N.º 81886917

Vendido
Scuola romana (XVII) - Coppia di paesaggi con figure
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Scuola romana (XVII) - Coppia di paesaggi con figure

Scuola Romana, XVII secolo Paesaggio con figure presso un fiume - Paesaggio con donna e fanciullo Olio su tela, cm 130 x 94,5 Con l’inizio del XVII secolo, si avvia la tendenza, già piuttosto diffusa in Europa, di inserire scene religiose e, in seguito anche di genere, in contesti paesaggistici, i quali si sganciano dalla loro funzione meramente decorativa e riempitiva assunta fino alla fine del Cinquecento per diventare così il vero soggetto del dipinto. In questo tipo di opere, realizzate per lo più per committenti aristocratici come gli Altieri, i Colonna o i Pamphili, si assiste a un abbandono di quegli schemi compositivi propri del manierismo (come l’uso di quinte sceniche, punti focali indefiniti, intersecazioni dei piani, asimmetria compositiva che prevede lo spostamento su un lato della scena principale), andando a concentrarsi, invece, sulla percezione sensibile del dato reale. Non è un caso che la tradizione di opere di paesaggio si forma e sviluppa a Roma. È qui che infatti si incontrano i più grandi artisti provenienti da tutta Italia ed Europa. Ad apire la stagione di questo tipo di opere è il bolognese Annibale Carracci (1560-1609) con Paesaggio con la fuga in Egitto, una delle sei tele a forma di lunetta realizzate per il cardinal Aldobrandini al principio del secolo. La presenza di personalità artistiche provenienti da Olanda, Germania e Francia, fra cui si annoverano sia Poussin (1594-1665) sia Lorrain (1600-1682), risulta fondamentale per lo sviluppo della pittura di paesaggio che si costituisce secondo tre tendenze principali: ideale e classicista, rappresentato dal Carracci e da Poussin; realistico, importato dagli olandesi; barocco che si sviluppa attorno alle figure di Gaspard Dughet (1615-1675), artista italo-francese attivo nella capitale (la cui sorella sposa Poussin), e Salvator Rosa (1615-1673). Per quanto non si debba considerare questa ripartizione come uno schema rigido e inflessibile (anzi, la pittura di paesaggio non viene mai teorizzata e non vi è alcuna norma da seguire), la coppia di paesaggi qui presentati si possono inserire nella tipologia del paesaggio barocco, che si esprime mediante una “forma aperta” (da Heinrich Wölfflin) in cui la disposizione degli elementi esula da un qualsiasi ordine geometrico, ma si basa su una maggior vivacità. Il dittico vede due figure colte in scene di vita che si svolgono lungo la riva di un fiume, incorniciato da un paesaggio aspro, fatto di speroni rocciosi, tronchi spezzati e frasche di alberi mosse dal vento, il tutto reso mediante pennellate sì veloci, ma anche decise che ne descrivono i volumi in maniera netta. I toni intensi e scuri accrescono la sensazione di trovarsi davanti a una condizione mutevole, così come di fatto è la natura. Le due diverse coppie di figure, colte da un lato durante una passeggiata e dall’altro in un momento di svago e di riposo, sembrano essere avvolte e quasi schiacciate da un contesto poco rassicurante e carico di suggestioni, come avviene in certe composizioni dei sopra citati Dughet e Rosa. Anche gli elementi di natura quasi incolta, appunto aspra (i tronchi spezzati e i rami piegati dal vento, il fiume, e le rocce che incombono sulle figure) si affiancano alle opere di questi autori, come ad esempio: Paesaggio senza figure di Dughet, Paesaggio costiero con soldati del Rosa ma anche certe opere di Bartolomeo Torregiani (1590-1664), artista la cui biografia è pressoché sconosciuta, i cui paesaggi risentono delle influenze del suo maestro Salvator Rosa, ma anche del Lorrain. In conclusione, la coppia di paesaggi presentata, è un esempio di come lungo il XVII secolo il paesaggio faccia parte di un nuovo modo di vedere, frutto di una nuova sensibilità che pone l’attenzione dell’artista verso le suggestioni date dalla mutevolezza di un paesaggio in cui a volte l’uomo è in perfetta armonia, altre invece è soggetto del mutare improvviso della natura che sottolinea l’incertezza dell’essere umano. La cornice è fornita in omaggio, di conseguenza non può essere motivo di reso o reclamo. Per i dipinti acquistati all'estero: dopo il pagamento verrà avviata la procedura per ottenere la licenza di esportazione (ALC). Tutti i pezzi d'antiquariato inviati all'estero dall'Italia hanno bisogno di questo documento, rilasciato dal Ministro dei Beni Culturali. La procedura potrebbe richiedere da 2 a 4 settimane dalla richiesta, quindi, non appena avremo il documento verrà spedito il dipinto.

