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Federico Barocci (1535-1612) by Francesco Villamena (1565-1624) - Il perdono di San Francesco - Rara- lastra grande
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Federico Barocci (1535-1612) by Francesco Villamena (1565-1624) - Il perdono di San Francesco - Rara- lastra grande

Cristo, affiancato dalla Vergine e da San Nicola di Bari (con libro e tre palle d'oro), appare a san Francesco inginocchiato in preghiera nella cappella della Porziuncola. RARA Tecnica: Acquaforte, bulino e puntasecca. Grande foglio Bibl: The Illustrated Bartsch 4 Da un disegno del Villamena dalla tavola per l'altare della chiesa dei Francescani Osservanti di Urbino di Federico barocci Per l'incisione che fece il Barocci richiese e ottenne un privilegio papale valido dieci anni, per il quale nessuno avrebbe potuto incidere o copiare o riprodurre questo specifico soggetto senza il permesso dell'artista. L' incisione del Barocci. L'estasi di S. Francesco, detta Il perdono di Assisi, rappresenta, un interno senza lontananze o aperture di cielo, cioè la cappella della Porziuncola; essa perciò è incisa a morsura piana, cioè con un solo bagno di acido, uniforme in tutte le sue parti. Questa lastra, che riproduce il dipinto eseguito per la chiesa di S. Francesco in Urbino, è la più vasta e compiuta dal Barocci Contenuto dell'iscrizione: Lettera con quattro righe di versi latini a sinistra: 'Ostendit Christus... sancta domus', e sopra con dettaglio di produzione: 'Fediricus Baroius Inve. Parte dell'iscrizione è stata anticamente rifilata. Buono lo stato conservativo rifilato a bordo del piatto, parte mancante anticamente restaurata in basso a destra, applicata su foglio vergellato del primo ‘700 di rafforzo. Sul retro testo scritto anticamente in tedesco con inchiostro bruno che spiega i simboli e l’etica attribuzione. Francesco Villamena. Pittore, disegnatore e incisore, nato ad Assisi nel 1566 (?), morto a Roma nel 1626. Si stabilì in Roma verso il 1590 e divenne allievo di Lornelis Cort, rimanendo poi nell'orbita stilistica di Agostino Carracci. Rivelò il suo ingegno con un Giudizio Finale inciso da invenzione propria, che fu seguito nel 1594 da una serie di stampe illustranti la vita di S. Francesco. Villamena un virtuoso del bulino, un tecnico abilissimo, che conosce tutte le possibilità del tratto e degl'incroci di linee, valendosi di un segno netto, vigoroso, pulito, spesso crudo. Ha inciso composizioni proprie e ha riprodotto opere di Raffaello, Caliari, Barocci, Muziano, Giulio Romano e altri, BAROCCI (Baroccio), Federico, detto il Fiori Nacque probabilmente nel 1535 in Urbino da famiglia di artisti Cronologicamente la sua attività coincide con il periodo della "maniera" e ciò aiuta a intendere il suo stile originale; come gran parte delle pitture della fine del sec. XVI, i quadri del Barocci sono pieni di figure rappresentate in vigorosa azione. D'altra parte, mentre le figure dei manieristi presentano spesso atteggiamenti esagerati e innaturali deformazioni, le sue figure si mantengono aderenti alla struttura organica e i loro atteggiamenti esprimono direttamente la situazione psicologica. Seguendo i concetti spaziali della "maniera", egli preferiva una visuale pittorica limitata: la sua formula usuale consisteva in una prospettiva che precipita rapidamente in un primo piano angusto e poi sale rapidamente in alto. Per la prima volta nella storia dell'Arte egli rappresenta il misticismo religioso trasportando la scena in una sfera completamente distaccata da qualsiasi elemento narrativo, in diretta comunicazione con la fonte celeste della rivelazione. Da notare che nel British Museum nella descrizione c'è San Agostino, ma è erronea perché il Santo nell'incisione è San Nicola di Bari (come descritto nella Calcografia Nazionale) con i suoi attributi, bastone pastorale, libro e tre sfere d'oro. Rara impressione da collezione privata accompagnata da certificato d'autenticità #artmasterpieceQ2

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Cristo, affiancato dalla Vergine e da San Nicola di Bari (con libro e tre palle d'oro), appare a san Francesco inginocchiato in preghiera nella cappella della Porziuncola.

