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Tommaso d'Aquino - Epistolas - 1498
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Tommaso d'Aquino - Epistolas - 1498

INCUNABLE - IN FOLIO - LA FILOSOFIA DEL GRANDE DOCTOR ANGELICUS Quando insegnava alla Sorbona, entrando nell'aula, posò una mela sulla cattedra dicendo: "Questa mela è una mela. Se c'è qualcuno tra voi che non è daccordo, per favore esca subito!" Bellissimi capilettera xilografati, alcuni acquerellati da mano successiva. Capolavoro teologico. Raro gioiello che presenta le chiare e profonde riflessioni di San Tommaso d'Aquino sulle epistole di San Paolo. Questo volume, arricchito da commentari di straordinaria chiarezza, è un testamento della profonda comprensione teologica di San Tommaso e della sua abilità di svelare i significati nascosti delle Scritture. La tabula ordinatissima offre un accesso agevole a questa ricca fonte di saggezza. Un'opportunità imperdibile per gli studiosi di teologia, appassionati di filosofia e coloro che cercano di comprendere il pensiero di uno dei più grandi teologi della storia. CONTENTS Opera classica di San Tommaso d'Aquino (1225-1274), nell'originale latino, sulle epistole di San Paolo, che fornisce una profonda spiegazione degli insegnamenti di uno dei più eminenti teologi della Chiesa cattolica. Attingendo ai testi del Nuovo Testamento, l'Aquinate affronta varie questioni che riguardano la condotta morale di un cristiano devoto, rendendo quest'opera una risorsa preziosa. L'Aquinate scrisse il suo commento alle Epistole di San Paolo verso la fine della sua vita. Si ritiene che abbia scritto lui stesso le spiegazioni della Lettera ai Romani e l'inizio della prima Lettera ai Corinzi, mentre la maggior parte delle altre sezioni sono delle reportationes (trascrizioni da parte di un pubblico di una presentazione orale) del lavoro di Tommaso, scritte da Reginaldo (Raynald) di Piperno (ca. 1230-ca. 1290). In sostanza, Reginaldo "riporta" praticamente tutto San Paolo, fino alla Lettera agli Ebrei compresa. Si ritiene anche, tuttavia, che l'Aquinate abbia rivisto tutte le reportationes, tranne l'Epistola ai Romani. Reginaldo documentò molte altre opere dell'Aquinate e fu il confidente di Acquino in tutte le sue varie attività. Ascoltò anche l'ultima confessione dell'Aquinate e conservò tutti i manoscritti nella calligrafia dell'autore ("habuit omnia scripta sua"). Dopo la morte dell'Aquinate, Reginaldo ricoprì il suo posto di lettore nel priorato di Napoli. Il libro si apre con un indice alfabetico che occupa tutto il frontespizio con le istruzioni per il suo utilizzo. Il testo inizia con un prologo, seguito dai commenti dell'Aquinate alla Lettera ai Romani, alla prima e alla seconda Lettera ai Corinzi e poi ai Galati, agli Efesini, ai Filippesi, ai Colossesi, alla prima e alla seconda Lettera ai Tessalonicesi, alla prima e alla seconda Lettera a Timoteo e alle Lettere a Tito, Filemone ed Ebrei. Edizione di un'opera classica di San Tommaso d'Aquino (1225-1274), nell'originale latino, sulle epistole di San Paolo, che fornisce una profonda spiegazione degli insegnamenti di uno dei più eminenti teologi della Chiesa cattolica. La prima edizione, curata da Pietro Malduro o Petrus di Bergamo (ca. 1400-1482), apparve a Bologna nel 1481 e pare sia servita da modello per la seconda edizione di Basilea del 1495. L'edizione di Basilea è di gran lunga la più comune e probabilmente è servita da modello per la presente edizione (il prologo sembra essere lo stesso, anche se il "Petrus Bergomensis", esplicitamente accreditato nell'edizione di Basilea, non è nominato nella presente edizione. Al colophon in calce a GG5r (sotto "Finis"), segnala che il libro fu stampato a Venezia con i tipi di Bonetus Locatelli da Bergamo sotto la guida e a spese di Octavianus Scotus ("caracteribus Boneti Locatelli impressa: ductu vero & impensis . Octaviana Scoti"), il 22 dicembre 1498. Il verso di questo foglio (l'ultima pagina stampata del libro) elenca il