di bell’aspetto. La presente immagine si riferisce alla versione originale di questa composizione dipinta da Guido Reni (depositi Galleria degli Uffizi a Firenze, Borea, 1975, n. 117, fig. 144; Catalogo generale dei Beni Culturali, positivo, post 1910-ante1959). La tela, in buono stato di conservazione, illustra un episodio che vede come protagonista Sibilla Cumana. Le Sibille erano sacerdotesse dell'antichità classica ritenute dotate del potere della profezia. Il loro numero è di solito dato come dieci e i loro nomi derivano dai luoghi o dai paesi in cui vivevano. Una raccolta di enunciati oracolari scritti in esametri greci, noti come Libri Sibillini, presumibilmente acquistati dalla Sibilla Cumana, era conservata in una cripta sotto il Tempio di Giove Capitolino nell'antica Roma. Quando il tempio fu bruciato durante le guerre civili romane nell'83 a.C, i libri furono distrutti, per essere poi sostituiti con scritti simili portati da altre parti dell'Impero. Due secoli dopo la distruzione dei libri originali, fu riunita un'altra raccolta di scritti sibillini, che presumibilmente predicevano la venuta di Cristo. La tela, di formato rettangolare, rappresenta la figura a mezzo busto, stagliata su uno sfondo pressoché monocromo di colore verde scuro, col capo delicatamente poggiato sulla mano desta e lo sguardo rivolto verso l’alto: nella mano sinistra tiene invece un cartiglio, su cui è possibile leggere chiaramente l’scrizione “(N)ASCETUR DE VERGINE”. Il volto della figura è incorniciato dal turbante azzurro dotato di una frangia, in contrasto cromatico le vesti rosse e bianche drappeggiati sulle spalle e le braccia. L’ho sguardo della donna, contende il primato, nella bellezza, nella qualità formale e nella dolcezza dell’espressione. Un’attitudine che mira ad un coinvolgimento sentimentale dello spettatore, attratto dal tono di diffusa sensualità promanato dalla donna. Il suo volto, inoltre, affinato dall’ombreggiatura leggera, rivela una grazia aristocratica. Dal punto di vista stilistico, la materia è compatta e smaltata, le forme sono idealizzate, il volto appaia tondeggiante con i tipici occhi cerchiati da spesse palpebre. La qualità dell’opera è buona e sorretta dalla forza del colore, utilizzato pieno e puro, ma nello stesso tempo, appare in qualche modo ammorbidito dall’uso delle ocre e dell’azzurro. Il dipinto in esame è molto simile a quello sopra citato – in deposito Uffizi a Firenze –, indicando pertanto che siamo di fronte ad un importante recupero reniano Guido Reni fu il più grande allievo dei Carracci ed uno dei maggiori artisti che possa vantare l’arte italiana del Seicento. Il particolare carattere di classicismo che emerge dalla nostra Maddalena penitente è parte integrante delle ricerche del maestro bolognese che, già dopo la partenza di Annibale Carracci per la capitale pontificia, si era opposto apertamente e polemicamente all’eloquio sentimentale e drammatico di Ludovico, rimasto da solo alla guida del panorama artistico felsineo. Il legame con un’opera fondamentale per la cultura artistica felsinea quale fu l’Estasi di S. Cecilia [fig. 36] di Raffaello da Urbino (Bologna, Pinacoteca Nazionale), di cui molte sante reniane riprendono lo sguardo estatico presente anche all’interno del nostro quadro, si accosta poi alla cadenze manieristiche emiliane di Correggio e Parmigianino e agli echi eleganti e raffinati della cultura di Denis Calvaert, il pittore fiammingo che fui maestro di Guido come anche di molti altri artisti attivi a cavallo tra il Cinque e il Seicento (ad esempio Francesco Albani): a questo proposito basterà rilevare nella nostra tela l’utilizzo di tinte particolari dai riflessi metallici – come il grigio e il rosa del mantello della Maddalena –, che rievocano decisamente gli insegnamenti dell’insegnante nordico del Reni. L’opera – in conclusione – appare chiaramente riconducibile ad un artista di sicuro talento, e non sorprende l’idea di una probabile attribuzione nell’ambito dei lavori realizzati da un suo allievo o cerchia. In merito al suo stato conservativo, la tela si presenta in condizioni generali discrete considerando l'epoca del dipinto, la superficie pittorica si presenta in patina. Si notano – a luce di Wood – alcuni piccoli restauri sparsi e qualche leggera svelatura e ossidazione della superficie pittorica. A luce solare è visibile un fine craquelé rapportato all'epoca, mentre la tela originale presenta un vecchio rintelo. Il telaio potrebbe essere stato sostituito all'epoca del rintelo. Le misure della tela sono cm. 58,5 x 48. Il dipinto viene ceduto senza cornice, nonostante risulta impreziosita da una pregevole cornice in legno intagliato e dorato (dimensione cornice, 82 x 69 x 8 ca.). PROVENIENZA: Coll. Privata PUBBLICAZIONE:  Inedito;  I MITI E IL TERRITORIO nella Sicilia dalle mille culture. INEDITA QUADRERIA catalogo generale dei dipinti della collezione del ciclo “I Miti e il territorio”, Editore Lab_04, Marsala, 2023. Si garantisce, inoltre, un imballo accurato con cassa in legno esterno e pluriball/cartone/polistirolo interno (costo imballaggio € 100,00 circa) e spedizione tracciabile (€ 100,00 Italia). Per l’esportazione, l’opera è soggetta ad una richiesta di Attestato di Libera Circolazione (Comunità Europea) o Certificato di Esportazione (Trasporto Extra Comunitari), presso l’ufficio di esportazione (Soprintendenza del territorio) con i tempi e i costi gravati (€ 500/€700, tutto incluso: spedizione, imballaggio e partiche esportazioni). La spedizione potrebbe ritardare di qualche giorno/settimana per motivi logistici ed amministrative. La spedizione sarà effettuata dal 20 agosto 2023

