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Scuola Genovese (XVII-XVIII) - Sacra Famiglia con Santa Elisabetta e San Giovannino
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Scuola Genovese (XVII-XVIII) - Sacra Famiglia con Santa Elisabetta e San Giovannino

PITTORE GENOVESE (XVII-XVIII) (Attivo a Genova fine ‘600) Sacra Famiglia con Santa Elisabetta e San Giovannino Olio su tela, cm. 95 x 121 NOTE: Pubblicazione catalogo opere della collezione Intermidiart. Opera non firmata. Certificato di Garanzia e Lecita Provenienza. Opera senza cornice: Il dipinto è in buono stato di leggibilità e raffigura un soggetto iconografico che riprende uno schema assai diffuso e collaudato che pone la Vergine e il Bambino al centro di una composizione, vicino ad uno o più santi: nel caso in esame l’incontro del Salvatore, ormai divenuto fanciullo, con il più grande S. Giovanni Battista e sua madre Santa Elisabetta, fa riferimento ad una leggendaria sosta della Sacra Famiglia, avvenuta secondo la tradizione cristiana durante il viaggio di ritorno dopo la fuga in Egitto, che diede modo ai due cugini – S. Giovanni Battista era cugino di Gesù, essendo figlio di Elisabetta (a sua volta cugina di Maria Vergine) e Zaccaria, anziano coniuge che ebbero questo loro unico figlio per effetto miracoloso – di incontrarsi. È non inoltre che la raffigurazione di personaggi sacri in uno spazio limitato, le cosiddette “Sacre conversazioni”, conobbe vasta promozione a partire dal XVI secolo; né va sottaciuto che solitamente in queste rappresentazioni la presenza di un santo aveva un chiaro significato iconografico: poteva indicare il nome del personaggio a cui era dedicata la chiesa, ovvero il santo patrono della città o del committente del dipinto. Realizzato su tela questa Sacra Famiglia con Santa Elisabetta e San Giovannino, è stata realizzata nell'ambito della cultura pittorica dell’Italia settentrionale, in particolare ligure. Per quanto riguarda l'attribuzione si può ritenere corretta l’idea di un gusto genovese nella composizione e nei tratti, eseguita da un valente maestro di scuola genovese, operoso nella fine del XVII secolo e dotate di buone capacità tecniche e stilistiche. Si tratta infatti di un’artista che ben conosceva le opere del maestro genovese Giovanni Benedetto Castiglione, detto Il Grechetto (Genova, 1609 - Mantova, 1664), ove il tema della Sacra Famiglia fu affrontato più volte dall'artista genovese, alla cui invenzioni questa tela s’ispira. L’opera qui in oggetto, infatti, esibisce chiaramente la sua stretta dipendenza stilistica e iconografica dalla pittura di Castiglione, identificata dal mercato come una nobile opera realizzata – probabilmente – dalla sua più stretta cerchia. Sia pur formatosi a Genova con il Paggi, Castiglione è documentato a Roma dal 1632 e dall'influenza del naturalismo di Sinibaldo Scorza, Jan Roos e della cultura fiamminga, nella Città Eterna furono di estrema importanza gli esempi di Nicolas Poussin, dei bamboccianti e Pietro da Cortona, che l'autore ha saputo compendiare in maniera singolarissima. Questa rievocazione fantastica dei racconti biblici spiega in parte la sua predilezione di vestire 'all'Armena' e di 'fingersi greco, e sconosciuto', al contempo, la sua stessa biografia denota un'indole inquieta e viaggiatrice, poco incline a poter essere classificata. La produzione del Grechetto fu d'ispirazione per moltissimi artisti, basti pensare al napoletano Andrea De Lione, a Pier Francesco Mola e Pietro Testa, tutti accomunati da un temperamento che Luigi Salerno definì 'del dissenso' e a cui dobbiamo