Castagna Maurizio 1961 - XL - LUCE NELLA GIUSTIZIA

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Egidio Emiliano Bianco
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Επιλεγμένο από Egidio Emiliano Bianco

Είναι κάτοχος πτυχίου στην ιστορία της τέχνης και μεταπτυχιακού τίτλου στη διαχείριση τεχνών και πολιτισμού.

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Maurizio Castagna – LUCE NELLA GIUSTIZIA, κράμα τεχνικής σε καμβά, αρχικό, 2025, 80 × 100 cm, Ιταλία, αφηρημένος εξπρεσιονισμός.

Περίληψη με τη βοήθεια τεχνητής νοημοσύνης

Περιγραφή από τον πωλητή

Castagna Maurizio – Tecnica mista su tela – 2025
Nell’orizzonte dell’astrattismo contemporaneo, l’opera di Maurizio Castagna si presenta come un campo di forze in cui il gesto pittorico non è semplice traccia, ma forma viva, materia che si origina e si rinnova nell’atto stesso del dipingere. A una lettura attenta, la superficie si rivela come un palinsesto di memorie cromatiche: gli strati di pigmenti, tempere all’uovo, smalti, acrilici e resine non si annullano mai a vicenda, ma convivono in una tensione sottile, rievocando una tecnica complessa che affonda le sue radici nella più autentica tradizione della pittura gestuale.
Come osservava Longhi, la pittura autentica è sempre un “fatto di qualità visiva”, prima che concettuale. E proprio in questa qualità Castagna trova la sua identità: ogni segno, pur generato da un impulso rapidissimo, mantiene una struttura interna, un ordine segreto capace di sostenere l’impatto emotivo. Le sue ascendenze – da Pollock a Krasner, da Rothko a de Kooning, fino ai maestri italiani Afro, Birolli, Severini, Montanarini – non si dispongono come citazioni, ma come continuità linguistica, come riferimenti che nutrono la sua ricerca senza incatenarla.
La luce, elemento cardine di quest’opera, non è intesa come semplice fattore ottico, ma come condizione necessaria della rivelazione visiva. È la luce che permette ai dettagli di apparire non come “documenti”, ma come epifanie. Nella juxtapositione fra toni caldi e freddi, fra densità e trasparenze, si percepisce quella sospensione che appartiene alle opere capaci di trattenere lo sguardo, e al tempo stesso di respingerlo, generando un moto di attrazione e smarrimento.
Qui, tuttavia, la riflessione formale incontra qualcosa di più profondo.
Il gesto, in Castagna, non è mai decorativo: è catartico.
E a questo punto, il discorso critico non può rimanere freddo, accademico. Perché quest’opera reclama voce, pretende intensità, chiede, quasi obbliga, un cambio di ritmo.
E allora emerge ciò che Enwezor colse con una sorprendente precisione: questa pittura non rappresenta nulla, non descrive, non illustra; scarica una tensione, libera un’energia che non appartiene alla narrazione ma all’esperienza. Qui il margine del caso è solo apparente: l’artista sceglie tutto – colori, dosaggi, resine, direzioni del gesto – come un direttore d’orchestra che governa una tempesta sapendo esattamente dove colpirà il fulmine.
E sì, a questo punto bisogna dirlo senza timore: Castagna scuote.
La sua pittura non concilia, non consola: accade.
È un’esplosione controllata, un atto che frantuma le convenzioni e restituisce alla pittura la sua verità primordiale: la forza.
Qui non c’è quiete borghese, non c’è ornamento: c’è vita.
E la vita, quando è vera, non è mai docile.
Per questo quest’opera non solo si guarda: si subisce.
La si attraversa come un’onda d’urto che afferra, spinge, trascina.
È un varco aperto nell’esperienza sensibile, un punto di collisione fra ciò che l’artista sente e ciò che lo spettatore non può più fingere di non sentire.
Castagna, in questo lavoro, non dipinge: afferma.
E lo fa con una voce che non chiede permesso, perché non deve chiederlo.
Perché la vera pittura – quella che vibra, quella che resiste – è sempre un atto necessario.


