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Scuola veneta (XVII-XVIII) - Cristo e il centurione
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Scuola veneta (XVII-XVIII) - Cristo e il centurione

Scuola veneta, XVII-XVIII secolo Cristo e il centurione Olio su tela, cm 63 x 52 Con cornice, cm 74 x 63 La vicenda del ricco centurione di Cafarnao viene narrata sia in Matteo (8,5-13) che in Luca (7,1-10), mutando solo il messaggero che si avvicina a Cristo per raccontare lui della malattia che affliggeva l’amato servo del centurione: secondo Luca consistente in un gruppo di emissari giudei mentre per Matteo il centurione stesso. Gli artisti hanno da sempre inteso dimostrare questa seconda versione, arricchendo la povera ambasceria del centurione con servi, cavalli e altri soldati. L’umana pietà di Cristo si fa così giganteggiante entro un’imperiosa cornice guerresca. Nel presente dipinto, la cui matrice veneta si pronuncia nel dinamico colorismo e nel cangiante chiaroscuro, i compagni del centurione si aprono a sipario sulla figura di Cristo, canalizzandone l’immagine già sottolineata dal brano di cielo che idealmente lo incorona oltre l’arco in rovina. Se l’uomo sulla sinistra si presenta inginocchiato, da perfetto contraltare al centurione (il più anziano e nelle immediate vicinanze di Gesù), gli uomini sulla destra introducono il ruolo della luce entro il dipinto: di un bagliore accecante in corrispondenza del Cristo, di soffuso secondo piano sul presumibile unico apostolo alle spalle del Redentore e sul garzone con il cavallo del centurione. L’impattante ombreggiatura sulla corazza del soldato curvo ricorda le più felici composizioni venete. Anche l’impalpabile linearismo che disegna i profili dei personaggi, frastagliato nei colori, richiama alla memoria lavori di Giambattista Pittoni (1687-1767), affine al presente anche per le architetture (Sacrificio di Polissena, collezione privata e nell’omonima opera dell’Ermitage), e di Giovanni Battista Piazzetta (1638-1754). Ma è tuttavia con Nicola Grassi che è possibile riscontrare i maggiori confronti nella resa stilistica dei figuranti, in particolare considerando alcune similitudini presenti nelle tele che seguono: San Matteo evangelista (Ampezzo, chiesa parrocchiale), San Benedetto comanda a un corvo di portare via il pane avvelenato (collezione privata), Assunzione della Beata Vergine (Narodna Galerija di Lubiana), Pentecoste (Musei Civici agli Eremitani, Padova). La cornice è fornita in omaggio, di conseguenza non può essere motivo di reso o reclamo. Per i dipinti acquistati all'estero: dopo il pagamento verrà avviata la procedura per ottenere la licenza di esportazione (ALC). Tutti i pezzi d'antiquariato inviati all'estero dall'Italia hanno bisogno di questo documento, rilasciato dal Ministro dei Beni Culturali. La procedura potrebbe richiedere da 3 a 5 settimane dalla richiesta, quindi, non appena avremo il documento verrà spedito il dipinto.

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Scuola veneta, XVII-XVIII secolo
Cristo e il centurione
Olio su tela, cm 63 x 52
Con cornice, cm 74 x 63

La vicenda del ricco centurione di Cafarnao viene narrata sia in Matteo (8,5-13) che in Luca (7,1-10), mutando solo il messaggero che si avvicina a Cristo per raccontare lui della malattia che affliggeva l’amato servo del centurione: secondo Luca consistente in un gruppo di emissari giudei mentre per Matteo il centurione stesso. Gli artisti hanno da sempre inteso dimostrare questa seconda versione, arricchendo la povera ambasceria del centurione con servi, cavalli e altri soldati. L’umana pietà di Cristo si fa così giganteggiante entro un’imperiosa cornice guerresca.
Nel presente dipinto, la cui matrice veneta si pronuncia nel dinamico colorismo e nel cangiante chiaroscuro, i compagni del centurione si aprono a sipario sulla figura di Cristo, canalizzandone l’immagine già sottolineata dal brano di cielo che idealmente lo incorona oltre l’arco in rovina. Se l’uomo sulla sinistra si presenta inginocchiato, da perfetto contraltare al centurione (il più anziano e nelle immediate vicinanze di Gesù), gli uomini sulla destra introducono il ruolo della luce entro il dipinto: di un bagliore accecante in corrispondenza del Cristo, di soffuso secondo piano sul presumibile unico apostolo alle spalle del Redentore e sul garzone con il cavallo del centurione. L’impattante ombreggiatura sulla corazza del soldato curvo ricorda le più felici composizioni venete. Anche l’impalpabile linearismo che disegna i profili dei personaggi, frastagliato nei colori, richiama alla memoria lavori di Giambattista Pittoni (1687-1767), affine al presente anche per le architetture (Sacrificio di Polissena, collezione privata e nell’omonima opera dell’Ermitage), e di Giovanni Battista Piazzetta (1638-1754).
Ma è tuttavia con Nicola Grassi che è possibile riscontrare i maggiori confronti nella resa stilistica dei figuranti, in particolare considerando alcune similitudini presenti nelle tele che seguono: San Matteo evangelista (Ampezzo, chiesa parrocchiale), San Benedetto comanda a un corvo di portare via il pane avvelenato (collezione privata), Assunzione della Beata Vergine (Narodna Galerija di Lubiana), Pentecoste (Musei Civici agli Eremitani, Padova).

La cornice è fornita in omaggio, di conseguenza non può essere motivo di reso o reclamo.

Per i dipinti acquistati all'estero: dopo il pagamento verrà avviata la procedura per ottenere la licenza di esportazione (ALC). Tutti i pezzi d'antiquariato inviati all'estero dall'Italia hanno bisogno di questo documento, rilasciato dal Ministro dei Beni Culturali. La procedura potrebbe richiedere da 3 a 5 settimane dalla richiesta, quindi, non appena avremo il documento verrà spedito il dipinto.

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