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Emilio Rizzo (1881-1952) - Ritratto di nobildonna - NO RISERVE
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Emilio Rizzo (1881-1952) - Ritratto di nobildonna - NO RISERVE

EMILIO RIZZI (Cremona, 1881 – Brescia, 1952) Ritratto di nobildonna Olio su tela applicato su pannello, cm. 51 x 39 Firmato “E. Rizzi” a sinistra in centro. Dimensione cornice, cm. 68,5 x 56,5 x 5 ca. NO RISERVE NOTE: Galleria Sarno, asta del 22/06/2023, lotto 260. Pubblicazione catalogo opere della collezione Intermidiart. Opera firmata. Certificato di Garanzia e Lecita Provenienza. Opera con cornice dorata (difetti): Pregevolissima opera per valore artistico ed economico, che illustra una Ritratto di nobildonna. Si tratta di una famosa opera realizzata dal noto artista attivo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, Emilio Rizzo (Cremona, 1881 – Brescia, 1952). L’opera, firmata in centro a sinistra, e realizzata nella prima Novecento, illustra un episodio che vede come protagonista un ritratto di nobildonna, vestita con un abito di buona resa sartoriale chiaro, all’interno di una stanza con pareti decorati. Con egual sprezzatura il volto, nonostante il suo sguardo rivolto di lato in basso, catalizza l’attenzione dello spettatore, aderendo a precisi canoni della pittura di quell’epoca, qui rappresentato con atteggiamento sereno e di pace. L’originale ductus pittorico di quest’opera, è caratterizzata da un notevole livello esecutivo e rappresenta una profonda intensità dell’espressione, che rivela un abile pittore che ha saputo rendere con grande abilità le caratteristiche dello stile dell’opera. Dal punto di vista stilistico, l’opera qui in oggetto, rappresenta una profonda intensità dell’espressione che, affiancata al carattere romantico meditativo, non schivo da reminiscenze simboliste, ed è accompagnata dal taglio dell’immagine del tutto caratteristico per l’impostazione, attraverso la fusione delle masse cromatiche – con stesura veloce e vibrante – consegnandoci una solidità visiva che raramente è data a vedere nella pittura italiana del primo ‘800. Le cifre di questa pittura che risente del romanticismo e dell'impressionismo ma che è anche declinata con un piacere tutto soggettivo verso il contemporaneo con ritratti di matrice liberty, ove si presentano spedite e dinamiche, costruite attraverso una pennellata sferzante che a tratti ricorda Giovanni Boldini (1842-1931), a tratti alcuni dinamismi di Giacomo Balla (1871-1958). Emilio Rizzi (Cremona, 1881 – Brescia, 1952) sin da bambino dimostra una spiccata propensione verso il disegno. Nel 1895, si iscrive all’Accademia di Brera, dove ha come maestri Cesare Tallone (1853-1919) e Giuseppe Mentessi (1857-1931), importantissimi per la sua formazione. Fondamentale è anche l’apporto della cultura scapigliata che rimarrà sempre un punto di riferimento certo nella sua produzione anche novecentesca. Grazie