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Cantagalli, Firenze - Guido Gambone - Sculpture, Asinello con ceste e uomo - 14 cm - Ceramic - 1937
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Cantagalli, Firenze - Guido Gambone - Sculpture, Asinello con ceste e uomo - 14 cm - Ceramic - 1937

Scultura in ceramica realizzata da Guido Gambone alla manifattura Cantagalli di Firenze tra il 1936 e il 1939. Condizioni perfette. Misure: cm. 14 x 17 x 16. Firmato G. Marchio a mano ITALY/gallo. Spedizione tracciata. Guido Gambone (1909-1969) a quindici anni prese la decisione di abbandonare gli studi per entrare nel mondo del lavoro, come apprendista in un'azienda di ceramiche di proprietà di Francesco Avallone. In questi anni, Gambone venne influenzato artisticamente dai ceramisti “tedeschi”. Nei suoi primi lavori sono presenti delle influenze stilistiche di Dolker e della Kowaliska. Nel 1933, l'artista subì un grave sinistro in cui perse una gamba. Due anni dopo, assunse la funzionei di capo pittore decoratore presso la I.C.S. di Max Melamerson. Nel 1936, si trasferì a Firenze per contribuire alla gestione Melamerson della antica manifattura Cantagalli. Rientrato a Vietri nel 1939, cinque anni dopo avviò una propria impresa con Andrea D'Arienzo denominata La Faenzarella. Con l'avvio della propria attività, l'artista trovò le condizioni ideali per sviluppare la propria vena artistica. Creò un particolare smalto, che prenderà il suo nome, che verrà presto utilizzato anche dagli altri produttori di Vietri. Realizzò il pannello Repubblica italiana al lavoro per il concorso nazionale della ceramica di Faenza e nel 1947 espose alla VIII Triennale di Milano. Nei due anni successivi, vinse il premio del concorso nazionale indetto a Faenza. Nel 1950, partecipò alla Biennale di Venezia con due ceramiche. Nello stesso anno venne invitato dall’Art Institute of Chicago e dal governo italiano a rappresentare il proprio Paese in una mostra itinerante denominata "Italy at work. Her renaissance in design today". Di ritorno dall'esperienza statunitense, Gambone decise di liquidare la società e di trasferirsi a Firenze dove aprì l'omonima fabbrica. In questo periodo e per tutti gli anni a venire, Gambone vide privilegiare i valori plastici dell'arte vasaria, sfruttando la nascita del gres. Grazie all'influenza artistica di Mirò, Klee, Picasso e Morandi, Gambone recepisce nel suo stile i nuovi contributi all'arte apportata da tali artisti. La Manifattura Cantagalli fu una manifattura ceramica fiorentina, attiva tra Ottocento e prima metà del Novecento. All'inizio del XIX secolo Ulisse Cantagalli avviò una produzione artistica di ceramica, affiancandola alla sua fornace che produceva materiale grezzo da costruzione. Nella produzione artistica, destinata alla nascente classe borghese, si ispirò ai modelli rinascimentali, alle seicentesche maioliche di Savona o di Iznik. Ebbe un notevole successo, soprattutto nella prima metà del Novecento, quando la manifattura si affermò come una delle più rilevanti nella regione, a metà strada tra il classicismo della Richard-Ginori e le creazioni in stile modernista della Manifattura Chini. A quel periodo risalgono anche importanti commissioni per la decorazione di edifici pubblici e privati. Tra il 1936 e il 1940 fu gestita dall’imprenditore Melamerson, che vi trasferì alcuni dei migliori artisti vietresi.

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Scultura in ceramica realizzata da Guido Gambone alla manifattura Cantagalli di Firenze tra il 1936 e il 1939. Condizioni perfette. Misure: cm. 14 x 17 x 16. Firmato G. Marchio a mano ITALY/gallo.
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Guido Gambone (1909-1969) a quindici anni prese la decisione di abbandonare gli studi per entrare nel mondo del lavoro, come apprendista in un'azienda di ceramiche di proprietà di Francesco Avallone. In questi anni, Gambone venne influenzato artisticamente dai ceramisti “tedeschi”. Nei suoi primi lavori sono presenti delle influenze stilistiche di Dolker e della Kowaliska. Nel 1933, l'artista subì un grave sinistro in cui perse una gamba. Due anni dopo, assunse la funzionei di capo pittore decoratore presso la I.C.S. di Max Melamerson. Nel 1936, si trasferì a Firenze per contribuire alla gestione Melamerson della antica manifattura Cantagalli. Rientrato a Vietri nel 1939, cinque anni dopo avviò una propria impresa con Andrea D'Arienzo denominata La Faenzarella. Con l'avvio della propria attività, l'artista trovò le condizioni ideali per sviluppare la propria vena artistica. Creò un particolare smalto, che prenderà il suo nome, che verrà presto utilizzato anche dagli altri produttori di Vietri. Realizzò il pannello Repubblica italiana al lavoro per il concorso nazionale della ceramica di Faenza e nel 1947 espose alla VIII Triennale di Milano. Nei due anni successivi, vinse il premio del concorso nazionale indetto a Faenza. Nel 1950, partecipò alla Biennale di Venezia con due ceramiche. Nello stesso anno venne invitato dall’Art Institute of Chicago e dal governo italiano a rappresentare il proprio Paese in una mostra itinerante denominata "Italy at work. Her renaissance in design today". Di ritorno dall'esperienza statunitense, Gambone decise di liquidare la società e di trasferirsi a Firenze dove aprì l'omonima fabbrica. In questo periodo e per tutti gli anni a venire, Gambone vide privilegiare i valori plastici dell'arte vasaria, sfruttando la nascita del gres. Grazie all'influenza artistica di Mirò, Klee, Picasso e Morandi, Gambone recepisce nel suo stile i nuovi contributi all'arte apportata da tali artisti.
La Manifattura Cantagalli fu una manifattura ceramica fiorentina, attiva tra Ottocento e prima metà del Novecento. All'inizio del XIX secolo Ulisse Cantagalli avviò una produzione artistica di ceramica, affiancandola alla sua fornace che produceva materiale grezzo da costruzione. Nella produzione artistica, destinata alla nascente classe borghese, si ispirò ai modelli rinascimentali, alle seicentesche maioliche di Savona o di Iznik. Ebbe un notevole successo, soprattutto nella prima metà del Novecento, quando la manifattura si affermò come una delle più rilevanti nella regione, a metà strada tra il classicismo della Richard-Ginori e le creazioni in stile modernista della Manifattura Chini. A quel periodo risalgono anche importanti commissioni per la decorazione di edifici pubblici e privati. Tra il 1936 e il 1940 fu gestita dall’imprenditore Melamerson, che vi trasferì alcuni dei migliori artisti vietresi.

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