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d'Espezel / Chièze - Tristan et Iseut - 1956
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d'Espezel / Chièze - Tristan et Iseut - 1956

LA PIU' GRANDE STORIA D'AMORE DEL MEDIOEVO : MITI ARTURIANI NATI NEL DODICESIMO SECOLO Edizione limitata di 8925 copie numerate, questa è una delle copie numerate dell'edizione principale su pergamena color crema. Grande successo editoriale per il quale la tipografia, le illustrazioni e perfino la rilegatura si fondono in armonia con lo spirito del testo, proponendo il Tristano e Isotta di Pierre d'Espezel scritto dai manoscritti di Thomas, dei due Bérouls, di Berna, fratello Robert, Eilhart d'Oberg e Gottfried de Strasburgo. Il testo è anche preceduto da Jean Marx. È illustrato con notevoli xilografie di Jean Chiéze per le iniziali, i cul-de-lampes e le tavole inserite. CONTENTS Tristano, figlio di Rivalen e Blancheflor (sorella dello zio di Tristano, Marco) perde entrambi i genitori in età giovanile. Secondo alcune teorie, infatti, l'etimologia del nome () rimanderebbe al fatto che la madre di Tristano muoia di parto. È stato cresciuto dallo zio, re Marco di Cornovaglia, presso la corte Tintagel in Cornovaglia. Diventato un giovane guerriero, Tristano parte per l'Irlanda per cercare di sconfiggere il mostro Morholt, fratello del re d'Irlanda e zio d'Isotta, che ogni anno chiede come tributo il sacrificio umano di 300 ragazzi e ragazze. Nonostante riesca a uccidere il gigante, Tristano resta ferito a causa della spada avvelenata utilizzata da Morholt. Torna nuovamente in Cornovaglia dallo zio Marco, ma non riuscendo a guarire in seguito alle complicazioni della ferita chiede di essere posto su una piccola barca solo con la sua arpa. Sbarca dunque sulle coste dell'Irlanda, dove viene accolto e curato da Isotta la Bionda, che, pur non conoscendo il suo vero nome dal momento che Tristano si presenta col nome Tantris (anagramma di Tristan), si prende cura di lui. Tristano, una volta guarito, torna a Tintagel. Pressato a sposarsi per garantire al trono una successione, re Marco decide di prendere in moglie colei cui appartiene un capello d'oro portato da un uccello sulla sua finestra. Tristano, consapevole del fatto che quel capello biondo appartiene a Isotta, parte per l'Irlanda. Il padre d'Isotta, nel frattempo, decide di dare in sposa sua figlia a colui che avesse sconfitto e ucciso un terribile drago. Tristano riesce nell'impresa e Isotta riconosce in lui l'assassino dello zio, dal momento che alla spada di Tristano manca una parte della lama, trovata interamente nel cranio di Morholt. Rinuncia tuttavia a vendicarsi e accoglie la richiesta di sposare re Marco per sanare le rivalità tra i due regni; s'imbarca dunque con Tristano verso la Britannia. Intanto la regina d'Irlanda affida all'ancella Brangania il compito di preparare un filtro magico, da far bere ai due sposi la notte delle nozze. Durante la navigazione, però, Brangania dà per errore il filtro magico a Tristano per placare la sua sete e quest'ultimo, successivamente, lo offre a Isotta. Un'altra versione della storia dice che una pietra magica li fece innamorare. I due cadono così preda dell'amore. Isotta sposa comunque Marco, facendosi sostituire da Brangania per la consumazione del matrimonio. Seguono mesi di amori clandestini, di trucchi e menzogne, durante cui i due innamorati rischiano costantemente di essere scoperti dai baroni invidiosi. Un nano malvagio, buffone del re, tenta di farli cogliere sul fatto durante un loro appuntamento notturno nel verziere, ma Tristano si accorge della presenza del re nascosto tra le fronde di un pino e riesce ad avvertire Isotta, che inscena un dialogo del tutto innocente. Scoperti e condannati a morte, i due riescono a fuggire e si rifugiano nella foresta del Morrois. Scoperti dal re Marco, Tristano viene esiliato e decide di tornare nella sua terra natale, il Sudgalles, dove resta un anno. Non sopportando di vivere lontano dalla sua amata, torna nuovamente in Cornovaglia e si rifugia nella foresta. Durante il suo soggiorno, gli giunge voce che tutti i cavalieri sono stati convocati presso la corte di Tintagel, così Tristano pensa che la regina Isotta dovrà necessariamente percorrere quella strada per recarsi alla corte e decide di lasciarle un indizio incidendo il suo nome su un ramo di un albero di nocciolo. Isotta, molto scaltra e abituata a simili sotterfugi, nota la presenza del bastone e, dopo essersi allontanata dal corteo, si ricongiunge finalmente col suo amato. Dopo quest'episodio, Tristano si reca nuovamente nel Galles, dove sposa Isotta dalle Bianche Mani, con cui tuttavia non consuma il matrimonio dal momento che l'amore provato per Isotta la Bionda gli impedisce di unirsi fisicamente con la rispettiva moglie. Nel frattempo l'innocenza della regina è continuamente messa in dubbio dai baroni malvagi, inducendola a reclamare un'ordalia. Tristano si reca alla cerimonia travestito e aiuta la regina. Più volte ancora Tristano si reca segretamente in Cornovaglia travestito. Una volta l'accompagna il cognato Caerdino (Kaherdin), che offeso per l'ingiuria fatta da Tristano alla sorella (non aveva consumato il matrimonio con Isotta dalle Bianche Mani) vuole vedere coi suoi occhi la bellezza di Isotta la Bionda e l'intensità del suo amore. I due così fanno pace e Caerdino si proclama amante dell'ancella della regina Isotta la Bionda. Ferito gravemente durante una spedizione, Tristano capisce che solo Isotta la Bionda può guarirlo e la manda a chiamare, chiedendo che vengano messe vele bianche alla nave con cui verrà se lei accetta di venire e nere se si rifiuta. Ella accetta, ma la sposa di Tristano, avendo scoperto il loro amore, gli riferisce che le vele sono nere. Credendosi abbandonato da Isotta, Tristano si lascia morire. La donna, arrivata troppo tardi presso di lui, muore di dolore a sua volta. Pentita per le conseguenze tragiche della sua menzogna, Isotta dalle Bianche Mani rimanda i corpi in Cornovaglia, facendoli seppellire insieme. CONDITION REPORT Rilegatura in piena pelle con titolo dorato al dorso sormontato da una spada in rilievo, ciascuna delle copertine è lavorata in pelle pressata a freddo, colorata al piatto e arricchita con cabochon in ottone. Una riuscita rievocazione delle legature medievali. Belle anche le finiture: risguardi marmorizzati, bordo superiore dorato, bordo, ecc. Il set è protetto da una cartella in cartone e da un cofanetto accompagnato dal catalogo dell'editore. Pp. (8); 16nn. 293; 2nn. (14) FULL TITLES & AUTHORS Tristan et Iseut Union latine d'éditions 1956 Pierre d'Espezel / Jean Chièze

