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Scuola francese (XIX) - La Battaglia di Austerlitz
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Scuola francese (XIX) - La Battaglia di Austerlitz

XIX secolo La Battaglia di Austerlitz Bassorilievo in bronzo, cm 10 x 20 Con cornice, cm 19 x 30 Austerlitz è ricordata come una delle più brillanti operazioni militari della storia ed evento fondamentale nel romanzo “Guerra e Pace” di Tolstoj. Rappresenta il più grande successo raggiunto da Napoleone nella sua carriera militare e ha assunto una statura quasi mitica nell’epopea napoleonica. Quella del 2 dicembre del 1805 in Moravia (nella parte orientale della Repubblica Ceca) è definita da dagli storici la “battaglia perfetta”, quella in cui Napoleone, sconfisse finalmente i suoi nemici della Terza Coalizione, l’alleanza creata da Gran Bretagna, Impero austriaco, Impero russo, Regno di Napoli e Svezia. Nonostante l’inferiorità numerica Napoleone riuscì a prevalere: i numeri parlano chiaro, nella battaglia morirono 11000 russi e 4000 austriaci, 12000 uomini furono fatti prigionieri e furono catturati 180 cannoni e 50 bandiere. I francesi persero 1305 uomini ed ebbero 6940 feriti e 573 prigionieri. Bonaparte ordì una vera e propria trappola contro i suoi nemici, facendo loro credere di essere debole per indurli ad attaccare per primi. Anzitutto, sulla vasta area rettangolare di Austerlitz egli cedette ad austriaci e russi il controllo dell’altopiano di Pratzen al centro: del resto ogni manuale militare di rispetto riportava il controllo di una posizione sopraelevata come elemento chiave della vittoria. In secondo luogo, venne mandata una finta offerta di pace cui lo zar rispose con condizioni prevedibilmente inaccettabili per la Francia. Da ultimo, Napoleone sguarnì di proposito il lato meridionale del suo schieramento, presso i villaggi di Telnice e Sokolnice, situati sulla strada per Vienna, in modo da spingere austriaci e russi ad attaccarlo proprio in quel punto e così in effetti avvenne, alle ore 08:00 del 2 dicembre 1805. In quegli stessi attimi, a sorpresa, si diradò la nebbia e con il sole alto Bonaparte decise di far scattare la trappola, inviando le sue colonne alla conquista dell’altopiano di Pratzen, cogliendo alla sprovvista coloro i quali erano convinti di essere al sicuro su quelle alture. Una volta preso il controllo del Pratzen al centro, i francesi scesero alla carica verso sud, prendendo loro alle spalle austriaci e russi che cercarono la salvezza sulla via per Vienna ma vennero uccisi dall’artiglieria francese. Il bassorilievo qui presentato rielabora una delle raffigurazione più famose di questa battaglia, quella realizzata dal pottore Francois Gerard (oggi conservato al Museo de Trianon). Gérard fu incaricato dallo stesso imperatore di riprodurre in un quadro l'episodio saliente della battaglia: il momento successivo alla vittoria della Guardia imperiale francese su quella dell'imperatore. Russo. Sulla destra, l'imperatore Napoleone sta cavalcando lungo il bordo dell'altopiano del Pratzen, seguito dal suo stato maggiore, tra i quali possono essere riconosciuti, da sinistra a destra, i marescialli Berthier (alla destra dell'imperatore), Junot, Bessières e Duroc (dietro di lui). Di fronte all'imperatore, il generale Rapp arriva al galoppo per presentare le bandiere e gli stendardi tolti al nemico, branditi dai Mamelucchi della Guardia, e portandogli il principe Repnine-Volonski, colonnello-comandante della Guardia imperiale russa, che è stato fatto prigioniero. Tra questi due gruppi, l'artista ha lasciato un primo piano scarsamente popolato, testimonianza della violenza della battaglia. Il dipinto fu esposto al Salon parigino del 1810 ed ottenne grandissimo successo tantoché se ne crearono numerose riproposizioni, non solo pittoriche ma, come in questo caso scultoree. Tra i primi plastificatori a trattare l’episodio ripreso del dipinto del Barone Gèrard fu Pierre-Joseph Chardigny (1794-1866), importante scultore di busti e medaglie bronzee anche esponente dell'Académie des Beaux-Arts e segretario della Société libre des Beaux-Arts di Marsiglia. La cornice è fornita in omaggio, di conseguenza non può essere motivo di reso o reclamo. Per i dipinti acquistati all'estero: dopo il pagamento verrà avviata la procedura per ottenere la licenza di esportazione (ALC). Tutti i pezzi d'antiquariato inviati all'estero dall'Italia hanno bisogno di questo documento, rilasciato dal Ministro dei Beni Culturali. La procedura potrebbe richiedere da 3 a 5 settimane dalla richiesta, quindi, non appena avremo il documento verrà spedito il dipinto.