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Scuola romana (XVII) - Coppia di paesaggi con figure

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Scuola Romana, XVII secolo
Paesaggio con figure presso un fiume - Paesaggio con donna e fanciullo
Olio su tela, cm 130 x 94,5

Con l’inizio del XVII secolo, si avvia la tendenza, già piuttosto diffusa in Europa, di inserire scene religiose e, in seguito anche di genere, in contesti paesaggistici, i quali si sganciano dalla loro funzione meramente decorativa e riempitiva assunta fino alla fine del Cinquecento per diventare così il vero soggetto del dipinto. In questo tipo di opere, realizzate per lo più per committenti aristocratici come gli Altieri, i Colonna o i Pamphili, si assiste a un abbandono di quegli schemi compositivi propri del manierismo (come l’uso di quinte sceniche, punti focali indefiniti, intersecazioni dei piani, asimmetria compositiva che prevede lo spostamento su un lato della scena principale), andando a concentrarsi, invece, sulla percezione sensibile del dato reale.
Non è un caso che la tradizione di opere di paesaggio si forma e sviluppa a Roma. È qui che infatti si incontrano i più grandi artisti provenienti da tutta Italia ed Europa. Ad apire la stagione di questo tipo di opere è il bolognese Annibale Carracci (1560-1609) con Paesaggio con la fuga in Egitto, una delle sei tele a forma di lunetta realizzate per il cardinal Aldobrandini al principio del secolo. La presenza di personalità artistiche provenienti da Olanda, Germania e Francia, fra cui si annoverano sia Poussin (1594-1665) sia Lorrain (1600-1682), risulta fondamentale per lo sviluppo della pittura di paesaggio che si costituisce secondo tre tendenze principali: ideale e classicista, rappresentato dal Carracci e da Poussin; realistico, importato dagli olandesi; barocco che si sviluppa attorno alle figure di Gaspard Dughet (1615-1675), artista italo-francese attivo nella capitale (la cui sorella sposa Poussin), e Salvator Rosa (1615-1673). Per quanto non si debba considerare questa ripartizione come uno schema rigido e inflessibile (anzi, la pittura di paesaggio non viene mai teorizzata e non vi è alcuna norma da seguire), la coppia di paesaggi qui presentati si possono inserire nella tipologia del paesaggio barocco, che si esprime mediante una “forma aperta” (da Heinrich Wölfflin) in cui la disposizione degli elementi esula da un qualsiasi ordine geometrico, ma si basa su una maggior vivacità.
Il dittico vede due figure colte in scene di vita che si svolgono lungo la riva di un fiume, incorniciato da un paesaggio aspro, fatto di speroni rocciosi, tronchi spezzati e frasche di alberi mosse dal vento, il tutto reso mediante pennellate sì veloci, ma anche decise che ne descrivono i volumi in maniera netta. I toni intensi e scuri accrescono la sensazione di trovarsi davanti a una condizione mutevole, così come di fatto è la natura. Le due diverse coppie di figure, colte da un lato durante una passeggiata e dall’altro in un momento di svago e di riposo, sembrano essere avvolte e quasi schiacciate da un contesto poco rassicurante e carico di suggestioni, come avviene in certe composizioni dei sopra citati Dughet e Rosa. Anche gli elementi di natura quasi incolta, appunto aspra (i tronchi spezzati e i rami piegati dal vento, il fiume, e le rocce che incombono sulle figure) si affiancano alle opere di questi autori, come ad esempio: Paesaggio senza figure di Dughet, Paesaggio costiero con soldati del Rosa ma anche certe opere di Bartolomeo Torregiani (1590-1664), artista la cui biografia è pressoché sconosciuta, i cui paesaggi risentono delle influenze del suo maestro Salvator Rosa, ma anche del Lorrain.
In conclusione, la coppia di paesaggi presentata, è un esempio di come lungo il XVII secolo il paesaggio faccia parte di un nuovo modo di vedere, frutto di una nuova sensibilità che pone l’attenzione dell’artista verso le suggestioni date dalla mutevolezza di un paesaggio in cui a volte l’uomo è in perfetta armonia, altre invece è soggetto del mutare improvviso della natura che sottolinea l’incertezza dell’essere umano.

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