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Nicolas Pierre Loir (1624-1679), Attr. - Cleopatra si sottopone al morso dell’aspide
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Nicolas Pierre Loir (1624-1679), Attr. - Cleopatra si sottopone al morso dell’aspide

Nicolas Pierre Loir (Parigi, 1624 - ivi, 1679), Attr. Cleopatra si sottopone al morso dell’aspide Olio su tela, cm 124 x 172 Con cornice, cm 140,5 x 188 Comunicazione orale Dott.ssa Giulia Ghilardi Un’onorevole morte, quella di Cleopatra, che non attese gli esiti disastrosi della guerra civile cui Marco Antonio trascinò l’Egitto tolemaico. Nel presente dipinto l’aspide si duplica, agonizzante da un lato nel sangue della regina e stretta, dall’altro, tra le mani di un incredulo putto-aiutante, erede della tradizione iconografica classica. Allo stesso contesto, cui peraltro occorre ricondurre la scultura dorata alle spalle del letto rappresentante una sirena con il braccio-ala levato sopra il capo, è riconducibile anche la posa di Cleopatra, mutuata dal tipo dell’Arianna dormiente per il quale è possibile riconoscere un realistico prototipo nella scultura ospitata ai Vaticani a partire dal 1779. Acquisita nel 1512 da papa Giulio II per il Cortile delle Statue del Belvedere, in questa opera era stata erroneamente identificata la stessa Cleopatra in ragione di un bracciale con serpente. Ravvisatavi correttamente la fanciulla cretese da parte di Ennio Quirino Visconti, l’Arianna fu in tempi successivi universalmente ammirata dagli artisti intenti a partecipare al Grand Tour. Tra questi, Nicolas Pierre Loir, cui è possibile ricondurre il presente dipinto e che entrò in contatto con le collezioni artistiche pontificie. Proveniente da una famiglia di orefici, Nicolas Pierre Loir ebbe sin dal principio notabili maestri, quali Sébastien Bourdon e Simon Vouet. L’immancabile soggiorno italiano cadde tra 1647 e il 1649, grazie al diretto interesse del segretario d’ambasciata André Félibien. L’incontro con il cavaliere collezionista e viaggiatore Cassiano dal Pozzo, romano d’adozione al seguito papale, che aprì la propria raccolta al bramoso occhio di Loir, condusse alla scoperta delle opere di Nicolas Poussin, abbondanti nel gabinetto di Cassiano. Loir si convinse allora della necessità per i propri dipinti di un affondo paesistico italianizzante, facendo tesoro anche dei suggerimenti compositivi di Gaspard Dughet, che era già in stretta connessione con Poussin per vicende famigliari. Tornato in patria nel 1650, Nicolas Pierre si dedicò attivamente alla Compagnia degli Orefici e, conseguentemente, alle cosiddette arti minori per la cattedrale di Notre-Dame di Parigi. Passato a committenza privata con Henri du Plessis-Guénégaud e il suo castello nei dintorni di Villeroy, l’artista attese seguitamente agli impegni previsti in qualità di professore prima e rettore poi dall’Accademia reale di pittura e scultura della capitale (1663), grazie al sostegno di Charles Le Brun e dello stesso re Luigi XIV, eseguendo presso l’appartamento della regina Maria Teresa d’Austria una serie di sette tele. Ottenuto l’appoggio vitalizio della pensione reale, Loir ebbe anche modo di accostarsi all’arte tessile della Manifattura dei Gobelins per il castello di Saint-Germain-en-Laye alle Tuileries. Maestro a sua volta di François de Troy, che ne adottò il tipico blu poussiniano della tavolozza, Loir sciorinò una perfetta serie di dipinti a soggetto mitologico o storico arcaizzante. Da questo punto di vista, la presente Cleopatra attinge a piene mani dal prontuario classicheggiante di Loir, accostandosi per evidenti affinità ad altri suoi dipinti autografi quali l’Allegoria della fondazione dell'Accademia Reale di Pittura e Scultura (Versailles, châteaux de Versailles et de Trianon), Pithopolis serve piatti d'oro al re Pithès (Bourg-en-Bresse, museo de Brou) e La regina si indirizza ai soldati (Parigi, museo del Louvre). La cornice è fornita in omaggio, di conseguenza non può essere motivo di reso o reclamo. Per i dipinti acquistati all'estero: dopo il pagamento verrà avviata la procedura per ottenere la licenza di esportazione (ALC). Tutti i pezzi d'antiquariato inviati all'estero dall'Italia hanno bisogno di questo documento, rilasciato dal Ministro dei Beni Culturali. La procedura potrebbe richiedere da 3 a 5 settimane dalla richiesta, quindi, non appena avremo il documento verrà spedito il dipinto. #Legrandtour

