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Tecno Osvaldo Borsani P40 - 扶手椅子 - 丝绒, 钢, 黄铜
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Tecno Osvaldo Borsani P40 - 扶手椅子 - 丝绒, 钢, 黄铜

Poltrona P40 1° Serie Osvaldo Borsani per Tecno 1955 Italia Osvaldo Borsani lavora sull’idea del giunto meccanico per realizzare una poltrona con diversi movimenti in grado di corrispondere a diverse posizioni, soprattutto a uso relax. Con il progetto della P40 Borsani provò a sviluppare tecnologicamente le potenzialità della classica chaise longue già proposta dai più celebri architetti del Movimento Moderno, cercando di superare la classica “poltrona da riposo” fissa e ingombrante, per ottenere una poltrona di dimensioni più ridotte, ma che con un agevole sistema d’inclinazione a ventaglio poteva accogliere il corpo dalle posizioni più distese fino a chiudersi anche del tutto, in tutta una serie di gradazioni. L'esemplare in asta fa parte della prima serie prodotto nel 1955 . Conservata con cura la poltrona si presenta oggi in buone condizioni con solo lievi segni d'uso. La struttura in metallo verniciato in colore nero con dettagli in ottone si presenta in buone condizioni con le leve per cambiare le inclinazioni di seduta e schienale, in ottone, ben funzionanti. I braccioli in materiale plastico gommoso (normalmente il punto debole di questa poltrona) sono in condizioni molto buone senza screpolature. Le imbottiture solide e robuste. Il rivestimento è in tessuto, tipo velluto, colore viola e si presenta in buone condizioni d'uso integro e senza macchie o aloni. Schienale e seduta si inclinano in una svariata possibilità di combinazioni. Il poggiapiedi e il poggia scarpe esce da sotto la seduta con un movimento meccanico. Un pezzo della storia del design italiano che conta la bellezza di settant'anni pronto per essere utilizzato per un periodo analogo. Dimensioni Poltrona in cm: altezza 104 larghezza 74 profondità 82 "Design Radicale" offre gratuitamente l'assicurazione sul trasporto per le consegne in Europa. Per la spedizione "resto del mondo" il costo è indicativo. Formuleremo un preventivo ad asta conclusa secondo la destinazione. Osvaldo Borsani nasce a Varedo in Brianza nel 1911 da una famiglia di costruttori di mobili con una lunga e consolidata tradizione artigiana; comincia all'eta di sedici anni a collaborare con l'Atelier di Varedo, l'azienda fondata dal padre Gaetano. Nel 1931 ottiene il diploma di maturità artistica presso l'Accademia di Belle Arti di Milano. Nello stesso anni si iscrive al primo anno del Biennio di Architettura, per poi laurearsi nel 1936, presso il Politecnico di Milano.[1] Nel 1933 partecipa alla V Triennale di Milano con il progetto per la Casa minima, che viene premiato con la medaglia d'argento.[1] La fisionomia professionale di Borsani coniuga l'indagine sulla qualità dei materiali alla passione per la tecnologia e all'interesse per la creatività e le esperienze artistiche d'avanguardia. È proprio questo interesse che lo porta, fin dal dopoguerra, a stringere legami d'amicizia e di collaborazione professionale con numerosi artisti, fra cui Lucio Fontana, Agenore Fabbri, Aligi Sassu, Roberto Crippa, Fausto Melotti, Arnaldo e Giò Pomodoro.[1] Nel 1953 fonda insieme al fratello Fulgenzio la ditta Tecno con lo scopo di trasformare l'azienda famigliare artigianale in una realtà industriale. La realizzazione di arredi speciali e di forniture su disegno viene così ad assumere una dimensione più contenuta in favore dell'avvio di una produzione di arredi in serie. A rafforzare questa impostazione nel 1968 Osvaldo Borsani con Eugenio Gerli progetta il sistema Graphis che inaugura un nuovo modo di concepire lo spazio per il lavoro. Negli anni settanta con l'ampliamento delle linee di produzione e degli spazi industriali nasce il Centro Progetti Tecno che, sotto la guida di Osvaldo Borsani, di sua figlia Valeria Borsani e del di lei marito Marco Fantoni, estende la ricerca progettuale alle varie tipologie di edifici d'interesse pubblico e agli spazi urbani.[1] Opere di Osvaldo Borsani, prodotte dalla Tecno, sono esposte nei seguenti musei: Museum of Modern Art di New York e San Francisco, Victoria and Albert Museum di Londra, Centre Pompidou di Parigi, Neue Sammlung di Monaco di Baviera, Triennale di Milano, Musée des arts décoratifs di Montréal.

