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Fernando Cortez / de Solís y Ribadeneyra - Conquête du Mexique - 1714
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Fernando Cortez / de Solís y Ribadeneyra - Conquête du Mexique - 1714

LA CONQUISTA DEL MESSICO SCRITTA DA "EL CONQUISTADOR" CORTES Oltre ai diari dello stesso Cortés, per la ricostruzione del periodo storico in oggetto la storiografia si è appoggiata alla Historia verdadera de la conquista de la Nueva España di Bernal Díaz del Castillo e all'opera di Francisco López de Gómara Historia general de las Indias, basata non sulla diretta partecipazione alla conquista, ma sui resoconti che Cortés e altri conquistadores fecero di persona all'autore. Lo storico spagnolo Antonio de Solís y Ribadeneyra (18 luglio 1610 – 19 aprile 1686) , divenne storiografo delle Indie presso il re Filippo IV di Spagna nel 1661, dopo aver pubblicato, nel 1684, una Storia della conquista del Messico, che godette di una certa fortuna editoriale nonostante il giudizio di Louis de Jaucourt espresso nell'Encyclopédie de Diderot et d'Alembert. Classification Dewey : 972-Amérique centrale. In vendita online a 1.000 euro. Interessante legatura messicana coeva, con le armi di Conte, corona d’oro gemmato e rialzato di 10 perle, tre palme e tre stelle in oro: identificabile (?) nella Famiglia De la Garza: Questa famiglia è originaria del nord del Messico. Lo stemma della famiglia De la Garza è rosso con una croce d'argento e una stella d'oro nel capo. CONTENTS L'Historia de la conquista de México, población y progresos de la América septentrional, conocida por el nombre de Nueva España copre i tre anni trascorsi dalla nomina di Cortés al comando della forza di invasione alla caduta della città. Fu pubblicata nel 1684 in Spagna, mentre la traduzioni in lingua francese e italiana vennero pubblicate negli anni 1690, e quella in lingua inglese, di Townshend, apparve soltanto nel 1724. Il libro fu molto conosciuto su entrambe le coste dell'Atlantico da importanti personaggi coloniali dell'America Latina e delle colonie Britanniche. Rimase la più importante fonte di storia dell'America Latina fino agli inizi del XIX secolo. La conquista del Messico fu una guerra compiuta da un piccolo esercito comandato da Hernán Cortés in nome del re Carlo I di Spagna, nel periodo dal 1519 al 1521; questi territori furono quindi annessi all'Impero spagnolo. Il 15 dicembre del 1521 la capitale dell'impero azteco, México-Tenochtitlan, fu presa dagli spagnoli al termine di una campagna militare favorita dalla ribellione di popolazioni che, fino ad allora sottomesse al dominio azteco, vedevano nei conquistadores la possibilità di affrancarsi dalla schiavitù. La conquista, proseguita negli anni 1521–1525 estendendosi ai territori dell'attuale Messico e a parte degli Stati Uniti d'America meridionali, al di là degli aspetti militari ebbe risvolti di carattere sociale, culturale e religioso, dando così vita a una nuova identità culturale che esiste tuttora nei paesi centroamericani. Le colonie spagnole dell'America centrale, riunite amministrativamente nel vicereame della Nuova Spagna, venivano sfruttate dagli spagnoli come fonte di risorse minerarie e agricole, provocando una notevole insofferenza nella popolazione abbiente locale, i cosiddetti "creoli". La situazione maturò gradatamente in un movimento d'indipendenza del Messico che, iniziato nel 1810, raggiunse l'obiettivo nel 1821. Nella storia coloniale dell'America Latina, La conquista della Nuova Spagna è un racconto , da un punto di vista militare , che pone Bernal Díaz del Castillo "tra i cronisti come Daniel Defoe lo è tra i romanzieri".[2]. Scritto quando Díaz del Castillo aveva 84 anni ed abitava nella sua encomienda in Guatemala, La vera storia della conquista della Nuova Spagna difende il punto di vista dei conquistadores tra le opere che parlavano della conquista spagnola del Messico. Egli presentò il proprio racconto come un'alternativa alle critiche di fra' Bartolomé de Las Casas, le cui storie enfatizzavano la crudeltà della conquista, e le storie encomiastiche dei biografi di Hernán Cortés, soprattutto di Francisco López de Gómara, il quale minimizzò il ruolo giocato dai 700 soldati che lo coadiuvarono nella conquista. Il fatto che, secondo lui, storici e biografi non avessero la verità "né all'inizio, né a metà, né alla fine", è il motivo per cui Díaz del Castillo difese fortemente le azioni dei conquistadores, sottolineandone l'umanità e l'onestà come testimone oculare, sintetizzando il tutto come: "Vi andammo per servire Dio, e per diventare ricchi". La storia è a volte severa con Cortés, dato che, come altri soldati professionisti che parteciparono alla conquista della Nuova Spagna, Díaz del Castillo si trovò tra le rovine di Tenochtitlán poco più ricco di quando giunse in Messico. Si tratta di un'accusa comune tra i soldati che parteciparono alla conquista, secondo i quali Cortés avrebbe trattenuto più della quota pattuita, un quinto, del tesoro azteco. Sicuramente, le ricompense in terre ed oro pagate a molti conquistadores fornirono una magra ricompensa per mesi di battaglie ed i rischi corsi in Messico. CONDITION REPORT 2 volumi. Legatura in pelle. Titolo e numerazione incisa in oro al dorso dei due volumi. Entrambe le copertine con qualche restauro professionale. Testo arricchito da tavole fuori testo. Le pagine interne dei volumi non presentano particolari segni di usura ne di macchie. Buono stato di mantenimento delle due opere. Bella collezione, completa, pulita ed ordinata. Pp. Vol.1 (2); 32nn. 537; 18nn. Vol.2 (4); 494; 22nn. Interessante legatura messicana coeva, con le armi di Conte, corona d’oro gemmato e rialzato di 10 perle, tre palme e tre stelle in oro: identificabile (?) nella Famiglia De la Garza: Questa famiglia è originaria del nord del Messico. Lo stemma della famiglia De la Garza è rosso con una croce d'argento e una stella d'oro nel capo. FULL TITLES & AUTHORS Histoire de la conquête du Mexique ou de la Nouvelle par Fernando Cortez, traduite de l'espagnol de don Antoine de Solis, par l'Auteur du Triumvirae. A Paris, Par la Compagnie des Libraires, 1714 Antoine De Solis/ Auteur di Triumvirae