RARA

Tecnica: Acquaforte, bulino e puntasecca.
Grande foglio

Bibl: The Illustrated Bartsch 4

Da un disegno del Villamena dalla tavola per l'altare della chiesa dei Francescani Osservanti di Urbino di Federico barocci

Per l'incisione che fece il Barocci richiese e ottenne un privilegio papale valido dieci anni, per il quale nessuno avrebbe potuto incidere o copiare o riprodurre questo specifico soggetto senza il permesso dell'artista.
L' incisione del Barocci. L'estasi di S. Francesco, detta Il perdono di Assisi, rappresenta, un interno senza lontananze o aperture di cielo, cioè la cappella della Porziuncola; essa perciò è incisa a morsura piana, cioè con un solo bagno di acido, uniforme in tutte le sue parti.

Questa lastra, che riproduce il dipinto eseguito per la chiesa di S. Francesco in Urbino, è la più vasta e compiuta dal Barocci

Contenuto dell'iscrizione: Lettera con quattro righe di versi latini a sinistra: 'Ostendit Christus... sancta domus', e sopra con dettaglio di produzione: 'Fediricus Baroius Inve.

Parte dell'iscrizione è stata anticamente rifilata. Buono lo stato conservativo rifilato a bordo del piatto, parte mancante anticamente restaurata in basso a destra, applicata su foglio vergellato del primo ‘700 di rafforzo.
Sul retro testo scritto anticamente in tedesco con inchiostro bruno che spiega i simboli e l’etica attribuzione.

Francesco Villamena. Pittore, disegnatore e incisore, nato ad Assisi nel 1566 (?), morto a Roma nel 1626. Si stabilì in Roma verso il 1590 e divenne allievo di Lornelis Cort, rimanendo poi nell'orbita stilistica di Agostino Carracci. Rivelò il suo ingegno con un Giudizio Finale inciso da invenzione propria, che fu seguito nel 1594 da una serie di stampe illustranti la vita di S. Francesco.
Villamena un virtuoso del bulino, un tecnico abilissimo, che conosce tutte le possibilità del tratto e degl'incroci di linee, valendosi di un segno netto, vigoroso, pulito, spesso crudo.
Ha inciso composizioni proprie e ha riprodotto opere di Raffaello, Caliari, Barocci, Muziano, Giulio Romano e altri,

BAROCCI (Baroccio), Federico, detto il Fiori
Nacque probabilmente nel 1535 in Urbino da famiglia di artisti
Cronologicamente la sua attività coincide con il periodo della "maniera" e ciò aiuta a intendere il suo stile originale; come gran parte delle pitture della fine del sec. XVI, i quadri del Barocci sono pieni di figure rappresentate in vigorosa azione. D'altra parte, mentre le figure dei manieristi presentano spesso atteggiamenti esagerati e innaturali deformazioni, le sue figure si mantengono aderenti alla struttura organica e i loro atteggiamenti esprimono direttamente la situazione psicologica. Seguendo i concetti spaziali della "maniera", egli preferiva una visuale pittorica limitata: la sua formula usuale consisteva in una prospettiva che precipita rapidamente in un primo piano angusto e poi sale rapidamente in alto.
Per la prima volta nella storia dell'Arte egli rappresenta il misticismo religioso trasportando la scena in una sfera completamente distaccata da qualsiasi elemento narrativo, in diretta comunicazione con la fonte celeste della rivelazione.

Da notare che nel British Museum nella descrizione c'è San Agostino, ma è erronea perché il Santo nell'incisione è San Nicola di Bari (come descritto nella Calcografia Nazionale) con i suoi attributi, bastone pastorale, libro e tre sfere d'oro.

Rara impressione da collezione privata accompagnata da certificato d'autenticità

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