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Francesco Longo Mancini (1880–1954) - Dama in costume - NO RESERVE
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Francesco Longo Mancini (1880–1954) - Dama in costume - NO RESERVE

FRANCESCO LONGO MANCINI (Catania, 1880 – Roma, 1954) Dama in costume Olio su tela applicata su tavola, cm. 30 x 23 Firmato ‘F. LONGO MANCINI’ in basso a destra Dimensione cornice, cm. 38 x 31 x 4 ca. NOTE: Pubblicazione catalogo opere della collezione Intermidiart. Opera firmata in basso a destra. Nel retro reca una vecchia etichetta con titolo, autore e dimensioni. Collezione Siciliana. Certificato di Garanzia e Lecita Provenienza. Opera con cornice in legno dorata (difetti): Questa pregevole, proveniente da una collezione siciliana e incentrata sulla figura femminile nel ‘900, far parte – senza alcun dubbio – al valente pittore siciliano Francesco Longo Mancini (Catania, 1880 – Roma, 1954), considerato uno fra i maggiori maestri siciliani del primo Novecento italiano. L’opera – in buono stato di leggibilità – raffigura un classico dell’iconografia della pittura dell’artista realizzato in quel periodo. La prosperità e la cospicua produzione di Francesco Longo mancini attendono ancora una puntuale ricostruzione ed una più pertinente collocazione nel panorama artistico italiano fra Ottocento e Novecento. Versato nel genere della ritrattistica femminile per lo più di carattere commerciale, produsse anche paesaggi e non disdegnò soggetti orientalisti, in costume settecentesco e simbolisti. Sebbene in anni recenti le vendite d’asta italiane ed internazionali abbiano proposto numerose opere, il percorso artistico del pittore risulta ancora frammentario e lacunoso, tanto che, ancora oggi, autorevoli repertori biografici confondono la sua figura con quella di altri artisti omonimi. Dopo aver studiato all’Istituto tecnico di Catania, sua città natale, a sedici anni, per consiglio dello Sciuti, si recò a Roma, dove frequentò per qualche tempo lo studio di Jacovacci e Prosperi. Si iscrisse alla scuola libera del Nudo, nella quale ebbe per insegnanti Cantalamessa, Jacovacci e Prosperi. Nel 1898 si fece notare alla Promotrice di Roma con un quadro Partita alle bocce. Per fronteggiare le necessità economiche dovette fare ritratti e piccoli bozzetti per i negozianti d’arte. Nel 1907 fu esposta a Catania La preghiera di Maometto, acquistata dal Re; incominciarono così tempi migliori. I Superstiti, esposto a Roma nel 1912, piacque, e Armonie di montagna, acquistato dallo Stato, fa parte della Pinacoteca di Ravenna. Nel 1921 egli tenne a Roma una personale. In seguito, espose alla “Amatori e Cultori”, sempre ben accolto dal pubblico e dalla critica. Nel 1925 tenne a Genova un’altra personale, con trentotto quadri ad olio e quattordici disegni. Furono notati: Amori di Pierrot; Arlecchino innamorato, Birichina, La preghiera del nonno, La Sfida al centauro, Il Violinista. Per nulla influenzato dalle correnti d’avanguardia, il Longo Mancini è fine interprete della grazia femminile e buon ritrattista, e non trascura il paesaggio. Molti altri dipinti sono transitati attraverso il mercato antiquario e successivamente dispersi in collezioni