contenuto del libro, querela per querela e mostra l'emblema dell'editore di Scoto (il quarto) (ancora una volta dopo "Finis"). San Tommaso d'Aquino (nato nel 1224/25 a Roccasecca, vicino ad Aquino, Terra di Lavoro, Regno di Sicilia - morto il 7 marzo 1274 a Fossanova, vicino a Terracina, Lazio, Stato Pontificio; canonizzato il 18 luglio 1323; festa il 28 gennaio, in precedenza il 7 marzo) teologo domenicano italiano, il più importante scolasta medievale. Sviluppò le proprie conclusioni a partire dalle premesse aristoteliche, in particolare nella metafisica della personalità, della creazione e della Provvidenza. Come teologo, nei suoi due capolavori, la Summa theologiae e la Summa contra gentiles, fu responsabile della sistematizzazione classica della teologia latina e, come poeta, scrisse alcuni degli inni eucaristici più belli della liturgia della Chiesa. Il suo sistema dottrinale e le spiegazioni e gli sviluppi apportati dai suoi seguaci sono noti come tomismo. Sebbene molti teologi cattolici moderni non trovino San Tommaso del tutto congeniale, egli è comunque riconosciuto dalla Chiesa cattolica romana come il suo principale filosofo e teologo occidentale. San Paolo è senz’altro il più grande missionario di tutti i tempi, non conobbe personalmente Cristo, ma per la Sua folgorante chiamata sulla via di damasco, ne divenne un discepolo fra i più grandi, perorò la causa dei pagani convertiti, fu l’apostolo delle Genti; insieme a Pietro diffuse il messaggio evangelico nel mondo mediterraneo di allora; con la sua parola e con i suoi scritti operò la prima e fondamentale inculturazione del Vangelo nella storia. Nacque probabilmente verso il 5-10 d.C. a Tarso nella Cilicia, oggi situata nella Turchia meridionale presso i confini con la Siria, città che nel I secolo era un luogo cosmopolita, dove vivevano greci, anatolici, ellenizzati, romani e una colonia giudaica, a cui apparteneva il padre commerciante di tende, il quale con la sua famiglia, come tutti gli abitanti, godeva della cittadinanza romana, riconosciuta dal triumviro Marc’Antonio e poi dall’imperatore Augusto. Come molti degli ebrei di quel tempo, portava due nomi, uno ebraico Saul, che significava “implorato a Dio” e l’altro latino o greco che era Paulus, probabilmente alludeva alla sua bassa statura; Paulus divenne poi il suo unico nome, quando cominciò la sua predicazione in Occidente. Conosceva la cultura ellenistica e a Tarso imparò il greco, ma la sua educazione era fondamentalmente giudaica, il suo ragionamento e la sua esegesi biblica, avevano l’impronta della scuola rabbinica. Le lettere di Paolo sono tredici testi contenuti nel canone del Nuovo Testamento e attribuiti dalla tradizione all'apostolo Paolo di Tarso, in cui l'autore scrive a varie comunità da lui fondate o visitate nei suoi viaggi apostolici o a persone a lui care. L'autenticità di alcune di queste lettere è messa in dubbio dagli studiosi contemporanei. In passato la Chiesa cattolica attribuì a Paolo di Tarso anche la Lettera agli Ebrei, nella quale non è indicato il nome dell'autore; tale lettera è oggi ritenuta, pressoché unanimemente[2], essere di un altro autore. Si sono inoltre conservate alcune lettere che affermano di essere state scritte da Paolo ma che sono ritenute apocrife dalla maggioranza degli esegeti. CONDITION REPORT Legatura successiva in piena pelle. Titolo al dorso su manchette beige. Bellissimi capilettera xilografati, alcuni acquerellati da mano successiva. Presenza di alcune macchie qualche brunitura ma blocco del testo molto ben rilegato, pagine stampate su carta forte con inchiostri brillanti. Una bella copia ordinata, interessanti glosse coeve (?) all'ultima bianca. Pp. ( 2); 24nn. 520; 2nn. Pp(2). Ex libris nobiliare al frontespizio. FULL TITLES & AUTHORS Sancti Thome de Aquino super epistolas Sancti Pauli Co[m]mentaria preclarissima. Cum tabula ordinatissima. [Colophon:] In inclita urbe Venetia, Bonetus Locatellus per Octavianus Scotus, 22 Dicembre 1498 Tommaso d'Aquino

