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Scuola genovese (XVII) - Orfeo incanta gli animali [cm 156x224]
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Scuola genovese (XVII) - Orfeo incanta gli animali [cm 156x224]

Scuola genovese, XVII secolo Orfeo incanta gli animali Olio su tela, cm 146 x 214,5 Con cornice, cm 156 x 224 Ispirato da quanto contenuto nelle Georgiche virgiliane (libro IV, vv. 507 e segg.) e nelle Metamorfosi di Ovidio (libro XI, vv. 1-2), la rappresentazione di Orfeo incantatore di animali mediante la soave musica della sua cetra divenne particolarmente apprezzato tra i naturamorfisti votati alla fauna, in quanto consentente di rappresentare un grande numero di animali anche esotici. Spopolato in ambito fiammingo nel pieno Seicento, il tema raccolse nella penisola italiana il novello e sincero interesse dei collezionisti appassionati di musica. Nel presente dipinto oltre ai canonici animali boschivi, Orfeo è riuscito ad ammansire un gruppo di satiri, scimmie, porcellini d’India e uno struzzo, lestamente accorsi al suo cospetto. La tecnica esecutiva e il fluido formalismo della tela, insieme alla felice riproposizione del soggetto orfico, consentono di circoscrivere l’esecuzione del presente a barocca scuola genovese. Decisivo nella diffusione di questa tematica fu Giovanni Benedetto Castiglione, anche conosciuto con il soprannome del Grechetto (1609-1664), instancabile ripetitore di una più che vasta fauna in ogni sua tela. Allievo di Giovanni Battista Paggi, Giovanni Andrea De Ferrari e Sinibaldo Scorza, il Grechetto raccolse l’ispirazione animale dal contesto fiammingo introdotto nella città di Genova da Anton van Dyck. Sin dal principio della propria carriera l’artista fu dedito alla realizzazione di consistenti tele a soggetto animalistico, quali il viaggio della famiglia di Abramo (Genova, Palazzo Rosso), L’entrata degli animali nell’arca (Genova, Accademia Ligustica di Belle Arti), Noè fa entrare gli animali nell’arca (Firenze, Uffizi) e Diogene (Madrid, Museo del Prado). Ammesso per chiari meriti all’Accademia di San Luca, il Grechetto entrò nell’orbita dal patriziato genovese, avvicinandosi alla pittura di Mattia Preti e Pietro da Cortona, sugellata da un soggiorno napoletano. Fu anche dedito anche alla produzione grafica meglio nota per merito delle ambientazioni archeologiche licenziate all’epoca dal Poussin. Nonostante l’incarico di pittore di corte presso i Gonzaga, ottenuto nel 1651, il Grechetto fu a capo di una fiorente bottega gestita in sintonia con il fratello egualmente pittore, che diffuse le caleidoscopiche composizioni faunistiche già olandesi nell’accorta pittura genovese. Oltre al Grechetto, è possibile confrontare il presente con opere del di questi citato maestro, Sinibaldo Scorza (1589-1631): piemontese di nascita ma genovese d'adozione, il pittore fu a lungo impegnato in territorio ligure nella coltivazione del fatto pittorico. Ritornato a Torino per divenire un protetto del duca di Savoia, eseguì svariate riproduzioni di Orfeo che incanta gli animali con la musica, oggi spartite in diverse collezioni private. La cornice è fornita in omaggio, di conseguenza non può essere motivo di reso o reclamo. Per i dipinti acquistati all'estero: dopo il pagamento verrà avviata la procedura per ottenere la licenza di esportazione (ALC). Tutti i pezzi d'antiquariato inviati all'estero dall'Italia hanno bisogno di questo documento, rilasciato dal Ministro dei Beni Culturali. La procedura potrebbe richiedere da 3 a 5 settimane dalla richiesta, quindi, non appena avremo il documento verrà spedito il dipinto. #xxlart

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Scuola genovese, XVII secolo
Orfeo incanta gli animali
Olio su tela, cm 146 x 214,5
Con cornice, cm 156 x 224

Ispirato da quanto contenuto nelle Georgiche virgiliane (libro IV, vv. 507 e segg.) e nelle Metamorfosi di Ovidio (libro XI, vv. 1-2), la rappresentazione di Orfeo incantatore di animali mediante la soave musica della sua cetra divenne particolarmente apprezzato tra i naturamorfisti votati alla fauna, in quanto consentente di rappresentare un grande numero di animali anche esotici. Spopolato in ambito fiammingo nel pieno Seicento, il tema raccolse nella penisola italiana il novello e sincero interesse dei collezionisti appassionati di musica.
Nel presente dipinto oltre ai canonici animali boschivi, Orfeo è riuscito ad ammansire un gruppo di satiri, scimmie, porcellini d’India e uno struzzo, lestamente accorsi al suo cospetto. La tecnica esecutiva e il fluido formalismo della tela, insieme alla felice riproposizione del soggetto orfico, consentono di circoscrivere l’esecuzione del presente a barocca scuola genovese. Decisivo nella diffusione di questa tematica fu Giovanni Benedetto Castiglione, anche conosciuto con il soprannome del Grechetto (1609-1664), instancabile ripetitore di una più che vasta fauna in ogni sua tela. Allievo di Giovanni Battista Paggi, Giovanni Andrea De Ferrari e Sinibaldo Scorza, il Grechetto raccolse l’ispirazione animale dal contesto fiammingo introdotto nella città di Genova da Anton van Dyck. Sin dal principio della propria carriera l’artista fu dedito alla realizzazione di consistenti tele a soggetto animalistico, quali il viaggio della famiglia di Abramo (Genova, Palazzo Rosso), L’entrata degli animali nell’arca (Genova, Accademia Ligustica di Belle Arti), Noè fa entrare gli animali nell’arca (Firenze, Uffizi) e Diogene (Madrid, Museo del Prado). Ammesso per chiari meriti all’Accademia di San Luca, il Grechetto entrò nell’orbita dal patriziato genovese, avvicinandosi alla pittura di Mattia Preti e Pietro da Cortona, sugellata da un soggiorno napoletano. Fu anche dedito anche alla produzione grafica meglio nota per merito delle ambientazioni archeologiche licenziate all’epoca dal Poussin. Nonostante l’incarico di pittore di corte presso i Gonzaga, ottenuto nel 1651, il Grechetto fu a capo di una fiorente bottega gestita in sintonia con il fratello egualmente pittore, che diffuse le caleidoscopiche composizioni faunistiche già olandesi nell’accorta pittura genovese.
Oltre al Grechetto, è possibile confrontare il presente con opere del di questi citato maestro, Sinibaldo Scorza (1589-1631): piemontese di nascita ma genovese d'adozione, il pittore fu a lungo impegnato in territorio ligure nella coltivazione del fatto pittorico. Ritornato a Torino per divenire un protetto del duca di Savoia, eseguì svariate riproduzioni di Orfeo che incanta gli animali con la musica, oggi spartite in diverse collezioni private.

La cornice è fornita in omaggio, di conseguenza non può essere motivo di reso o reclamo.

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