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Scuola Veneta (XVIII) - Ratto di Proserpina
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Scuola Veneta (XVIII) - Ratto di Proserpina

Scuola Veneta, XVIII secolo Ratto di Proserpina Olio su tela, cm 65 x 86 Con cornice, cm 76 x 97 Il dipinto raffigura l’episodio mitologico che vede protagonista Proserpina, bellissima figlia della dea Demetra, la quale è protettrice del lavoro dei campi, faceva maturare i frutti e biondeggiare il grano. Una mattina Proserpina, in compagnia di altre ninfe, si divertiva a correre sui prati e nel raccogliere rose, giacinti, viole per farne ghirlande e adornarsi le vesti. All’improvviso un boato lacerò l'aria: La terra si spaccò e dal baratro balzò fuori, su un cocchio d'oro trainato da quattro cavalli il Dio delle tenebre Plutone. Con le sue braccia possenti afferrò Proserpina e la trascinò con sé. Preso dalla bellezza di Proserpina, Plutone si era infatti innamorato di lei e chiese a Giove di poterla sposare; perciò, era venuto sulla terra e l'aveva rapita. Demetra udì le urla della figlia dall'Olimpo e sconvolta, scese volando in terra cercandola ovunque. Chiese notizie all'aurora, al tramonto, ai fiumi, ma nessuno volle dirle la verità. Infine, interrogò il sole che le confessa che Proserpina è stata rapita da Plutone. Nel frattempo, sulla Terra i frutti marcirono, le spighe seccarono, i fiori e i prati ingiallirono e infine la terra divenne brulla e riarsa. Allora Giove ebbe compassione degli uomini, chiamò Iride e la mandò da Demetra perché l'invitasse a tornare tra gli dei. Ma la dea messaggera non riuscì ad ottenere nulla. Tutti gli dèi, uno dopo l'altro, andarono a supplicarla offrendole doni magnifici, ma Demetra non si lasciò convincere. Rispondeva che non avrebbe donato ricchezze ai campi se prima non avesse riavuto sua figlia. Giove mandò allora Mercurio dal re degli inferi affinché lo persuadesse a rendere la fanciulla alla madre. Plutone non osò disubbidire al volere di Giove, ma meditò in cuor suo di non restituire Proserpina per sempre. Esortò la fanciulla a salire sul carro che doveva ricondurla sulla terra. Prima che ella si allontanasse però le offrì alcuni chicchi di melograno. Proserpina li accettò, ignorando che per un'antica legge divina i rossi chicchi di quel frutto l'avrebbero per sempre legata agli inferi. Insieme a Mercurio la fanciulla ritornò nel mondo della luce e si recò nel tempio di Eleusi, dove trovò Demetra. Al solo vederla la dea si trasfigurò in volto, corse incontro alla figlia, l'abbracciò teneramente. Si consolarono a vicenda, parlando a lungo tra loro. Allora Demetra comprese che il legame tra la sua amata figlia e Plutone era ormai indissolubile e perciò chiese a Giove di poterla avere con sé almeno per una parte dell'anno. Il dio dell'Olimpo acconsentì, così Demetra ritornò finalmente fra gli dèi e la natura si risvegliò. Da quel giorno, ogni volta che Proserpina torna nel mondo, i prati si coprono di fiori, i frutti cominciano a maturare sugli alberi e il grano germoglia nei campi. Nell’opera figura al centro Plutone, scaturito dagli Inferi, che già trattiene fra le braccia la bella Proserpina che si dimena nel tentativo di liberarsi. La scena è ambientata fra alte scogliere divise da un corso d’acqua, dal quale emerge una figura che si sbraccia forse per aiutare la fanciulla. In secondo piano si scorgono cupido con in mano arco e frecce e la dea dell’Amore Afrodite, sentimento che ha portato Plutone a rapire la bella Proserpina. L’opera è riconducibile alla scuola veneta del Settecento. La cornice è fornita in omaggio, di conseguenza non può essere motivo di reso o reclamo. Per i dipinti acquistati all'estero: dopo il pagamento verrà avviata la procedura per ottenere la licenza di esportazione (ALC). Tutti i pezzi d'antiquariato inviati all'estero dall'Italia hanno bisogno di questo documento, rilasciato dal Ministro dei Beni Culturali. La procedura potrebbe richiedere da 3 a 5 settimane dalla richiesta, quindi, non appena avremo il documento verrà spedito il dipinto.

