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COPPA RITUALE GBENE Etnia: Koro (Nigeria) Legno I Koro sono un piccolo gruppo etnico di lingua Kwa di circa 20.000 persone, stabilite nel nord-ovest della Moyenne Bénoué. Nel 1970 Fagg scrive a proposito di queste particolari sculture: “Queste figure, conosciute come gbene, sono utilizzate nel rituale di bere vino di palma una volta l'anno durante un sacrificio cerimoniale o per le sepolture”. Stessa descrizione si ritrova negli scritti di Roy Sieber, "questo tipo di coppa veniva usata durante i sacrifici cerimoniali e i riti funebri, per la birra o il vino di palma" e in quelli di Marla Berns e Richard Fardon, "la ciotola, gbene, viene utilizzata nelle celebrazioni funebri o nelle sfilate in maschera consentendo a due persone di bere contemporaneamente". La figura è caratterizzata da un’estetica primitiva - quasi selvaggia - delle forme, tipica dell’arte nigeriana; in questo caso però la brutalità che spesso si ritrova in altre sculture cede il passo a delle raffinate geometrie. Il viso, dall’espressività orgogliosa e solenne, è ottenuto tramite pochi e semplici intagli. La testa sovrasta un lungo e possente collo. La capigliatura è una semplice cresta appena accennate e gli unici elementi decorativi sono dati dalle scarificazioni che ornano il petto, le spalle e i polsi. La posizione delle gambe e la postura leggermente inclinata in avanti, sembrano indicare un imminente moto. La cavità destinata a contenere il vino, risulta talmente integrata nel resto della scultura da far dimenticare che si sta osservando una coppa. L’oggetto assume ai nostri occhi forme surreali ma in realtà racchiude molteplici simboli della cultura africana: la pancia come luogo delle emozioni, l’atto della condivisione nel bere, l’unione tra contenitore e corpo umano, le scarificazioni come segno di riconoscimento e linguaggio simbolico. Bibliografia: Fagg W., "African Sculpture", Washington, D.C.: International Exhibitions Foundation, 1970 Neyt, F.- Désirant, A. “ Les Arts de la Benue aux racines des traditions” Editions Hawaiian Agronomics, Belgique, 1985 J. Kerchache, J.-L. Paudrat, L. Stephan, L’Art Africain, Édition Mazenod, 1988 Robbins and Nooter, African Art in American Collections, Smithsonian Institution, 1989 AA.VV. “ Arts du Nigeria”, Réunion des Musées nationaux, 1997 Berns, M.C., Fardon, R., Kasfir, S.L and AA.VV “ Central Nigeria Unmasked: Arts of Benue River Valley”, Fowles Museum at Ucla, 2011

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COPPA RITUALE GBENE
Etnia: Koro (Nigeria)
Legno


I Koro sono un piccolo gruppo etnico di lingua Kwa di circa 20.000 persone, stabilite nel nord-ovest della Moyenne Bénoué.
Nel 1970 Fagg scrive a proposito di queste particolari sculture: “Queste figure, conosciute come gbene, sono utilizzate nel rituale di bere vino di palma una volta l'anno durante un sacrificio cerimoniale o per le sepolture”. Stessa descrizione si ritrova negli scritti di Roy Sieber, "questo tipo di coppa veniva usata durante i sacrifici cerimoniali e i riti funebri, per la birra o il vino di palma" e in quelli di Marla Berns e Richard Fardon, "la ciotola, gbene, viene utilizzata nelle celebrazioni funebri o nelle sfilate in maschera consentendo a due persone di bere contemporaneamente".
La figura è caratterizzata da un’estetica primitiva - quasi selvaggia - delle forme, tipica dell’arte nigeriana; in questo caso però la brutalità che spesso si ritrova in altre sculture cede il passo a delle raffinate geometrie. Il viso, dall’espressività orgogliosa e solenne, è ottenuto tramite pochi e semplici intagli. La testa sovrasta un lungo e possente collo. La capigliatura è una semplice cresta appena accennate e gli unici elementi decorativi sono dati dalle scarificazioni che ornano il petto, le spalle e i polsi. La posizione delle gambe e la postura leggermente inclinata in avanti, sembrano indicare un imminente moto. La cavità destinata a contenere il vino, risulta talmente integrata nel resto della scultura da far dimenticare che si sta osservando una coppa. L’oggetto assume ai nostri occhi forme surreali ma in realtà racchiude molteplici simboli della cultura africana: la pancia come luogo delle emozioni, l’atto della condivisione nel bere, l’unione tra contenitore e corpo umano, le scarificazioni come segno di riconoscimento e linguaggio simbolico.


Bibliografia:
Fagg W., "African Sculpture", Washington, D.C.: International Exhibitions Foundation, 1970
Neyt, F.- Désirant, A. “ Les Arts de la Benue aux racines des traditions” Editions Hawaiian Agronomics, Belgique, 1985
J. Kerchache, J.-L. Paudrat, L. Stephan, L’Art Africain, Édition Mazenod, 1988
Robbins and Nooter, African Art in American Collections, Smithsonian Institution, 1989
AA.VV. “ Arts du Nigeria”, Réunion des Musées nationaux, 1997
Berns, M.C., Fardon, R., Kasfir, S.L and AA.VV “ Central Nigeria Unmasked: Arts of Benue River Valley”, Fowles Museum at Ucla, 2011

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