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Diodoro Siculo - Bibliothecae historicae libri VI - 1481
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Diodoro Siculo - Bibliothecae historicae libri VI - 1481

1481 EARLY INCUNABLE - IN FOLIO ANTICO - MONUMENTALE TRATTATO DELLO STORICO SICILIANO Splendida copia marginosa e perfettamente pulita del Diodoro Siculo, importante fonte storica di informazioni su numerosi scrittori provenienti dall'Egitto, dal Nord Africa e dall'India, scrisse questo compendio in quaranta libri, che sono sopravvissuti fino alla caduta di Costantinopoli nel 1453. La 'Biblioteca Historica' era composta da 40 libri ma non si è conservata integralmente. A noi sono giunti completi i primi 5 libri (sull'Egitto [libro I], sulla Mesopotamia, sull'India, sulla Scizia e sull'Arabia [II], sull'Africa settentrionale [III], sulla Grecia [IV] e sull'Europa [V]) e i libri XI-XX (dal 480 e dai diadochi al 301 a.C.). Goff D212; BMC V, 316; Schreiber 147. VENDUTO ALL'ASTA A $ 13.800 CONTENTS Diodoro Siculo (in greco antico: Διόδωρος Σικελιώτης, Diódōros Sikeliṑtēs; Agyrium, 90 a.C. circa – 27 a.C. circa) è stato uno storico siciliano. Lo stesso Diodoro informa di aver dedicato trent'anni della propria vita (quindi all'incirca dal 60 a poco prima del 30 a.C.) alla realizzazione della sua Biblioteca, durante i quali compì numerosi e pericolosi viaggi in Europa e in Asia, utili alle sue ricerche, viaggi sui quali gli storici nutrono seri dubbi, viste le numerose inverosimiglianze rilevate nei testi. L'Historia è suddivisa in tre sezioni principali. La prima sezione (libri da I a VI) narra la storia per geografica regione: storia e cultura dell'Egitto (Libro I), Mesopotamia, India, Scizia e l'Arabia (libro II), il Nord Africa (libro III), così come la Grecia e l'Europa (libri dal IV al VI). Nella sezione successiva (libri dal VII al XVII) racconta la storia del mondo dalla guerra di Troia alla morte di Alessandro Magno. L'ultima sezione (libri dal XVIII al XL) tratta degli eventi storici dalla morte di Alessandro Magno all'anno 60 a.C. o fino all'inizio della guerra gallica da Giulio Cesare nel 58 a.C. L'editio princeps di Diodoro fu una traduzione latina dei primi cinque libri, fatta da Poggio Bracciolini e pubblicata postuma a Bologna nel 1472. La prima stampa dell'originale greco (a Basilea nel 1535) conteneva solo i libri dal XVI al XX, ed era opera di Vincentius Opsopoeus. Possiamo tuttavia trarre alcuni dati sull'opera e ricostruirne l'impianto, grazie ai numerosi estratti di epoca medievale (contenuti negli scritti di Fozio e Costantino Porfirogenito) e ai numerosi frammenti che ne rimangono. È poco corretto considerare Diodoro come mero ripetitore delle sue fonti, secondo un diffuso pregiudizio di matrice ottocentesca. In ogni caso la sua opera risulta molto utile agli studiosi moderni, poiché consente di recuperare, pressoché intatti nella loro forma originale, testi di autori altrimenti perduti. Tra gli autori che si sono potuti identificare ci sono Ecateo di Mileto, Ctesia, Eforo, Teopompo, Girolamo di Cardia, Duris di Samo, Diulo, Filisto, Timeo, Polybio e Posidonio. La ricerca delle fonti di D. costituisce uno dei più monumentali lavori della filologia del sec. XIX. L'opera di Diodoro è infatti stata, giustamente, considerata alla stregua di un "libro-biblioteca", ossia un libro fatto di altri libri, quelli che, appunto, Diodoro leggeva e che ha riassunto o epitomato nella sua opera, la quale perciò svolge un fondamentale ruolo di conservazione e trasmissione del sapere. Il greco di Diodoro è quello della koinè, il greco colloquiale, nel quale si inseriscono talora tratti classicistici in puro attico. CONDITION REPORT In-folio (mm 312x203). Carte [122]. Segnatura: [*2], a-b8, c–s6, t8. Testo in caratteri romani su 38 righe; spazi per capilettera, invertiti, ma presenti e completi, i fascicoli s6 e r6; mancanze marginali senza perdite al fascicolo t8. Nel complesso buona copia marginosa. Legatura in mezza pergamena ottocentesca, con piatti marmorizzati e titoli in oro su tassello al dorso. Rari forellini di tarlo, ma nel complesso buona conservazione. Ex-libris cartacei al contropiatto anteriore; timbro Gustavo Galletti impresso al margine inferiore della seconda carta. Bella copia pulita e marginosa. FULL TITLE & AUTHORS Bibliothecae historicae libri VI. (Al colophon:) Venetiis: impressui per Thomam Alexandrinum, 1481 die vigesima quinta Novembris. Diodorus Siculus poggio Bracciolini

