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Sebastiano Sante Bizzarri (1648-1692), Ambito di - Santa Caterina da Siena
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Sebastiano Sante Bizzarri (1648-1692), Ambito di - Santa Caterina da Siena

Intenso dipinto di Maestro toscano, della fine del XVII Secolo: Santa Caterina da Siena. Riferibile al tardo periodo di Sebastiano Sante Bizzarri (1648-1692), oppure al suo ambito. Caterina di Jacopo di Benincasa, conosciuta come Caterina da Siena (Siena, 25 marzo 1347 – Roma, 29 aprile 1380), è una celebrata religiosa, teologa, filosofa e mistica italiana. Proclamata Santa da Papa Pio II nel 1461 e Dottore della Chiesa da papa Paolo VI, nel 1970, diventa Patrona di Roma nel 1866 con papa Pio IX, altresì patrona d'Italia, con Papa Pio XII. La sua vita caritatevole è ricordata per le molte estasi e visioni: in una di queste Cristo appare alla Santa per donargli il suo cuore. E la sposa misticamente. Caterina vive a Siena, Firenze, Avignone e Roma, circondata dai tanti devoti che diventano la sua famiglia spirituale: a loro racconta i suoi pensieri e legge lettere. Molti religiosi e laici, spesso appartenenti a grandi famiglie toscane, si rivolgono a lei per ricevere ammaestramenti e consigli. La giovane Caterina, ventitreenne, chiede al Signore di prendere il suo cuore, ovvero la sua volontà, e sostituirlo con il suo. Viene accontentata. Il beato Raimondo, biografo di Caterina, riporta che "Gesù diede a Caterina il Suo cuore" L’unione della Santa con Cristo è talmente intima da condividere il Cuore infiammato del Salvatore, "vermiglio e che irradia luce". La compassione e l'adesione al Verbo di Dio portano Caterina a ricevere le stimmate, come coronamento della sua vita terrena. Nell' intenso soggetto qui proposto lo sguardo vibrante di Caterina da Siena osserva gli attributi della Passione di Gesù e al contempo rivolge la sua espressione ascetica verso l' alto, avvolta dal bagliore divino. Di particolare rilievo appare l'apparato di elementi- l' Arma Christi- qui rappresentato: la Croce; la Lancia Sacra, da Longino, utilizzata per trafiggere il costato di Cristo; la Corona di Spine; la Canna usata per porgere a Gesù la Sacra Spugna, imbevuta d'aceto. Di ricca ed inedita iconografia risulta anche l'aggiunta della Colonna di Cristo. Si individuano inoltre altri due significativi simboli cateriniani ovvero il Teschio e gli elegantissimi Gigli. L'Amore infuocato e consumante trova espressione nel Cuore, che qui Caterina stringe al petto, con la citazione evangelica: "Et Verbum caro factum est" (GV 1,14). La qualitativa stesura pittorica sulla tela è ancora densa e materica. Al riscontro della lampada UV le integrazioni cromatiche appaiono irrilevanti. Il dipinto, in eccellente stato conservativo, è stato rintelato nel secolo scorso e rintelaiato venti anni or sono. Proviene da un' importante collezione privata romagnola. A corredo dell’opera viene fornita un'antica e patinata cornice, meccata. Dimensioni complessive: 87 cm x 74 cm. #gallerycorner

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Intenso dipinto di Maestro toscano, della fine del XVII Secolo: Santa Caterina da Siena.
Riferibile al tardo periodo di Sebastiano Sante Bizzarri (1648-1692), oppure al suo ambito.

Caterina di Jacopo di Benincasa, conosciuta come Caterina da Siena (Siena, 25 marzo 1347 – Roma, 29 aprile 1380), è una celebrata religiosa, teologa, filosofa e mistica italiana. Proclamata Santa da Papa Pio II nel 1461 e Dottore della Chiesa da papa Paolo VI, nel 1970, diventa Patrona di Roma nel 1866 con papa Pio IX, altresì patrona d'Italia, con Papa Pio XII.
La sua vita caritatevole è ricordata per le molte estasi e visioni: in una di queste Cristo appare alla Santa per donargli il suo cuore. E la sposa misticamente.
Caterina vive a Siena, Firenze, Avignone e Roma, circondata dai tanti devoti che diventano la sua famiglia spirituale: a loro racconta i suoi pensieri e legge lettere. Molti religiosi e laici, spesso appartenenti a grandi famiglie toscane, si rivolgono a lei per ricevere ammaestramenti e consigli.

La giovane Caterina, ventitreenne, chiede al Signore di prendere il suo cuore, ovvero la sua volontà, e sostituirlo con il suo. Viene accontentata.
Il beato Raimondo, biografo di Caterina, riporta che "Gesù diede a Caterina il Suo cuore" L’unione della Santa con Cristo è talmente intima da condividere il Cuore infiammato del Salvatore, "vermiglio e che irradia luce".
La compassione e l'adesione al Verbo di Dio portano Caterina a ricevere le stimmate, come coronamento della sua vita terrena.

Nell' intenso soggetto qui proposto lo sguardo vibrante di Caterina da Siena osserva gli attributi della Passione di Gesù e al contempo rivolge la sua espressione ascetica verso l' alto, avvolta dal bagliore divino.
Di particolare rilievo appare l'apparato di elementi- l' Arma Christi- qui rappresentato: la Croce; la Lancia Sacra, da Longino, utilizzata per trafiggere il costato di Cristo; la Corona di Spine; la Canna usata per porgere a Gesù la Sacra Spugna, imbevuta d'aceto.
Di ricca ed inedita iconografia risulta anche l'aggiunta della Colonna di Cristo.
Si individuano inoltre altri due significativi simboli cateriniani ovvero il Teschio e gli elegantissimi Gigli.
L'Amore infuocato e consumante trova espressione nel Cuore, che qui Caterina stringe al petto, con la citazione evangelica: "Et Verbum caro factum est" (GV 1,14).

La qualitativa stesura pittorica sulla tela è ancora densa e materica. Al riscontro della lampada UV le integrazioni cromatiche appaiono irrilevanti.

Il dipinto, in eccellente stato conservativo, è stato rintelato nel secolo scorso e rintelaiato venti anni or sono.

Proviene da un' importante collezione privata romagnola.

A corredo dell’opera viene fornita un'antica e patinata cornice, meccata.

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