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Scuola caravaggesca (XVII) - Concerto con bevitore
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Scuola caravaggesca (XVII) - Concerto con bevitore

SCUOLA DI CARAVAGGIO DEL PRIMO ‘600 Cerchia di VALENTIN DE BOULOGNE (Coulommiers, 1591 - Roma, 1632) Concerto con bevitore Olio su tela, cm. 88 x 115 NOTE: Pubblicazione catalogo opere della collezione Intermidiart. Certificato di Lecita Provenienza. Opera senza cornice: Il dipinto, inedito e proveniente dal mercato come Scuola Caravaggesco del XVII secolo, illustra una scena di vita quotidiana, con Musicisti e bevitori in un interno, dal titolo Concerto con bevitore, narrazione, già diffusa nelle opere di Caravaggio e dei suoi seguaci a Roma a partire dal 1600 fino alla prima metà dello stesso secolo. Questo dipinto è una copia successiva di un’opera originale perduta di uno dei più grandi seguaci francesi di Caravaggio – Valentin de Boulogne. Si ritiene che l'originale debba risalire al primo periodo della vita di Valentin, intorno al 1623-24, quando lavorava a Roma. Anche la composizione e i tipi di viso devono molto a Bartolomeo Manfredi, uno dei più stretti seguaci di Caravaggio, la cui opera è nota per essere ammirata e assorbita anche da Valentin. Esistono diverse versioni della composizione in varie dimensioni: uno nella collezione Chigi-Saracini, Siena; e due quotati sul mercato dell'arte nel 1985 e nel 1975. Tra questi si considera la migliore la versione attribuito al maestro caravaggesco Valentin de Bouologne (olio su tela cm. 97 x 133, databile all’incirca tra il 1623-1624), ove risulta censito nella Fototeca Zeri dell’omonima Fondazione con doppia attribuzione: Manfredi Bartolomeo e Valentin de Boulogne. Valentin de Boulogne, pittore francese nato nel gennaio del 1591, è considerato a ragione uno dei più grandi caravaggeschi. Dopo aver ultimato l’apprendistato in terra francese, l’artista si trasferì a Roma nel 1612 e rimase affascinato dalla pittura caravaggesca che allora andava per la maggiore. Giovanni Baglione, nel suo libro Le vite de’ pittori, scultori et architetti dal pontificato di Gregorio XIII del 1572 in fino a’ tempi di Papa Urbano Ottavo, scrisse di lui: “Non si deve passar con silenzio la memoria di Valentino Francese, il quale andaua imitando lo stile di Michelagnolo da Caravaggio, dal naturale ritrahendo. Faceua quest’huomo le sue pitture con buona maniera, e ben colorite a olio, e tocche con fierezza: e i colori a oglio ben’ impastava”. Ritornando sulla presente opera, si differenzia dagli altri per l’assenza degli oggetti – un bicchiere e un calice – presenti nel tavolino, e dalla dimensione, di poco più piccola delle altre versioni conosciuti. Il dipinto, inoltre, qui è rappresentato con un fondo dal quale emergono le tre figure, è realizzate con pennellate generose e pastose, piena di impeto e pregna di una luce rigorosa