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Tommaso d'Aquino - Epistolas - 1498

Tommaso d'Aquino - Epistolas - 1498

INCUNABLE - IN FOLIO - LA FILOSOFIA DEL GRANDE DOCTOR ANGELICUS
Quando insegnava alla Sorbona, entrando nell'aula, posò una mela sulla cattedra dicendo: "Questa mela è una mela. Se c'è qualcuno tra voi che non è daccordo, per favore esca subito!"
Bellissimi capilettera xilografati, alcuni acquerellati da mano successiva.
Capolavoro teologico. Raro gioiello che presenta le chiare e profonde riflessioni di San Tommaso d'Aquino sulle epistole di San Paolo. Questo volume, arricchito da commentari di straordinaria chiarezza, è un testamento della profonda comprensione teologica di San Tommaso e della sua abilità di svelare i significati nascosti delle Scritture. La tabula ordinatissima offre un accesso agevole a questa ricca fonte di saggezza. Un'opportunità imperdibile per gli studiosi di teologia, appassionati di filosofia e coloro che cercano di comprendere il pensiero di uno dei più grandi teologi della storia.

CONTENTS
Opera classica di San Tommaso d'Aquino (1225-1274), nell'originale latino, sulle epistole di San Paolo, che fornisce una profonda spiegazione degli insegnamenti di uno dei più eminenti teologi della Chiesa cattolica.
Attingendo ai testi del Nuovo Testamento, l'Aquinate affronta varie questioni che riguardano la condotta morale di un cristiano devoto, rendendo quest'opera una risorsa preziosa. L'Aquinate scrisse il suo commento alle Epistole di San Paolo verso la fine della sua vita. Si ritiene che abbia scritto lui stesso le spiegazioni della Lettera ai Romani e l'inizio della prima Lettera ai Corinzi, mentre la maggior parte delle altre sezioni sono delle reportationes (trascrizioni da parte di un pubblico di una presentazione orale) del lavoro di Tommaso, scritte da Reginaldo (Raynald) di Piperno (ca. 1230-ca. 1290). In sostanza, Reginaldo "riporta" praticamente tutto San Paolo, fino alla Lettera agli Ebrei compresa.
Si ritiene anche, tuttavia, che l'Aquinate abbia rivisto tutte le reportationes, tranne l'Epistola ai Romani. Reginaldo documentò molte altre opere dell'Aquinate e fu il confidente di Acquino in tutte le sue varie attività. Ascoltò anche l'ultima confessione dell'Aquinate e conservò tutti i manoscritti nella calligrafia dell'autore ("habuit omnia scripta sua"). Dopo la morte dell'Aquinate, Reginaldo ricoprì il suo posto di lettore nel priorato di Napoli. Il libro si apre con un indice alfabetico che occupa tutto il frontespizio con le istruzioni per il suo utilizzo.
Il testo inizia con un prologo, seguito dai commenti dell'Aquinate alla Lettera ai Romani, alla prima e alla seconda Lettera ai Corinzi e poi ai Galati, agli Efesini, ai Filippesi, ai Colossesi, alla prima e alla seconda Lettera ai Tessalonicesi, alla prima e alla seconda Lettera a Timoteo e alle Lettere a Tito, Filemone ed Ebrei.

Edizione di un'opera classica di San Tommaso d'Aquino (1225-1274), nell'originale latino, sulle epistole di San Paolo, che fornisce una profonda spiegazione degli insegnamenti di uno dei più eminenti teologi della Chiesa cattolica. La prima edizione, curata da Pietro Malduro o Petrus di Bergamo (ca. 1400-1482), apparve a Bologna nel 1481 e pare sia servita da modello per la seconda edizione di Basilea del 1495. L'edizione di Basilea è di gran lunga la più comune e probabilmente è servita da modello per la presente edizione (il prologo sembra essere lo stesso, anche se il "Petrus Bergomensis", esplicitamente accreditato nell'edizione di Basilea, non è nominato nella presente edizione.

Al colophon in calce a GG5r (sotto "Finis"), segnala che il libro fu stampato a Venezia con i tipi di Bonetus Locatelli da Bergamo sotto la guida e a spese di Octavianus Scotus ("caracteribus Boneti Locatelli impressa: ductu vero & impensis . Octaviana Scoti"), il 22 dicembre 1498. Il verso di questo foglio (l'ultima pagina stampata del libro) elenca il contenuto del libro, querela per querela e mostra l'emblema dell'editore di Scoto (il quarto) (ancora una volta dopo "Finis").

