Scuola ferrarese (XVII) - Maternità
N.º 83011885
Felice Boselli (1650 – 1732) - Natura morta con due donne
N.º 83011885
Felice Boselli (1650 – 1732) - Natura morta con due donne
Felice Boselli (Piacenza, 1650 – Parma, 1732)
Natura morta con due donne
Olio su tela, cm 98,5 x 164 – Con cornice 108 x 175,5
La raffinata composizione raffigurante una natura morta floreale con due donne è attribuibile per caratteristiche stilistiche e formali al pittore emiliano Felice Boselli (Piacenza, 1650 – Parma, 1732). Formatosi nella bottega di Michelangelo Nuvolone, in un ambiente fervido e stimolante, il Boselli fu attivo soprattutto nella sua città natale, Piacenza, e a Parma, dove nel 1680-87 eseguì tempere ed affreschi per il palazzo dei conti Sanvitale di Fontanellato, dei quali fu pittore di corte fin oltre il 1710. Artista poliedrico, il Boselli si cimentò, oltre che in nature morte, in ritratti, affreschi a carattere religioso (realizzati nel 1702 per la chiesa di Santa Brigida a Piacenza e ben esemplificati dall’Ecce Homo a sfondo sacro) e in scene mitologiche.
Nel genere della pittura morta i suoi principali riferimenti furono lo studio e l’osservazione di opere regionali e locali, ispirandosi alle scene di genere di Annibale Carracci e alle opere del Parmigianino, soprattutto per quanto riguarda le figurazioni. Non mancarono però altri riferimenti, a partire da Angelo Crivelli (noto come il Crivellone), animalista specializzato in selvaggina conosciuto nel periodo della formazione, i pittori della scuola bergamasca in particolare (Baschenis e Bartolomeo Bettera), fino ad arrivare ascendenze nordiche e agli esempi napoletani. Del Boselli sono note complessivamente quasi un centinaio di nature morte, gran parte delle quali sono conservate in musei lombardi ed emiliani, oltre ad un buon numero di dipinti rappresentanti episodi di vita quotidiana con cuochi, maiali, teste di bue, galline, selvaggina, pesci, spesso “firmate” con la raffigurazione di un gattino (a significare Felix).
Nella natura morta qui analizzata due donne sorreggono una cesta e una variopinta ghirlanda di fiori che arriva a decorare anche la statua di un satiro collocata su un’elegante balaustra. Una delle donne si sporge dal parapetto allungando delicatamente la mano nel gesto di cogliere un candido garofano, mentre l’altra sorregge la cesta, osservando complice lo spettatore. Entrambe appaiono riccamente abbigliate ed impreziosite da parure di perle ed ampi cappelli, anch’essi decorati con vivaci composizioni di fiori. Colpisce la dettagliata e minuziosa descrizione delle diverse specie florali illuminate da vividi colpi di luce.
Per confronto si vedano due opere del Boselli di medesimo soggetto e analoga composizione: la Fioraia, datata al primo decennio del XVIII secolo e la Ragazza con cacciagione (1720-1730) collocata in collezione privata a Vaprio D’Adda.
La cornice è fornita in omaggio, di conseguenza non può essere motivo di reso o reclamo.
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