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Plutarco - Plutarco circa l'avertire de gl'animali - 1545
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Plutarco - Plutarco circa l'avertire de gl'animali - 1545

DIALOGO SULL'INTELLIGENZA DEGLI ANIMALI Edizione rara sul mercato "di una dissertazione in forma di dialogo sulla caccia ove si pone in evidenza la maggiore o minore intelligenza degli animali, tanto terrestri che marini, … e vi sono pure narrati molti episodi intorno all’intelligenza e alla sagacia dei cani”. Ceresoli p. 426 È vero che anche gli animali sono dotati di ragione, e che sono in grado di provare sentimenti ed emozioni simili a quelli dell’uomo? Se lo chiede il grande scrittore greco Plutarco, e per scoprirlo immagina un dialogo surreale tra Ulisse e un certo Grillo, trasformato in maiale dalla maga Circe. Animalista convinto, contrario al consumo di carne, Plutarco ci farà scoprire non solo che gli animali sono intelligenti, ma che la loro esistenza in molti casi è preferibile a quella dei presuntuosi umani. Un’opera originalissima e ricca di spunti filosofici celati sotto la sua apparente leggerezza. dico e-ia c-n- esua (3) 1545 (R) CONTENTS Plutarconega che le bestie siano solo materia bruta priva di sentimenti e di razionalità. Due uomini dialogano animatamente sull’intelligenza degli animali di terra e di mare, mentre gli esseri umani vengono sminuiti. I due interlocutori difendono con convinzione rispettivamente l’intelligenza profonda degli animali di terra e di aria e quella degli animali marini. Tale lode arriva sino all’ammirazione e alla sacralizzazione degli animali. Nella prima parte, l'autore dimostra attraverso la voce autoritaria del proprio padre che gli stoici, in quanto affermano l'irrazionalità degli animali, contraddicono i propri principi. La seconda parte dimostra che gli animali di ogni specie sono razionali; l'ultima breve sezione, pur rifiutando di assegnare i primi riconoscimenti nel dibattito, sembra contenere l'esortazione di Plutarco ai suoi allievi a continuare la polemica contro gli stoici. Infatti Soclaro, che ha ascoltato Aristonimo e Fedimo, afferma che «collegando i vostri discorsi contrapposti, entrambi lotterete insieme validamente contro chi priva gli animali di ragione e di intelligenza». Emerge in questo modo la contraddizione logica e retorica in tutto il dialogo, che consiste nel fatto che gli animali, così efficacemente descritti, dei quali si dimostrano con vari esempi la sensibilità, l’intelligenza, la nobiltà dei comportamenti, vengano lodati da coloro che però difendono poi la caccia che a loro viene data. Probabilmente è un effetto voluto da Plutarco, che – per bocca di Fedimo – riconosce l’universalità della lotta, della violenza e della morte nel mondo dei viventi, di tutti gli animali: «E la natura ha creato per loro tale ciclo e tale avvicendarsi di reciproci inseguimenti e fughe come esercizio e pratica di competizione per l’abilità e l’intelligenza» CONDITION REPORT Marca tipografica al frontespizio rinforzo al margine interno, sporadiche macchie, alcune bruniture e fioriture. Mezza pelle del XIX secolo, decori in oro al dorso, piatti in carta marmorizzata, tagli blu (alcune lievi macchie e lievi segni di usura). Buono stato di mantenimento dell'opera. Pp. (2); 2nn. 70; 2. FULL TITLES & AUTHORS Dialogo di Plutarco circa l'avertire de gl'animali quali sieno piu accorti, ò li terrestri, ò li marini. In Vinegia, Bartolomeo Imperatore, 1545 Plutarco

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DIALOGO SULL'INTELLIGENZA DEGLI ANIMALI
Edizione rara sul mercato "di una dissertazione in forma di dialogo sulla caccia ove si pone in evidenza la maggiore o minore intelligenza degli animali, tanto terrestri che marini, … e vi sono pure narrati molti episodi intorno all’intelligenza e alla sagacia dei cani”. Ceresoli p. 426 È vero che anche gli animali sono dotati di ragione, e che sono in grado di provare sentimenti ed emozioni simili a quelli dell’uomo? Se lo chiede il grande scrittore greco Plutarco, e per scoprirlo immagina un dialogo surreale tra Ulisse e un certo Grillo, trasformato in maiale dalla maga Circe. Animalista convinto, contrario al consumo di carne, Plutarco ci farà scoprire non solo che gli animali sono intelligenti, ma che la loro esistenza in molti casi è preferibile a quella dei presuntuosi umani. Un’opera originalissima e ricca di spunti filosofici celati sotto la sua apparente leggerezza.
dico e-ia c-n- esua (3) 1545 (R)

CONTENTS
Plutarconega che le bestie siano solo materia bruta priva di sentimenti e di razionalità. Due uomini dialogano animatamente sull’intelligenza degli animali di terra e di mare, mentre gli esseri umani vengono sminuiti.
I due interlocutori difendono con convinzione rispettivamente l’intelligenza profonda degli animali di terra e di aria e quella degli animali marini. Tale lode arriva sino all’ammirazione e alla sacralizzazione degli animali. Nella prima parte, l'autore dimostra attraverso la voce autoritaria del proprio padre che gli stoici, in quanto affermano l'irrazionalità degli animali, contraddicono i propri principi.

La seconda parte dimostra che gli animali di ogni specie sono razionali; l'ultima breve sezione, pur rifiutando di assegnare i primi riconoscimenti nel dibattito, sembra contenere l'esortazione di Plutarco ai suoi allievi a continuare la polemica contro gli stoici. Infatti Soclaro, che ha ascoltato Aristonimo e Fedimo, afferma che «collegando i vostri discorsi contrapposti, entrambi lotterete insieme validamente contro chi priva gli animali di ragione e di intelligenza».
Emerge in questo modo la contraddizione logica e retorica in tutto il dialogo, che consiste nel fatto che gli animali, così efficacemente descritti, dei quali si dimostrano con vari esempi la sensibilità, l’intelligenza, la nobiltà dei comportamenti, vengano lodati da coloro che però difendono poi la caccia che a loro viene data. Probabilmente è un effetto voluto da Plutarco, che – per bocca di Fedimo – riconosce l’universalità della lotta, della violenza e della morte nel mondo dei viventi, di tutti gli animali: «E la natura ha creato per loro tale ciclo e tale avvicendarsi di reciproci inseguimenti e fughe come esercizio e pratica di competizione per l’abilità e l’intelligenza»

CONDITION REPORT
Marca tipografica al frontespizio rinforzo al margine interno, sporadiche macchie, alcune bruniture e fioriture. Mezza pelle del XIX secolo, decori in oro al dorso, piatti in carta marmorizzata, tagli blu (alcune lievi macchie e lievi segni di usura). Buono stato di mantenimento dell'opera.
Pp. (2); 2nn. 70; 2.

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