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Edina Altara / Vittorio Accornero - Transatlantico Rex - 1932
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Edina Altara / Vittorio Accornero - Transatlantico Rex - 1932

Rex. First class. Napoli, Richter & C, 1932. Rara ed affascinante edizione originale. Brossura con fregi in oro a rilievo. Pagine 34 non numerate. Splendide illustrazioni Deco di Edina Altara e Vittorio Accornero in bianco e nero e colori. Sul retro della copertina diverse firme autografe. Conservato all'interno una manifestino (Il Rex conquista il Nastro Azzurro). In buono stato normali tracce d'uso marginali. Qualche strappo marginale al manifesto. Il Rex è stato un transatlantico italiano della società di navigazione Italia Flotte Riunite in servizio negli anni trenta. Costruito nei cantieri navali Ansaldo di Genova Sestri Ponente, è noto principalmente per essere stato l'unico transatlantico italiano a detenere il Nastro Azzurro, dal 10 agosto 1933 al 3 giugno 1935, e per essere apparso nel film Amarcord di Federico Fellini. Il Rex venne impostato per essere una nave molto lussuosa, con stili rinascimentali e barocchi, per soddisfare i gusti della clientela italiana; ciò lo portò ad essere etichettato con il soprannome di "ultima nave palazzo" (tutte le navi che verranno varate successivamente saranno infatti decorate in stile art deco o simili). Gli arredamenti interni erano stati curati dallo studio Ducrot in collaborazione con l'architetto Enrico Monti e artisti quali Sigismondo Meyer, Pietro Gaudenzi, Mario Sironi, Galileo Chini, Adolfo Coppedè e Maryla Lednicka. Come da consuetudine nelle navi italiane, le grandi sale pubbliche erano situate una attigua all'altra, per dare un'idea di continuità. Il soggiorno principale era rivestito in mogano e pannelli di broccato rosso, con dei fregi lungo le pareti raffiguranti gli emblemi reali, e presentava dei candelabri in bronzo con coppe in onice e due riproduzioni di arazzi fiamminghi settecenteschi. Davanti al soggiorno vi era il salone delle feste, in stile barocco, con le pareti color verde chiaro o bianco e rivestite con specchi o con dei riquadri in foglia d'oro o di velluto ricamato, mentre il pavimento in marmi policromi era ricoperto da un tappeto persiano di 170 metri quadri. Lungo una parete vi era anche un palco che fungeva sia da teatro sia da cinema sonoro. Sempre sul ponte dei saloni vi era anche un grande bar, rivestito con fregi in mogano o bronzo, e una sala fumatori, con soffitto in legno di acero dipinto di bianco e pareti in noce e radica. Tutte queste stanze erano circondate dal giardino di bordo, con piante sia mediterranee sia esotiche. Sui ponti inferiori si trovavano la cappella e la sala da pranzo, estesa per 800 metri quadri, che presentava dei grandi pilastri in marmo verde e mobili laccati con toni rosso, ocra o oro antico. La nave vantava anche due piscine all’aperto, una di prima classe e una di classe turistica, dotate di scivoli e trampolini per i tuffi e bordi riempiti di sabbia per dare l'idea di essere sulla riviera italiana. A bordo del transatlantico furono installate anche terme e spa e fu la prima nave al mondo ad avere dei letti per l’abbronzatura artificiale con lampade a raggi ultravioletti. Edina Altara (Sassari, 9 luglio 1898 – Lanusei, 11 aprile 1983) è stata un'illustratrice, decoratrice, pittrice e ceramista italiana. Terza di quattro sorelle (Aurora, Lavinia e Iride), Edina Altara nasce e cresce a Sassari in una famiglia borghese. Il padre, Eugenio Altara, era un oculista originario di Bitti (Nuoro), la madre, Gavina Campus, proveniva da una facoltosa famiglia di Pattada (Sassari). Fin da bambina Edina mostra una notevole propensione per il disegno, i colori e l'uso della carta. Giovanissima, incoraggiata anche dal pittore sassarese Giuseppe Biasi, amico di famiglia, inizia la sua carriera artistica come autodidatta e a soli diciotto anni, nel 1917, durante la mostra della Società degli Amici dell'Arte di Torino, ha l'onore di vedere acquistato dal re Vittorio Emanuele III il collage "Nella terra degli intrepidi sardi" (noto anche con il titolo "Jesus salvadelu"), ora esposto al Quirinale. Artisti come lo scultore Leonardo Bistolfi le scrivono lettere di elogio e il suo lavoro viene segnalato da importanti critici tra i quali Ugo Ojetti, Raffaello Giolli, Margherita Sarfatti, Corrado Ricci e Luigi Bartolini. Dopo il matrimonio con Vittorio Accornero de Testa, illustratore noto con lo pseudonimo di Victor Max Ninon, lavora come illustratrice déco insieme al marito e i lavori in collaborazione vengono firmati Edina e Ninon. Negli anni '20 e '30 realizza numerose cartoline per le case editrici milanesi Degami, Cecami ed N.M.M., e vari calendarietti da barbiere per diverse aziende di cosmetici come la Viset (1923, 1924, 1928), la Gi.Vi.Emme (1928), la Caleri (1925), la Valli (1941, 1942) e la Bertelli (1939, 1950, 1951). Vittorio Accornero de Testa (Casale Monferrato, 18 giugno 1896 – Milano, 2 marzo 1982) è stato un illustratore, pittore, scenografo costumista e scrittore italiano.

