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CASTAGNA MAURIZIO - FILIA
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CASTAGNA MAURIZIO - FILIA

DAL FIGURATIVO ALL'ASTRATTISMO Maurizio Castagna nasce a Piazza Armerina il 01/01/1961 ed è il padre, pittore e decoratore, a trasmettergli l’amore per l’arte. Nel 1980 si trasferisce ad Asti (Piemonte) (Asti) dove frequenta l’Accademia di Belle Arti di Torino prima e la facoltà di giurisprudenza dopo. Ad Asti conosce il Professor Armando Buico il quale riconosce subito in Castagna il talento e lo invita ad iscriversi alla Promotrice di Belle Arti di Asti. Dal 1984 ai nostri giorni prepara mostre personali e partecipa anche a mostre collettive nelle gallerie di: La Clessidra (Asti), La Tavolozza (Torino), presso la Camera di Commercio di Alessandria e poi a Bologna, Milano, Firenze ,Taormina, Catania, Caltagirone, Palermo, Piazza Armerina, Berlino, Dubai, Manhattan, shanghai ecc . Nel 1993 gli vengono commissionati alcuni lavori dalla Curia Vescovile di Asti, una grande tela raffigurante la lapidazione di Santo Stefano posta dietro l’altare maggiore della chiesa delle suore Stefanine di Asti e il ritratto del vescovo di Asti S.E. Mons. Sibilla tela situata nella sala dei vescovi della Curia Vescovile di Asti. Qualche anno dopo è la curia di Caltanissetta e di Catania a chiedere a Castagna di realizzare rispettivamente i ritratti di S.E. Monsignor. Garsia, tela esposta nella sala dei vescovi della curia di Caltanissetta e di S.E. Monsignor Bommarito, tela posta nella sala S.Agata del seminario di Catania. Agli inizi la sua pittura si lega fortemente alla tradizione figurativa Italiana: ed alla coloristica dei pittori siciliani come Francesco Lojacono, Guttuso, Fiume, studiando e approfondendo la tecnica dei pittori Fiamminghi, di Evaristo Baschenis e soprattutto di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, del quale realizza su commissione tantissime copie: Durante questo periodo , anche se soddisfatto dal successo di pubblico e vendite, sente il bisogno di andare oltre il figurativo e inizia così il periodo Metafisico e Surrealista studiando e approfondendo le tecniche dei grandi maestri come De Chirico, Dalì, Magritte, Carra e Morandi e dal 1996 al 2010 realizza una serie di mostre dedicate alla pittura del silenzio: Anche questo periodo è pieno di soddisfazioni , tuttavia il bisogno di nuove scoperte prende ben presto il sopravvento portandolo ad avvicinandosi all’astrattismo. I pittori che più lo affascinano sono Birolli, Severini, Montanarini, Libio, Mark Rothko, Willem De Kooning e Jackson Pollock. Castagna, già padrone del colore che adopera con disinvolta prova, compone con sapienza e maestria, in classica armonia, luci ed ombre per ricavarne sinfonie ed effluvi di poesia; ritrattista di grande intuizione nell’afferrare e rendere i caratteri umani; Maurizio Castagna che pur è modernissimo sa creare come pochi quell’immediata corrente di simpatia fra l’osservatore intelligente e la sua opera. Castagna utilizza una tecnica mista che va dalla tempera grassa, all’uovo; fra le tecniche pregiatissima per le difficoltà nell’uso , miscele di resine da lui create per rendere la tela materica e ricca di particolari, colori acrilici, sabbia e smalti tutti materiali inalterabili e resistenti nei secoli. Tecnica, questa, non adatta ai faciloni e nemmeno per gli stentati, perché necessita di immediatezza e istinto: quell’istinto che Maurizio Castagna porta nel sangue. I dipinti presenti in questo catalogo sono curati nei minimi particolari dai colori luminosi e mai sporchi anche quando si intrecciano e sfumano tra loro contribuendo alla efficace realizzazione dell’opera pittorica che Castagna esprime con rigorosa sintesi: il verde profondo, misterioso; l’ampio colore giallo che cattura lo sguardo dello spettatore; il nero che viene utilizzato con maestria e sensibilità facendo risaltare tutti i colori circostanti. Quella di Castagna è una pittura di alto livello, non solo perché c’è studio e tecnica, ma anche perché fatti con tanto amore, interpretati con semplice naturalezza. Quell’amore senza il quale non si fa arte; ma amore in umiltà, non baldanzoso e non superbo. Questa bella e interessante collezione mette in evidenza il parallelismo di determinazioni plastiche, i cui rapporti non si devono considerare casuali, ne’ in dipendenza di mera influenza, ma come ineluttabilità di un destino comune, come accettazione cosciente di ideologie estetiche precise, riflesso dello spirito del nostro