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LA PIU' GRANDE STORIA D'AMORE DEL MEDIOEVO : MITI ARTURIANI NATI NEL DODICESIMO SECOLO
Edizione limitata di 8925 copie numerate, questa è una delle copie numerate dell'edizione principale su pergamena color crema. Grande successo editoriale per il quale la tipografia, le illustrazioni e perfino la rilegatura si fondono in armonia con lo spirito del testo, proponendo il Tristano e Isotta di Pierre d'Espezel scritto dai manoscritti di Thomas, dei due Bérouls, di Berna, fratello Robert, Eilhart d'Oberg e Gottfried de Strasburgo. Il testo è anche preceduto da Jean Marx. È illustrato con notevoli xilografie di Jean Chiéze per le iniziali, i cul-de-lampes e le tavole inserite.

CONTENTS
Tristano, figlio di Rivalen e Blancheflor (sorella dello zio di Tristano, Marco) perde entrambi i genitori in età giovanile. Secondo alcune teorie, infatti, l'etimologia del nome () rimanderebbe al fatto che la madre di Tristano muoia di parto. È stato cresciuto dallo zio, re Marco di Cornovaglia, presso la corte Tintagel in Cornovaglia. Diventato un giovane guerriero, Tristano parte per l'Irlanda per cercare di sconfiggere il mostro Morholt, fratello del re d'Irlanda e zio d'Isotta, che ogni anno chiede come tributo il sacrificio umano di 300 ragazzi e ragazze. Nonostante riesca a uccidere il gigante, Tristano resta ferito a causa della spada avvelenata utilizzata da Morholt. Torna nuovamente in Cornovaglia dallo zio Marco, ma non riuscendo a guarire in seguito alle complicazioni della ferita chiede di essere posto su una piccola barca solo con la sua arpa.

