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Guglielmo Sansoni Tato (1896-1974) - Paesaggio - NO RESERVE
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Guglielmo Sansoni Tato (1896-1974) - Paesaggio - NO RESERVE

Bellissimo dipinto raffigurante paesaggio a firma Tato, presumibilmente Guglielmo Sansoni, il dipinto e' in buone condizioni generali, negli anni e' evidente che stato ben conservato, infatti potrebbe essere stato pulito, il periodo dovrebbe essere tra 1920 e 1930. Allego biografia: Formatosi come autodidatta, fu pittore, fotografo, scenografo e regista, avvicinandosi al Futurismo nel 1920 Durante la prima guerra mondiale, per la quale si arruolò volontariamente, strinse amicizia con Umberto Boccioni e Mario Sironi. Nel 1920/21 organizzò un finto funerale per "morire" come Guglielmo Sansoni e rinascere come Tato futurista. Incontrò Filippo Tommaso Marinetti per la prima volta a Bologna nel 1922 città dove fu tra i promotori del movimento futurista cittadino, denominato Gruppo futurista bolognese, assieme ad Angelo Caviglioni,Leo Longanesi, Aldo Giovannini, Fanelli e Federico Valli, e ne divenne amico. Con Marinetti, organizzò anche una mostra futurista itinerante, partendo da Bologna e giungendo poi a Parma, Torino e Salsomaggiore.Dopo essersi trasferito a Roma nel 1929 assieme ad altri futuristi pubblicò sulla Gazzetta del Popolo il Manifesto dell'Aeropittura. Apprese i primi rudimenti nel campo alla fabbrica bolognese Minghetti. Al termine della Guerra, espose alcuni lavori alla Mostra di Arti Decorative di Roma e successivamente altri lavori alla Triennale di Venezia e alle Esposizioni Internazionali di Berlino, Vienna, Parigi, New York, Bruxelles e Amsterdam, ottenendo riconoscimenti e premi. Sono del 1928 le sue prime ceramiche futuriste alla fornace di Vietri sul Mare. Negli anni Trenta si afferma con le sue aeroceramiche. Nel 1934 partecipò alla II^ Mostra d'Arte Coloniale con alcune piastrelle rettangolari con raffigurazioni inerenti l'Africa e la realtà coloniale mentre l'anno successivo realizzò al Reale Istituto Artistico di Napoli alcune maioliche in stile futurista. Tra il 1933 e il 1938, in collaborazione con la manifattura "M.G.A." di Albissola, si dedicò alla produzione di grandi opere in ceramica tra cui un grande pannello celebrativo della Marcia su Roma, donato dall'artista a Mussolini. Nel 1926 Dirige l'agenzia fotografica La Serenissima, dove attua sprettralizzazioni, solarizzazioni e fotomontaggi, portando avanti il discorso iniziato dai fratelli Bragaglia, Anton Giulio e Arturo, durante il Primo Futurismo, sempre nel 1926 alla biennale di Venezia espose la processione della Madonna di S. Luca a Bologna , nel settembre 1930 con Marinetti organizza il concorso fotografico nazionale e fra quell'anno ed il 1931 proposero il Manifesto della fotografia futurista. Nel 1941 scrisse l'autobiografia Tato Raccontato da Tato. Dopo il trasferimento a Roma, fece una personale alla "Casa d'Arte Bragaglia". Nel fiera del villaggio e L’assalto - Fantasia per l’alcova dell’ardito Mario Carli, vincendo il primo premio nel 1930, con Aeroplani, Avvitamento, Rovesciata, Spiralata, Paesaggio aereo e Sesquiplano, mentre ebbe una sala personale nell'edizione del 1934. Alla mostra dei Trentatré Artisti Futuristi del 1929 a Milano portò Dinamismo di tavola, Sensazione di volo I° tempo e Sensazione di volo II tempo. Nuovamente a Milano nel 1931 alla Mostra Futurista di Aeropittura e Scenografia con 27 opere tra cui Sensazione di volo, Prospettiva aerea, Spiralata d’elica, Lancio del paracadute, Idrovelocità, Coppa Schneider, Il senso del vuoto, Stracielo e Ritmi d’aeroplani. Sempre nel 1931, presenziò alla I Quadriennale nazionale d'arte di Roma e alla Mostra del Sindacato Fascista di belle Arti del Lazio presentando un'originale serie di aeropitture e alla Mostra Futurista del Circolo Artistico di Trieste, esponendo alcuni lavori alla Galleria Pesaro di Milano. L'anno successivo fu presente alla Enrico Prampolini et les Aeropeintres Futuristes Italiens alla Gallerie de Renaissance di Parigi e alla Prima Mostra Futurista di Roma. Nel 1935 alla II Quadriennale nazionale d'arte di Roma portò 9 opere tra cui Sorvolando Sabaudia, Acrobazie aeree, Quadrimotore e S. 55 su Ostia, tornandovi anche nell'edizione del 1939. A mio modesto parere il dipinto non appartiene al periodo futurista, ma dalle impostazioni ne risente poco, potrebbe essere stato prodotto su commissione da qualche suo cliente, e' comunque un validissimo pezzo di storia considerando la rinascita del nuovo personaggio. La spedizione é tracciata e assicurata.

