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Carlo Cressini (1864 – 1938) - Scena di interno - NO RESERVE
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Carlo Cressini (1864 – 1938) - Scena di interno - NO RESERVE

CARLO CRESSINI (Genova, 1864 – Milano, 1938) Scena di interno Olio su tela, cm. 56 x 34,5 Firmato e datato ‘C. CRESSINI 1885’ in alto a destra NOTE: Pubblicazione catalogo opere della collezione Intermidiart. Opera firmata. Certificato di Garanzia e Lecita Provenienza. Opera senza cornice: Pregevolissima opera per valore artistico ed economico, del noto artista genovese Carlo Cressini (Genova, 1864 – Milano, 1938), considerato uno fra i maggiori maestri italiani dell’Ottocento. L’opera – in buono stato di leggibilità – raffigura un interno di stanza, nello specifico una Scena di interno, una rara iconografia della pittura realizzata dall’artista, famoso perlopiù per i paesaggi. Con tocchi rapidi e vibranti l’artista documenta l’interno di una stanza, una suggestiva istantanea dove è ben visibile – a sinistra – un arazzo appeso nella parete con il divano sotto arredato da cucini rossi, mentre a sinistra e nel resto è rappresentato dalla parete decorate con travi in legno e dei piccoli dipinti appesi, in basso dall’arredamento di una sedia e di un anfora in terra cotta con rami di foglie; il pavimento, invece, e rappresentato grezzo e rustico. La luce illumina l’intero angolo della stanza, delineando i particolari degli arredi come la citata sedia, divano e anfora. In quest’opera, l’artista dipinge un luogo silenzioso, con l’uso delle macchie per scandire gli angoli di luce e sintetizzare un’emozione per rendere suggestivo un fugace istante: un tempo sospeso che porta anche l’osservatore a quella realtà. Il quadro è ricco di particolari, caratterizzato da una prospettiva precisa, colori accesi e sgargianti in contrasto con toni scuri. Notiamo già in questo quadro un'attenta ricerca cromatica e di effetti di luce. La tela rientra nelle opere eseguiti dall’artista nella fase giovanile, prima di affrontare con impegno il tema del paesaggio. Lo stile del Cressini, infatti, presenta già nella prima fase della sua pittura, anche se in maniera non troppo evidente, la ricerca di una indeterminatezza delle forme e dei contorni. Nato a Genova nel 1864 da famiglia colta e benestante, Carlo Cressini studia con Enrico Gamba all’Accademia Albertina di Torino e con Giuseppe Bertini all’Accademia di Brera di Milano. Esordisce a livello espositivo nel 1884 e in quegli anni stringe rapporti d’amicizia con altri pittori (Longoni, Sottocornola, Mentessi, Belloni). Partito da premesse post-scapigliate, si esercita inizialmente in ritratti e nature morte, ma dal 1886 affronta – come sopracitato – il tema del paesaggio, risolvendolo con pennellate sciolte e toni sommessi e seguendo la lezione del naturalismo lombardo. Negli anni novanta realizza ritratti ambientati in cui si manifesta l’interesse per gli effetti di luce stimolato dal divisionismo, mentre più tardi dipinge alcune opere di arte sociale, prive però di evidente denuncia. Cressini, dedito all’alpinismo, è noto soprattutto come “lo specialista della montagna alta”, tema che comincia ad affrontare all’inizio degli anni novanta, recandosi principalmente in Valtellina, Ossola e nelle Alpi Bernesi. Per questo tipo di opere utilizza, a partire dalla seconda metà del primo decennio del Novecento, la tecnica divisionista, applicata con personale autonomia e mai con esasperato rigore. Muore a Milano nel 1938. Opera di buona qualità pittorica e cura dei dettagli, è firmato e datato 1885 sopra in alto a destra dall’artista. In merito al suo stato conservativo, la tela si presenta in condizioni generali discreti considerando l'epoca del dipinto. La superficie pittorica si presenta in patina, e non mostra difficoltà di lettura. Si notano – a luce di Wood – alcuni piccoli restauri sparsi, nulla comunque di veramente rilevante. A rafforzare la conferma qualitativa dell’opera, abbiamo di recente sottoposto la tela a un cauto intervento di pulitura presso il gabinetto di restauro del Prof. Gaetano Eduardo Alagna, dove, opportunatamente, si è limitato alla rimozione dello sporco superficiale e un’applicazione di un leggero film opaco che ha perfezionato la leggibilità dell’opera, destabilizzata da restauri precedenti. L’intervento, dunque, si è limitato alla rimozione dell’equilibrio dei valori cromatici e chiaroscurali del film pittorico. L'opera, di ottima resa artistica e cromatica, presenta le sue pennellate corpose e materico, corrispondente allo stile del pittore nella fase giovanile. Le misure della tela sono cm. 56 x 34,5. Il dipinto nonostante risulta impreziosita da una bella cornice dorata e lavorata, la tela viene ceduto senza cornice. Provenienza: Coll. privata Siciliana Pubblicazione:  Inedito;  I Miti e il Territorio nella Sicilia dalle mille culture. INEDITA QUADRERIA catalogo generale dei dipinti della collezione del ciclo “I Miti e il territorio”, Editore Lab_04, Marsala, 2024. Nel caso di vendita al di fuori del territorio italiano, l'acquirente dovrà attendere i tempi di evasione delle pratiche di esportazione.

