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Guido Reni (1575–1642), Scuola di - S. Maria Maddalena - NO RESERVE
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Guido Reni (1575–1642), Scuola di - S. Maria Maddalena - NO RESERVE

GUIDO RENI [scuola di] (Bologna, 1575 – 1642) S. Maria Maddalena Olio su tela, cm. 63 x 49,5 SPECIAL NOTICE: This lot is offered without reserve price NOTE: Pubblicazione catalogo opere della collezione Intermidiart. Certificato di Garanzia e Lecita Provenienza. Opera senza cornice: Il dipinto raffigura un soggetto iconografico molto diffuso a partire dall'epoca della Controriforma, che riflette il desiderio della Chiesa di promuovere la devozione al sacramento della Confessione. Nel dipinto, Santa Maria Maddalena è rappresentata con lunghi capelli biondi sciolti e coperta solo da un panno chiaro, circondata da un nimbo di luce dorata. La sua intensa devozione a Gesù Crocifisso è evidente nell'espressione del suo volto, con lo sguardo rivolto verso l'alto e la bocca nell'atto di pregare. Il viso e il busto della santa sono resi con morbidezza e definiti da una sfumata linea di contorno, mentre il drappeggio della sua veste è virtuoso, delicato e accuratamente disposto, nonostante alcuni danni causati dai restauri precedenti. La postura e la gestualità della Santa sono simili a quelle rappresentate nelle opere della scuola di Guido Reni, suggerendo che il dipinto sia stato realizzato da un maestro attivo a Bologna nella seconda metà del Seicento, influenzato dalla visione idealizzata della realtà tipica dello stile reniano. La tela presenta una chiara e preziosa intonazione cromatica, dai riflessi metallici, tipica delle opere della tarda produzione di Reni, con un incarnato perlaceo e contrasti di luce che conferiscono profondità alla figura della Santa. L'utilizzo di tinte particolari dai riflessi metallici, come l'ocra dell'incarnato e della veste della Maddalena, suggerisce una forte influenza degli insegnamenti del maestro meridionale del Reni (questo tipo di tecnica pittorica, che conferisce all'incarnato e ai tessuti un aspetto lucente e riflettente simile a quello dei metalli, era caratteristica della scuola del Reni e dei suoi seguaci). In particolare, Guido Reni e la sua cerchia erano noti per la loro abilità nel creare effetti cromatici ricchi e vibranti, che conferivano ai dipinti un senso di luminosità e tridimensionalità. L'uso sapiente dell'ocra e di altre tinte metallizzate permetteva loro di ottenere una resa realistica dei materiali e delle superfici, contribuendo così a enfatizzare la bellezza e la ricchezza dei soggetti ritratti. Pertanto, tale osservazione indica una stretta connessione con gli insegnamenti e lo stile dei maestri della scuola del Reni, conferendo all'opera un'eleganza e una raffinatezza tipiche di quella tradizione artistica. L'opera, inoltre, rivela caratteri caravaggeschi, tipici della fase matura dell'artista, quando era in grado di fondere con maestria le influenze di Reni con elementi più naturalistici e intensi. La padronanza compositiva e coloristica del dipinto suggerisce che l'artista fosse un allievo o un imitatore di Reni, come ad esempio Giacomo Sementi, sebbene sia necessario procedere con cautela nell'attribuzione dell'opera. In conclusione, il dipinto mostra indubbiamente il talento di un artista di grande abilità, chiaramente influenzato dall'estetica e dalla tecnica di Guido Reni. La sua raffinata esecuzione e la sua capacità di catturare l'intensità emotiva del soggetto lo rendono un esempio significativo della pittura barocca italiana del Seicento. Il quadro si trova in condizioni generali discrete considerando l'età dell'opera. La superficie pittorica presenta una patina, che è normale per un dipinto di quell'epoca. Tuttavia, è importante notare che sono presenti alcuni restauri sparsi, soprattutto nell'incarnato sotto il collo e su alcuni punti della veste della figura ritratta. Con l'uso della luce di Wood, è possibile individuare questi restauri, che sono interventi effettuati nel corso del tempo per riparare danni o perdite sulla superficie pittorica. È anche visibile un sottile craquelé, cioè delle piccole crepe sulla superficie dipinta, che sono tipiche dell'invecchiamento naturale del dipinto. Inoltre, la tela originale presenta un vecchio rintelo, il che significa che potrebbe essere stata montata su un nuovo supporto in passato. Questo potrebbe aver comportato la sostituzione del telaio originale, che potrebbe ora necessitare di essere sistemato o sostituito. In sintesi, l'opera presenta segni dell'usura del tempo e degli interventi di restauro passati, ma nel complesso si trova in condizioni accettabili considerando la sua età. Tuttavia, potrebbe essere necessario un intervento conservativo per preservare e mantenere il dipinto nel tempo. Le misure della tela sono cm. 63 x 49,5. Il dipinto viene ceduto senza cornice, nonostante risulta impreziosita da una pregevole cornice antica (?) in legno dorato (dimensione cornice, 75 x 61 x 6 ca.). PROVENIENZA: Coll. Privata Siciliana PUBBLICAZIONE:  Inedito;  I MITI E IL TERRITORIO nella Sicilia dalle mille culture. INEDITA QUADRERIA catalogo generale dei dipinti della collezione del ciclo “I Miti e il territorio”, Editore Lab_04, Marsala, 2024. Nel caso di vendita al di fuori del territorio italiano, l'acquirente dovrà attendere i tempi di evasione delle pratiche di esportazione.