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Bellissimo dipinto raffigurante paesaggio a firma Tato, presumibilmente Guglielmo Sansoni, il dipinto e' in buone condizioni generali, negli anni e' evidente che stato ben conservato, infatti potrebbe essere stato pulito, il periodo dovrebbe essere tra 1920 e 1930.
Allego biografia: Formatosi come autodidatta, fu pittore, fotografo, scenografo e regista, avvicinandosi al Futurismo nel 1920
Durante la prima guerra mondiale, per la quale si arruolò volontariamente, strinse amicizia con Umberto Boccioni e Mario Sironi.
Nel 1920/21 organizzò un finto funerale per "morire" come Guglielmo Sansoni e rinascere come Tato futurista. Incontrò Filippo Tommaso Marinetti per la prima volta a Bologna nel 1922 città dove fu tra i promotori del movimento futurista cittadino, denominato Gruppo futurista bolognese, assieme ad Angelo Caviglioni,Leo Longanesi, Aldo Giovannini, Fanelli e Federico Valli, e ne divenne amico. Con Marinetti, organizzò anche una mostra futurista itinerante, partendo da Bologna e giungendo poi a Parma, Torino e Salsomaggiore.Dopo essersi trasferito a Roma nel 1929 assieme ad altri futuristi pubblicò sulla Gazzetta del Popolo il Manifesto dell'Aeropittura.
Apprese i primi rudimenti nel campo alla fabbrica bolognese Minghetti. Al termine della Guerra, espose alcuni lavori alla Mostra di Arti Decorative di Roma e successivamente altri lavori alla Triennale di Venezia e alle Esposizioni Internazionali di Berlino, Vienna, Parigi, New York, Bruxelles e Amsterdam, ottenendo riconoscimenti e premi. Sono del 1928 le sue prime ceramiche futuriste alla fornace di Vietri sul Mare. Negli anni Trenta si afferma con le sue aeroceramiche. Nel 1934 partecipò alla II^ Mostra d'Arte Coloniale con alcune piastrelle rettangolari con raffigurazioni inerenti l'Africa e la realtà coloniale mentre l'anno successivo realizzò al Reale Istituto Artistico di Napoli alcune maioliche in stile futurista. Tra il 1933 e il 1938, in collaborazione con la manifattura "M.G.A." di Albissola, si dedicò alla produzione di grandi opere in ceramica tra cui un grande pannello celebrativo della Marcia su Roma, donato dall'artista a Mussolini. Nel 1926
Dirige l'agenzia fotografica La Serenissima, dove attua sprettralizzazioni, solarizzazioni e fotomontaggi, portando avanti il discorso iniziato dai fratelli Bragaglia, Anton Giulio e Arturo, durante il Primo Futurismo, sempre nel 1926 alla biennale di Venezia espose la processione della Madonna di S. Luca a Bologna , nel settembre 1930 con Marinetti organizza il concorso fotografico nazionale e fra quell'anno ed il 1931 proposero il Manifesto della fotografia futurista. Nel 1941 scrisse l'autobiografia Tato Raccontato da Tato. Dopo il trasferimento a Roma, fece una personale alla "Casa d'Arte Bragaglia". Nel fiera del villaggio e L’assalto - Fantasia per l’alcova dell’ardito Mario Carli, vincendo il primo premio nel 1930, con Aeroplani, Avvitamento, Rovesciata, Spiralata, Paesaggio aereo e Sesquiplano, mentre ebbe una sala personale nell'edizione del 1934.
Alla mostra dei Trentatré Artisti Futuristi del 1929 a Milano portò Dinamismo di tavola, Sensazione di volo I° tempo e Sensazione di volo II tempo. Nuovamente a Milano nel 1931 alla Mostra Futurista di Aeropittura e Scenografia con 27 opere tra cui Sensazione di volo, Prospettiva aerea, Spiralata d’elica, Lancio del paracadute, Idrovelocità, Coppa Schneider, Il senso del vuoto, Stracielo e Ritmi d’aeroplani. Sempre nel 1931, presenziò alla I Quadriennale nazionale d'arte di Roma e alla Mostra del Sindacato Fascista di belle Arti del Lazio presentando un'originale serie di aeropitture e alla Mostra Futurista del Circolo Artistico di Trieste, esponendo alcuni lavori alla Galleria Pesaro di Milano. L'anno successivo fu presente alla Enrico Prampolini et les Aeropeintres Futuristes Italiens alla Gallerie de Renaissance di Parigi e alla Prima Mostra Futurista di Roma. Nel 1935 alla II Quadriennale nazionale d'arte di Roma portò 9 opere tra cui Sorvolando Sabaudia, Acrobazie aeree, Quadrimotore e S. 55 su Ostia, tornandovi anche nell'edizione del 1939. A mio modesto parere il dipinto non appartiene al periodo futurista, ma dalle impostazioni ne risente poco, potrebbe essere stato prodotto su commissione da qualche suo cliente, e' comunque un validissimo pezzo di storia considerando la rinascita del nuovo personaggio. La spedizione é tracciata e assicurata.

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