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Federico Bianchi (1635-1719), Attribuito - La vendita di Giuseppe
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Federico Bianchi (1635-1719), Attribuito - La vendita di Giuseppe

Dipinto antico, raffigurante la vendita di Giuseppe , questo dipinto eseguito con grande disinvoltura rimanda all'ambiente artistico Lombardo ,ed in particolare a pittori quali Ercole Procaccini e Carlo Francesco Nuvolone ma forse piu' precisamente a Federico Bianchi(Milano o a Masnago, 1635 – 1719) ,in stato conservativo piu' che eccellente , e' provvisto di cornice antica e non necessita di interventi di alcun tipo e misura Secondo qualche fonte questo pittore sembrerebbe appartenere al ramo della nobile famiglia dei Bianchi da Velate, trasferitosi sin dal sec. XV a Masnago (Varese); è ignota la sua data di nascita, ma il B. risulta sicuramente attivo fino al primo decennio del sec. XVIII: è quindi da escludere che egli potesse già operare nel 1618 come voleva lo Zani (Encicl. metodica... delle Belle Arti, I, 4, Parma 1820, p. 39). II Bigiogero (1699) lo dice nativo di Masnago, l'Orlandi e il Bartoli lo citano come "milanese": si sono quindi create confusioni con i Bianchi attivi a Varese e a Milano, tanto più che sia Salvatore e Francesco Maria, sia Isidoro, erano, come Federico, cavalieri e spesso si trovano indicati nei testi semplicemente come "cavalier Bianchi". Si tenga conto comunque che il Bartoli distingue da Federico un cavalier Bianchi da Velate (da intendersi Salvatore o Francesco . Maria) e un cavalier Bianchi da Campione (da intendersi Isidoro), e che nelle tavole genealogiche delle famiglie Bianchi da Velate, Masnago e Fogliaro (G. Bianchi,Cenni stor. sulla nobile fam. Bianchi da Velate, Varese 1940) compaiono i nomi di Francesco Maria e Salvatore, ma non quello di Federico, loro contemporaneo.La vendita di Giuseppe (in ebraico מכירת יוסף‎?, mekhirá Yoséf), o Giuseppe venduto dai suoi fratelli, è un episodio biblico tratto dal libro della Genesi.Secondo il testo ebraico trasmesso dalla scuola massoretica di Tiberiade, Giacobbe si stabilì nella terra dei suoi antenati. Suo figlio Giuseppe, di diciassette anni, guidava le pecore con i suoi fratelli e raccontava al padre delle calunnie su di loro: Israele, preferendo questo figlio agli altri, gli fece una tunica raggiata. I fratelli lo odiavano e non potevano parlargli pacificamente. (Genesi 37:1-4). Giuseppe raccontò ai suoi fratelli un sogno nel quale i loro covoni si prostravano dinnanzi al suo; essi lo odiarono di più per i suoi sogni e per le sue parole. In un secondo sogno che raccontò a suo padre e ai suoi fratelli, vide il Sole, la luna e undici stelle prostrarsi dinnanzi a lui: i suoi fratelli divennero più gelosi di lui ma suo padre liquidò la questione dopo averlo rimproverato. (Genesi 37:5-11). Un giorno, inviato da suo padre a informarsi dei suoi fratelli e del gregge che custodivano a Sichem, Giuseppe non li trovò e venne reindirizzato da un uomo verso Dotan. Vedendo arrivare "l'uomo dei sogni" da lontano, dei fratelli esclamarono: "Orsù, uccidiamolo e gettiamolo in una cisterna! Poi diremo: 'Una bestia feroce l'ha divorato'! Così vedremo che ne sarà dei suoi sogni!" Ruben però li dissuase, suggerendo loro di gettarlo in una cisterna del deserto senza colpirlo perché aveva intenzione di riportarlo da suo padre (Genesi 37:12-22). In condizioni conservative eccellenti e' stato reintelato nel XIX secolo e si presenta con una bella cornice del XVII-XVIII secolo molto probabilmente la sua originale e' pronto da appendere e misura la tela cm 107 per 80cm .

