Dean Marino - Dean Marino - 咖啡桌 - 平和 - 黎巴嫩雪松
編號 82377869
Dean Marino - Side table (2) - 鶴壁 - 雪松木
編號 82377869
Dean Marino - Side table (2) - 鶴壁 - 雪松木
Titolo: " Hebi " (serpente)
Artista designer : Dean Marino
Anno: 2023
Coppia (2 pezzi)
Condizioni: eccellenti
Firmato a mano
Certificato di autenticità incluso.
Made in Italy.
Misure 1: 40x25x25 cm
Misure 2: 40x25x25 cm
Tecnica: Yakisugi
Filosofia: Wabi-sabi
Materiali: Cedro del Libano
Finitura: Olio di lino cera naturale
Marino Piotti, in arte Dean Marino, classe 1982 é Uno Scultore designer Italiano originario della Valtrompia. Fin da ragazzino vive un rapporto viscerale con gli elementi della propria terra. Realizza sculture con elementi naturali come il legno e il ferro, dando una nuova vita ad essi, e mantenendo costantemente il forte legame con le sue origini.
Il suo obiettivo é creare una connessione imprescindibile tra uomo e natura.
La sua mission é la rigenerazione della materia.
I nodi e le cicatrici naturali sono emanazione della filosofia Wabi-sabi che avvolge la scultura
Esposizioni :
Palazzo Facchi " the dreamers "2021 (Brescia)
Valley inc. 2021 (Brescia)
" Origins " 2022 (Brescia)
" Contemporaneamente " 2023 (Brescia)
" FuturaExpo 2023 " Brescia
Esposizione permanente: " Alisani Bistrot)
Tecnica utilizzata:
Yakisugi (焼杉) è un metodo tradizionale giapponese di conservazione del legno .
Yaki significa riscaldare con il fuoco e sugi è cipresso . In Occidente viene indicato come rivestimento in legno bruciato e noto anche come shou sugi ban (焼杉板) che utilizza gli stessicaratteri kanji ma una pronuncia errata .
Il carattere ban significa " tavola ".
Carbonizzando leggermente la superficie del legno senza bruciare l'intero pezzo, il legno diventa impermeabile attraverso la carbonizzazione ed è quindi più resistente.
Inoltre protegge dagli insetti, oltre a rendere il legno ignifugo.
Filosofia:
Wabi-sabi (侘寂) costituisce una visione del mondo giapponese, o estetica, fondata sull'accettazione della transitorietà e dell'imperfezione delle cose. Tale visione, talvolta descritta come "bellezza imperfetta, impermanente e incompleta" deriva dalla dottrina buddhista dell'anitya (impermanenza)