Dal modello di Vincenzo Gemito (1852/1929) - Γλυπτό, Satiro - 40 cm - Πατιναρισμένος μπρούτζος
Αρ. 83904005
Dal modello di Giovanni De Martino (1870-1935) - Γλυπτό, Scugnizzo -NO RESERVE PRICE- - 24 cm - Πατιναρισμένος μπρούτζος
Αρ. 83904005
Dal modello di Giovanni De Martino (1870-1935) - Γλυπτό, Scugnizzo -NO RESERVE PRICE- - 24 cm - Πατιναρισμένος μπρούτζος
Iconica scultura in bronzo di Giovanni De Martino.
"Scugnizzo", così l'autore era solito chiamare queste piccole sculture raffiguranti scene di vita mondane. Creata con l'antica tecnica di fusione a cera persa
La scultura si presenta in buone condizioni, purtroppo in passato è stato tentato un restauro ed è stata erroneamente spazzolata la faccia, il resto del corpo presenta ancora la sua patina originale.
De Martino si forma presso l'Accademia di belle arti di Napoli sotto la guida di Stanislao Lista, Gioacchino Toma e Achille D'Orsi, da quest'ultimo apprende la capacità di ritrarre i particolari più veristici utilizzandoli su soggetti molto giovani. Giovanissimo si trasferì a Parigi dove eseguiva gruppi scultorei di piccole dimensioni, esponendo frequentemente al "Salon di Parigi" dove vinse il premio del Museo del Louvre per l'opera in bronzo Le Pêcheur de criquets.
Rientrato a Napoli, ritornò ad un realismo socialista produsse sculture raffiguranti tipi caratteristici partenopei, in specie monelli, "scugnizzi", fanciullini e giovani pescatori. Dal 1916 al 1931 fu maestro dello scultore Angelo Frattini.
In seguito il tema dominante della sua produzione fu l'infanzia, in particolar modo furono rappresentanti nelle sue opere bambini pensosi, tristi, scarni, sui cui volti affioravano i segni dell'abbandono, della sofferenza. De Martino divenne noto con il soprannome di "Lo scultore di bambini".
Partecipò più volte alla Biennale di Venezia nel 1907, 1922, 1924, 1928, 1930. Nel 1929 espone alle mostre del Sindacato di belle arti della Campania, fu poi presente alla Società Promotrice di Belle Arti di Napoli nel 1910 e alla Fiorentina Primaverile di Firenze nel 1922. I suoi temi adolescenziali e infantili sono resi con un'efficacia tanto straordinaria che lo stesso Benito Mussolini ne rimase fortemente affascinato in occasione della Quadriennale di Roma del 1931 (gennaio-giugno), in cui si presenta con gli amici "artisti italiani di Parigi" tra cui: Gino Severini, Filippo de Pisis, Massimo Campigli.
Morirà infine nella sua amata Napoli nel 1935.
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