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XIX secolo
La Battaglia di Austerlitz
Bassorilievo in bronzo, cm 10 x 20
Con cornice, cm 19 x 30

Austerlitz è ricordata come una delle più brillanti operazioni militari della storia ed evento fondamentale nel romanzo “Guerra e Pace” di Tolstoj. Rappresenta il più grande successo raggiunto da Napoleone nella sua carriera militare e ha assunto una statura quasi mitica nell’epopea napoleonica. Quella del 2 dicembre del 1805 in Moravia (nella parte orientale della Repubblica Ceca) è definita da dagli storici la “battaglia perfetta”, quella in cui Napoleone, sconfisse finalmente i suoi nemici della Terza Coalizione, l’alleanza creata da Gran Bretagna, Impero austriaco, Impero russo, Regno di Napoli e Svezia. Nonostante l’inferiorità numerica Napoleone riuscì a prevalere: i numeri parlano chiaro, nella battaglia morirono 11000 russi e 4000 austriaci, 12000 uomini furono fatti prigionieri e furono catturati 180 cannoni e 50 bandiere. I francesi persero 1305 uomini ed ebbero 6940 feriti e 573 prigionieri. Bonaparte ordì una vera e propria trappola contro i suoi nemici, facendo loro credere di essere debole per indurli ad attaccare per primi. Anzitutto, sulla vasta area rettangolare di Austerlitz egli cedette ad austriaci e russi il controllo dell’altopiano di Pratzen al centro: del resto ogni manuale militare di rispetto riportava il controllo di una posizione sopraelevata come elemento chiave della vittoria. In secondo luogo, venne mandata una finta offerta di pace cui lo zar rispose con condizioni prevedibilmente inaccettabili per la Francia. Da ultimo, Napoleone sguarnì di proposito il lato meridionale del suo schieramento, presso i villaggi di Telnice e Sokolnice, situati sulla strada per Vienna, in modo da spingere austriaci e russi ad attaccarlo proprio in quel punto e così in effetti avvenne, alle ore 08:00 del 2 dicembre 1805. In quegli stessi attimi, a sorpresa, si diradò la nebbia e con il sole alto Bonaparte decise di far scattare la trappola, inviando le sue colonne alla conquista dell’altopiano di Pratzen, cogliendo alla sprovvista coloro i quali erano convinti di essere al sicuro su quelle alture. Una volta preso il controllo del Pratzen al centro, i francesi scesero alla carica verso sud, prendendo loro alle spalle austriaci e russi che cercarono la salvezza sulla via per Vienna ma vennero uccisi dall’artiglieria francese.
Il bassorilievo qui presentato rielabora una delle raffigurazione più famose di questa battaglia, quella realizzata dal pottore Francois Gerard (oggi conservato al Museo de Trianon). Gérard fu incaricato dallo stesso imperatore di riprodurre in un quadro l'episodio saliente della battaglia: il momento successivo alla vittoria della Guardia imperiale francese su quella dell'imperatore. Russo. Sulla destra, l'imperatore Napoleone sta cavalcando lungo il bordo dell'altopiano del Pratzen, seguito dal suo stato maggiore, tra i quali possono essere riconosciuti, da sinistra a destra, i marescialli Berthier (alla destra dell'imperatore), Junot, Bessières e Duroc (dietro di lui). Di fronte all'imperatore, il generale Rapp arriva al galoppo per presentare le bandiere e gli stendardi tolti al nemico, branditi dai Mamelucchi della Guardia, e portandogli il principe Repnine-Volonski, colonnello-comandante della Guardia imperiale russa, che è stato fatto prigioniero. Tra questi due gruppi, l'artista ha lasciato un primo piano scarsamente popolato, testimonianza della violenza della battaglia.
Il dipinto fu esposto al Salon parigino del 1810 ed ottenne grandissimo successo tantoché se ne crearono numerose riproposizioni, non solo pittoriche ma, come in questo caso scultoree. Tra i primi plastificatori a trattare l’episodio ripreso del dipinto del Barone Gèrard fu Pierre-Joseph Chardigny (1794-1866), importante scultore di busti e medaglie bronzee anche esponente dell'Académie des Beaux-Arts e segretario della Société libre des Beaux-Arts di Marsiglia.

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