aggiungere il nome di Salvator Rosa. Appare quindi chiara la partecipazione a una tendenza intellettualizzante e criptica, che si oppone alla larga comunicazione e alla chiarezza richiesta dai dettami post-tridentini diffusi dal cardinale Paleotti. A questo proposito ben si rileva come lo schema compositivo dell'artista pone in primo il fulcro narrativo – in un affastellamento di figure – la Sacra Famiglia, con cromie viva mentre, nel fondo vi è collocato altre figure trattato in miniatura e con un ductus più indefinito, quasi sfumato, che contrasta con la diligenza descrittiva delle figure esibite sul proscenio. I dati più genuinamente pittorici, in particolare la sottile, incisiva grafia della pennellata e la raffinata miscela cromatica di toni bruni e argentei, parlano da soli – e inequivocabilmente, a mio giudizio – a favore del genio di Giovanni Benedetto Castiglione; peraltro, appaiono del tutto consoni alle inclinazioni del maestro genovese sia l’indagine dei caratteri fisionomici, sovente oggetto della sua produzione calcografica, sia, nello specifico, l’interesse esotico per i tipi negroidi, frequenti nel suo fortunato e distintivo repertorio di temi biblico-pastorali. L’opera qui presentata mostra alcuni dettagli compositivi, che verranno successivamente rielaborati dal Grechetto all’interno della tela Adorazione del Bambino (olio su tela cm. 120 x 147, attribuito a Castiglione da Camillo Manzitti durante la vendita in asta Cambi di Genova, lotto 401, asta 15 giugno 2022) e della grande tela raffigurante Adorazione del Bambino, realizzata nel 1645 su incarico della famiglia Spinola per la Chiesa di San Luca a Genova. In merito al suo stato conservativo, la tela si presenta in condizioni generali abbastanza discrete considerando l'epoca del dipinto, la superficie pittorica si presenta in patina, e l'immagine complessiva si legge bene. Al visibile il dipinto presenta consunzioni, piccole integrazioni pittoriche e abrasioni. All'esame della lampada di Wood la fluorescenza è intensa ed omogenea, rivela ulteriori restauri, ma a causa di essa non è possibile escludere ulteriori restauri precedenti. Il dipinto è foderato. Il telaio potrebbe essere stato sostituito all'epoca del rintelo. Il condition report da noi fornito è da intendersi accurato e scrupoloso ma in ogni caso assolutamente parziale e non totalmente esaustivo poiché non eseguito in laboratori specializzati e con supporti tecnici specifici. A luce solare è visibile un fine craquelé rapportato all'epoca. Le misure della tela sono cm. 95 x 121. Il dipinto viene ceduto senza cornice, nonostante risulta impreziosita in una nuova cornice dorata e lavorato in stile barocco (dimensione cornice cm. 115 x 140 x 8 ca.). Provenienza: Coll. privata Pubblicazione:  Inedito;  I Miti e il Territorio nella Sicilia dalle mille culture. INEDITA QUADRERIA catalogo generale dei dipinti della collezione del ciclo “I Miti e il territorio”, Editore Lab_04, Marsala, 2023. Si garantisce, inoltre, un imballo accurato con cassa in legno esterno e pluriball/cartone/polistirolo interno (costo imballaggio € 100,00 circa) e spedizione tracciabile (€ 100,00 Italia). Per l’esportazione, l’opera è soggetta ad una richiesta di Attestato di Libera Circolazione (Comunità Europea) o Certificato di Esportazione (Trasporto Extra Comunitari), presso l’ufficio di esportazione (Soprintendenza del territorio) con i tempi e i costi gravati (€ 400/€800, tutto incluso: spedizione, imballaggio e partiche esportazioni). La spedizione potrebbe ritardare di qualche giorno/settimana per motivi logistici ed amministrative.