che penetra negli incarnati. Sia pur interessate da lievi restauri e ossidazione, la tela mostra comunque la sua qualità espressiva, con un carattere caravaggesco e naturalistico che suggerisce l'attribuzione ad un artista che soggiornò a Roma durante la prima metà del Seicento, e quindi ascrivibile a un pittore della ristretta cerchia di artisti seguaci del Caravaggio a Roma, e in particolare dagli artisti del Manfrediana Methodus, come il francese Valentin de Boulogne. Nella nostra tela si colgono i principali elementi che caratterizzano la pittura romana di Valentin da un lato e Bartolomeo Manfredi dall’altro, ovviamente sulla base di un’originale adesione al naturalismo caravaggesco. Questo dipinto – di cui una probabile attribuzione nell’ambito della cerchia del maestro caravaggista Valentin – è stato avanzato dal mercato con cautela e confermata in questa sede, dove risale ai suoi primi anni a Roma e mostra il realismo e il forte chiaroscuro tipico di Caravaggio e dei suoi seguaci. Il dipinto – di buona mano pittorica – è molto interessante sia per la sua impostazione iconografica, sia per la stesura dei colori, sinonimo di un’artista di grande qualità interpretativa, quindi interessante per ulteriori approfondimenti di studio attributivo. In merito al suo stato conservativo, la tela si presenta in condizioni generali abbastanza discrete considerando l'epoca del dipinto, la superficie pittorica si presenta in patina, e l'immagine complessiva si legge discretamente sotto una vernice e sporca, a tal punto da suggerire un intervento conservativo per un eventuale studio attributivo. Al visibile il dipinto presenta consunzioni, piccole cadute di colore e integrazioni pittoriche e abrasioni. All'esame della lampada di Wood la fluorescenza è intensa ed omogenea, rivela ulteriori restauri, ma a causa di essa non è possibile escludere ulteriori restauri precedenti. Il dipinto è foderato. Il telaio potrebbe essere stato sostituito all'epoca del rintelo. Il condition report da noi fornito è da intendersi accurato e scrupoloso ma in ogni caso assolutamente parziale e non totalmente esaustivo poiché non eseguito in laboratori specializzati e con supporti tecnici specifici. A luce solare è visibile un fine craquelé rapportato all'epoca. Le misure della tela sono cm. 88 x 115. Il dipinto viene ceduto senza cornice, nonostante risulta impreziosito da una cornice barocca d’epoca (XIX) dorata e lavorato. L’opera verrà spedito – in quanto fragile – con cassa di legno e polistirolo. Provenienza: Coll. Privata Siciliana Pubblicazione:  Inedito;  I Miti e il Territorio nella Sicilia dalle mille culture. INEDITA QUADRERIA catalogo generale dei dipinti della collezione del ciclo “I Miti e il territorio”, Editore Lab_04, Marsala, 2024. Nel caso di vendita al di fuori del territorio italiano, l'acquirente dovrà attendere i tempi di evasione delle pratiche di esportazione.

