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Ripa - Iconologia - 1645
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Ripa - Iconologia - 1645

UN VIAGGIO NELL'UNIVERSO SIMBOLICO CHE HA CAMBIATO L'ARTE E L'ARCHITETTURA Grandi illustrazioni xilografiche con decorazioni architettoniche ai lati. Testo impregnato di simbolismo allegorico, che rende l'opera un vero classico. Rappresentazione di stati d'animo, virtù, luoghi geografici, destinati all'uso di artisti e scrittori. L'opera è considerata come una summa di rappresentazione allegorica, un precursore e una fonte di ispirazione sempre attuale. CONTENTS Bellissimo esempio dell'opera che ha reso famosa Ripa, è considerata come una summa di rappresentazioni allegoriche, un precursore e una fonte di ispirazione sempre attuale di virtù, luoghi geografici, simboli, destinati all'uso di artisti e scrittori. Cesare Ripa (Perugia, 1555 – Roma, 1622) è stato uno studioso accademico e scrittore italiano. Da giovane entrò nella corte del cardinale Anton Maria Salviati, come «trinciante», ovvero addetto a tagliare le vivande della mensa del cardinale. Il 30 marzo 1598 ricevette il prestigioso titolo di “Cavaliere de' Santi Mauritio et Lazaro” conferitogli da Papa Clemente VIII. Membro dell'Accademia degli Intronati di Siena, dedita allo studio di opere classiche e di medaglie antiche, ebbe contatti con quella degli Incitati a Roma, città in cui risulta presente dal 1611 al 1620. Quale accademico aveva il soprannome di «Cupo», e la sua impresa era formata da un «Tronco d'Amandola unito con uno di Moro celso». Non conosciamo molto della vita di Cesare Ripa. Già nella prefazione all’edizione perugina dell’Iconologia del 1764 Cesare Orlandi sottolineava la scarsità di informazioni biografiche sul letterato anche nelle fonti del XVII secolo a lui contemporanee. Nonostante la grandissima fama dell’opera che lo rese famoso, l’Iconologia, Ripa rimase infatti un personaggio dai contorni biografici sfumati, al punto che fu messa in dubbio perfino l’autenticità del suo nome. Un manoscritto del XVII secolo dedicato agli accademici intronati di Siena redatto da Uberto Benvoglienti suggeriva infatti di considerare il nome Cesare Ripa come pseudonimo di Giovanni Campani. La questione, avanzata e discussa da Erna Mandosky, è stata definitivamente risolta solo dopo il ritrovamento da parte di Chiara Stefani degli Stati d’anime della parrocchia di Santa Maria del Popolo che attestano la presenza del letterato a Roma tra il 1611 e il 1620, confermando la veridicità del suo nome. Sappiamo che Cesare Ripa nacque a Perugia intorno al 1555 e che morì a Roma in condizioni di estrema povertà nel 1622. Non conosciamo particolari sulla sua formazione e istruzione, mentre è possibile documentare il suo rapporto con alcune accademie letterarie come quella dei Filomati e Intronati e di Siena, dedite allo studio dell’antiquaria e dei classici greci e latini, e quella degli Insensati di Perugia, con cui continuò ad avere rapporti anche dopo la sua partenza dalla città natale. Ancora molto giovane si recò infatti a Roma per lavorare alla corte del cardinale Antonio Maria Salviati, dove venne assunto come trinciante, cioè come addetto a tagliare le vivande durante i banchetti, un ruolo che implicava anche il compito di intrattenere la raffinata cerchia degli ospiti del cardinale con doti di colta eloquenza. La corte del cardinale Salviati, che proprio dal 1592 dal primo anno del pontificato di Clemente VIII era divenuto consigliere personale del papa e arbitro indiscusso della politica romana, era frequentata da letterati ed eruditi. Tramite il suo autorevolissimo patrono Ripa ebbe dunque rapporti con intellettuali e antiquari come Zaratino Castellini, Fulvio Mariottelli, Pier Leone Casella, Marzio Milesi, Porfirio Feliciani e con esponenti dell’Accademia degli Insensati a sua volta intrecciata con quella di S. Luca. CONDITION REPORT Legatura coeva in pergamena morbida, titolo manoscritto al taglio inferiore dorso rimontato in pergamena antica. Oltre trecento illusrtazioni xilografiche nel testo. Interno del libro solido con macchie e gore diffuse, alcune pagine brunite in modo omogeneo. Pp.(2); 58nn. 683; (4) FULL TITLES & AUTHORS Iconologia di Cesare Ripa Perugino cavalier di SS. Mauritio, & Lazaro. Divisa in Tre libri. Nella quale si esprimono varie imagini di virtù, vitii, affetti, passioni humane, arti, discipline, humori, elementi, corpi celesti, provincie d'Italia, fiumi, & altre materie infinite utili ad ogni stato di persone. Ampliata dal Sig. Cav. Gio. Zaratino Castellini Romano in questa ultima editione di imagini, & discorsi, con indici copiosi, & ricorretta In Venezia, Presso Cristoforo Tomasini 1645 Cesare Ripa

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UN VIAGGIO NELL'UNIVERSO SIMBOLICO CHE HA CAMBIATO L'ARTE E L'ARCHITETTURA
Grandi illustrazioni xilografiche con decorazioni architettoniche ai lati.
Testo impregnato di simbolismo allegorico, che rende l'opera un vero classico. Rappresentazione di stati d'animo, virtù, luoghi geografici, destinati all'uso di artisti e scrittori. L'opera è considerata come una summa di rappresentazione allegorica, un precursore e una fonte di ispirazione sempre attuale.