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PITTORE GENOVESE (XVII-XVIII)
(Attivo a Genova fine ‘600)
Sacra Famiglia con Santa Elisabetta e San Giovannino
Olio su tela, cm. 95 x 121


NOTE: Pubblicazione catalogo opere della collezione Intermidiart. Opera non firmata. Certificato di Garanzia e Lecita Provenienza. Opera senza cornice:

Il dipinto è in buono stato di leggibilità e raffigura un soggetto iconografico che riprende uno schema assai diffuso e collaudato che pone la Vergine e il Bambino al centro di una composizione, vicino ad uno o più santi: nel caso in esame l’incontro del Salvatore, ormai divenuto fanciullo, con il più grande S. Giovanni Battista e sua madre Santa Elisabetta, fa riferimento ad una leggendaria sosta della Sacra Famiglia, avvenuta secondo la tradizione cristiana durante il viaggio di ritorno dopo la fuga in Egitto, che diede modo ai due cugini – S. Giovanni Battista era cugino di Gesù, essendo figlio di Elisabetta (a sua volta cugina di Maria Vergine) e Zaccaria, anziano coniuge che ebbero questo loro unico figlio per effetto miracoloso – di incontrarsi. È non inoltre che la raffigurazione di personaggi sacri in uno spazio limitato, le cosiddette “Sacre conversazioni”, conobbe vasta promozione a partire dal XVI secolo; né va sottaciuto che solitamente in queste rappresentazioni la presenza di un santo aveva un chiaro significato iconografico: poteva indicare il nome del personaggio a cui era dedicata la chiesa, ovvero il santo patrono della città o del committente del dipinto.
Realizzato su tela questa Sacra Famiglia con Santa Elisabetta e San Giovannino, è stata realizzata nell'ambito della cultura pittorica dell’Italia settentrionale, in particolare ligure.
Per quanto riguarda l'attribuzione si può ritenere corretta l’idea di un gusto genovese nella composizione e nei tratti, eseguita da un valente maestro di scuola genovese, operoso nella fine del XVII secolo e dotate di buone capacità tecniche e stilistiche. Si tratta infatti di un’artista che ben conosceva le opere del maestro genovese Giovanni Benedetto Castiglione, detto Il Grechetto (Genova, 1609 - Mantova, 1664), ove il tema della Sacra Famiglia fu affrontato più volte dall'artista genovese, alla cui invenzioni questa tela s’ispira.
L’opera qui in oggetto, infatti, esibisce chiaramente la sua stretta dipendenza stilistica e iconografica dalla pittura di Castiglione, identificata dal mercato come una nobile opera realizzata – probabilmente – dalla sua più stretta cerchia.
Sia pur formatosi a Genova con il Paggi, Castiglione è documentato a Roma dal 1632 e dall'influenza del naturalismo di Sinibaldo Scorza, Jan Roos e della cultura fiamminga, nella Città Eterna furono di estrema importanza gli esempi di Nicolas Poussin, dei bamboccianti e Pietro da Cortona, che l'autore ha saputo compendiare in maniera singolarissima. Questa rievocazione fantastica dei racconti biblici spiega in parte la sua predilezione di vestire 'all'Armena' e di 'fingersi greco, e sconosciuto', al contempo, la sua stessa biografia denota un'indole inquieta e viaggiatrice, poco incline a poter essere classificata. La produzione del Grechetto fu d'ispirazione per moltissimi artisti, basti pensare al napoletano Andrea De Lione, a Pier Francesco Mola e Pietro Testa, tutti accomunati da un temperamento che Luigi Salerno definì 'del dissenso' e a cui dobbiamo aggiungere il nome di Salvator Rosa. Appare quindi chiara la partecipazione a una tendenza intellettualizzante e criptica, che si oppone alla larga comunicazione e alla chiarezza richiesta dai dettami post-tridentini diffusi dal cardinale Paleotti.
A questo proposito ben si rileva come lo schema compositivo dell'artista pone in primo il fulcro narrativo – in un affastellamento di figure – la Sacra Famiglia, con cromie viva mentre, nel fondo vi è collocato altre figure trattato in miniatura e con un ductus più indefinito, quasi sfumato, che contrasta con la diligenza descrittiva delle figure esibite sul proscenio. I dati più genuinamente pittorici, in particolare la sottile, incisiva grafia della pennellata e la raffinata miscela cromatica di toni bruni e argentei, parlano da soli – e inequivocabilmente, a mio giudizio – a favore del genio di Giovanni Benedetto Castiglione; peraltro, appaiono del tutto consoni alle inclinazioni del maestro genovese sia l’indagine dei caratteri fisionomici, sovente oggetto della sua produzione calcografica, sia, nello specifico, l’interesse esotico per i tipi negroidi, frequenti nel suo fortunato e distintivo repertorio di temi biblico-pastorali. L’opera qui presentata mostra alcuni dettagli compositivi, che verranno successivamente rielaborati dal Grechetto all’interno della tela Adorazione del Bambino (olio su tela cm. 120 x 147, attribuito a Castiglione da Camillo Manzitti durante la vendita in asta Cambi di Genova, lotto 401, asta 15 giugno 2022) e della grande tela raffigurante Adorazione del Bambino, realizzata nel 1645 su incarico della famiglia Spinola per la Chiesa di San Luca a Genova.
In merito al suo stato conservativo, la tela si presenta in condizioni generali abbastanza discrete considerando l'epoca del dipinto, la superficie pittorica si presenta in patina, e l'immagine complessiva si legge bene. Al visibile il dipinto presenta consunzioni, piccole integrazioni pittoriche e abrasioni. All'esame della lampada di Wood la fluorescenza è intensa ed omogenea, rivela ulteriori restauri, ma a causa di essa non è possibile escludere ulteriori restauri precedenti. Il dipinto è foderato. Il telaio potrebbe essere stato sostituito all'epoca del rintelo. Il condition report da noi fornito è da intendersi accurato e scrupoloso ma in ogni caso assolutamente parziale e non totalmente esaustivo poiché non eseguito in laboratori specializzati e con supporti tecnici specifici. A luce solare è visibile un fine craquelé rapportato all'epoca. Le misure della tela sono cm. 95 x 121. Il dipinto viene ceduto senza cornice, nonostante risulta impreziosita in una nuova cornice dorata e lavorato in stile barocco (dimensione cornice cm. 115 x 140 x 8 ca.).

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Si garantisce, inoltre, un imballo accurato con cassa in legno esterno e pluriball/cartone/polistirolo interno (costo imballaggio € 100,00 circa) e spedizione tracciabile (€ 100,00 Italia). Per l’esportazione, l’opera è soggetta ad una richiesta di Attestato di Libera Circolazione (Comunità Europea) o Certificato di Esportazione (Trasporto Extra Comunitari), presso l’ufficio di esportazione (Soprintendenza del territorio) con i tempi e i costi gravati (€ 400/€800, tutto incluso: spedizione, imballaggio e partiche esportazioni).
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