tempo, per cui è chiaro che il fatto arte torna a risolversi in espressione, secondo i mezzi propri della pittura e della scultura, in dramma plastico autonomo, fuori di ogni concettualismo, come di ogni astrazione intellettualistica. Il pittore Maurizio Castagna, si inserisce con la sua già matura esperienza, con il calore di una intelligenza attenta alle più libere indicazioni del gusto, in questa corrente, con una sua personalità già decisa, che negli accenti di una pittura grassa e materica, nella risonanza magica dei densi e sostanziosi rapporti cromatici si rivela, riallacciando lui Siciliano, con giustificata interpretazione di quello che significa tradizione, all’esaltante colorismo della grande tradizione Siciliana. Veramente sarebbe difficile pretendere, in un pittore, maggiori doti naturali che in Maurizio Castagna . Possono esserci artisti con una gittata più ampia, con un rovello spirituale maggiore, ma in quanto a doti innate, prontezza, rispondenza fra l’occhio e la mano, capacità di trasformare in un evento vantaggioso anche l’imprevedibilità del caso, calamitazione verso un equilibrio ottenuto in modo repentino e intuitivo, tutto ciò non può riscontrarsi in un modo più felice, spontaneo, diretto che in Maurizio Castagna . Si potrebbe credere, ma a torto, che la svolta non figurativa della pittura moderna, avesse tolto gran parte del valore a quelle doti che pure appartengono proprio alla grazia, allo stato di grazia dell’artista: ma è vero piuttosto il contrario. Quando l’artista perseguiva una figurazione che tratteneva una traccia, sia pure solo conoscitiva o semantica, dell’esistente, la possibilità, seguendo quella traccia, di correggere e di migliorare le proprie deficienze innate aveva una guida, un sostegno in quella traccia stessa. Ma, rinunciando alla traccia, né volendo rifugiarsi nei formalismi che della forma non sono altro che la spoglia, l’incredibile libertà che sembrava decretare l’arte non figurativa, dall’astrattismo all’action painting e all’informale, ha finito per coagularsi per i più in una specie di inibizione. Per far fruttare una tale libertà, occorre infatti una libertà anche maggiore, quella cioè che non viene dall’esterno, da una rinuncia alla figurazione oggettiva, ma dall’interno, dall’assunzione in proprio di se , dalla fusione a caldo di intenzionalità e di gesto, dalla rinuncia al piacere subdolo della decorazione per indirizzarsi all’espressione internamente motivata senza riversarla nell’eloquenza stentorea dell’Espressionismo. Questa condizione, che esige al tempo stesso il raptus e il freddo controllo, è stata, certo, dei massimi protagonisti dell’action painting, segnatamente di Pollock e di Kline: ed esige rischi grandi, come grandi sacrifici. In quanto che, per ottenere di più, si può far naufragare tutto: per raggiungere una maggiore purezza di interiezione, si può cadere al di là della pittura, nella tappezzeria. E, le riprese, soprattutto, appaiono pericolose, in quanto che, se il gesto irripetibile si cancellasse si intende correggere quello che, per apparire in un certo modo, non può essere che di prima mano e di primo acchito, ecco che la tela s’impantana e sembra spirare il lezzo delle cose sporche. Che questi rischi non siano ipotetici, che anzi siano largamente scontati da tanta pittura di ieri e di oggi, in questa nostra epoca dove tutti vogliono dipingere, è la constatazione di ogni momento, per poco che si segua la pittura contemporanea. Ma proprio per questo la pittura di Maurizio Castagna va contrassegnata in tali sue caratteristiche innegabili che, nei dipinti presenti in questo catalogo trovano una svolta radicale rispetto alla serie di dipinti figurativi e metafisici eseguiti in passato. Ma nel cammino di Castagna , da quando ha lasciato la figurazione ad oggi, c’é una sorta di messa a punto più riposata delle varie zone del dipinto. Nel tessuto figurativo, che via via è andato sperimentando, le accorte aperture, i filtri trasparenti, le zone bloccate, si svolgevano in una continuità che evitava di creare delle pause, come dei vuoti d’aria. Al primo sguardo doveva risultare nel dipinto l’ininterrotta stratificazione spaziale Nella pittura precedente confluiva una cultura figurativa selezionata, per lo più di gravitazione Caravaggesca. Nella pittura astratta , al contrario di quella figurativa, non esiste una traccia una linea oltre alla quale non devi andare ma è la capacità di procurare alla zona di colore, nel momento stesso che si pone come filtro luminoso, una definizione