private. Il dipinto di buona qualità, qui in esame, raffigura una donna con abbigliamento in costume ottocentesco riccamente vestite e colte in atteggiamenti assorti o di frivola spensieratezza. Tutta la scena viene inquadrata frontalmente all’interno di una stanza, con breve inquadratura delle pareti e degli arredi in stile barocco, arricchita dai colori di un trionfo di fiori nel lato desta sopra una console. L’opera – come citato – è animata dalla figura della donna, ritratta frontalmente a figura, nell’atto del camminare, avente in mano un ventaglio. Siamo, infatti, davanti quella tipologia di opere pittoriche che ritraggono scene ed episodi realistici della vita quotidiana, cosiddetta PITTURA DEL GENERE. L’opera è caratterizzata da una perfetta padronanza sia della forma che della tecnica, con una finitura di buona qualità che riesce a ottenere grandi effetti di realismo. In termini di stile, siamo vicino alla corrente eclettica, che dominò la seconda metà del XIX secolo, mescolando elementi di neoclassicismo con altri di romanticismo, in un approccio naturalistico con una buona dose d'idealismo ed impressionismo. Nell’opera in discussione, non manca la volontà – dell’artista – di ricercare una propria maniera figurativa, espressione del pensiero e del sentimento individuali. Siamo, infatti, dinanzi ad un individualismo sperimentale, dove la libertà di una ricerca autonoma sembra essere il mezzo più idoneo a rendere attuale il linguaggio figurativo, in un’epoca di repentini mutamenti sociali e di fermenti politici. In un contesto dove vengono rifiutati i valori contenutistici dell’opera d’arte, gli artisti si risolsero allora a rinnovarne i significati per via formale. Impegno che non riguardò soltanto quelli di loro più insofferenti nei confronti della tradizione pittorica, ma anche coloro che fidavano in una concezione dell’arte fondata sulle elette qualità formali. In merito allo stato di conservazione, la superficie pittorica mostra una vernice in patina, inoltre, si notano a luce solare radente le caratteristiche del colore steso e dell’andamento della pennellata, come: rilievo, direzione, curvatura. Le misure della tela sono cm. 30 x 23. Il dipinto risulta impreziosita da una bella cornice in legno (dimensione cm. 38 x 31 x 4 ca., difetti). "La cornice mostrata nelle foto riportate sopra è stata aggiunta all’opera d’arte dal venditore o da un soggetto terzo. La cornice ti viene fornita senza costi aggiuntivi in modo che sia pronta da esporre non appena arriva. La cornice viene inclusa a titolo di cortesia e non è considerata parte integrante dell’opera d’arte. Pertanto, qualsiasi potenziale danno alla cornice che non influisce sull’opera d’arte stessa non sarà accettato come motivo valido per aprire un reclamo o richiedere l’annullamento dell’ordine." Provenienza: Coll. privata Siciliana Pubblicazione:  I Miti e il Territorio nella Sicilia dalle mille culture. INEDITA QUADRERIA catalogo generale dei dipinti della collezione del ciclo “I Miti e il territorio”, Editore Lab_04, Marsala, 2024. Nel caso di vendita al di fuori del territorio italiano, l'acquirente dovrà attendere i tempi di evasione delle pratiche di esportazione. #Rooms5