San Tommaso d'Aquino (nato nel 1224/25 a Roccasecca, vicino ad Aquino, Terra di Lavoro, Regno di Sicilia - morto il 7 marzo 1274 a Fossanova, vicino a Terracina, Lazio, Stato Pontificio; canonizzato il 18 luglio 1323; festa il 28 gennaio, in precedenza il 7 marzo) teologo domenicano italiano, il più importante scolasta medievale. Sviluppò le proprie conclusioni a partire dalle premesse aristoteliche, in particolare nella metafisica della personalità, della creazione e della Provvidenza. Come teologo, nei suoi due capolavori, la Summa theologiae e la Summa contra gentiles, fu responsabile della sistematizzazione classica della teologia latina e, come poeta, scrisse alcuni degli inni eucaristici più belli della liturgia della Chiesa. Il suo sistema dottrinale e le spiegazioni e gli sviluppi apportati dai suoi seguaci sono noti come tomismo. Sebbene molti teologi cattolici moderni non trovino San Tommaso del tutto congeniale, egli è comunque riconosciuto dalla Chiesa cattolica romana come il suo principale filosofo e teologo occidentale.

San Paolo è senz’altro il più grande missionario di tutti i tempi, non conobbe personalmente Cristo, ma per la Sua folgorante chiamata sulla via di damasco, ne divenne un discepolo fra i più grandi, perorò la causa dei pagani convertiti, fu l’apostolo delle Genti; insieme a Pietro diffuse il messaggio evangelico nel mondo mediterraneo di allora; con la sua parola e con i suoi scritti operò la prima e fondamentale inculturazione del Vangelo nella storia.
Nacque probabilmente verso il 5-10 d.C. a Tarso nella Cilicia, oggi situata nella Turchia meridionale presso i confini con la Siria, città che nel I secolo era un luogo cosmopolita, dove vivevano greci, anatolici, ellenizzati, romani e una colonia giudaica, a cui apparteneva il padre commerciante di tende, il quale con la sua famiglia, come tutti gli abitanti, godeva della cittadinanza romana, riconosciuta dal triumviro Marc’Antonio e poi dall’imperatore Augusto.
Come molti degli ebrei di quel tempo, portava due nomi, uno ebraico Saul, che significava “implorato a Dio” e l’altro latino o greco che era Paulus, probabilmente alludeva alla sua bassa statura; Paulus divenne poi il suo unico nome, quando cominciò la sua predicazione in Occidente.
Conosceva la cultura ellenistica e a Tarso imparò il greco, ma la sua educazione era fondamentalmente giudaica, il suo ragionamento e la sua esegesi biblica, avevano l’impronta della scuola rabbinica.

Le lettere di Paolo sono tredici testi contenuti nel canone del Nuovo Testamento e attribuiti dalla tradizione all'apostolo Paolo di Tarso, in cui l'autore scrive a varie comunità da lui fondate o visitate nei suoi viaggi apostolici o a persone a lui care. L'autenticità di alcune di queste lettere è messa in dubbio dagli studiosi contemporanei.
In passato la Chiesa cattolica attribuì a Paolo di Tarso anche la Lettera agli Ebrei, nella quale non è indicato il nome dell'autore; tale lettera è oggi ritenuta, pressoché unanimemente[2], essere di un altro autore. Si sono inoltre conservate alcune lettere che affermano di essere state scritte da Paolo ma che sono ritenute apocrife dalla maggioranza degli esegeti.

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Legatura successiva in piena pelle. Titolo al dorso su manchette beige. Bellissimi capilettera xilografati, alcuni acquerellati da mano successiva. Presenza di alcune macchie qualche brunitura ma blocco del testo molto ben rilegato, pagine stampate su carta forte con inchiostri brillanti. Una bella copia ordinata, interessanti glosse coeve (?) all'ultima bianca. Pp. ( 2); 24nn. 520; 2nn. Pp(2). Ex libris nobiliare al frontespizio.

FULL TITLES & AUTHORS
Sancti Thome de Aquino super epistolas Sancti Pauli Co[m]mentaria preclarissima. Cum tabula ordinatissima.
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