al pensionato Fanny Ferrari di Cremona, nel 1903 riesce a compiere un viaggio di studio a Roma della durata di tre anni. Presso l’Accademia di Belle Arti, segue il corso di pittura di Antonio Mancini (1852-1930), con cui instaura un rapporto profondo, divenendone collaboratore. Immediatamente, l’impatto con il maestro emerge dalle tele romane di Emilio Rizzi, caratterizzate da una pennellata vibrante e da intense accensioni cromatiche e luministiche. Emilio Rizzi, nel primo decennio del Novecento, risulta poi intensamente legato alla questione sociale, come la maggior parte dei divisionisti. Molte sue tele sono dedicate alla narrazione della fatica, al duro racconto del lavoro in fabbrica o in miniera, sempre velate da un riferimento allegorico e caratterizzate da partecipazione emotiva e da uno spesso sostrato epico. Nel 1909 il pittore si trasferisce a Parigi, partecipando con energia al clima edonistico e leggero della belle époque: i dipinti dedicati al lavoro e al sacrificio umano vengono gradualmente abbandonati e sostituiti da ritratti muliebri che hanno come protagoniste bellissime donne dell’alta borghesia, come nel nostro caso. Qui, il riferimento a Boldini si fa ormai esplicito, soprattutto nella caratterizzazione vorticosa della pennellata nella resa di vestiti e capigliature eleganti e raffinate. Il tocco diviso e pulviscolare della fase romana si trasforma ormai in questo movimento vivido e vitale, che lo porta ad un indiscusso successo di critica e di pubblico. Espone con regolarità a Parigi, dove rimane fino allo scoppio della Prima guerra mondiale. Nel frattempo, espone anche alla Secessione romana e, nel 1915, si arruola nell’artiglieria e viene inviato a Napoli. In merito al suo stato conservativo, l’opera versa in buono stato conservativo. La superficie pittorica si presenta in patina. La tela risulta incollato su un pannello di legno. Le misure dell’opera sono cm. 51 x 39. Il dipinto è impreziosito da una cornice dorata (dimensioni cm. 68,5 x 56,5 x 5 ca., piccoli difetti). "La cornice mostrata nelle foto riportate sopra è stata aggiunta all’opera d’arte dal venditore o da un soggetto terzo. La cornice ti viene fornita senza costi aggiuntivi in modo che sia pronta da esporre non appena arriva. La cornice viene inclusa a titolo di cortesia e non è considerata parte integrante dell’opera d’arte. Pertanto, qualsiasi potenziale danno alla cornice che non influisce sull’opera d’arte stessa non sarà accettato come motivo valido per aprire un reclamo o richiedere l’annullamento dell’ordine." Provenienza: Coll. privata Siciliana Pubblicazione:  I Miti e il Territorio nella Sicilia dalle mille culture. INEDITA QUADRERIA catalogo generale dei dipinti della collezione del ciclo “I Miti e il territorio”, Editore Lab_04, Marsala, 2024. Nel caso di vendita al di fuori del territorio italiano, l'acquirente dovrà attendere i tempi di evasione delle pratiche di esportazione.