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Guido Reni (1575–1642), Scuola di - S. Maria Maddalena - NO RESERVE

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GUIDO RENI [scuola di]
(Bologna, 1575 – 1642)
S. Maria Maddalena
Olio su tela, cm. 63 x 49,5


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NOTE: Pubblicazione catalogo opere della collezione Intermidiart. Certificato di Garanzia e Lecita Provenienza. Opera senza cornice:

Il dipinto raffigura un soggetto iconografico molto diffuso a partire dall'epoca della Controriforma, che riflette il desiderio della Chiesa di promuovere la devozione al sacramento della Confessione. Nel dipinto, Santa Maria Maddalena è rappresentata con lunghi capelli biondi sciolti e coperta solo da un panno chiaro, circondata da un nimbo di luce dorata. La sua intensa devozione a Gesù Crocifisso è evidente nell'espressione del suo volto, con lo sguardo rivolto verso l'alto e la bocca nell'atto di pregare. Il viso e il busto della santa sono resi con morbidezza e definiti da una sfumata linea di contorno, mentre il drappeggio della sua veste è virtuoso, delicato e accuratamente disposto, nonostante alcuni danni causati dai restauri precedenti.
La postura e la gestualità della Santa sono simili a quelle rappresentate nelle opere della scuola di Guido Reni, suggerendo che il dipinto sia stato realizzato da un maestro attivo a Bologna nella seconda metà del Seicento, influenzato dalla visione idealizzata della realtà tipica dello stile reniano. La tela presenta una chiara e preziosa intonazione cromatica, dai riflessi metallici, tipica delle opere della tarda produzione di Reni, con un incarnato perlaceo e contrasti di luce che conferiscono profondità alla figura della Santa. L'utilizzo di tinte particolari dai riflessi metallici, come l'ocra dell'incarnato e della veste della Maddalena, suggerisce una forte influenza degli insegnamenti del maestro meridionale del Reni (questo tipo di tecnica pittorica, che conferisce all'incarnato e ai tessuti un aspetto lucente e riflettente simile a quello dei metalli, era caratteristica della scuola del Reni e dei suoi seguaci). In particolare, Guido Reni e la sua cerchia erano noti per la loro abilità nel creare effetti cromatici ricchi e vibranti, che conferivano ai dipinti un senso di luminosità e tridimensionalità. L'uso sapiente dell'ocra e di altre tinte metallizzate permetteva loro di ottenere una resa realistica dei materiali e delle superfici, contribuendo così a enfatizzare la bellezza e la ricchezza dei soggetti ritratti. Pertanto, tale osservazione indica una stretta connessione con gli insegnamenti e lo stile dei maestri della scuola del Reni, conferendo all'opera un'eleganza e una raffinatezza tipiche di quella tradizione artistica.
L'opera, inoltre, rivela caratteri caravaggeschi, tipici della fase matura dell'artista, quando era in grado di fondere con maestria le influenze di Reni con elementi più naturalistici e intensi. La padronanza compositiva e coloristica del dipinto suggerisce che l'artista fosse un allievo o un imitatore di Reni, come ad esempio Giacomo Sementi, sebbene sia necessario procedere con cautela nell'attribuzione dell'opera.
In conclusione, il dipinto mostra indubbiamente il talento di un artista di grande abilità, chiaramente influenzato dall'estetica e dalla tecnica di Guido Reni. La sua raffinata esecuzione e la sua capacità di catturare l'intensità emotiva del soggetto lo rendono un esempio significativo della pittura barocca italiana del Seicento.
Il quadro si trova in condizioni generali discrete considerando l'età dell'opera. La superficie pittorica presenta una patina, che è normale per un dipinto di quell'epoca. Tuttavia, è importante notare che sono presenti alcuni restauri sparsi, soprattutto nell'incarnato sotto il collo e su alcuni punti della veste della figura ritratta. Con l'uso della luce di Wood, è possibile individuare questi restauri, che sono interventi effettuati nel corso del tempo per riparare danni o perdite sulla superficie pittorica. È anche visibile un sottile craquelé, cioè delle piccole crepe sulla superficie dipinta, che sono tipiche dell'invecchiamento naturale del dipinto. Inoltre, la tela originale presenta un vecchio rintelo, il che significa che potrebbe essere stata montata su un nuovo supporto in passato. Questo potrebbe aver comportato la sostituzione del telaio originale, che potrebbe ora necessitare di essere sistemato o sostituito. In sintesi, l'opera presenta segni dell'usura del tempo e degli interventi di restauro passati, ma nel complesso si trova in condizioni accettabili considerando la sua età. Tuttavia, potrebbe essere necessario un intervento conservativo per preservare e mantenere il dipinto nel tempo. Le misure della tela sono cm. 63 x 49,5. Il dipinto viene ceduto senza cornice, nonostante risulta impreziosita da una pregevole cornice antica (?) in legno dorato (dimensione cornice, 75 x 61 x 6 ca.).

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PUBBLICAZIONE:
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 I MITI E IL TERRITORIO nella Sicilia dalle mille culture. INEDITA QUADRERIA catalogo generale dei dipinti della collezione del ciclo “I Miti e il territorio”, Editore Lab_04, Marsala, 2024.

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