spaziale, non già in base alla sua delimitazione ma proprio per il titolo di luce che contiene ciascuna zona, rispetto alle altre zone del tessuto cromatico. ln questo dosaggio istintivo Castagna raggiunge equilibri preziosi fruibili nelle tele di questa mostra, sviluppati in diversi periodi, dove la stesura cromatica ha assunto una maglia più larga, il fondo quadro, come superficie emittente di luce, quasi proietta, quasi espelle le zone di colore, lanciate sulla , come un boomerang, con una simultaneità, con un colpo sicuro che incanta. I colori sono quasi liquidi e al tempo stesso materici, ma non coloranti, sembrano doversi ancora rapprendere, e vengono dosati con una parsimonia che li impreziosisce e suggerisce come l’insorgere di nuclei, di focolai di colore, trame, sussidiari nella stesura generale del dipinto. Maurizio Castagna in questi lavori si avvicina tantissimo all’action painting, ma nello stesso tempo, nell’equilibrio che conclude ogni volta nel perimetro del dipinto la figurazione totale, proprio quell’equilibrio indubitabile arresta nel gesto l’attimo figurativo, e compone il dipinto in una serie di tensioni, di corrispondenze dinamiche, che vengono trattenute nel campo di forza di una zona di colore, emittente come la luce colorata di un faro. La stratificazione spaziale che struttura il dipinto non è meno complessa di prima, solo che è meno rilevabile a prima vista per il modo interiettivo con cui sono proposti, i vari episodi cromatici del dipinto, che individuano i successivi piani spaziali. Il segreto di questi colori che non sono mai sporchi, che, anche dove sono brillantissimi, non escono mai fuori tono, è proprio data dall’intima spazialità che la luminosità realizza in relazione al dipinto come un tutto, non connesso per episodi staccati. Possiamo infine affermare che questo passaggio all’astrattismo è frutto di un percorso artistico che in Maurizio Castagna è sempre stato latente fin dalla nascita, come il colore degli occhi o qualsiasi altra virtù del nostro corpo.

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DAL FIGURATIVO ALL'ASTRATTISMO
Maurizio Castagna nasce a Piazza Armerina il 01/01/1961 ed è il padre, pittore
e decoratore, a trasmettergli l’amore per l’arte. Nel 1980 si trasferisce ad Asti (Piemonte)
(Asti) dove frequenta l’Accademia di Belle Arti di Torino prima e la facoltà di giurisprudenza
dopo. Ad Asti conosce il Professor Armando Buico il quale riconosce subito in Castagna il
talento e lo invita ad iscriversi alla Promotrice di Belle Arti di Asti. Dal 1984 ai nostri giorni
prepara mostre personali e partecipa anche a mostre collettive nelle gallerie di: La Clessidra
(Asti), La Tavolozza (Torino), presso la Camera di Commercio di Alessandria e poi a Bologna,
Milano, Firenze ,Taormina, Catania, Caltagirone, Palermo, Piazza Armerina, Berlino, Dubai,
Manhattan, shanghai ecc . Nel 1993 gli vengono commissionati alcuni lavori dalla Curia
Vescovile di Asti, una grande tela raffigurante la lapidazione di Santo Stefano posta dietro
l’altare maggiore della chiesa delle suore Stefanine di Asti e il ritratto del vescovo di
Asti S.E. Mons. Sibilla tela situata nella sala dei vescovi della Curia Vescovile di Asti.
Qualche anno dopo è la curia di Caltanissetta e di Catania a chiedere a Castagna di
realizzare rispettivamente i ritratti di S.E. Monsignor. Garsia, tela esposta nella sala dei
vescovi della curia di Caltanissetta e di S.E. Monsignor Bommarito, tela posta nella sala
S.Agata del seminario di Catania. Agli inizi la sua pittura si lega fortemente alla tradizione
figurativa Italiana: ed alla coloristica dei pittori siciliani come Francesco Lojacono, Guttuso,
Fiume, studiando e approfondendo la tecnica dei pittori Fiamminghi, di Evaristo Baschenis
e soprattutto di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, del quale realizza su commissione
tantissime copie: Durante questo periodo , anche se soddisfatto dal successo di pubblico e
vendite, sente il bisogno di andare oltre il figurativo e inizia così il periodo Metafisico
e Surrealista studiando e approfondendo le tecniche dei grandi maestri come De Chirico,
Dalì, Magritte, Carra e Morandi e dal 1996 al 2010 realizza una serie di mostre dedicate alla
pittura del silenzio: Anche questo periodo è pieno di soddisfazioni , tuttavia il bisogno di nuove
scoperte prende ben presto il sopravvento portandolo ad avvicinandosi all’astrattismo. I pittori
che più lo affascinano sono Birolli, Severini, Montanarini, Libio, Mark Rothko, Willem De Kooning
e Jackson Pollock.