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EMILIO RIZZI
(Cremona, 1881 – Brescia, 1952)
Ritratto di nobildonna
Olio su tela applicato su pannello, cm. 51 x 39
Firmato “E. Rizzi” a sinistra in centro.
Dimensione cornice, cm. 68,5 x 56,5 x 5 ca.

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NOTE: Galleria Sarno, asta del 22/06/2023, lotto 260. Pubblicazione catalogo opere della collezione Intermidiart. Opera firmata. Certificato di Garanzia e Lecita Provenienza. Opera con cornice dorata (difetti):

Pregevolissima opera per valore artistico ed economico, che illustra una Ritratto di nobildonna. Si tratta di una famosa opera realizzata dal noto artista attivo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, Emilio Rizzo (Cremona, 1881 – Brescia, 1952). L’opera, firmata in centro a sinistra, e realizzata nella prima Novecento, illustra un episodio che vede come protagonista un ritratto di nobildonna, vestita con un abito di buona resa sartoriale chiaro, all’interno di una stanza con pareti decorati. Con egual sprezzatura il volto, nonostante il suo sguardo rivolto di lato in basso, catalizza l’attenzione dello spettatore, aderendo a precisi canoni della pittura di quell’epoca, qui rappresentato con atteggiamento sereno e di pace.
L’originale ductus pittorico di quest’opera, è caratterizzata da un notevole livello esecutivo e rappresenta una profonda intensità dell’espressione, che rivela un abile pittore che ha saputo rendere con grande abilità le caratteristiche dello stile dell’opera.
Dal punto di vista stilistico, l’opera qui in oggetto, rappresenta una profonda intensità dell’espressione che, affiancata al carattere romantico meditativo, non schivo da reminiscenze simboliste, ed è accompagnata dal taglio dell’immagine del tutto caratteristico per l’impostazione, attraverso la fusione delle masse cromatiche – con stesura veloce e vibrante – consegnandoci una solidità visiva che raramente è data a vedere nella pittura italiana del primo ‘800. Le cifre di questa pittura che risente del romanticismo e dell'impressionismo ma che è anche declinata con un piacere tutto soggettivo verso il contemporaneo con ritratti di matrice liberty, ove si presentano spedite e dinamiche, costruite attraverso una pennellata sferzante che a tratti ricorda Giovanni Boldini (1842-1931), a tratti alcuni dinamismi di Giacomo Balla (1871-1958).
Emilio Rizzi (Cremona, 1881 – Brescia, 1952) sin da bambino dimostra una spiccata propensione verso il disegno. Nel 1895, si iscrive all’Accademia di Brera, dove ha come maestri Cesare Tallone (1853-1919) e Giuseppe Mentessi (1857-1931), importantissimi per la sua formazione. Fondamentale è anche l’apporto della cultura scapigliata che rimarrà sempre un punto di riferimento certo nella sua produzione anche novecentesca. Grazie al pensionato Fanny Ferrari di Cremona, nel 1903 riesce a compiere un viaggio di studio a Roma della durata di tre anni. Presso l’Accademia di Belle Arti, segue il corso di pittura di Antonio Mancini (1852-1930), con cui instaura un rapporto profondo, divenendone collaboratore. Immediatamente, l’impatto con il maestro emerge dalle tele romane di Emilio Rizzi, caratterizzate da una pennellata vibrante e da intense accensioni cromatiche e luministiche.
Emilio Rizzi, nel primo decennio del Novecento, risulta poi intensamente legato alla questione sociale, come la maggior parte dei divisionisti. Molte sue tele sono dedicate alla narrazione della fatica, al duro racconto del lavoro in fabbrica o in miniera, sempre velate da un riferimento allegorico e caratterizzate da partecipazione emotiva e da uno spesso sostrato epico. Nel 1909 il pittore si trasferisce a Parigi, partecipando con energia al clima edonistico e leggero della belle époque: i dipinti dedicati al lavoro e al sacrificio umano vengono gradualmente abbandonati e sostituiti da ritratti muliebri che hanno come protagoniste bellissime donne dell’alta borghesia, come nel nostro caso. Qui, il riferimento a Boldini si fa ormai esplicito, soprattutto nella caratterizzazione vorticosa della pennellata nella resa di vestiti e capigliature eleganti e raffinate. Il tocco diviso e pulviscolare della fase romana si trasforma ormai in questo movimento vivido e vitale, che lo porta ad un indiscusso successo di critica e di pubblico. Espone con regolarità a Parigi, dove rimane fino allo scoppio della Prima guerra mondiale. Nel frattempo, espone anche alla Secessione romana e, nel 1915, si arruola nell’artiglieria e viene inviato a Napoli.
In merito al suo stato conservativo, l’opera versa in buono stato conservativo. La superficie pittorica si presenta in patina. La tela risulta incollato su un pannello di legno. Le misure dell’opera sono cm. 51 x 39. Il dipinto è impreziosito da una cornice dorata (dimensioni cm. 68,5 x 56,5 x 5 ca., piccoli difetti). "La cornice mostrata nelle foto riportate sopra è stata aggiunta all’opera d’arte dal venditore o da un soggetto terzo. La cornice ti viene fornita senza costi aggiuntivi in modo che sia pronta da esporre non appena arriva. La cornice viene inclusa a titolo di cortesia e non è considerata parte integrante dell’opera d’arte. Pertanto, qualsiasi potenziale danno alla cornice che non influisce sull’opera d’arte stessa non sarà accettato come motivo valido per aprire un reclamo o richiedere l’annullamento dell’ordine."

Provenienza: Coll. privata Siciliana

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