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Scuola Veneta (XVIII) - Ratto di Proserpina

Scuola Veneta (XVIII) - Ratto di Proserpina

Scuola Veneta, XVIII secolo
Ratto di Proserpina
Olio su tela, cm 65 x 86
Con cornice, cm 76 x 97

Il dipinto raffigura l’episodio mitologico che vede protagonista Proserpina, bellissima figlia della dea Demetra, la quale è protettrice del lavoro dei campi, faceva maturare i frutti e biondeggiare il grano. Una mattina Proserpina, in compagnia di altre ninfe, si divertiva a correre sui prati e nel raccogliere rose, giacinti, viole per farne ghirlande e adornarsi le vesti.
All’improvviso un boato lacerò l'aria: La terra si spaccò e dal baratro balzò fuori, su un cocchio d'oro trainato da quattro cavalli il Dio delle tenebre Plutone. Con le sue braccia possenti afferrò Proserpina e la trascinò con sé. Preso dalla bellezza di Proserpina, Plutone si era infatti innamorato di lei e chiese a Giove di poterla sposare; perciò, era venuto sulla terra e l'aveva rapita. Demetra udì le urla della figlia dall'Olimpo e sconvolta, scese volando in terra cercandola ovunque. Chiese notizie all'aurora, al tramonto, ai fiumi, ma nessuno volle dirle la verità. Infine, interrogò il sole che le confessa che Proserpina è stata rapita da Plutone.
Nel frattempo, sulla Terra i frutti marcirono, le spighe seccarono, i fiori e i prati ingiallirono e infine la terra divenne brulla e riarsa.
Allora Giove ebbe compassione degli uomini, chiamò Iride e la mandò da Demetra perché l'invitasse a tornare tra gli dei. Ma la dea messaggera non riuscì ad ottenere nulla. Tutti gli dèi, uno dopo l'altro, andarono a supplicarla offrendole doni magnifici, ma Demetra non si lasciò convincere. Rispondeva che non avrebbe donato ricchezze ai campi se prima non avesse riavuto sua figlia. Giove mandò allora Mercurio dal re degli inferi affinché lo persuadesse a rendere la fanciulla alla madre. Plutone non osò disubbidire al volere di Giove, ma meditò in cuor suo di non restituire Proserpina per sempre. Esortò la fanciulla a salire sul carro che doveva ricondurla sulla terra. Prima che ella si allontanasse però le offrì alcuni chicchi di melograno. Proserpina li accettò, ignorando che per un'antica legge divina i rossi chicchi di quel frutto l'avrebbero per sempre legata agli inferi.
Insieme a Mercurio la fanciulla ritornò nel mondo della luce e si recò nel tempio di Eleusi, dove trovò Demetra. Al solo vederla la dea si trasfigurò in volto, corse incontro alla figlia, l'abbracciò teneramente. Si consolarono a vicenda, parlando a lungo tra loro. Allora Demetra comprese che il legame tra la sua amata figlia e Plutone era ormai indissolubile e perciò chiese a Giove di poterla avere con sé almeno per una parte dell'anno.
Il dio dell'Olimpo acconsentì, così Demetra ritornò finalmente fra gli dèi e la natura si risvegliò.
Da quel giorno, ogni volta che Proserpina torna nel mondo, i prati si coprono di fiori, i frutti cominciano a maturare sugli alberi e il grano germoglia nei campi.
Nell’opera figura al centro Plutone, scaturito dagli Inferi, che già trattiene fra le braccia la bella Proserpina che si dimena nel tentativo di liberarsi. La scena è ambientata fra alte scogliere divise da un corso d’acqua, dal quale emerge una figura che si sbraccia forse per aiutare la fanciulla. In secondo piano si scorgono cupido con in mano arco e frecce e la dea dell’Amore Afrodite, sentimento che ha portato Plutone a rapire la bella Proserpina.
L’opera è riconducibile alla scuola veneta del Settecento.

La cornice è fornita in omaggio, di conseguenza non può essere motivo di reso o reclamo.

Per i dipinti acquistati all'estero: dopo il pagamento verrà avviata la procedura per ottenere la licenza di esportazione (ALC). Tutti i pezzi d'antiquariato inviati all'estero dall'Italia hanno bisogno di questo documento, rilasciato dal Ministro dei Beni Culturali. La procedura potrebbe richiedere da 3 a 5 settimane dalla richiesta, quindi, non appena avremo il documento verrà spedito il dipinto.

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