Castagna, già padrone del colore che adopera con disinvolta prova, compone con sapienza e
maestria, in classica armonia, luci ed ombre per ricavarne sinfonie ed effluvi di poesia; ritrattista
di grande intuizione nell’afferrare e rendere i caratteri umani; Maurizio Castagna che pur è
modernissimo sa creare come pochi quell’immediata corrente di simpatia fra l’osservatore
intelligente e la sua opera.
Castagna utilizza una tecnica mista che va dalla tempera grassa, all’uovo; fra le tecniche
pregiatissima per le difficoltà nell’uso , miscele di resine da lui create per rendere la tela
materica e ricca di particolari, colori acrilici, sabbia e smalti tutti materiali inalterabili e
resistenti nei secoli. Tecnica, questa, non adatta ai faciloni e nemmeno per gli stentati,
perché necessita di immediatezza e istinto: quell’istinto che Maurizio Castagna porta
nel sangue. I dipinti presenti in questo catalogo sono curati nei minimi particolari dai
colori luminosi e mai sporchi anche quando si intrecciano e sfumano tra loro contribuendo
alla efficace realizzazione dell’opera pittorica che Castagna esprime con rigorosa sintesi:
il verde profondo, misterioso; l’ampio colore giallo che cattura lo sguardo dello spettatore;
il nero che viene utilizzato con maestria e sensibilità facendo risaltare tutti i colori circostanti.
Quella di Castagna è una pittura di alto livello, non solo perché c’è studio e tecnica, ma
anche perché fatti con tanto amore, interpretati con semplice naturalezza. Quell’amore senza
il quale non si fa arte; ma amore in umiltà, non baldanzoso e non superbo.
Questa bella e interessante collezione mette in evidenza il parallelismo di determinazioni
plastiche, i cui rapporti non si devono considerare casuali, ne’ in dipendenza di mera
influenza, ma come ineluttabilità di un destino comune, come accettazione cosciente
di ideologie estetiche precise, riflesso dello spirito del nostro tempo, per cui è chiaro
che il fatto arte torna a risolversi in espressione,
secondo i mezzi propri della pittura e della scultura, in dramma plastico autonomo, fuori di ogni
concettualismo, come di ogni astrazione intellettualistica. Il pittore Maurizio Castagna, si inserisce
con la sua già matura esperienza, con il calore di una intelligenza attenta alle più libere indicazioni
del gusto, in questa corrente, con una sua personalità già decisa, che negli accenti di una pittura
grassa e materica, nella risonanza magica dei densi e sostanziosi rapporti cromatici si rivela,
riallacciando lui Siciliano, con giustificata interpretazione di quello che significa tradizione,
all’esaltante colorismo della grande tradizione Siciliana.
Veramente sarebbe difficile pretendere, in un pittore, maggiori doti naturali che in Maurizio Castagna .
Possono esserci artisti con una gittata più ampia, con un rovello spirituale maggiore, ma in quanto a
doti innate, prontezza, rispondenza fra l’occhio e la mano, capacità di trasformare in un evento
vantaggioso anche l’imprevedibilità del caso, calamitazione verso un equilibrio ottenuto in modo
repentino e intuitivo, tutto ciò non può riscontrarsi in un modo più felice, spontaneo, diretto che
in Maurizio Castagna . Si potrebbe credere, ma a torto, che la svolta non figurativa della pittura
moderna, avesse tolto gran parte del valore a quelle doti che pure appartengono proprio alla grazia,
allo stato di grazia dell’artista: ma è vero piuttosto il contrario. Quando l’artista perseguiva una
figurazione che tratteneva una traccia, sia pure solo conoscitiva o semantica, dell’esistente,
la possibilità, seguendo quella traccia, di correggere e di migliorare le proprie deficienze
innate aveva una guida, un sostegno in quella traccia stessa. Ma, rinunciando alla traccia,
né volendo rifugiarsi nei formalismi che della forma non sono altro che la spoglia,
l’incredibile libertà che sembrava decretare l’arte non figurativa, dall’astrattismo all’action
painting e all’informale, ha finito per coagularsi per i più in una specie di inibizione.
