Giovanni Omiccioli (1901-1975) - Vaso di fiori
Nr 83673381
Giovanni Omiccioli (1901-1975) - Casa Rossa e Capanno
Nr 83673381
Giovanni Omiccioli (1901-1975) - Casa Rossa e Capanno
Giovanni Omiccioli (Roma, 25 febbraio 1901 – Roma, 1 marzo 1975)
Casa Rossa e Capanno
Dipinto molto luminoso
Dipinto a olio su Cartone Tedesco
Metà del '900
Firmato in basso a sinistra: G. Omiccioli
Al retro, riporta l'autentica dell'Artista:
dipinto e firmato
di mia mano, Giovanni Omiccioli.
Dimensioni dipinto: 36 x 51 cm
Dimensioni con cornice: 65,5 x 80,5 x 6,0 cm
Peso con cornice 5,8 Kg.
L'opera è corredata di una splendida cornice interamente in legno spessa ben 6,0 cm., un passepartout beige e vetro a protezione.
In ottime condizioni
Collezione privata.
La superficie pittorica si presenta pulita e compatta senza alcuna caduta di colore
Il dipinto non necessita di alcuna attività di restauro e si presenta in ottimo stato conservativo, pronto per essere inserito in collezione (si vedano le foto).
L'opera verrà ben imballata e inviata con corriere Internazionale con spedizione tracciabile.
Giovanni Omiccioli (Roma, 25 febbraio 1901 – Roma, 1 marzo 1975)
Giovanni Omiccioli è stato un pittore italiano, uno dei rappresentanti della cosiddetta Scuola Romana, artista fra i più popolari ed amati, specialmente dai romani de Roma a causa anche delle sue dinamiche rappresentazioni di "partite di calcio", è diventato il simbolico pittore di Via Margutta.
Dopo l'adesione alla Scuola Romana, nel 1928, si legò soprattutto a Mafai e ad Antonietta Raphaël, collaborando spesso anche con Scipione e Raffaele Frumenti. La sua attività pittorica iniziò nel 1934; pochi anni dopo, nel 1937, presenterà tre opere alla IV Mostra del Sindacato Fascista di Belle arti. Dello stesso anno è la sua prima personale alla Galleria Apollo di Roma.
Frequentò l'Osteria Fratelli Menghi, noto punto di ritrovo per pittori, registi, sceneggiatori, scrittori e poeti tra gli anni '40 e '70 e fu attivo anche sul piano politico e, con Mario Mafai, Guttuso ed Afro realizzò la prima testata de L'Unità nel 1945, subito dopo la Liberazione. Nello stesso anno partecipò alla I Mostra dell'Arte contro le barbarie, promossa dal quotidiano comunista alla Galleria di Roma e presentata in catalogo da Antonello Trombadori, con un'opera di forte impegno politico (La fucilazione di Bruno Buozzi).
Vincitore di un'edizione del Premio Marzotto con Il Pastore con la capretta, Omiccioli è stato presente nelle più importanti rassegne: di particolare rilievo l'invito con un'antologica all'Ermitage di Leningrado, la personale alla Galleria d'Arte La Medusa di Napoli; durante gli anni cinquanta partecipa a collettive a Pittsburg, Boston, Tokyo, espone alla mostra itinerante nei paesi scandinavi organizzata dall'Art Club, alle Quadriennali romane del 1955, 1959 e poi del 1966, alle Biennali veneziane del 1952, 1954, 1956. Presenta nel 1959 un dipinto su faesite, Cristo crocifisso, alla VIII Biennale d'Arte Sacra a Bologna. Durante gli anni sessanta espone a tre edizioni della Rassegna di Arti figurative di Roma e del Lazio (1961, 1963, 1965) e alla VI Biennale di Roma del 1968.
Nel 1960 fu invitato alla “11ª edizione del premio Avezzano-rassegna nazionale delle Arti Figurative” ad Avezzano (AQ), insieme a R. Brindisi, S. Cavallo, G. Ceracchini, V. Ciardo, E. Fantuzzi, C. Levi, M. Rosa, G. Strachota, F. Trombadori, A. Vangelli ed altri.
Nel 1963-64 espone alla mostra Peintures italiennes d'aujourd'hui, organizzata in Medio oriente e in Nordafrica.
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