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Toti Scialoja - Le sillabe della sibilla - 1988
N. 76274837
N. 76274837
Alberti Leon Battista
Della Architettura della Pittura della Statua
di Leonbatista Alberti
In Bologna - 1782 -
Instituto delle Scienze (Petronio Dalla Volpe)
(16), 341, (3)p. 69 c. di tav. ill.
In folio grande - 36 X 24,5 cm.
“ L’ OPERA DELL’ HOMO UNIVERSALIS DEL RINASCIMENTO CHE MISURO’ LA BELLEZZA “.
Bellissima PRIMA EDIZIONE di questo trattato,
che raccoglie tre testi fondamentali.
GRAESSE I, 52
BRUNET 131
FOWLER 12
SCHLOSSER p. 126/27
“Tres belle edition faite avec beaucoup de soin”.
CHOIX 8054
Architetto prototipo dell’ artista intellettuale,
l’ Alberti fu anche pittore, scultore, matematico, crittografo, cultore dei classici, commediografo e musicista.
Tutta la forza del percorso culturale e professionale e’ intrinseco nelle tre parti
dell’ opera, che si apre con il “De re aedificatoria”, diviso in X libri e primo trattato moderno di architettura.
Composto a partire dal 1450, al tempo del febbrile riassetto urbanistico di Roma avviato dal Giubileo.
L’ intento era quello di aggiornare l’ omonima opera di Vitruvio.
Alberti sottolineo’ l’ importanza del progetto, esamino’ tutti gli edifici dell’ antichità
“per cavarne elementi utili” e descrisse le diverse tipologie di costruzioni a seconda della loro funzione.
Il secondo trattato nell’ opera, il “De pictura”,
in tre libri, sarebbe stato redatto intorno al 1435 in volgare e solo successivamente in latino.
L’ Alberti nella sua costante ricerca di regole, teoriche o pratiche, in grado di guidare il lavoro degli artisti, pose qui le basi della pittura dei quattro secoli successivi, fissando i principi di
“circoscrizione, composizione e colore”.
Il terzo trattato di questo prezioso volume e’
il “De statua”, dove l’ Alberti scrisse la nota definizione della scultura distinguendo tra
il “togliere e aggiungere” terra e cera, tipico
dei “modellatori” ed il “levare”, la pietra degli scultori.
Espose anche le proporzioni del corpo umano
e Leonardo da Vinci realizzo’ il suo “Uomo
vitruviano” a partire dalle “Tabule dimensionum”
albertiane.
Con la traduzione a cura dell’ umanista e filologo Cosimo Bartoli.
Contiene 69 splendide tavole numerate
(alcune più volte ripiegate).
Le incisioni sono tutte firmate Pio Panfili
(1723/1812).
Bella e robusta legatura ottocentesca in piena pergamena rigida con laccetti passanti.
Carte forti, fresche, ad ampi margini e ben conservate, compresi il frontespizio (con lieve foxing), le eleganti incisioni nel testo (testatine e finalini), gli occhielli e le 69 bellissime tavole.
Tracce di gallerie tarlacee e puntiformi, non fastidiose, alle carte (alcune restaurate), comunque mai invasive, con rare perdite dì pochissime lettere di testo.
Godibilissime e senza perdita d’ inciso tutte
le 69 tavole.
Rare e lievi fioriture e gore marginali, con sporadiche bruniture.
Alcuni errori di numerazione e collocazione delle pagine ma TUTTE le carte e tavole sono presenti.
Sguardie rinnovate, con exlibris cartaceo al recto della sguardia anteriore.
Buona conservazione generale dell’ opera.
COLLAZIONATO. COMPLETO
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