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Scuola di Jacopo Bassano (XVI secolo) - Cristo in casa di Marta, Maria e Lazzaro
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Scuola di Jacopo Bassano (XVI secolo) - Cristo in casa di Marta, Maria e Lazzaro

Dipinto antico, olio su tela, di epoca databile verso l'ultima parte del XVI Secolo, raffigurante Cristo in casa di Marta, Maria e Lazzaro.
 La tela si riferisce all'ambito della grande e feconda bottega originata da Jacopo Da Ponte nella città di Bassano. Nella bottega, partendo dai modelli del capostipite, i figli Francesco e Leandro e i loro collaboratori replicarono e rielaborano soggetti pastorali, religiosi ed allegorici destinati alla decorazione. La scena raffigurata è tratta da un episodio del Vangelo di Luca (Lc 10, 38-42) in cui si narra come le due sorelle Marta e Maria Maddalena accolgano Gesù nella loro casa, ma mentre Marta si affanna in faccende domestiche per offrire la migliore ospitalità, Maria si siede ad ascoltare la parola del Figlio di Dio. Alle lamentele di Marta, rimasta priva dell’aiuto della sorella, Gesù risponde: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta». Il profondo messaggio dell’episodio sta nel curare anzitutto lo spirito e l’interiore religiosità rispetto alle quotidiane necessità pratiche. Ma il dipinto dei Bassano, così animato e vivace nella descrizione della grande cucina con tavola imbandita, lascia ben poco spazio al senso religioso del racconto, usato come pretesto per una scena di genere: si osservi ad esempio la figura di Gesù che entra quasi defilato nel grande ambiente domestico, riconoscibile solo grazie all’aureola luminosa che ne contraddistingue il capo. La descrizione dell’ambiente è del tutto predominante: la grande cucina rustica si apre su di un ampio paesaggio collinare, di gusto tipicamente veneto, ed è attrezzata con vari generi di utensili, paioli in rame, piatti in stagno, ciotole e setacci; è una cucina dove l’opulenza del cibo trionfa con grande varietà di pollami e di pesci. Una cuoca è china in primo piano sulla grande pignatta in cui cuoce la minestra che avidamente viene fissata da Lazzaro già intento a consumare il suo pasto. Certamente vi sono qui sottintesi i vizi dell’ingordigia e della gola contrapposti alle virtù dello spirito e del sacrificio, ma l’insieme risulta una piacevole descrizione di un ambiente domestico della fine del Cinquecento. Probabilmente proprio per tale piacevolezza descrittiva che circonda i contenuti moraleggianti, questo soggetto conobbe una straordinaria fortuna nella pittura veneta a partire dagli anni Settanta del Cinquecento, con un gran numero di repliche e derivazioni conservate sia in musei italiani, sia europei e d’oltreoceano. Il prototipo originale è da riconoscere nella tela conservata nel Museum of Fine Arts di Houston (collezione Sarah Campbell Blaffer Foundation) dipinta da Jacopo Bassano in collaborazione col figlio maggiore Francesco. Esistono altre repliche del tema, a Zagabria (Galleria Strossmayer), a Kassel (Gemäldegalerie), a San Pietroburgo (Ermitage), a Firenze (Palazzo Pitti). L'eccezionale qualità esecutiva e la stesura spigliata e sciolta della nostra opera indirizzano la ricerca dell'autore verso un artista che certamente ben conosceva i lavori del maestro. Dal punto di vista della tecnica pittorica si colgono passaggi e stesure che indicano una più che verosimile creazione nella bottega e non si esclude che possa trattarsi appunto dello stesso Francesco, oppure di uno dei fratelli Leandro e Gerolamo. 
Anche l'analisi del cretto, compatibile con l'epoca di attività, spinge la ricerca dell'autore verso tale ipotesi attributiva. In buone condizioni generali considerando l'epoca del dipinto, si notano piccoli punti di restauro sparsi oltre a qualche svelatura e screpolatura della superficie pittorica. Non si evidenziano problemi di tipo conservativo e la tela originale presenta rintelo ottocentesco che non sembra necessitare di interventi. E' visibile un fine craquelè rapportato all'epoca. Il telaio sembrerebbe essere stato sostituito all’epoca del rintelo. 

Incorniciato in bella cornice a cassetta, di epoca abbastanza recente, la quale presenta leggeri difetti restauri. 
Misure del dipinto: 79 x 113.5 cm - Misure della cornice: 96 x 131 cm.

 Opera corredata di certificato di autenticità fotografico, come da normativa di legge vigente. 