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Edina Altara / Vittorio Accornero - Transatlantico Rex - 1932

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Rex. First class. Napoli, Richter & C, 1932. Rara ed affascinante edizione originale. Brossura con fregi in oro a rilievo. Pagine 34 non numerate. Splendide illustrazioni Deco di Edina Altara e Vittorio Accornero in bianco e nero e colori. Sul retro della copertina diverse firme autografe. Conservato all'interno una manifestino (Il Rex conquista il Nastro Azzurro). In buono stato normali tracce d'uso marginali. Qualche strappo marginale al manifesto.

Il Rex è stato un transatlantico italiano della società di navigazione Italia Flotte Riunite in servizio negli anni trenta. Costruito nei cantieri navali Ansaldo di Genova Sestri Ponente, è noto principalmente per essere stato l'unico transatlantico italiano a detenere il Nastro Azzurro, dal 10 agosto 1933 al 3 giugno 1935, e per essere apparso nel film Amarcord di Federico Fellini. Il Rex venne impostato per essere una nave molto lussuosa, con stili rinascimentali e barocchi, per soddisfare i gusti della clientela italiana; ciò lo portò ad essere etichettato con il soprannome di "ultima nave palazzo" (tutte le navi che verranno varate successivamente saranno infatti decorate in stile art deco o simili). Gli arredamenti interni erano stati curati dallo studio Ducrot in collaborazione con l'architetto Enrico Monti e artisti quali Sigismondo Meyer, Pietro Gaudenzi, Mario Sironi, Galileo Chini, Adolfo Coppedè e Maryla Lednicka. Come da consuetudine nelle navi italiane, le grandi sale pubbliche erano situate una attigua all'altra, per dare un'idea di continuità. Il soggiorno principale era rivestito in mogano e pannelli di broccato rosso, con dei fregi lungo le pareti raffiguranti gli emblemi reali, e presentava dei candelabri in bronzo con coppe in onice e due riproduzioni di arazzi fiamminghi settecenteschi. Davanti al soggiorno vi era il salone delle feste, in stile barocco, con le pareti color verde chiaro o bianco e rivestite con specchi o con dei riquadri in foglia d'oro o di velluto ricamato, mentre il pavimento in marmi policromi era ricoperto da un tappeto persiano di 170 metri quadri. Lungo una parete vi era anche un palco che fungeva sia da teatro sia da cinema sonoro. Sempre sul ponte dei saloni vi era anche un grande bar, rivestito con fregi in mogano o bronzo, e una sala fumatori, con soffitto in legno di acero dipinto di bianco e pareti in noce e radica. Tutte queste stanze erano circondate dal giardino di bordo, con piante sia mediterranee sia esotiche. Sui ponti inferiori si trovavano la cappella e la sala da pranzo, estesa per 800 metri quadri, che presentava dei grandi pilastri in marmo verde e mobili laccati con toni rosso, ocra o oro antico. La nave vantava anche due piscine all’aperto, una di prima classe e una di classe turistica, dotate di scivoli e trampolini per i tuffi e bordi riempiti di sabbia per dare l'idea di essere sulla riviera italiana. A bordo del transatlantico furono installate anche terme e spa e fu la prima nave al mondo ad avere dei letti per l’abbronzatura artificiale con lampade a raggi ultravioletti.

Edina Altara (Sassari, 9 luglio 1898 – Lanusei, 11 aprile 1983) è stata un'illustratrice, decoratrice, pittrice e ceramista italiana. Terza di quattro sorelle (Aurora, Lavinia e Iride), Edina Altara nasce e cresce a Sassari in una famiglia borghese. Il padre, Eugenio Altara, era un oculista originario di Bitti (Nuoro), la madre, Gavina Campus, proveniva da una facoltosa famiglia di Pattada (Sassari). Fin da bambina Edina mostra una notevole propensione per il disegno, i colori e l'uso della carta. Giovanissima, incoraggiata anche dal pittore sassarese Giuseppe Biasi, amico di famiglia, inizia la sua carriera artistica come autodidatta e a soli diciotto anni, nel 1917, durante la mostra della Società degli Amici dell'Arte di Torino, ha l'onore di vedere acquistato dal re Vittorio Emanuele III il collage "Nella terra degli intrepidi sardi" (noto anche con il titolo "Jesus salvadelu"), ora esposto al Quirinale.

Artisti come lo scultore Leonardo Bistolfi le scrivono lettere di elogio e il suo lavoro viene segnalato da importanti critici tra i quali Ugo Ojetti, Raffaello Giolli, Margherita Sarfatti, Corrado Ricci e Luigi Bartolini.

Dopo il matrimonio con Vittorio Accornero de Testa, illustratore noto con lo pseudonimo di Victor Max Ninon, lavora come illustratrice déco insieme al marito e i lavori in collaborazione vengono firmati Edina e Ninon. Negli anni '20 e '30 realizza numerose cartoline per le case editrici milanesi Degami, Cecami ed N.M.M., e vari calendarietti da barbiere per diverse aziende di cosmetici come la Viset (1923, 1924, 1928), la Gi.Vi.Emme (1928), la Caleri (1925), la Valli (1941, 1942) e la Bertelli (1939, 1950, 1951).

Vittorio Accornero de Testa (Casale Monferrato, 18 giugno 1896 – Milano, 2 marzo 1982) è stato un illustratore, pittore, scenografo costumista e scrittore italiano.

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