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Scuola Fiamminga (XVII) - Ritratto di Bacco
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2 settimane fa

Scuola Fiamminga (XVII) - Ritratto di Bacco

Espressivo dipinto, vicino alla poetica di Jan Van Dalen II, e alla sua scuola. Olio su tela: Ritratto di Bacco. Jan Van Dalen II, figura enigmatica nel panorama artistico fiammingo del XVII secolo, si distingue per la sua abilità nel dipingere in stile caravaggesco. La sua opera lascia un'impronta indelebile grazie alla sua intensità espressiva e all'uso magistrale della luce e dell'ombra. Nato ad Anversa, si reca a Roma per studiare la opere dei maestri italiani di Orazio ed Artemisia Gentileschi, così come del Merisi. Una fase iniziale caratterizzata da un chiaroscuro di matrice postcaravaggesca e un periodo successivo in cui sono riscontrabili toni più luminosi e una stesura più prossima all’opera tarda di Guido Reni, confermano la presenza del pittore in Italia. I soggetti preferiti da Van Dalen II e dala sua scuola risultano: scene bibliche, mitologiche, allegoriche e ritratti. La sua opera testimonia un talento eccezionale che, con maestria tecnica ed intensa espressione degli affetti, innesca una profonda riflessione sulla natura umana. Nel dipinto qui presentato l'influenza caravaggesca è evidente. Il sempre ridente Bacco, allietato dall' ebbrezza del vino, con il capo cinto da foglie di vite, si rivolge gioioso all'osservatore, intercettandone lo sguardo. L'atmosfera è teatrale. Il Dio della vendemmia e del piacere, immerso nell'oscurità, emerge con forza dalla tela, illuminate da luce radiale. La posa è sensuale, l'espressione risulta sia gioconda, sia enigmatica. I panneggi sono resi attraverso rapide pennellate a vista che determinano una percezione quasi tattile dell'abito di ermellino, tipico indumento dignitario dei principi e dei duchi. La soffice e pregiata pelliccia è indossata da personalità d’alto lignaggio: Bacco se ne veste. La tela proviene da una dimora piemontese. Il dipinto, rintelato, merita una comoda compensazione di alcune lacune del pigmento pittorico, ed è degno di una preziosa indagine attributiva. L’opera è corredata di una più moderna e patinata cornice, in omaggio. Misure complessive: 85 cm x 70 cm.

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Espressivo dipinto, vicino alla poetica di Jan Van Dalen II, e alla sua scuola. Olio su tela: Ritratto di Bacco.

Jan Van Dalen II, figura enigmatica nel panorama artistico fiammingo del XVII secolo, si distingue per la sua abilità nel dipingere in stile caravaggesco. La sua opera lascia un'impronta indelebile grazie alla sua intensità espressiva e all'uso magistrale della luce e dell'ombra.
Nato ad Anversa, si reca a Roma per studiare la opere dei maestri italiani di Orazio ed Artemisia Gentileschi, così come del Merisi.
Una fase iniziale caratterizzata da un chiaroscuro di matrice postcaravaggesca e un periodo successivo in cui sono riscontrabili toni più luminosi e una stesura più prossima all’opera tarda di Guido Reni, confermano la presenza del pittore in Italia.
I soggetti preferiti da Van Dalen II e dala sua scuola risultano: scene bibliche, mitologiche, allegoriche e ritratti. La sua opera testimonia un talento eccezionale che, con maestria tecnica ed intensa espressione degli affetti, innesca una profonda riflessione sulla natura umana.

Nel dipinto qui presentato l'influenza caravaggesca è evidente.
Il sempre ridente Bacco, allietato dall' ebbrezza del vino, con il capo cinto da foglie di vite, si rivolge gioioso all'osservatore, intercettandone lo sguardo. L'atmosfera è teatrale.
Il Dio della vendemmia e del piacere, immerso nell'oscurità, emerge con forza dalla tela, illuminate da luce radiale.
La posa è sensuale, l'espressione risulta sia gioconda, sia enigmatica.
I panneggi sono resi attraverso rapide pennellate a vista che determinano una percezione quasi tattile dell'abito di ermellino, tipico indumento dignitario dei principi e dei duchi. La soffice e pregiata pelliccia è indossata da personalità d’alto lignaggio: Bacco se ne veste.

La tela proviene da una dimora piemontese.
Il dipinto, rintelato, merita una comoda compensazione di alcune lacune del pigmento pittorico, ed è degno di una preziosa indagine attributiva.

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