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Dipinto antico, raffigurante la vendita di Giuseppe , questo dipinto eseguito con grande disinvoltura rimanda all'ambiente artistico Lombardo ,ed in particolare a pittori quali Ercole Procaccini e Carlo Francesco Nuvolone ma forse piu' precisamente a Federico Bianchi(Milano o a Masnago, 1635 – 1719) ,in stato conservativo piu' che eccellente , e' provvisto di cornice antica e non necessita di interventi di alcun tipo e misura
Secondo qualche fonte questo pittore sembrerebbe appartenere al ramo della nobile famiglia dei Bianchi da Velate, trasferitosi sin dal sec. XV a Masnago (Varese); è ignota la sua data di nascita, ma il B. risulta sicuramente attivo fino al primo decennio del sec. XVIII: è quindi da escludere che egli potesse già operare nel 1618 come voleva lo Zani (Encicl. metodica... delle Belle Arti, I, 4, Parma 1820, p. 39).

II Bigiogero (1699) lo dice nativo di Masnago, l'Orlandi e il Bartoli lo citano come "milanese": si sono quindi create confusioni con i Bianchi attivi a Varese e a Milano, tanto più che sia Salvatore e Francesco Maria, sia Isidoro, erano, come Federico, cavalieri e spesso si trovano indicati nei testi semplicemente come "cavalier Bianchi". Si tenga conto comunque che il Bartoli distingue da Federico un cavalier Bianchi da Velate (da intendersi Salvatore o Francesco .
Maria) e un cavalier Bianchi da Campione (da intendersi Isidoro), e che nelle tavole genealogiche delle famiglie Bianchi da Velate, Masnago e Fogliaro (G. Bianchi,Cenni stor. sulla nobile fam. Bianchi da Velate, Varese 1940) compaiono i nomi di Francesco Maria e Salvatore, ma non quello di Federico, loro contemporaneo.La vendita di Giuseppe (in ebraico מכירת יוסף‎?, mekhirá Yoséf), o Giuseppe venduto dai suoi fratelli, è un episodio biblico tratto dal libro della Genesi.Secondo il testo ebraico trasmesso dalla scuola massoretica di Tiberiade, Giacobbe si stabilì nella terra dei suoi antenati. Suo figlio Giuseppe, di diciassette anni, guidava le pecore con i suoi fratelli e raccontava al padre delle calunnie su di loro: Israele, preferendo questo figlio agli altri, gli fece una tunica raggiata. I fratelli lo odiavano e non potevano parlargli pacificamente. (Genesi 37:1-4).

Giuseppe raccontò ai suoi fratelli un sogno nel quale i loro covoni si prostravano dinnanzi al suo; essi lo odiarono di più per i suoi sogni e per le sue parole. In un secondo sogno che raccontò a suo padre e ai suoi fratelli, vide il Sole, la luna e undici stelle prostrarsi dinnanzi a lui: i suoi fratelli divennero più gelosi di lui ma suo padre liquidò la questione dopo averlo rimproverato. (Genesi 37:5-11).

Un giorno, inviato da suo padre a informarsi dei suoi fratelli e del gregge che custodivano a Sichem, Giuseppe non li trovò e venne reindirizzato da un uomo verso Dotan. Vedendo arrivare "l'uomo dei sogni" da lontano, dei fratelli esclamarono: "Orsù, uccidiamolo e gettiamolo in una cisterna! Poi diremo: 'Una bestia feroce l'ha divorato'! Così vedremo che ne sarà dei suoi sogni!" Ruben però li dissuase, suggerendo loro di gettarlo in una cisterna del deserto senza colpirlo perché aveva intenzione di riportarlo da suo padre (Genesi 37:12-22).
In condizioni conservative eccellenti e' stato reintelato nel XIX secolo e si presenta con una bella cornice del XVII-XVIII secolo molto probabilmente la sua originale e' pronto da appendere e misura la tela cm 107 per 80cm .

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