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FRANCESCO LONGO MANCINI
(Catania, 1880 – Roma, 1954)
Dama in costume
Olio su tela applicata su tavola, cm. 30 x 23
Firmato ‘F. LONGO MANCINI’ in basso a destra
Dimensione cornice, cm. 38 x 31 x 4 ca.


NOTE: Pubblicazione catalogo opere della collezione Intermidiart. Opera firmata in basso a destra. Nel retro reca una vecchia etichetta con titolo, autore e dimensioni. Collezione Siciliana. Certificato di Garanzia e Lecita Provenienza. Opera con cornice in legno dorata (difetti):

Questa pregevole, proveniente da una collezione siciliana e incentrata sulla figura femminile nel ‘900, far parte – senza alcun dubbio – al valente pittore siciliano Francesco Longo Mancini (Catania, 1880 – Roma, 1954), considerato uno fra i maggiori maestri siciliani del primo Novecento italiano. L’opera – in buono stato di leggibilità – raffigura un classico dell’iconografia della pittura dell’artista realizzato in quel periodo.
La prosperità e la cospicua produzione di Francesco Longo mancini attendono ancora una puntuale ricostruzione ed una più pertinente collocazione nel panorama artistico italiano fra Ottocento e Novecento. Versato nel genere della ritrattistica femminile per lo più di carattere commerciale, produsse anche paesaggi e non disdegnò soggetti orientalisti, in costume settecentesco e simbolisti. Sebbene in anni recenti le vendite d’asta italiane ed internazionali abbiano proposto numerose opere, il percorso artistico del pittore risulta ancora frammentario e lacunoso, tanto che, ancora oggi, autorevoli repertori biografici confondono la sua figura con quella di altri artisti omonimi.
Dopo aver studiato all’Istituto tecnico di Catania, sua città natale, a sedici anni, per consiglio dello Sciuti, si recò a Roma, dove frequentò per qualche tempo lo studio di Jacovacci e Prosperi. Si iscrisse alla scuola libera del Nudo, nella quale ebbe per insegnanti Cantalamessa, Jacovacci e Prosperi. Nel 1898 si fece notare alla Promotrice di Roma con un quadro Partita alle bocce. Per fronteggiare le necessità economiche dovette fare ritratti e piccoli bozzetti per i negozianti d’arte. Nel 1907 fu esposta a Catania La preghiera di Maometto, acquistata dal Re; incominciarono così tempi migliori. I Superstiti, esposto a Roma nel 1912, piacque, e Armonie di montagna, acquistato dallo Stato, fa parte della Pinacoteca di Ravenna. Nel 1921 egli tenne a Roma una personale. In seguito, espose alla “Amatori e Cultori”, sempre ben accolto dal pubblico e dalla critica. Nel 1925 tenne a Genova un’altra personale, con trentotto quadri ad olio e quattordici disegni. Furono notati: Amori di Pierrot; Arlecchino innamorato, Birichina, La preghiera del nonno, La Sfida al centauro, Il Violinista. Per nulla influenzato dalle correnti d’avanguardia, il Longo Mancini è fine interprete della grazia femminile e buon ritrattista, e non trascura il paesaggio. Molti altri dipinti sono transitati attraverso il mercato antiquario e successivamente dispersi in collezioni private.
Il dipinto di buona qualità, qui in esame, raffigura una donna con abbigliamento in costume ottocentesco riccamente vestite e colte in atteggiamenti assorti o di frivola spensieratezza. Tutta la scena viene inquadrata frontalmente all’interno di una stanza, con breve inquadratura delle pareti e degli arredi in stile barocco, arricchita dai colori di un trionfo di fiori nel lato desta sopra una console. L’opera – come citato – è animata dalla figura della donna, ritratta frontalmente a figura, nell’atto del camminare, avente in mano un ventaglio. Siamo, infatti, davanti quella tipologia di opere pittoriche che ritraggono scene ed episodi realistici della vita quotidiana, cosiddetta PITTURA DEL GENERE. L’opera è caratterizzata da una perfetta padronanza sia della forma che della tecnica, con una finitura di buona qualità che riesce a ottenere grandi effetti di realismo. In termini di stile, siamo vicino alla corrente eclettica, che dominò la seconda metà del XIX secolo, mescolando elementi di neoclassicismo con altri di romanticismo, in un approccio naturalistico con una buona dose d'idealismo ed impressionismo. Nell’opera in discussione, non manca la volontà – dell’artista – di ricercare una propria maniera figurativa, espressione del pensiero e del sentimento individuali. Siamo, infatti, dinanzi ad un individualismo sperimentale, dove la libertà di una ricerca autonoma sembra essere il mezzo più idoneo a rendere attuale il linguaggio figurativo, in un’epoca di repentini mutamenti sociali e di fermenti politici. In un contesto dove vengono rifiutati i valori contenutistici dell’opera d’arte, gli artisti si risolsero allora a rinnovarne i significati per via formale. Impegno che non riguardò soltanto quelli di loro più insofferenti nei confronti della tradizione pittorica, ma anche coloro che fidavano in una concezione dell’arte fondata sulle elette qualità formali.
In merito allo stato di conservazione, la superficie pittorica mostra una vernice in patina, inoltre, si notano a luce solare radente le caratteristiche del colore steso e dell’andamento della pennellata, come: rilievo, direzione, curvatura. Le misure della tela sono cm. 30 x 23. Il dipinto risulta impreziosita da una bella cornice in legno (dimensione cm. 38 x 31 x 4 ca., difetti). "La cornice mostrata nelle foto riportate sopra è stata aggiunta all’opera d’arte dal venditore o da un soggetto terzo. La cornice ti viene fornita senza costi aggiuntivi in modo che sia pronta da esporre non appena arriva. La cornice viene inclusa a titolo di cortesia e non è considerata parte integrante dell’opera d’arte. Pertanto, qualsiasi potenziale danno alla cornice che non influisce sull’opera d’arte stessa non sarà accettato come motivo valido per aprire un reclamo o richiedere l’annullamento dell’ordine."

Provenienza: Coll. privata Siciliana

Pubblicazione:
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