Sbarca dunque sulle coste dell'Irlanda, dove viene accolto e curato da Isotta la Bionda, che, pur non conoscendo il suo vero nome dal momento che Tristano si presenta col nome Tantris (anagramma di Tristan), si prende cura di lui. Tristano, una volta guarito, torna a Tintagel. Pressato a sposarsi per garantire al trono una successione, re Marco decide di prendere in moglie colei cui appartiene un capello d'oro portato da un uccello sulla sua finestra. Tristano, consapevole del fatto che quel capello biondo appartiene a Isotta, parte per l'Irlanda. Il padre d'Isotta, nel frattempo, decide di dare in sposa sua figlia a colui che avesse sconfitto e ucciso un terribile drago. Tristano riesce nell'impresa e Isotta riconosce in lui l'assassino dello zio, dal momento che alla spada di Tristano manca una parte della lama, trovata interamente nel cranio di Morholt.

Rinuncia tuttavia a vendicarsi e accoglie la richiesta di sposare re Marco per sanare le rivalità tra i due regni; s'imbarca dunque con Tristano verso la Britannia. Intanto la regina d'Irlanda affida all'ancella Brangania il compito di preparare un filtro magico, da far bere ai due sposi la notte delle nozze. Durante la navigazione, però, Brangania dà per errore il filtro magico a Tristano per placare la sua sete e quest'ultimo, successivamente, lo offre a Isotta. Un'altra versione della storia dice che una pietra magica li fece innamorare. I due cadono così preda dell'amore. Isotta sposa comunque Marco, facendosi sostituire da Brangania per la consumazione del matrimonio.

Seguono mesi di amori clandestini, di trucchi e menzogne, durante cui i due innamorati rischiano costantemente di essere scoperti dai baroni invidiosi. Un nano malvagio, buffone del re, tenta di farli cogliere sul fatto durante un loro appuntamento notturno nel verziere, ma Tristano si accorge della presenza del re nascosto tra le fronde di un pino e riesce ad avvertire Isotta, che inscena un dialogo del tutto innocente. Scoperti e condannati a morte, i due riescono a fuggire e si rifugiano nella foresta del Morrois. Scoperti dal re Marco, Tristano viene esiliato e decide di tornare nella sua terra natale, il Sudgalles, dove resta un anno. Non sopportando di vivere lontano dalla sua amata, torna nuovamente in Cornovaglia e si rifugia nella foresta.

Durante il suo soggiorno, gli giunge voce che tutti i cavalieri sono stati convocati presso la corte di Tintagel, così Tristano pensa che la regina Isotta dovrà necessariamente percorrere quella strada per recarsi alla corte e decide di lasciarle un indizio incidendo il suo nome su un ramo di un albero di nocciolo. Isotta, molto scaltra e abituata a simili sotterfugi, nota la presenza del bastone e, dopo essersi allontanata dal corteo, si ricongiunge finalmente col suo amato. Dopo quest'episodio, Tristano si reca nuovamente nel Galles, dove sposa Isotta dalle Bianche Mani, con cui tuttavia non consuma il matrimonio dal momento che l'amore provato per Isotta la Bionda gli impedisce di unirsi fisicamente con la rispettiva moglie.

Nel frattempo l'innocenza della regina è continuamente messa in dubbio dai baroni malvagi, inducendola a reclamare un'ordalia. Tristano si reca alla cerimonia travestito e aiuta la regina. Più volte ancora Tristano si reca segretamente in Cornovaglia travestito. Una volta l'accompagna il cognato Caerdino (Kaherdin), che offeso per l'ingiuria fatta da Tristano alla sorella (non aveva consumato il matrimonio con Isotta dalle Bianche Mani) vuole vedere coi suoi occhi la bellezza di Isotta la Bionda e l'intensità del suo amore. I due così fanno pace e Caerdino si proclama amante dell'ancella della regina Isotta la Bionda.

Ferito gravemente durante una spedizione, Tristano capisce che solo Isotta la Bionda può guarirlo e la manda a chiamare, chiedendo che vengano messe vele bianche alla nave con cui verrà se lei accetta di venire e nere se si rifiuta. Ella accetta, ma la sposa di Tristano, avendo scoperto il loro amore, gli riferisce che le vele sono nere. Credendosi abbandonato da Isotta, Tristano si lascia morire. La donna, arrivata troppo tardi presso di lui, muore di dolore a sua volta. Pentita per le conseguenze tragiche della sua menzogna, Isotta dalle Bianche Mani rimanda i corpi in Cornovaglia, facendoli seppellire insieme.

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Rilegatura in piena pelle con titolo dorato al dorso sormontato da una spada in rilievo, ciascuna delle copertine è lavorata in pelle pressata a freddo, colorata al piatto e arricchita con cabochon in ottone. Una riuscita rievocazione delle legature medievali. Belle anche le finiture: risguardi marmorizzati, bordo superiore dorato, bordo, ecc. Il set è protetto da una cartella in cartone e da un cofanetto accompagnato dal catalogo dell'editore. Pp. (8); 16nn. 293; 2nn. (14)

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