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Guido Reni (1575–1642), scuola di - Sibilla Cumana

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GUIDO RENI [scuola di]
(Bologna, 1575 – 1642)
Sibilla Cumana
Olio su tela, cm. 58,5 x 48
Opera venduta senza cornice


NOTE: Pubblicazione catalogo opere della collezione Intermidiart. Certificato di Garanzia e Lecita Provenienza.

L’opera, selezionata su tinte contrastanti dalle forti accensioni smaltate, presenta una giovane donna di bell’aspetto. La presente immagine si riferisce alla versione originale di questa composizione dipinta da Guido Reni (depositi Galleria degli Uffizi a Firenze, Borea, 1975, n. 117, fig. 144; Catalogo generale dei Beni Culturali, positivo, post 1910-ante1959).
La tela, in buono stato di conservazione, illustra un episodio che vede come protagonista Sibilla Cumana. Le Sibille erano sacerdotesse dell'antichità classica ritenute dotate del potere della profezia. Il loro numero è di solito dato come dieci e i loro nomi derivano dai luoghi o dai paesi in cui vivevano. Una raccolta di enunciati oracolari scritti in esametri greci, noti come Libri Sibillini, presumibilmente acquistati dalla Sibilla Cumana, era conservata in una cripta sotto il Tempio di Giove Capitolino nell'antica Roma. Quando il tempio fu bruciato durante le guerre civili romane nell'83 a.C, i libri furono distrutti, per essere poi sostituiti con scritti simili portati da altre parti dell'Impero. Due secoli dopo la distruzione dei libri originali, fu riunita un'altra raccolta di scritti sibillini, che presumibilmente predicevano la venuta di Cristo.
La tela, di formato rettangolare, rappresenta la figura a mezzo busto, stagliata su uno sfondo pressoché monocromo di colore verde scuro, col capo delicatamente poggiato sulla mano desta e lo sguardo rivolto verso l’alto: nella mano sinistra tiene invece un cartiglio, su cui è possibile leggere chiaramente l’scrizione “(N)ASCETUR DE VERGINE”. Il volto della figura è incorniciato dal turbante azzurro dotato di una frangia, in contrasto cromatico le vesti rosse e bianche drappeggiati sulle spalle e le braccia. L’ho sguardo della donna, contende il primato, nella bellezza, nella qualità formale e nella dolcezza dell’espressione. Un’attitudine che mira ad un coinvolgimento sentimentale dello spettatore, attratto dal tono di diffusa sensualità promanato dalla donna. Il suo volto, inoltre, affinato dall’ombreggiatura leggera, rivela una grazia aristocratica.
Dal punto di vista stilistico, la materia è compatta e smaltata, le forme sono idealizzate, il volto appaia tondeggiante con i tipici occhi cerchiati da spesse palpebre. La qualità dell’opera è buona e sorretta dalla forza del colore, utilizzato pieno e puro, ma nello stesso tempo, appare in qualche modo ammorbidito dall’uso delle ocre e dell’azzurro.
Il dipinto in esame è molto simile a quello sopra citato – in deposito Uffizi a Firenze –, indicando pertanto che siamo di fronte ad un importante recupero reniano