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SCUOLA DI CARAVAGGIO DEL PRIMO ‘600
Cerchia di VALENTIN DE BOULOGNE
(Coulommiers, 1591 - Roma, 1632)
Concerto con bevitore
Olio su tela, cm. 88 x 115


NOTE: Pubblicazione catalogo opere della collezione Intermidiart. Certificato di Lecita Provenienza. Opera senza cornice:

Il dipinto, inedito e proveniente dal mercato come Scuola Caravaggesco del XVII secolo, illustra una scena di vita quotidiana, con Musicisti e bevitori in un interno, dal titolo Concerto con bevitore, narrazione, già diffusa nelle opere di Caravaggio e dei suoi seguaci a Roma a partire dal 1600 fino alla prima metà dello stesso secolo.
Questo dipinto è una copia successiva di un’opera originale perduta di uno dei più grandi seguaci francesi di Caravaggio – Valentin de Boulogne. Si ritiene che l'originale debba risalire al primo periodo della vita di Valentin, intorno al 1623-24, quando lavorava a Roma. Anche la composizione e i tipi di viso devono molto a Bartolomeo Manfredi, uno dei più stretti seguaci di Caravaggio, la cui opera è nota per essere ammirata e assorbita anche da Valentin. Esistono diverse versioni della composizione in varie dimensioni: uno nella collezione Chigi-Saracini, Siena; e due quotati sul mercato dell'arte nel 1985 e nel 1975. Tra questi si considera la migliore la versione attribuito al maestro caravaggesco Valentin de Bouologne (olio su tela cm. 97 x 133, databile all’incirca tra il 1623-1624), ove risulta censito nella Fototeca Zeri dell’omonima Fondazione con doppia attribuzione: Manfredi Bartolomeo e Valentin de Boulogne.
Valentin de Boulogne, pittore francese nato nel gennaio del 1591, è considerato a ragione uno dei più grandi caravaggeschi. Dopo aver ultimato l’apprendistato in terra francese, l’artista si trasferì a Roma nel 1612 e rimase affascinato dalla pittura caravaggesca che allora andava per la maggiore. Giovanni Baglione, nel suo libro Le vite de’ pittori, scultori et architetti dal pontificato di Gregorio XIII del 1572 in fino a’ tempi di Papa Urbano Ottavo, scrisse di lui: “Non si deve passar con silenzio la memoria di Valentino Francese, il quale andaua imitando lo stile di Michelagnolo da Caravaggio, dal naturale ritrahendo. Faceua quest’huomo le sue pitture con buona maniera, e ben colorite a olio, e tocche con fierezza: e i colori a oglio ben’ impastava”.
Ritornando sulla presente opera, si differenzia dagli altri per l’assenza degli oggetti – un bicchiere e un calice – presenti nel tavolino, e dalla dimensione, di poco più piccola delle altre versioni conosciuti. Il dipinto, inoltre, qui è rappresentato con un fondo dal quale emergono le tre figure, è realizzate con pennellate generose e pastose, piena di impeto e pregna di una luce rigorosa che penetra negli incarnati. Sia pur interessate da lievi restauri e ossidazione, la tela mostra comunque la sua qualità espressiva, con un carattere caravaggesco e naturalistico che suggerisce l'attribuzione ad un artista che soggiornò a Roma durante la prima metà del Seicento, e quindi ascrivibile a un pittore della ristretta cerchia di artisti seguaci del Caravaggio a Roma, e in particolare dagli artisti del Manfrediana Methodus, come il francese Valentin de Boulogne.
Nella nostra tela si colgono i principali elementi che caratterizzano la pittura romana di Valentin da un lato e Bartolomeo Manfredi dall’altro, ovviamente sulla base di un’originale adesione al naturalismo caravaggesco.
Questo dipinto – di cui una probabile attribuzione nell’ambito della cerchia del maestro caravaggista Valentin – è stato avanzato dal mercato con cautela e confermata in questa sede, dove risale ai suoi primi anni a Roma e mostra il realismo e il forte chiaroscuro tipico di Caravaggio e dei suoi seguaci. Il dipinto – di buona mano pittorica – è molto interessante sia per la sua impostazione iconografica, sia per la stesura dei colori, sinonimo di un’artista di grande qualità interpretativa, quindi interessante per ulteriori approfondimenti di studio attributivo.
In merito al suo stato conservativo, la tela si presenta in condizioni generali abbastanza discrete considerando l'epoca del dipinto, la superficie pittorica si presenta in patina, e l'immagine complessiva si legge discretamente sotto una vernice e sporca, a tal punto da suggerire un intervento conservativo per un eventuale studio attributivo. Al visibile il dipinto presenta consunzioni, piccole cadute di colore e integrazioni pittoriche e abrasioni. All'esame della lampada di Wood la fluorescenza è intensa ed omogenea, rivela ulteriori restauri, ma a causa di essa non è possibile escludere ulteriori restauri precedenti. Il dipinto è foderato. Il telaio potrebbe essere stato sostituito all'epoca del rintelo. Il condition report da noi fornito è da intendersi accurato e scrupoloso ma in ogni caso assolutamente parziale e non totalmente esaustivo poiché non eseguito in laboratori specializzati e con supporti tecnici specifici. A luce solare è visibile un fine craquelé rapportato all'epoca. Le misure della tela sono cm. 88 x 115. Il dipinto viene ceduto senza cornice, nonostante risulta impreziosito da una cornice barocca d’epoca (XIX) dorata e lavorato. L’opera verrà spedito – in quanto fragile – con cassa di legno e polistirolo.

Provenienza: Coll. Privata Siciliana

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 Inedito;
 I Miti e il Territorio nella Sicilia dalle mille culture. INEDITA QUADRERIA catalogo generale dei dipinti della collezione del ciclo “I Miti e il territorio”, Editore Lab_04, Marsala, 2024.

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