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Fernando Cortez / de Solís y Ribadeneyra - Conquête du Mexique - 1714

LA CONQUISTA DEL MESSICO SCRITTA DA "EL CONQUISTADOR" CORTES
Oltre ai diari dello stesso Cortés, per la ricostruzione del periodo storico in oggetto la storiografia si è appoggiata alla Historia verdadera de la conquista de la Nueva España di Bernal Díaz del Castillo e all'opera di Francisco López de Gómara Historia general de las Indias, basata non sulla diretta partecipazione alla conquista, ma sui resoconti che Cortés e altri conquistadores fecero di persona all'autore.
Lo storico spagnolo Antonio de Solís y Ribadeneyra (18 luglio 1610 – 19 aprile 1686) , divenne storiografo delle Indie presso il re Filippo IV di Spagna nel 1661, dopo aver pubblicato, nel 1684, una Storia della conquista del Messico, che godette di una certa fortuna editoriale nonostante il giudizio di Louis de Jaucourt espresso nell'Encyclopédie de Diderot et d'Alembert.
Classification Dewey : 972-Amérique centrale.
In vendita online a 1.000 euro.
Interessante legatura messicana coeva, con le armi di Conte, corona d’oro gemmato e rialzato di 10 perle, tre palme e tre stelle in oro: identificabile (?) nella Famiglia De la Garza: Questa famiglia è originaria del nord del Messico. Lo stemma della famiglia De la Garza è rosso con una croce d'argento e una stella d'oro nel capo.