Castagna Maurizio – Tecnica mista su tela – 2025
Nell’orizzonte dell’astrattismo contemporaneo, l’opera di Maurizio Castagna si presenta come un campo di forze in cui il gesto pittorico non è semplice traccia, ma forma viva, materia che si origina e si rinnova nell’atto stesso del dipingere. A una lettura attenta, la superficie si rivela come un palinsesto di memorie cromatiche: gli strati di pigmenti, tempere all’uovo, smalti, acrilici e resine non si annullano mai a vicenda, ma convivono in una tensione sottile, rievocando una tecnica complessa che affonda le sue radici nella più autentica tradizione della pittura gestuale.
Come osservava Longhi, la pittura autentica è sempre un “fatto di qualità visiva”, prima che concettuale. E proprio in questa qualità Castagna trova la sua identità: ogni segno, pur generato da un impulso rapidissimo, mantiene una struttura interna, un ordine segreto capace di sostenere l’impatto emotivo. Le sue ascendenze – da Pollock a Krasner, da Rothko a de Kooning, fino ai maestri italiani Afro, Birolli, Severini, Montanarini – non si dispongono come citazioni, ma come continuità linguistica, come riferimenti che nutrono la sua ricerca senza incatenarla.
La luce, elemento cardine di quest’opera, non è intesa come semplice fattore ottico, ma come condizione necessaria della rivelazione visiva. È la luce che permette ai dettagli di apparire non come “documenti”, ma come epifanie. Nella juxtapositione fra toni caldi e freddi, fra densità e trasparenze, si percepisce quella sospensione che appartiene alle opere capaci di trattenere lo sguardo, e al tempo stesso di respingerlo, generando un moto di attrazione e smarrimento.
Qui, tuttavia, la riflessione formale incontra qualcosa di più profondo.
Il gesto, in Castagna, non è mai decorativo: è catartico.
E a questo punto, il discorso critico non può rimanere freddo, accademico. Perché quest’opera reclama voce, pretende intensità, chiede, quasi obbliga, un cambio di ritmo.
E allora emerge ciò che Enwezor colse con una sorprendente precisione: questa pittura non rappresenta nulla, non descrive, non illustra; scarica una tensione, libera un’energia che non appartiene alla narrazione ma all’esperienza. Qui il margine del caso è solo apparente: l’artista sceglie tutto – colori, dosaggi, resine, direzioni del gesto – come un direttore d’orchestra che governa una tempesta sapendo esattamente dove colpirà il fulmine.
E sì, a questo punto bisogna dirlo senza timore: Castagna scuote.
La sua pittura non concilia, non consola: accade.
È un’esplosione controllata, un atto che frantuma le convenzioni e restituisce alla pittura la sua verità primordiale: la forza.
Qui non c’è quiete borghese, non c’è ornamento: c’è vita.
E la vita, quando è vera, non è mai docile.
Per questo quest’opera non solo si guarda: si subisce.
La si attraversa come un’onda d’urto che afferra, spinge, trascina.
È un varco aperto nell’esperienza sensibile, un punto di collisione fra ciò che l’artista sente e ciò che lo spettatore non può più fingere di non sentire.
Castagna, in questo lavoro, non dipinge: afferma.
E lo fa con una voce che non chiede permesso, perché non deve chiederlo.
Perché la vera pittura – quella che vibra, quella che resiste – è sempre un atto necessario.


Λεπτομέρειες

Καλλιτέχνης
Castagna Maurizio 1961 - XL
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Όχι
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Ιδιοκτήτης ή μεταπωλητής
Έκδοση
Αυθεντικό
Τίτλος έργου τέχνης
LUCE NELLA GIUSTIZIA
Τεχνική
Διάφορα μέσα
Υπογραφή
Υπογεγραμμένο χειρόγραφα
Χώρα
Ιταλία
Έτος
2025
Κατάσταση
Άριστη κατάσταση
Height
80 cm
Width
100 cm
Βάρος
2.5 kg
Style
Abstract Expressionism
Περίοδος
2020+
Πωλήθηκε από τον/-ην
ΙταλίαΕπαληθεύτηκε
71
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