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Ovidio - Amori - 1782
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Ovidio - Amori - 1782

ELEGANTISSIMA EDIZIONE REMONDINIANA DELLE OPERE DI OVIDIO Traduzione poetica di carmi amorosi di Ovidio. L'incantevole edizione del 1802 di "Amori Me Venus Artificem Tenero Praefecit Amori" di Ovidio; è un gioiello letterario che trasforma la poesia dell'antica Roma in un'opera d'arte tangibile. I Remondini furono una famiglia di stampatori che operarono a Bassano del Grappa da metà del XVII a metà del XIX secolo. Iniziò con le xilografie di santi e di soggetti popolari, che i contadini acquistavano a protezione delle loro case. Da quel primo torchio ebbe origine una delle più importanti calcografie d'Europa. Tra il 1735 e il 1739 Giuseppe Remondini (1700-1769) sviluppò la stamperia dei Remondini che produceva anche altre tipologieː la carta da parati e molte serie di piccole stampe da incollare sui mobili, per ottenere le tipiche decorazioni settecentesche veneziane note come lacca povera o arte povera. All'inizio dell'ottocento la stamperia dei Remondini contava 18 torchi per impressioni tipografiche e xilografiche, 24 per incisioni in rame, attrezzature per la stampa di carte speciali e le carte da parati, 4 cartiere e una fonderia per i caratteri in piombo. Complessivamente davano lavoro ad oltre 1.000 operai. CONTENTS Ogni pagina diventa una composizione estetica, dando vita alle parole di Ovidio in un modo che va oltre il semplice testo. Questo libro non è solo una raccolta di poesie, ma una celebrazione dell'incontro tra l'arte del linguaggio e l'arte della stampa. Possedere questa edizione significa immergersi in un passato glorioso, dove la passione, l'amore e l'arte si fondono in una sinfonia di bellezza senza tempo. Un pezzo imperdibile per gli amanti della poesia classica e degli oggetti d'arte pregiata. Insieme al mito, l’eros è la grande fonte di ispirazione del poeta di Sulmona, che nel suo epitaffio volle definirsi «scherzoso cantore di teneri amori». Fingendo di narrare gli episodi di un privatissimo romanzo sentimentale, Ovidio traveste da racconto autobiografico le storie cantate da Catullo, Tibullo, Properzio. A conferire unità al canzoniere è proprio la voce del poeta-innamorato che dà espressione ai tormenti di ogni amante, mentre la figura di Corinna, pur descritta in tutta la sua sfolgorante bellezza, appare solo una pallida idealizzazione delle tante fanciulle corteggiate. Nell’ultimo elegiaco della latinità l’amore non è più passione ardente ed esclusiva, dedizione totale all’unica donna amata, bensì capriccio e avventura galante dove il pathos e il dramma si stemperano nell’ironia, nel gioco intellettuale, nel gusto del paradosso. Publio Ovidio Nasone, noto semplicemente come Ovidio; poeta latino (Sulmona 43 a. C. - Tomi, sul Mar Nero, 17 d. C.). Venuto giovanissimo a Roma, vi studiò retorica, ma passò presto alla poesia. Fu a contatto con i maggiori letterati e poeti del suo tempo, come Messalla, Cornelio Gallo, Properzio, Orazio, e frequentò la corte di Augusto, conducendo vita brillante. Esercitò magistrature minori, dopo un viaggio d'istruzione in Grecia, Egitto e Asia, e una permanenza in Sicilia; a Roma, in pochi anni, contrasse tre matrimonî, dei quali solo il terzo fu lungo e felice. Nel frattempo, già dai primi anni, nel circolo di Messalla, aveva composto una tragedia, Medea, assai lodata nell'antichità, e aveva cominciato a comporre un canzoniere amoroso in distici elegiaci, che pubblicò nel 14 a. C. in cinque libri e poi, rimaneggiato in tre libri, pochi anni dopo: gli Amores. A questa raccolta di poesie leggere e galanti seguirono le Heroides (titolo originale, forse, Epistulae), fittizie lettere scritte da eroine celebri della mitologia ai loro amanti, probabilmente rimaneggiate ed edite più volte, e l'Ars amatoria (v.), pubblicata in due riprese nei primi anni dell'era volgare. Con quest'ultima O. diventò il beniamino di tutta la società raffinata di Roma. Come completamento dell'Ars, seguirono poi i Remedia amoris (poemetto in 40 distici) e il De medicamine faciei (carme in distici sui cosmetici, di cui ci resta un centinaio di versi). CONDITION REPORT Legatura in mezza pelle. Titolo inciso al dorso. Incisione in antiporta. Inciso e con vignette calcografiche. Le pagine interne del libro non presentano particolari segni di usura ne di macchie. Buono stato di mantenimento dell’opera. Bella copia, completa, pulita e ordinata. Pp. (2); 14nn. 150; (2). FULL TITLES & AUTHORS Amori Me Venus artificem tenero praefecit Amori In Bassano, Remondini di Venezia 1782 Ovidio