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1481 EARLY INCUNABLE - IN FOLIO ANTICO - MONUMENTALE TRATTATO DELLO STORICO SICILIANO
Splendida copia marginosa e perfettamente pulita del Diodoro Siculo, importante fonte storica di informazioni su numerosi scrittori provenienti dall'Egitto, dal Nord Africa e dall'India, scrisse questo compendio in quaranta libri, che sono sopravvissuti fino alla caduta di Costantinopoli nel 1453.
La 'Biblioteca Historica' era composta da 40 libri ma non si è conservata integralmente. A noi sono giunti completi i primi 5 libri (sull'Egitto [libro I], sulla Mesopotamia, sull'India, sulla Scizia e sull'Arabia [II], sull'Africa settentrionale [III], sulla Grecia [IV] e sull'Europa [V]) e i libri XI-XX (dal 480 e dai diadochi al 301 a.C.).
Goff D212; BMC V, 316; Schreiber 147.
VENDUTO ALL'ASTA A $ 13.800

CONTENTS
Diodoro Siculo (in greco antico: Διόδωρος Σικελιώτης, Diódōros Sikeliṑtēs; Agyrium, 90 a.C. circa – 27 a.C. circa) è stato uno storico siciliano.
Lo stesso Diodoro informa di aver dedicato trent'anni della propria vita (quindi all'incirca dal 60 a poco prima del 30 a.C.) alla realizzazione della sua Biblioteca, durante i quali compì numerosi e pericolosi viaggi in Europa e in Asia, utili alle sue ricerche, viaggi sui quali gli storici nutrono seri dubbi, viste le numerose inverosimiglianze rilevate nei testi.

L'Historia è suddivisa in tre sezioni principali. La prima sezione (libri da I a VI) narra la storia per geografica regione: storia e cultura dell'Egitto (Libro I), Mesopotamia, India, Scizia e l'Arabia (libro II), il Nord Africa (libro III), così come la Grecia e l'Europa (libri dal IV al VI).
Nella sezione successiva (libri dal VII al XVII) racconta la storia del mondo dalla guerra di Troia alla morte di Alessandro Magno.
L'ultima sezione (libri dal XVIII al XL) tratta degli eventi storici dalla morte di Alessandro Magno all'anno 60 a.C. o fino all'inizio della guerra gallica da Giulio Cesare nel 58 a.C.
L'editio princeps di Diodoro fu una traduzione latina dei primi cinque libri, fatta da Poggio Bracciolini e pubblicata postuma a Bologna nel 1472.
La prima stampa dell'originale greco (a Basilea nel 1535) conteneva solo i libri dal XVI al XX, ed era opera di Vincentius Opsopoeus.

Possiamo tuttavia trarre alcuni dati sull'opera e ricostruirne l'impianto, grazie ai numerosi estratti di epoca medievale (contenuti negli scritti di Fozio e Costantino Porfirogenito) e ai numerosi frammenti che ne rimangono.
È poco corretto considerare Diodoro come mero ripetitore delle sue fonti, secondo un diffuso pregiudizio di matrice ottocentesca. In ogni caso la sua opera risulta molto utile agli studiosi moderni, poiché consente di recuperare, pressoché intatti nella loro forma originale, testi di autori altrimenti perduti.
Tra gli autori che si sono potuti identificare ci sono Ecateo di Mileto, Ctesia, Eforo, Teopompo, Girolamo di Cardia, Duris di Samo, Diulo, Filisto, Timeo, Polybio e Posidonio.
La ricerca delle fonti di D. costituisce uno dei più monumentali lavori della filologia del sec. XIX.
L'opera di Diodoro è infatti stata, giustamente, considerata alla stregua di un "libro-biblioteca", ossia un libro fatto di altri libri, quelli che, appunto, Diodoro leggeva e che ha riassunto o epitomato nella sua opera, la quale perciò svolge un fondamentale ruolo di conservazione e trasmissione del sapere.
Il greco di Diodoro è quello della koinè, il greco colloquiale, nel quale si inseriscono talora tratti classicistici in puro attico.

CONDITION REPORT
In-folio (mm 312x203). Carte [122]. Segnatura: [*2], a-b8, c–s6, t8. Testo in caratteri romani su 38 righe; spazi per capilettera, invertiti, ma presenti e completi, i fascicoli s6 e r6; mancanze marginali senza perdite al fascicolo t8. Nel complesso buona copia marginosa. Legatura in mezza pergamena ottocentesca, con piatti marmorizzati e titoli in oro su tassello al dorso. Rari forellini di tarlo, ma nel complesso buona conservazione. Ex-libris cartacei al contropiatto anteriore; timbro Gustavo Galletti impresso al margine inferiore della seconda carta. Bella copia pulita e marginosa.

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