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Nicolas Pierre Loir (Parigi, 1624 - ivi, 1679), Attr.
Cleopatra si sottopone al morso dell’aspide
Olio su tela, cm 124 x 172
Con cornice, cm 140,5 x 188
Comunicazione orale Dott.ssa Giulia Ghilardi

Un’onorevole morte, quella di Cleopatra, che non attese gli esiti disastrosi della guerra civile cui Marco Antonio trascinò l’Egitto tolemaico. Nel presente dipinto l’aspide si duplica, agonizzante da un lato nel sangue della regina e stretta, dall’altro, tra le mani di un incredulo putto-aiutante, erede della tradizione iconografica classica. Allo stesso contesto, cui peraltro occorre ricondurre la scultura dorata alle spalle del letto rappresentante una sirena con il braccio-ala levato sopra il capo, è riconducibile anche la posa di Cleopatra, mutuata dal tipo dell’Arianna dormiente per il quale è possibile riconoscere un realistico prototipo nella scultura ospitata ai Vaticani a partire dal 1779. Acquisita nel 1512 da papa Giulio II per il Cortile delle Statue del Belvedere, in questa opera era stata erroneamente identificata la stessa Cleopatra in ragione di un bracciale con serpente. Ravvisatavi correttamente la fanciulla cretese da parte di Ennio Quirino Visconti, l’Arianna fu in tempi successivi universalmente ammirata dagli artisti intenti a partecipare al Grand Tour. Tra questi, Nicolas Pierre Loir, cui è possibile ricondurre il presente dipinto e che entrò in contatto con le collezioni artistiche pontificie.
Proveniente da una famiglia di orefici, Nicolas Pierre Loir ebbe sin dal principio notabili maestri, quali Sébastien Bourdon e Simon Vouet. L’immancabile soggiorno italiano cadde tra 1647 e il 1649, grazie al diretto interesse del segretario d’ambasciata André Félibien. L’incontro con il cavaliere collezionista e viaggiatore Cassiano dal Pozzo, romano d’adozione al seguito papale, che aprì la propria raccolta al bramoso occhio di Loir, condusse alla scoperta delle opere di Nicolas Poussin, abbondanti nel gabinetto di Cassiano. Loir si convinse allora della necessità per i propri dipinti di un affondo paesistico italianizzante, facendo tesoro anche dei suggerimenti compositivi di Gaspard Dughet, che era già in stretta connessione con Poussin per vicende famigliari. Tornato in patria nel 1650, Nicolas Pierre si dedicò attivamente alla Compagnia degli Orefici e, conseguentemente, alle cosiddette arti minori per la cattedrale di Notre-Dame di Parigi. Passato a committenza privata con Henri du Plessis-Guénégaud e il suo castello nei dintorni di Villeroy, l’artista attese seguitamente agli impegni previsti in qualità di professore prima e rettore poi dall’Accademia reale di pittura e scultura della capitale (1663), grazie al sostegno di Charles Le Brun e dello stesso re Luigi XIV, eseguendo presso l’appartamento della regina Maria Teresa d’Austria una serie di sette tele. Ottenuto l’appoggio vitalizio della pensione reale, Loir ebbe anche modo di accostarsi all’arte tessile della Manifattura dei Gobelins per il castello di Saint-Germain-en-Laye alle Tuileries. Maestro a sua volta di François de Troy, che ne adottò il tipico blu poussiniano della tavolozza, Loir sciorinò una perfetta serie di dipinti a soggetto mitologico o storico arcaizzante. Da questo punto di vista, la presente Cleopatra attinge a piene mani dal prontuario classicheggiante di Loir, accostandosi per evidenti affinità ad altri suoi dipinti autografi quali l’Allegoria della fondazione dell'Accademia Reale di Pittura e Scultura (Versailles, châteaux de Versailles et de Trianon), Pithopolis serve piatti d'oro al re Pithès (Bourg-en-Bresse, museo de Brou) e La regina si indirizza ai soldati (Parigi, museo del Louvre).

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