Per far fruttare una tale libertà, occorre infatti una libertà anche maggiore,
quella cioè che non viene dall’esterno, da una rinuncia alla figurazione oggettiva,
ma dall’interno, dall’assunzione in proprio di se , dalla fusione a caldo di intenzionalità
e di gesto, dalla rinuncia al piacere subdolo della decorazione per indirizzarsi all’espressione
internamente motivata senza riversarla nell’eloquenza stentorea dell’Espressionismo.
Questa condizione, che esige al tempo stesso il raptus e il freddo controllo, è stata, certo,
dei massimi protagonisti dell’action painting, segnatamente di Pollock e di Kline: ed esige
rischi grandi, come grandi sacrifici. In quanto che, per ottenere di più, si può far naufragare
tutto: per raggiungere una maggiore purezza di interiezione, si può cadere al di là
della pittura, nella tappezzeria. E, le riprese, soprattutto, appaiono pericolose, in quanto
che, se il gesto irripetibile si cancellasse si intende correggere quello che, per apparire
in un certo modo, non può essere che di prima mano e di primo acchito, ecco che la tela
s’impantana e sembra spirare il lezzo delle cose sporche. Che questi rischi non siano ipotetici,
che anzi siano largamente scontati
da tanta pittura di ieri e di oggi, in questa nostra epoca dove tutti vogliono dipingere, è la
constatazione di ogni momento, per poco che si segua la pittura contemporanea.
Ma proprio per questo la pittura di Maurizio Castagna va contrassegnata in tali sue
caratteristiche innegabili che, nei dipinti presenti in questo catalogo trovano una
svolta radicale rispetto alla serie di dipinti figurativi e metafisici eseguiti in passato.
Ma nel cammino di Castagna , da quando ha lasciato la figurazione ad oggi, c’é una
sorta di messa a punto più riposata delle varie zone del dipinto. Nel tessuto figurativo,
che via via è andato sperimentando, le accorte aperture, i filtri trasparenti, le zone bloccate,
si svolgevano in una continuità che evitava di creare delle pause, come dei vuoti d’aria.
Al primo sguardo doveva risultare nel dipinto l’ininterrotta stratificazione spaziale
Nella pittura precedente confluiva una cultura figurativa selezionata, per lo più di
gravitazione Caravaggesca. Nella pittura astratta , al contrario di quella figurativa,
non esiste una traccia una linea oltre alla quale non devi andare ma è la capacità
di procurare alla zona di colore, nel momento stesso che si pone come filtro luminoso,
una definizione spaziale, non già in base alla sua delimitazione ma proprio per il titolo
di luce che contiene ciascuna zona, rispetto alle altre zone del tessuto cromatico.
ln questo dosaggio istintivo Castagna raggiunge equilibri preziosi fruibili nelle tele di
questa mostra, sviluppati in diversi periodi, dove la stesura cromatica ha assunto una
maglia più larga, il fondo quadro, come superficie emittente di luce, quasi proietta,
quasi espelle le zone di colore, lanciate sulla , come un boomerang, con una simultaneità,
con un colpo sicuro che incanta. I colori sono quasi liquidi e al tempo stesso materici,
ma non coloranti, sembrano doversi ancora rapprendere, e vengono dosati
con una parsimonia che li impreziosisce e suggerisce come l’insorgere di nuclei,
di focolai di colore, trame, sussidiari nella stesura generale del dipinto.
Maurizio Castagna in questi lavori si avvicina tantissimo all’action painting,
ma nello stesso tempo, nell’equilibrio che conclude ogni volta nel perimetro del
dipinto la figurazione totale, proprio quell’equilibrio indubitabile arresta nel gesto
l’attimo figurativo, e compone il dipinto in una serie di tensioni, di
corrispondenze dinamiche, che vengono trattenute nel campo di forza di
una zona di colore, emittente come la luce colorata di un faro. La stratificazione
spaziale che struttura il dipinto non è meno complessa di prima, solo che è meno
rilevabile a prima vista per il modo interiettivo con cui sono proposti, i vari episodi
cromatici del dipinto, che individuano i successivi piani spaziali. Il segreto di questi colori
che non sono mai sporchi, che, anche dove sono brillantissimi, non escono
mai fuori tono, è proprio data dall’intima spazialità che la luminosità realizza in
relazione al dipinto come un tutto, non connesso per episodi staccati. Possiamo
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