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Poltrona P40 1° Serie Osvaldo Borsani per Tecno
1955 Italia

Osvaldo Borsani lavora sull’idea del giunto meccanico per realizzare una poltrona con diversi movimenti in grado di corrispondere a diverse posizioni, soprattutto a uso relax.
Con il progetto della P40 Borsani provò a sviluppare tecnologicamente le potenzialità della classica chaise longue già proposta dai più celebri architetti del Movimento Moderno, cercando di superare la classica “poltrona da riposo” fissa e ingombrante, per ottenere una poltrona di dimensioni più ridotte, ma che con un agevole sistema d’inclinazione a ventaglio poteva accogliere il corpo dalle posizioni più distese fino a chiudersi anche del tutto, in tutta una serie di gradazioni.

L'esemplare in asta fa parte della prima serie prodotto nel 1955 . Conservata con cura la poltrona si presenta oggi in buone condizioni con solo lievi segni d'uso.
La struttura in metallo verniciato in colore nero con dettagli in ottone si presenta in buone condizioni con le leve per cambiare le inclinazioni di seduta e schienale, in ottone, ben funzionanti.
I braccioli in materiale plastico gommoso (normalmente il punto debole di questa poltrona) sono in condizioni molto buone senza screpolature.
Le imbottiture solide e robuste.
Il rivestimento è in tessuto, tipo velluto, colore viola e si presenta in buone condizioni d'uso integro e senza macchie o aloni.
Schienale e seduta si inclinano in una svariata possibilità di combinazioni.
Il poggiapiedi e il poggia scarpe esce da sotto la seduta con un movimento meccanico.
Un pezzo della storia del design italiano che conta la bellezza di settant'anni pronto per essere utilizzato per un periodo analogo.

Dimensioni Poltrona in cm: altezza 104 larghezza 74 profondità 82

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Osvaldo Borsani nasce a Varedo in Brianza nel 1911 da una famiglia di costruttori di mobili con una lunga e consolidata tradizione artigiana; comincia all'eta di sedici anni a collaborare con l'Atelier di Varedo, l'azienda fondata dal padre Gaetano. Nel 1931 ottiene il diploma di maturità artistica presso l'Accademia di Belle Arti di Milano. Nello stesso anni si iscrive al primo anno del Biennio di Architettura, per poi laurearsi nel 1936, presso il Politecnico di Milano.[1]
Nel 1933 partecipa alla V Triennale di Milano con il progetto per la Casa minima, che viene premiato con la medaglia d'argento.[1]
La fisionomia professionale di Borsani coniuga l'indagine sulla qualità dei materiali alla passione per la tecnologia e all'interesse per la creatività e le esperienze artistiche d'avanguardia. È proprio questo interesse che lo porta, fin dal dopoguerra, a stringere legami d'amicizia e di collaborazione professionale con numerosi artisti, fra cui Lucio Fontana, Agenore Fabbri, Aligi Sassu, Roberto Crippa, Fausto Melotti, Arnaldo e Giò Pomodoro.[1]

Nel 1953 fonda insieme al fratello Fulgenzio la ditta Tecno con lo scopo di trasformare l'azienda famigliare artigianale in una realtà industriale. La realizzazione di arredi speciali e di forniture su disegno viene così ad assumere una dimensione più contenuta in favore dell'avvio di una produzione di arredi in serie. A rafforzare questa impostazione nel 1968 Osvaldo Borsani con Eugenio Gerli progetta il sistema Graphis che inaugura un nuovo modo di concepire lo spazio per il lavoro. Negli anni settanta con l'ampliamento delle linee di produzione e degli spazi industriali nasce il Centro Progetti Tecno che, sotto la guida di Osvaldo Borsani, di sua figlia Valeria Borsani e del di lei marito Marco Fantoni, estende la ricerca progettuale alle varie tipologie di edifici d'interesse pubblico e agli spazi urbani.[1]

Opere di Osvaldo Borsani, prodotte dalla Tecno, sono esposte nei seguenti musei: Museum of Modern Art di New York e San Francisco, Victoria and Albert Museum di Londra, Centre Pompidou di Parigi, Neue Sammlung di Monaco di Baviera, Triennale di Milano, Musée des arts décoratifs di Montréal.




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