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Carlo Cressini (1864 – 1938) - Scena di interno - NO RESERVE

Carlo Cressini (1864 – 1938) - Scena di interno - NO RESERVE

CARLO CRESSINI
(Genova, 1864 – Milano, 1938)
Scena di interno
Olio su tela, cm. 56 x 34,5
Firmato e datato ‘C. CRESSINI 1885’ in alto a destra


NOTE: Pubblicazione catalogo opere della collezione Intermidiart. Opera firmata. Certificato di Garanzia e Lecita Provenienza. Opera senza cornice:

Pregevolissima opera per valore artistico ed economico, del noto artista genovese Carlo Cressini (Genova, 1864 – Milano, 1938), considerato uno fra i maggiori maestri italiani dell’Ottocento. L’opera – in buono stato di leggibilità – raffigura un interno di stanza, nello specifico una Scena di interno, una rara iconografia della pittura realizzata dall’artista, famoso perlopiù per i paesaggi.
Con tocchi rapidi e vibranti l’artista documenta l’interno di una stanza, una suggestiva istantanea dove è ben visibile – a sinistra – un arazzo appeso nella parete con il divano sotto arredato da cucini rossi, mentre a sinistra e nel resto è rappresentato dalla parete decorate con travi in legno e dei piccoli dipinti appesi, in basso dall’arredamento di una sedia e di un anfora in terra cotta con rami di foglie; il pavimento, invece, e rappresentato grezzo e rustico. La luce illumina l’intero angolo della stanza, delineando i particolari degli arredi come la citata sedia, divano e anfora. In quest’opera, l’artista dipinge un luogo silenzioso, con l’uso delle macchie per scandire gli angoli di luce e sintetizzare un’emozione per rendere suggestivo un fugace istante: un tempo sospeso che porta anche l’osservatore a quella realtà.
Il quadro è ricco di particolari, caratterizzato da una prospettiva precisa, colori accesi e sgargianti in contrasto con toni scuri. Notiamo già in questo quadro un'attenta ricerca cromatica e di effetti di luce. La tela rientra nelle opere eseguiti dall’artista nella fase giovanile, prima di affrontare con impegno il tema del paesaggio. Lo stile del Cressini, infatti, presenta già nella prima fase della sua pittura, anche se in maniera non troppo evidente, la ricerca di una indeterminatezza delle forme e dei contorni.
Nato a Genova nel 1864 da famiglia colta e benestante, Carlo Cressini studia con Enrico Gamba all’Accademia Albertina di Torino e con Giuseppe Bertini all’Accademia di Brera di Milano. Esordisce a livello espositivo nel 1884 e in quegli anni stringe rapporti d’amicizia con altri pittori (Longoni, Sottocornola, Mentessi, Belloni).
Partito da premesse post-scapigliate, si esercita inizialmente in ritratti e nature morte, ma dal 1886 affronta – come sopracitato – il tema del paesaggio, risolvendolo con pennellate sciolte e toni sommessi e seguendo la lezione del naturalismo lombardo.
Negli anni novanta realizza ritratti ambientati in cui si manifesta l’interesse per gli effetti di luce stimolato dal divisionismo, mentre più tardi dipinge alcune opere di arte sociale, prive però di evidente denuncia.
Cressini, dedito all’alpinismo, è noto soprattutto come “lo specialista della montagna alta”, tema che comincia ad affrontare all’inizio degli anni novanta, recandosi principalmente in Valtellina, Ossola e nelle Alpi Bernesi. Per questo tipo di opere utilizza, a partire dalla seconda metà del primo decennio del Novecento, la tecnica divisionista, applicata con personale autonomia e mai con esasperato rigore.
Muore a Milano nel 1938.
Opera di buona qualità pittorica e cura dei dettagli, è firmato e datato 1885 sopra in alto a destra dall’artista.
In merito al suo stato conservativo, la tela si presenta in condizioni generali discreti considerando l'epoca del dipinto. La superficie pittorica si presenta in patina, e non mostra difficoltà di lettura. Si notano – a luce di Wood – alcuni piccoli restauri sparsi, nulla comunque di veramente rilevante. A rafforzare la conferma qualitativa dell’opera, abbiamo di recente sottoposto la tela a un cauto intervento di pulitura presso il gabinetto di restauro del Prof. Gaetano Eduardo Alagna, dove, opportunatamente, si è limitato alla rimozione dello sporco superficiale e un’applicazione di un leggero film opaco che ha perfezionato la leggibilità dell’opera, destabilizzata da restauri precedenti. L’intervento, dunque, si è limitato alla rimozione dell’equilibrio dei valori cromatici e chiaroscurali del film pittorico. L'opera, di ottima resa artistica e cromatica, presenta le sue pennellate corpose e materico, corrispondente allo stile del pittore nella fase giovanile. Le misure della tela sono cm. 56 x 34,5. Il dipinto nonostante risulta impreziosita da una bella cornice dorata e lavorata, la tela viene ceduto senza cornice.

Provenienza: Coll. privata Siciliana

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 Inedito;
 I Miti e il Territorio nella Sicilia dalle mille culture. INEDITA QUADRERIA catalogo generale dei dipinti della collezione del ciclo “I Miti e il territorio”, Editore Lab_04, Marsala, 2024.

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