 Spedizione con corriere espresso assicurato e imballaggio eseguito con la massima cura.

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Scuola di Jacopo Bassano (XVI secolo) - Cristo in casa di Marta, Maria e Lazzaro

Scuola di Jacopo Bassano (XVI secolo) - Cristo in casa di Marta, Maria e Lazzaro

Dipinto antico, olio su tela, di epoca databile verso l'ultima parte del XVI Secolo, raffigurante Cristo in casa di Marta, Maria e Lazzaro.


La tela si riferisce all'ambito della grande e feconda bottega originata da Jacopo Da Ponte nella città di Bassano. Nella bottega, partendo dai modelli del capostipite, i figli Francesco e Leandro e i loro collaboratori replicarono e rielaborano soggetti pastorali, religiosi ed allegorici destinati alla decorazione.

La scena raffigurata è tratta da un episodio del Vangelo di Luca (Lc 10, 38-42) in cui si narra come le due sorelle Marta e Maria Maddalena accolgano Gesù nella loro casa, ma mentre Marta si affanna in faccende domestiche per offrire la migliore ospitalità, Maria si siede ad ascoltare la parola del Figlio di Dio. Alle lamentele di Marta, rimasta priva dell’aiuto della sorella, Gesù risponde: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta». Il profondo messaggio dell’episodio sta nel curare anzitutto lo spirito e l’interiore religiosità rispetto alle quotidiane necessità pratiche. Ma il dipinto dei Bassano, così animato e vivace nella descrizione della grande cucina con tavola imbandita, lascia ben poco spazio al senso religioso del racconto, usato come pretesto per una scena di genere: si osservi ad esempio la figura di Gesù che entra quasi defilato nel grande ambiente domestico, riconoscibile solo grazie all’aureola luminosa che ne contraddistingue il capo.
La descrizione dell’ambiente è del tutto predominante: la grande cucina rustica si apre su di un ampio paesaggio collinare, di gusto tipicamente veneto, ed è attrezzata con vari generi di utensili, paioli in rame, piatti in stagno, ciotole e setacci; è una cucina dove l’opulenza del cibo trionfa con grande varietà di pollami e di pesci. Una cuoca è china in primo piano sulla grande pignatta in cui cuoce la minestra che avidamente viene fissata da Lazzaro già intento a consumare il suo pasto. Certamente vi sono qui sottintesi i vizi dell’ingordigia e della gola contrapposti alle virtù dello spirito e del sacrificio, ma l’insieme risulta una piacevole descrizione di un ambiente domestico della fine del Cinquecento.
Probabilmente proprio per tale piacevolezza descrittiva che circonda i contenuti moraleggianti, questo soggetto conobbe una straordinaria fortuna nella pittura veneta a partire dagli anni Settanta del Cinquecento, con un gran numero di repliche e derivazioni conservate sia in musei italiani, sia europei e d’oltreoceano.
Il prototipo originale è da riconoscere nella tela conservata nel Museum of Fine Arts di Houston (collezione Sarah Campbell Blaffer Foundation) dipinta da Jacopo Bassano in collaborazione col figlio maggiore Francesco. Esistono altre repliche del tema, a Zagabria (Galleria Strossmayer), a Kassel (Gemäldegalerie), a San Pietroburgo (Ermitage), a Firenze (Palazzo Pitti).

L'eccezionale qualità esecutiva e la stesura spigliata e sciolta della nostra opera indirizzano la ricerca dell'autore verso un artista che certamente ben conosceva i lavori del maestro. Dal punto di vista della tecnica pittorica si colgono passaggi e stesure che indicano una più che verosimile creazione nella bottega e non si esclude che possa trattarsi appunto dello stesso Francesco, oppure di uno dei fratelli Leandro e Gerolamo. 
Anche l'analisi del cretto, compatibile con l'epoca di attività, spinge la ricerca dell'autore verso tale ipotesi attributiva.

In buone condizioni generali considerando l'epoca del dipinto, si notano piccoli punti di restauro sparsi oltre a qualche svelatura e screpolatura della superficie pittorica. Non si evidenziano problemi di tipo conservativo e la tela originale presenta rintelo ottocentesco che non sembra necessitare di interventi. E' visibile un fine craquelè rapportato all'epoca. Il telaio sembrerebbe essere stato sostituito all’epoca del rintelo.



Incorniciato in bella cornice a cassetta, di epoca abbastanza recente, la quale presenta leggeri difetti restauri.


Misure del dipinto: 79 x 113.5 cm - Misure della cornice: 96 x 131 cm.



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