CONTENTS
Bellissimo esempio dell'opera che ha reso famosa Ripa, è considerata come una summa di rappresentazioni allegoriche, un precursore e una fonte di ispirazione sempre attuale di virtù, luoghi geografici, simboli, destinati all'uso di artisti e scrittori.

Cesare Ripa (Perugia, 1555 – Roma, 1622) è stato uno studioso accademico e scrittore italiano.
Da giovane entrò nella corte del cardinale Anton Maria Salviati, come «trinciante», ovvero addetto a tagliare le vivande della mensa del cardinale. Il 30 marzo 1598 ricevette il prestigioso titolo di “Cavaliere de' Santi Mauritio et Lazaro” conferitogli da Papa Clemente VIII. Membro dell'Accademia degli Intronati di Siena, dedita allo studio di opere classiche e di medaglie antiche, ebbe contatti con quella degli Incitati a Roma, città in cui risulta presente dal 1611 al 1620. Quale accademico aveva il soprannome di «Cupo», e la sua impresa era formata da un «Tronco d'Amandola unito con uno di Moro celso».

Non conosciamo molto della vita di Cesare Ripa. Già nella prefazione all’edizione perugina dell’Iconologia del 1764 Cesare Orlandi sottolineava la scarsità di informazioni biografiche sul letterato anche nelle fonti del XVII secolo a lui contemporanee. Nonostante la grandissima fama dell’opera che lo rese famoso, l’Iconologia, Ripa rimase infatti un personaggio dai contorni biografici sfumati, al punto che fu messa in dubbio perfino l’autenticità del suo nome. Un manoscritto del XVII secolo dedicato agli accademici intronati di Siena redatto da Uberto Benvoglienti suggeriva infatti di considerare il nome Cesare Ripa come pseudonimo di Giovanni Campani. La questione, avanzata e discussa da Erna Mandosky, è stata definitivamente risolta solo dopo il ritrovamento da parte di Chiara Stefani degli Stati d’anime della parrocchia di Santa Maria del Popolo che attestano la presenza del letterato a Roma tra il 1611 e il 1620, confermando la veridicità del suo nome.

Sappiamo che Cesare Ripa nacque a Perugia intorno al 1555 e che morì a Roma in condizioni di estrema povertà nel 1622. Non conosciamo particolari sulla sua formazione e istruzione, mentre è possibile documentare il suo rapporto con alcune accademie letterarie come quella dei Filomati e Intronati e di Siena, dedite allo studio dell’antiquaria e dei classici greci e latini, e quella degli Insensati di Perugia, con cui continuò ad avere rapporti anche dopo la sua partenza dalla città natale. Ancora molto giovane si recò infatti a Roma per lavorare alla corte del cardinale Antonio Maria Salviati, dove venne assunto come trinciante, cioè come addetto a tagliare le vivande durante i banchetti, un ruolo che implicava anche il compito di intrattenere la raffinata cerchia degli ospiti del cardinale con doti di colta eloquenza. La corte del cardinale Salviati, che proprio dal 1592 dal primo anno del pontificato di Clemente VIII era divenuto consigliere personale del papa e arbitro indiscusso della politica romana, era frequentata da letterati ed eruditi. Tramite il suo autorevolissimo patrono Ripa ebbe dunque rapporti con intellettuali e antiquari come Zaratino Castellini, Fulvio Mariottelli, Pier Leone Casella, Marzio Milesi, Porfirio Feliciani e con esponenti dell’Accademia degli Insensati a sua volta intrecciata con quella di S. Luca.

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Legatura coeva in pergamena morbida, titolo manoscritto al taglio inferiore dorso rimontato in pergamena antica. Oltre trecento illusrtazioni xilografiche nel testo. Interno del libro solido con macchie e gore diffuse, alcune pagine brunite in modo omogeneo. Pp.(2); 58nn. 683; (4)

FULL TITLES & AUTHORS
Iconologia di Cesare Ripa Perugino cavalier di SS. Mauritio, & Lazaro. Divisa in Tre libri. Nella quale si esprimono varie imagini di virtù, vitii, affetti, passioni humane, arti, discipline, humori, elementi, corpi celesti, provincie d'Italia, fiumi, & altre materie infinite utili ad ogni stato di persone. Ampliata dal Sig. Cav. Gio. Zaratino Castellini Romano in questa ultima editione di imagini, & discorsi, con indici copiosi, & ricorretta
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