Guido Reni fu il più grande allievo dei Carracci ed uno dei maggiori artisti che possa vantare l’arte italiana del Seicento. Il particolare carattere di classicismo che emerge dalla nostra Maddalena penitente è parte integrante delle ricerche del maestro bolognese che, già dopo la partenza di Annibale Carracci per la capitale pontificia, si era opposto apertamente e polemicamente all’eloquio sentimentale e drammatico di Ludovico, rimasto da solo alla guida del panorama artistico felsineo. Il legame con un’opera fondamentale per la cultura artistica felsinea quale fu l’Estasi di S. Cecilia [fig. 36] di Raffaello da Urbino (Bologna, Pinacoteca Nazionale), di cui molte sante reniane riprendono lo sguardo estatico presente anche all’interno del nostro quadro, si accosta poi alla cadenze manieristiche emiliane di Correggio e Parmigianino e agli echi eleganti e raffinati della cultura di Denis Calvaert, il pittore fiammingo che fui maestro di Guido come anche di molti altri artisti attivi a cavallo tra il Cinque e il Seicento (ad esempio Francesco Albani): a questo proposito basterà rilevare nella nostra tela l’utilizzo di tinte particolari dai riflessi metallici – come il grigio e il rosa del mantello della Maddalena –, che rievocano decisamente gli insegnamenti dell’insegnante nordico del Reni.
L’opera – in conclusione – appare chiaramente riconducibile ad un artista di sicuro talento, e non sorprende l’idea di una probabile attribuzione nell’ambito dei lavori realizzati da un suo allievo o cerchia.
In merito al suo stato conservativo, la tela si presenta in condizioni generali discrete considerando l'epoca del dipinto, la superficie pittorica si presenta in patina. Si notano – a luce di Wood – alcuni piccoli restauri sparsi e qualche leggera svelatura e ossidazione della superficie pittorica. A luce solare è visibile un fine craquelé rapportato all'epoca, mentre la tela originale presenta un vecchio rintelo. Il telaio potrebbe essere stato sostituito all'epoca del rintelo. Le misure della tela sono cm. 58,5 x 48. Il dipinto viene ceduto senza cornice, nonostante risulta impreziosita da una pregevole cornice in legno intagliato e dorato (dimensione cornice, 82 x 69 x 8 ca.).

PROVENIENZA: Coll. Privata

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 I MITI E IL TERRITORIO nella Sicilia dalle mille culture. INEDITA QUADRERIA catalogo generale dei dipinti della collezione del ciclo “I Miti e il territorio”, Editore Lab_04, Marsala, 2023.

Si garantisce, inoltre, un imballo accurato con cassa in legno esterno e pluriball/cartone/polistirolo interno (costo imballaggio € 100,00 circa) e spedizione tracciabile (€ 100,00 Italia). Per l’esportazione, l’opera è soggetta ad una richiesta di Attestato di Libera Circolazione (Comunità Europea) o Certificato di Esportazione (Trasporto Extra Comunitari), presso l’ufficio di esportazione (Soprintendenza del territorio) con i tempi e i costi gravati (€ 500/€700, tutto incluso: spedizione, imballaggio e partiche esportazioni).
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