CONTENTS
L'Historia de la conquista de México, población y progresos de la América septentrional, conocida por el nombre de Nueva España copre i tre anni trascorsi dalla nomina di Cortés al comando della forza di invasione alla caduta della città. Fu pubblicata nel 1684 in Spagna, mentre la traduzioni in lingua francese e italiana vennero pubblicate negli anni 1690, e quella in lingua inglese, di Townshend, apparve soltanto nel 1724. Il libro fu molto conosciuto su entrambe le coste dell'Atlantico da importanti personaggi coloniali dell'America Latina e delle colonie Britanniche. Rimase la più importante fonte di storia dell'America Latina fino agli inizi del XIX secolo.
La conquista del Messico fu una guerra compiuta da un piccolo esercito comandato da Hernán Cortés in nome del re Carlo I di Spagna, nel periodo dal 1519 al 1521; questi territori furono quindi annessi all'Impero spagnolo. Il 15 dicembre del 1521 la capitale dell'impero azteco, México-Tenochtitlan, fu presa dagli spagnoli al termine di una campagna militare favorita dalla ribellione di popolazioni che, fino ad allora sottomesse al dominio azteco, vedevano nei conquistadores la possibilità di affrancarsi dalla schiavitù.

La conquista, proseguita negli anni 1521–1525 estendendosi ai territori dell'attuale Messico e a parte degli Stati Uniti d'America meridionali, al di là degli aspetti militari ebbe risvolti di carattere sociale, culturale e religioso, dando così vita a una nuova identità culturale che esiste tuttora nei paesi centroamericani.
Le colonie spagnole dell'America centrale, riunite amministrativamente nel vicereame della Nuova Spagna, venivano sfruttate dagli spagnoli come fonte di risorse minerarie e agricole, provocando una notevole insofferenza nella popolazione abbiente locale, i cosiddetti "creoli". La situazione maturò gradatamente in un movimento d'indipendenza del Messico che, iniziato nel 1810, raggiunse l'obiettivo nel 1821.

Nella storia coloniale dell'America Latina, La conquista della Nuova Spagna è un racconto , da un punto di vista militare , che pone Bernal Díaz del Castillo "tra i cronisti come Daniel Defoe lo è tra i romanzieri".[2]. Scritto quando Díaz del Castillo aveva 84 anni ed abitava nella sua encomienda in Guatemala, La vera storia della conquista della Nuova Spagna difende il punto di vista dei conquistadores tra le opere che parlavano della conquista spagnola del Messico. Egli presentò il proprio racconto come un'alternativa alle critiche di fra' Bartolomé de Las Casas, le cui storie enfatizzavano la crudeltà della conquista, e le storie encomiastiche dei biografi di Hernán Cortés, soprattutto di Francisco López de Gómara, il quale minimizzò il ruolo giocato dai 700 soldati che lo coadiuvarono nella conquista. Il fatto che, secondo lui, storici e biografi non avessero la verità "né all'inizio, né a metà, né alla fine", è il motivo per cui Díaz del Castillo difese fortemente le azioni dei conquistadores, sottolineandone l'umanità e l'onestà come testimone oculare, sintetizzando il tutto come: "Vi andammo per servire Dio, e per diventare ricchi".
La storia è a volte severa con Cortés, dato che, come altri soldati professionisti che parteciparono alla conquista della Nuova Spagna, Díaz del Castillo si trovò tra le rovine di Tenochtitlán poco più ricco di quando giunse in Messico. Si tratta di un'accusa comune tra i soldati che parteciparono alla conquista, secondo i quali Cortés avrebbe trattenuto più della quota pattuita, un quinto, del tesoro azteco. Sicuramente, le ricompense in terre ed oro pagate a molti conquistadores fornirono una magra ricompensa per mesi di battaglie ed i rischi corsi in Messico.

CONDITION REPORT
2 volumi. Legatura in pelle. Titolo e numerazione incisa in oro al dorso dei due volumi. Entrambe le copertine con qualche restauro professionale. Testo arricchito da tavole fuori testo. Le pagine interne dei volumi non presentano particolari segni di usura ne di macchie. Buono stato di mantenimento delle due opere. Bella collezione, completa, pulita ed ordinata. Pp. Vol.1 (2); 32nn. 537; 18nn. Vol.2 (4); 494; 22nn.
Interessante legatura messicana coeva, con le armi di Conte, corona d’oro gemmato e rialzato di 10 perle, tre palme e tre stelle in oro: identificabile (?) nella Famiglia De la Garza: Questa famiglia è originaria del nord del Messico. Lo stemma della famiglia De la Garza è rosso con una croce d'argento e una stella d'oro nel capo.

FULL TITLES & AUTHORS
Histoire de la conquête du Mexique ou de la Nouvelle par Fernando Cortez, traduite de l'espagnol de don Antoine de Solis, par l'Auteur du Triumvirae.
A Paris, Par la Compagnie des Libraires, 1714
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