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Ovidio - Amori - 1782

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ELEGANTISSIMA EDIZIONE REMONDINIANA DELLE OPERE DI OVIDIO
Traduzione poetica di carmi amorosi di Ovidio. L'incantevole edizione del 1802 di "Amori Me Venus Artificem Tenero Praefecit Amori" di Ovidio; è un gioiello letterario che trasforma la poesia dell'antica Roma in un'opera d'arte tangibile.
I Remondini furono una famiglia di stampatori che operarono a Bassano del Grappa da metà del XVII a metà del XIX secolo. Iniziò con le xilografie di santi e di soggetti popolari, che i contadini acquistavano a protezione delle loro case. Da quel primo torchio ebbe origine una delle più importanti calcografie d'Europa.
Tra il 1735 e il 1739 Giuseppe Remondini (1700-1769) sviluppò la stamperia dei Remondini che produceva anche altre tipologieː la carta da parati e molte serie di piccole stampe da incollare sui mobili, per ottenere le tipiche decorazioni settecentesche veneziane note come lacca povera o arte povera.
All'inizio dell'ottocento la stamperia dei Remondini contava 18 torchi per impressioni tipografiche e xilografiche, 24 per incisioni in rame, attrezzature per la stampa di carte speciali e le carte da parati, 4 cartiere e una fonderia per i caratteri in piombo. Complessivamente davano lavoro ad oltre 1.000 operai.

CONTENTS
Ogni pagina diventa una composizione estetica, dando vita alle parole di Ovidio in un modo che va oltre il semplice testo. Questo libro non è solo una raccolta di poesie, ma una celebrazione dell'incontro tra l'arte del linguaggio e l'arte della stampa. Possedere questa edizione significa immergersi in un passato glorioso, dove la passione, l'amore e l'arte si fondono in una sinfonia di bellezza senza tempo. Un pezzo imperdibile per gli amanti della poesia classica e degli oggetti d'arte pregiata.

Insieme al mito, l’eros è la grande fonte di ispirazione del poeta di Sulmona, che nel suo epitaffio volle definirsi «scherzoso cantore di teneri amori». Fingendo di narrare gli episodi di un privatissimo romanzo sentimentale, Ovidio traveste da racconto autobiografico le storie cantate da Catullo, Tibullo, Properzio. A conferire unità al canzoniere è proprio la voce del poeta-innamorato che dà espressione ai tormenti di ogni amante, mentre la figura di Corinna, pur descritta in tutta la sua sfolgorante bellezza, appare solo una pallida idealizzazione delle tante fanciulle corteggiate. Nell’ultimo elegiaco della latinità l’amore non è più passione ardente ed esclusiva, dedizione totale all’unica donna amata, bensì capriccio e avventura galante dove il pathos e il dramma si stemperano nell’ironia, nel gioco intellettuale, nel gusto del paradosso.

Publio Ovidio Nasone, noto semplicemente come Ovidio; poeta latino (Sulmona 43 a. C. - Tomi, sul Mar Nero, 17 d. C.). Venuto giovanissimo a Roma, vi studiò retorica, ma passò presto alla poesia. Fu a contatto con i maggiori letterati e poeti del suo tempo, come Messalla, Cornelio Gallo, Properzio, Orazio, e frequentò la corte di Augusto, conducendo vita brillante. Esercitò magistrature minori, dopo un viaggio d'istruzione in Grecia, Egitto e Asia, e una permanenza in Sicilia; a Roma, in pochi anni, contrasse tre matrimonî, dei quali solo il terzo fu lungo e felice. Nel frattempo, già dai primi anni, nel circolo di Messalla, aveva composto una tragedia, Medea, assai lodata nell'antichità, e aveva cominciato a comporre un canzoniere amoroso in distici elegiaci, che pubblicò nel 14 a. C. in cinque libri e poi, rimaneggiato in tre libri, pochi anni dopo: gli Amores. A questa raccolta di poesie leggere e galanti seguirono le Heroides (titolo originale, forse, Epistulae), fittizie lettere scritte da eroine celebri della mitologia ai loro amanti, probabilmente rimaneggiate ed edite più volte, e l'Ars amatoria (v.), pubblicata in due riprese nei primi anni dell'era volgare. Con quest'ultima O. diventò il beniamino di tutta la società raffinata di Roma. Come completamento dell'Ars, seguirono poi i Remedia amoris (poemetto in 40 distici) e il De medicamine faciei (carme in distici sui cosmetici, di cui ci resta un centinaio di versi).

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Legatura in mezza pelle. Titolo inciso al dorso. Incisione in antiporta. Inciso e con vignette calcografiche. Le pagine interne del libro non presentano particolari segni di usura ne di macchie. Buono stato di mantenimento dell’opera. Bella copia, completa, pulita e ordinata. Pp. (2); 14nn. 150; (2).

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In Bassano, Remondini di Venezia 1782
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